Flags of Our Fathers |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Ryan Phillippe, Jesse Bradford, Adam Beach, Barry Pepper, John Benjamin Hickey.
continua»
Guerra,
durata 130 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 10 novembre 2006.
MYMONETRO
Flags of Our Fathers ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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la versione americana della battaglia di iWo Jima
di AlbertFeedback: 9848 | altri commenti e recensioni di Albert |
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domenica 13 aprile 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tratto dall'omonimo libro di James Bradley e Ron Powers, "Flags of our fathers" venne diretto nel 2006 da Clint Eastwood, nello stesso anno in cui, sempre riguardante la battaglia di Iwo Jima, diresse "Lettere da Iwo Jima", uno dei film più riusciti e intensi della cinetografia di Eastwood. Il primo è una versione americana della celebre battaglia, mentre nel secondo la prospettiva è quella giapponese, anche se la battaglia viene vista da angolature diverse. " Flags of our fathers" è un disreto film, ma non paragonabile alla bellissima versione giapponese molto lirica e con personaggi di grande caratura morale che rimangono nell'immaginario collettivo. Qui vi sono due piani temporali: la narrazione della battaglia, dove si evidenzia la crudeltà della guerra, dove spesso ti muore il commilitone che si trovava vicino a te. Sono immagini ben girate, che ricordano"Salvate il soldato Ryan", spesso brutali per rappresentano l'insensatezza della guerra. Il secondo piano temporale riguarda tutta la mistificazione, la retorica, l'ipocrisia e la mediatizzazione che attornia la guerra. I fatti si concentrano sulla famosa bandiera issata sul colle nei pressi di Iwo Jima, evento che divenne presto fortemente simbolico e che ebbe grande rilevanza mediatica. Si richiese ai protagonisti di veicolare propagandisticamente l'evento anche per una raccolta fondi destinata alla fine della guerra. La sceneggiatura è discretamente congegnata con anche una fotografia adeguata. Il cast non brilla, ma si dimostra all'altezza per un film antibellico che vuole anche demitizzare il concetto di eroe. La bandiera venne issata solo cinque giorni dopo l'inizio della battaglia e quindi quando ancora non se ne conosceva l'esito e ad un certo punto venne anche cambiata. Ma a chi non partecipa agli orrori della guerra in presa diretta bisogna buttare in pasto l'eroe o una bandiera per alimentarne un deleterio nazionalismo, da non confondersi con un sano amore per la patria.
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