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La valutazione è un po' punitiva, ma vediamo di spiegarne le motivazioni. Innanzitutto è da elogiare la scelta di una storia vera, ai più poco conosciuta, quale fu l'uccisione di Heidrich, il boia di Praga. Bisogna ricordare la conferenza di Monaco del 1938, in cui vennero ceduti alla Germania nazista i Sudeti, il cui territorio apparteneva in buona parte alla Cecoslovacchia. Questa sottovalutazione del pericolo nazista, soprattutto da parte dell'Inghilterra di Chamberlain, fece sì che la Cecoslovacchia sia stata una delle prime nazioni a perdere la libertà.Il film di cui Sean Ellis è sia regista che sceneggiatore prende appunto in considerazione la resistenza cecoslovacca con l'attentato ad Heydrich e la successiva rappresaglia che fu di una ferocia inaudita. Questi due fatti eccclatanti vengono marginalizzati da una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, non essendoci una linea narrativa chiara e lineare. La fase preparatoria dell'attentato è veramente prolissa, caotica e poco significativa. La scena dell'attentato è frettolosa e girata con poca accuratezza. Della famosa rappresaglia si fa solo qualche sporadico accenno, per concentare la parte finale del film sul combattimento fra i nazisti e gli attentatori Scelta poco condivisibile, visto che questo fatto non ebbe una grande rilevanza storica, anche se è sicuramente la parte migliore del film con scene girate molto bene e anche di un più che discreto impatto visivo. Nella parte finale sembra, però, che cominci un altro film, risultando le due parti piuttosto scollegate. Irrilevanti risultano anche le vicende sentimentali ed anche il cast, a parte nel finale, non ha l'occasione di mettersi particolarmente in luce poiché i personaggi sono poco approfonditi. Film con indubbi pregi, ma i difetti si notano di più.
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