Malèna |
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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Monica Bellucci, Luciano Federico, Giuseppe Sulfaro, Gilberto Idonea.
continua»
Drammatico,
durata 115 min.
- Italia 2000.
MYMONETRO
Malèna
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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da leggere in chiave assolutamente oniricadi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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giovedì 10 settembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Malèna"(Giuseppe Tornatore, anche autore della sceneggiatura, da un soggetto di Luciano Vincenzoni, 2000)è un film da leggere, almeno così ritnego si debba fare, in chiave onirica: sogno-incubo erotico, per un adolescente sicliano in epoca di repressione sessuale, in cui l'unica alternativa alla castità era il bordello, "Malèna"è questo: a parte il problmea del dialetto siciliano(lingua, per altri e sono propenso a credere sia così, dato che non si capisce-al di là del fatto dellìantica poesia medievale, vicina all'italiano, le successive evoluzioni linguistiche vanno in un'altra direzione...), "incomprensibile"per chi non sia del luogo8la località. tra l0altro, di mare, è un paese e non una città, dunque con accentuazione dell'a-lingua maggiore)la storia di per sé, con la protagonista femminile(una Monica Bellucci, nel pieno del"suo "fulgore")decisamente in crisi, con il marito in guerra, forse morto(così sembra, ma in realtà non sarù così), il fascismo, poi lo sbarco in Sicilia, caduta del fascismo e fine della guerra, il resto che a ciò è collegato rimanda a un immaginario erotico maschile, che tende a "proiettare"(il temrine, in realtà, non è affatto casuale..,)quanto immagina-rimugina in immagini, con l'ascolto ossessivo di"Ma l'amore no", canzone del tempo, magistralmente riellaborata-arrangiata-trasposta da un Ennio Morricone, di cui è qui forse inutile ma non superfluo ricordare l'apporto straordinario ai sound-tracks decisamente esorbitanti rispeotto alle giovaniili collaborazioni con gli straordinari western di Sergio Leone, e tutto quanto vi si collega sulla" materializzazione"(fugaci incontrir con la giovane donna)al dopo(sentito-detto, immaginato/reale, dove i confini si confondono assolutamente). in un riemergere che alla fine , avvicinandosi ciò che definiamo"Maturità"tende a rivolgersi al reale più che al fantasmatico, ma in una chiave che rimane comunque, decisamente, onirica.e come tale ritengo sia da leggere. Il resto(la"storia"sottostante o sovrastante)è decisamente altro e non tange la struttuea portante del film che, come in altre opere del regista-autore, è quella che ho cercato, forse faticosamente, di delineare, proprio per lo"spaesamento"creato soprattutto dalla componente linguistica, come già accennato sopra. Oltre alla Bellucci da sottoineare la prova dell'allora esordiente Giuseppe SUlfaro, di Lucianao Federico nella parte del padre del ragazzo e di altri/e interpreti. El Gato
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