La famiglia Savage

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Un film di Tamara Jenkins. Con Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco, Peter Friedman, Gbenga Akinnagbe.
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Titolo originale The Savages. Commedia, durata 113 min. - USA 2007. - 20th Century Fox Italia uscita venerdì 25 gennaio 2008. MYMONETRO La famiglia Savage * * * 1/2 - valutazione media: 3,60 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
olga di comite sabato 1 marzo 2008
tra fratello e sorella non mettere il dito Valutazione 4 stelle su cinque
95%
No
5%

LA FAMIGLIA SAVAGE di Tamara Jenkins con Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco. Una famiglia media dai normali fallimenti, salvo forse il fatto che i suoi membri sono un tantino più avvertiti, perché si tratta di piccoli intellettuali o aspiranti tali. Un padre non amato che è stato distratto, dispotico e narciso (attore di varietà); una figlia che sogna di diventare drammaturga, ma che a circa quaranta anni non ha avuto la grande occasione. In più coltiva stancamente un rapporto clandestino del tipo “ti uso quando posso” sul versante maschile e “ti uso perché non ho altro” su quello femminile. E infine un fratello, professore all’università di Buffalo, che insegna storia del teatro e cerca di ultimare una biografia di Brecht alla quale tiene molto; intanto perde la donna della sua vita perché non si decide a sposarla. [+]

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l'impiegata lunedì 18 febbraio 2008
qui non siamo in america Valutazione 3 stelle su cinque
65%
No
35%

Nessun film più di questo si presta a dimostrare come la percezione dello spettatore sia enormemente influenzata dalla critica letta prima. Sinceramente: se non l'avessero scritto i critici, chi di noi (italiani, in primo luogo) si sarebbe sognato di definire "fallito, frustrato, nevrotico" il personaggio del fratello??? Insegna all'università (sputaci sopra: qui da noi si ammazzerebbe per una cattedra); scrive di ciò che l'appasiona, sperando nel successo ma senza mentire sui risultati; è cauto nell'assumersi l'impegno del matrimonio con una donna straniera (mentre l'anziano padre, addirittura, stipula contratti di non-coniugio) pur soffrendo per l'eventuale separazione e lasciando comunque, alla fine, aperta una possibilità; fa il suo dovere di figlio senza ipocrisie, chiamando le cose col loro nome e senza sensi di colpa nei confronti di un padre a cui sente di non dovere poi molto ("abbiamo fatto quel che era da fare, e più di quanto lui abbia mai fatto per noi"). [+]

[+] noi e gli usa (di everyone)
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bob venerdì 15 febbraio 2008
la tazzina dove la metto? dov'era prima! Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

Il Cinema Indipendente Americano vive oggi un buon momento. Ne e’ un esempio “La famiglia Savage”, scritto e diretto da Tamara Jenkins, che dopo l'ottima accoglienza ricevuta all’ultimo Festival di Torino e' da qualche giorno sugli schermi di (quasi) tutta Italia. Si tratta di un piccolo film, delicato, vero. Racconta, con i giusti toni sommessi, la storia agrodolce di due fratelli che si ritrovono a dover gestire l’improvvisa demenza senile dell’anziano (poco amato) padre. Fatto che li portera' nuovamente ad avvicinarsi, a crescere, a convivere con i sensi di colpa: e ovviamente anche a complicare ancora di piu' le loro vite gia' belle incasinate e piene di frustrazioni, sia professionali che sentimentali. [+]

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darjus giovedì 20 marzo 2008
la normalità dell'ironico squallore d'america Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Si respira un'aria dimessa nella famiglia Savage, nucleo frammentato e assai ridotto, insieme di solitudini e d'insoddisfazioni, di sogni, speranze infrante e rimpianti, famiglia normale, per quanto non così comune nella composizione, con le sue tristezze e le sue mediocrità. Le vicende dei due fratelli, e del loro bizzarro padre, narrate con la giusta levità e sincerità dalla Jenkins, ci accompagnano per un'ora e mezza di avvilente quotidianità, senza accentuati melodrammi per disorientarci, né buonismi per emozionarci. Senza pretesa di realismo, ma come puro racconto di vita, della sua ironica banalità, delle sue difficoltà e delle sue piccole e insignificanti gioie. Un film ottimamente "normale" che riesce a mantenere un giusto distacco, evitando pretese sociologiche o documentaristiche e rimanendo intimista senza divenire enfatico, e ad evocare - tratteggiandola con nitore ed efficacia - un'America nascosta, triste e stanca, benché sempre più diffusa. [+]

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fedson domenica 26 maggio 2013
i fratelli savage Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Due fratelli che non si vedono da tanto tempo, si rincontrano per prendersi cura del padre, ormai anziano e mentalmente disturbato. Cercando vari modi per risolvere la questione, i due impareranno a conoscere se stessi e i loro problemi: John è un docente universitario di drammaturgia frustrato, stanco, che cerca di scrivere qualcosa di concreto ottenendo ben pochi risultati; Wendy sogna di diventare drammaturga di successo ma con scarsi risultati. Uno dei punti chiave del film è senz'altro il rapporto genitori-figli, che Tamara Jenkis mette a fuoco con la figura principale del padre della famiglia Savage, Lenny, un uomo che ha passato da parecchio la pensione e che ha sotterrato il proprio affetto per i figli col passare del tempo. [+]

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baba venerdì 29 febbraio 2008
interno di famiglia Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

Sun City non è la copertina che traduce l’Utopia ingiallita del buon Campanella. Non è una città in cui girano filosofi, maestri, insegnanti seguiti da attenti cittadini desiderosi di apprendere l’arte del progresso collettivo. Non è neppure il tentativo ardito di una piccola comunità postsessantottina in cui la proprietà privata è bandita come il più sacrilego attentato alla felicità umana. Sun City, Stati Uniti, Arizona, è il paradiso degli umani elefanti, stracci di pelleossacataratte che svernano gli ultimi anni in un quartiere che pare uscito dagli Studios: casette linde tutte identiche, giardini ariosamente impeccabili, navette che spolano da un campo all’altro di golf, da mattina a sera, sempre che l’artrosi non impedisca lo swing. [+]

[+] ma quanto è lunga questa "recensione"?! (di megliosenza)
[+] in effetti, (di stefano)
[+] chissà come sarà l'epitaffio... (di stefano)
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sassolino domenica 27 gennaio 2008
nei paraggi di woody allen Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

In solido equilibrio tra dramma e commedia, nella migliore tradizione cara a woddy allen, è un intenso spaccato sul ricambio generazionale che a poco a poco allarga lo sguardo su solitudini quotidiane, identità da riscattare e fratellanze da ritrovare. Ben servito da una fotografia crepuscolare che intristisce ancor più l'intera scenografia e magnificamente recitato rimane un discorso aperto sui padri che non ci sono più, sulla mancanza di un riferimento parentale. Per il minimalismo dei sentimenti, per la delicatezza della sceneggiatura, corroborato da ottimi dialoghi assomiglia quasi a un film europeo o più poeticamente a una bottiglia di spumante che tenuta aperta oltre un giorno perde intensità. [+]

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eugenio sabato 6 luglio 2013
melo’ e comicità alla jenkins Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

La famiglia Savage della regista Tamara Jenkins, generalmente nota per la puerile commedia on the road Little Mrs Sunshine. Il tono qui si fa diverso, il contesto più drammatico. Due fratelli, Wendy (la candidata all’oscar Laura Linney) e John (Hoffman) dalle antitetiche vite solo accumunate dal fallimento esistenziale (la prima dalle frustrate aspirazioni drammaturgiche , il secondo professore reso cieco dalla sua ricerca biografica di Brecht al punto da non  rendersi conto dell’allontanamento della moglie e della crisi del suo matrimonio) sono “costretti”, loro malgrado, a riavvicinarsi all’anziano padre  malato di Alzhaimer. [+]

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charles venerdì 15 febbraio 2008
incompiuto Valutazione 2 stelle su cinque
20%
No
80%

Metto due stellette più per delusione che per analisi critica. Credo che "The Savage" raccolga, presso queste pagine, più entusiasmo di quanto meriti. La chiave di volta l'ha offre, secondo me, la stessa (brava) Tamara Jenkins in sceneggiatura quando, tramite i due protagonisti, definisce, in un incerto ed efficace slancio di autocritica, la commedia scritta da Wendy Savage (alias Laura Linney)e presentata alla Fondazione Guggenheim per richiederne il finanziamento, un "dramma narcistico piccolo borghehse" dotato di "realismo magico"... Io non griderei al capolovoro o, per parlare come My Movies, alle 4 o 5 stellette. Direi piuttosto che ci sono momenti interessanti nella regia comunque educata, che la musica funziona bene, che la recitazione è quasi sempre di grande caratura (meglio gli uomini, amante sposato compreso) e, su tutti, che è sapiente e graffiante l'equilibrio melodrammatico tenuto costantentemente dalla sceneggiatura, anche e soprattutto nei dialoghi. [+]

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