toty bottalla
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mercoledì 3 febbraio 2016
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racconto di vita comune senza ipocrisie!
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Il film narra la storia di Wendy e Jon due fratelli alle prese con la malattia del padre...Tamara Jenkins (sceneggiatura e soggetto) dirige con grande talento un film non facile, il racconto appare subito credibile e realistico e gli interpreti sono bravi ad assecondare le intenzioni di regia, buono il montaggio che va al sodo risparmiandoci inutili angosce, un film che consiglierei di vedere. Saluti.
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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melo’ e comicità alla jenkins
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La famiglia Savage della regista Tamara Jenkins, generalmente nota per la puerile commedia on the road Little Mrs Sunshine. Il tono qui si fa diverso, il contesto più drammatico. Due fratelli, Wendy (la candidata all’oscar Laura Linney) e John (Hoffman) dalle antitetiche vite solo accumunate dal fallimento esistenziale (la prima dalle frustrate aspirazioni drammaturgiche , il secondo professore reso cieco dalla sua ricerca biografica di Brecht al punto da non rendersi conto dell’allontanamento della moglie e della crisi del suo matrimonio) sono “costretti”, loro malgrado, a riavvicinarsi all’anziano padre malato di Alzhaimer.
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La famiglia Savage della regista Tamara Jenkins, generalmente nota per la puerile commedia on the road Little Mrs Sunshine. Il tono qui si fa diverso, il contesto più drammatico. Due fratelli, Wendy (la candidata all’oscar Laura Linney) e John (Hoffman) dalle antitetiche vite solo accumunate dal fallimento esistenziale (la prima dalle frustrate aspirazioni drammaturgiche , il secondo professore reso cieco dalla sua ricerca biografica di Brecht al punto da non rendersi conto dell’allontanamento della moglie e della crisi del suo matrimonio) sono “costretti”, loro malgrado, a riavvicinarsi all’anziano padre malato di Alzhaimer. Come accade in tutte le “normali” famiglie che si accorgono troppo tardi delle sofferenze del genitore - forse perché troppo presi a inseguire fugaci sogni fallimentari- il triste evento segnerà in meglio la vita dei due fratelli socialmente insoddisfatti lasciando capire loro forse, che c’e’ qualcosa di più importante della carriera.
Così come descritto, il film non sembra aggiungere nulla di già visto alle commedie drammatiche made in USA tuttavia va dato atto alla regista di evitato le trappole comuni da melò come la partecipazione sofferta al dolore e la descrizione chirurgica di una malattia degenerativa difficilmente rappresentabile senza retorica costruendo un “prodotto” originale a livello scenico nel quale le situazioni più struggenti sono contrappuntate da vivide frecce avvelenate di caustico umorismo. Una bella scoperta che merita di essere esplorata sino in fondo, un ritratto realista e impietoso di un rapporto recuperato tra due fratelli che impareranno attraverso questa dolorosa sfida a conoscersi e rivalutare le loro stesse esistenze.
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fedson
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domenica 26 maggio 2013
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i fratelli savage
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Due fratelli che non si vedono da tanto tempo, si rincontrano per prendersi cura del padre, ormai anziano e mentalmente disturbato. Cercando vari modi per risolvere la questione, i due impareranno a conoscere se stessi e i loro problemi: John è un docente universitario di drammaturgia frustrato, stanco, che cerca di scrivere qualcosa di concreto ottenendo ben pochi risultati; Wendy sogna di diventare drammaturga di successo ma con scarsi risultati. Uno dei punti chiave del film è senz'altro il rapporto genitori-figli, che Tamara Jenkis mette a fuoco con la figura principale del padre della famiglia Savage, Lenny, un uomo che ha passato da parecchio la pensione e che ha sotterrato il proprio affetto per i figli col passare del tempo.
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Due fratelli che non si vedono da tanto tempo, si rincontrano per prendersi cura del padre, ormai anziano e mentalmente disturbato. Cercando vari modi per risolvere la questione, i due impareranno a conoscere se stessi e i loro problemi: John è un docente universitario di drammaturgia frustrato, stanco, che cerca di scrivere qualcosa di concreto ottenendo ben pochi risultati; Wendy sogna di diventare drammaturga di successo ma con scarsi risultati. Uno dei punti chiave del film è senz'altro il rapporto genitori-figli, che Tamara Jenkis mette a fuoco con la figura principale del padre della famiglia Savage, Lenny, un uomo che ha passato da parecchio la pensione e che ha sotterrato il proprio affetto per i figli col passare del tempo. Sarcastico, severo, scontroso e "demente", Lenny sarà il punto che farà rincontrare, dopo tanti anni, i due fratelli Savage, unendoli in una sorta di "avventura" alla ricerca della miglior casa di riposo in circolazione per il loro vecchio. La loro riunione, la si può considerare un'avventura perché in questa i due scopriranno quali sono le loro passioni, i loro segreti, i loro punti deboli, i ricordi del passato sia dell'uno sia dell'altra e, di conseguenza, la loro felicità. E' un viaggio alla ricerca dei rapporti di un tempo e della felicità ormai soppressa e regredita, quello che scrive Jenkis a proposito dei Savage. Un viaggio alla scoperta delle proprie passioni che, per raggiungerle, bisogna lasciarsi alle spalle il passato, oppure affrontarlo. I Savage, mostrati alla luce da una coppia di attori formidabili, sono un po' ciò che risiede in ognuno di noi. Sono personaggi che incarnano, nascondendosi, emblemi nascosti nell'anima di ciascuno di noi: solitudine, problemi irrisolti, stanchezza riguardo la frustrazione dovuta alla misera futilità della vita, fallimento ma anche voglia di riscatto, voglia di provare e riprovare, voglia di ricominciare. In sintesi: tutti ci sentiamo un po' dei Savage, e questo è dato dalla profonda sceneggiatura che va ad insediarsi nelle nevrotiche vite di due personaggi cinematografici scritti in maniera impeccabile. L'umile cast che questo "piccolo-grande" film indipendente vede, è composto sostanzialmente da due attori che, in coppia e recitativamente in sintonia, sfoderano le loro armi, andando a tenere alto il livello della pellicola in tutta la sua durata: Laura Linney, grandissima interprete di numerosi film indipendenti, raffigura perfettamente l'idea di una donna in sfida con se stessa, desolata dei suoi scarsi risultati, ma che conserva sempre quella "ridicola" voglia di ritentare per andare avanti; Philip Seymour Hoffman, da tempo una completa garanzia in ogni film che interpreta, è immenso e perfetto nel ruolo di un uomo insicuro delle sue scelte, perfino del suo sposalizio con una donna che lo lascerà proprio per la sua indole di "perfetto perdente", scegliendo invece di andare a nozze col fallimento. La prima, meritevole di candiatura al premio Oscar ed il secondo, vincitore dell'Indipendent Spirit Award e nientemeno che una nomination al Golden Globe. I fratelli Savage emozionano, e tra tratti di commedia, spezzoni di tragedia e spicchi di romanticismo, riescono, uniti nelle loro forze, ad intraprendere una vera e propria scoperta di valori umani che ogni famiglia che si rispetti conserva nel proprio cuore. Performances a regola d'arte!
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slimlosvelto
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venerdì 2 aprile 2010
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recensioni personali
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un film minimalista molto ben recitato
visto su sky
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taniamarina
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domenica 14 marzo 2010
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film pericoloso
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Il cinismo fa da padrone in questo lungometraggio che parla schiettamente di vita e di morte, di giovinezza e vecchiaia, di vite senza senso e di speranze. Gli attori sono strepitosi e il protagonista che impersona il vecchio si fa denudare in tutta la sua vita passata. E' un film che non ha pietà, e l'umorismo è soltanto un efficace viatico per far scivolare l'enorme tristezza che lo pervade. Lo scaricabarile dei genitori anziani sembrerebbe essere il firmamento di una vita condotta senza alcun senso. Flm bello da vedere, ma soltanto in determinate condizioni psicologiche
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fede81
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sabato 6 febbraio 2010
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the savages
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L'ultima scena riassume la bellezza di questo film, molto umano e realistico. Non da giudizi netti e non semplifica le cose, ma lascia che la complessità del reale si dipani col suo proprio ritmo, senza forzare la mano. Consigliato a tutti...tranne che agli stupidi.
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giust
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mercoledì 4 febbraio 2009
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soldi sprecati
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Un film banale ed inutile, salvo solo i 3 protagonisti il resto è superfluo.
I soldi serviti per questo film meritavano destinazioni migliori, magari la ricerca su malattie senili.
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lorylory
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martedì 13 gennaio 2009
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infinita tristeza......
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sara' anche realistico ma che tristezza...
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pazzillo
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giovedì 25 dicembre 2008
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sos pizza corta
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cera un nano ke nn sl era nano ma perse anke la pizza e la dovvettero trovare in un paramasenbfhker
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alex d
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venerdì 14 novembre 2008
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realistico, un pò lento, ma veloce nei dialoghi
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Film molto realistico.Due figli che non si conoscono, se non come fratelli, due genitori ancora più sconosciuti.
I due figli, sicuramente validi e veri, creativi, dato che entrambi scrivono, l'una commedie, anzi commedia autobiografica sulla sua e di suo fratello vita da bambini, l'altro saggi su autori di teatro. Vite prive di unità familiare. Alla morte della compagna del padre si incontrano col padre anziano affetto da demenza senile.Cominciano a comprendersi frequentandosi, e a capire che non tutto è perduto fra di loro. Le sofferenze avute aiutano a capire se stessi. Cercando la casa di riposo per il padre capiscono ancor più della vita, delle loro depressioni e angosce, ed insieme comprendono gli errori delle loro vuote esistenze, potendo con ottimismo pensare al loro futuro.
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Film molto realistico.Due figli che non si conoscono, se non come fratelli, due genitori ancora più sconosciuti.
I due figli, sicuramente validi e veri, creativi, dato che entrambi scrivono, l'una commedie, anzi commedia autobiografica sulla sua e di suo fratello vita da bambini, l'altro saggi su autori di teatro. Vite prive di unità familiare. Alla morte della compagna del padre si incontrano col padre anziano affetto da demenza senile.Cominciano a comprendersi frequentandosi, e a capire che non tutto è perduto fra di loro. Le sofferenze avute aiutano a capire se stessi. Cercando la casa di riposo per il padre capiscono ancor più della vita, delle loro depressioni e angosce, ed insieme comprendono gli errori delle loro vuote esistenze, potendo con ottimismo pensare al loro futuro.Ottime le interpretazioni dei tre attori, che non sconfinano e non tradiscono un effetto esaltante della vita, la voglia, in ogni modo, di andare e guardare avanti.
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