megghy
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giovedì 24 marzo 2005
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quando divertimento ed emozione si compendiano..
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Ecco,quando un film si destreggia con grande abilità tra ironia e sentimenti,veri,quando le battute fanno ridere di una bella risata "rumorosa" ma allo stesso tempo si riescono a toccare le emozioni dei personaggi,allo stesso tempo ti rimane dentro più di quanto credevi,in un'uninone di divertimento ma anche di malinconia..allora un film del genere è davvero riuscito.
Come Muccino ci trasmette dolcezza in tutta la sua goffaggine,come il "Nongiovane"ci fa sbellicare dalle risate nei suoi sporadici ma efficaci interventi alla telecamera,cos' la Litizzetto ci mostra il entrambi i lati,il sapore dolce-amaro della vita,i suoi aspetti peggiori ma trattati con ironia di cui lei è capace..E non dimentichiamo un Verdone coinvolgente,un Verdone che si spoglia di gran parte della sua comicità per farci partecipare ad ogni sua emozione.
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Ecco,quando un film si destreggia con grande abilità tra ironia e sentimenti,veri,quando le battute fanno ridere di una bella risata "rumorosa" ma allo stesso tempo si riescono a toccare le emozioni dei personaggi,allo stesso tempo ti rimane dentro più di quanto credevi,in un'uninone di divertimento ma anche di malinconia..allora un film del genere è davvero riuscito.
Come Muccino ci trasmette dolcezza in tutta la sua goffaggine,come il "Nongiovane"ci fa sbellicare dalle risate nei suoi sporadici ma efficaci interventi alla telecamera,cos' la Litizzetto ci mostra il entrambi i lati,il sapore dolce-amaro della vita,i suoi aspetti peggiori ma trattati con ironia di cui lei è capace..E non dimentichiamo un Verdone coinvolgente,un Verdone che si spoglia di gran parte della sua comicità per farci partecipare ad ogni sua emozione..e,senza dubbio,ci riesce benissimo,così come tutto il film.
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alberto 86
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domenica 12 febbraio 2006
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niente di nuovo sul fronte occidentale
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Raffica di luoghi comuni e di situazioni comiche penso sia il modo più appropriato per riassumere questo film di Veronesi.Una pellicola che non aggiunge di certo nulla di nuovo a quanto già si stra-sapeva su amore e dintorni e che cerca di fare il verso a numerosi film,non sempre di livello notevole,sullo stesso argomento.Dei 4 episodi forse il più divertente è quello con la Buy e Rubini,non tanto per la vicenda in sè quanto piuttosto per la bravura e la simpatia dei protagonisti.Alquanto insipidi gli episodi con Muccino e la Trinca e quello con la Litizzetto,mentre banale,sciocco e sgangherato è quello con Verdone.Insomma un film tutto "dejà vu",pieno di gag e situazioni prevedibili a volte molto divertenti,a volte più facilone e volgarotte.
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Raffica di luoghi comuni e di situazioni comiche penso sia il modo più appropriato per riassumere questo film di Veronesi.Una pellicola che non aggiunge di certo nulla di nuovo a quanto già si stra-sapeva su amore e dintorni e che cerca di fare il verso a numerosi film,non sempre di livello notevole,sullo stesso argomento.Dei 4 episodi forse il più divertente è quello con la Buy e Rubini,non tanto per la vicenda in sè quanto piuttosto per la bravura e la simpatia dei protagonisti.Alquanto insipidi gli episodi con Muccino e la Trinca e quello con la Litizzetto,mentre banale,sciocco e sgangherato è quello con Verdone.Insomma un film tutto "dejà vu",pieno di gag e situazioni prevedibili a volte molto divertenti,a volte più facilone e volgarotte.Un film disimpegnato,godibile nel complesso ma che scivola via svelto come acqua sul corpo.Ancora una volta tanto rumore per nulla per uno di quei film italiani come oggi ne vediamo tanti...anzi...forse troppi.Un film che segue l'andazzo del nostro caro vecchio cinema "made in Italy"che si appoggia oramai solo sui mediocri Pieraccioni,Verdone,Benigni,Muccino e,dulcis in fundo,la goliardica coppia-incassi Boldi-De Sica.Un vero peccato,ma probabilmente sono questi i film che tanto piacciono al pubblico d'Italia:facili,spensierati,ridacchioni e sornioni.Que dir??Cinema italiano...dove sei????
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mima
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sabato 9 aprile 2005
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anche se...
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...è vero che nel 2000 non si crede più nell'amore, Veronesi ci fa attraversare vari punti di vista che possono rispecchiarci o meno ma che comunque, per due ore ci fanno ridere come non facciamo mai!Se la vostra, nostra vita, non ci fa credere nel romanticismo, nel colpo di fulmine, nella possibilità di ricucire un amore o nella possibilità di ricostruirne un altro, Veronesi ce l'ha fatta e il merito gli va dato solo per avermi quasi fatto slogare la mascella!!Grande
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elisa
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giovedì 7 aprile 2005
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e se a vederlo fossero quattro single??
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..non ci sarebbe nulla di male perchè diciamocelo chiaramente,manuale d'amore è un film che pur vivendolo nelle sue diverse fasi,elogia l'amore.e invoglia all'amore.è un film che percorrendo questo misterioso sentimento lo esalta, invita a non rinunciarvi mai, a saper perdonare e ricominciare, a non guardare mai indietro ma ad avere fiducia e guardare sempre avanti. e poi Muccino è una garanzia. con il suo fare diretto e la sua semplicità riesce a personificare il 25enne che incontriamo per strada, a qualche colloquio o il nostro migliore amico sfigato che quando si innamora non ci riconosce più. ottima interpretazione anche della Buy che rappresenta molte delle 40enni che vediamo nelle discoteche il venerdì sera alla ricerca di quelle emozioni forti che tra le mura di casa non trova più.
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..non ci sarebbe nulla di male perchè diciamocelo chiaramente,manuale d'amore è un film che pur vivendolo nelle sue diverse fasi,elogia l'amore.e invoglia all'amore.è un film che percorrendo questo misterioso sentimento lo esalta, invita a non rinunciarvi mai, a saper perdonare e ricominciare, a non guardare mai indietro ma ad avere fiducia e guardare sempre avanti. e poi Muccino è una garanzia. con il suo fare diretto e la sua semplicità riesce a personificare il 25enne che incontriamo per strada, a qualche colloquio o il nostro migliore amico sfigato che quando si innamora non ci riconosce più. ottima interpretazione anche della Buy che rappresenta molte delle 40enni che vediamo nelle discoteche il venerdì sera alla ricerca di quelle emozioni forti che tra le mura di casa non trova più. un pò meno ironica del solito Luciana Littizzetto probabilmente per il ruolo affidatole che non è proprio conciliante con la sua fama di donna che ama gli uomini bastardi ma che non li perdona mai. Verdone l'altro grande attore del cast rispetta quello che è il profilo dell'uomo abbandonato che si riprende dopo un paio di mesi giusto per non apparire troppo triste.da vedere? SI decisamente. da vedere in compagnia, da vedere con il partner, da vedere da soli. ma assolutamente da vedere perchè in qualsiasi momento della propria vita ci si trovi è bello farsi una risata su quella che è comunque la cosa più bella della vita di tutti: l'amore.
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nick castle
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giovedì 26 luglio 2012
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semplicemente ottimo...
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Ci si potrebbe stupire a sentirmi parlare di un film così, come di un ottimo film, ma è vero. Manuale d'amore è un film intelligente, che sfrutta (finalmente...) un abile intreccio narrativo legato dai quattro temi del manuale d'amore presente nel film, Innamoramento, Crisi, Tradimento e Abbandono. Ogni episodio non ha un inzio e una fine netti e coincisi, ma ogni episodio contiene la dissolvenza narrativa che porta al successivo. Partendo dal primo Innamorameto) che risulta il più banale, non solo per la recitazione parecchio approssimativa di un Silvio Muccino molto sul chi va là, ma anche per un debole sviluppo e una scontatezza premeditata, ciò nonstante dice comunque quello che voleva dire, il secondo (Crisi) pur essendo quello che si dimentica più velocemente, vuoi perchè Sergio Rubini risulta antipatico vuoi per altri motivi, è il migliore, perchè il più profondo, il più emotivo e il più sincero.
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Ci si potrebbe stupire a sentirmi parlare di un film così, come di un ottimo film, ma è vero. Manuale d'amore è un film intelligente, che sfrutta (finalmente...) un abile intreccio narrativo legato dai quattro temi del manuale d'amore presente nel film, Innamoramento, Crisi, Tradimento e Abbandono. Ogni episodio non ha un inzio e una fine netti e coincisi, ma ogni episodio contiene la dissolvenza narrativa che porta al successivo. Partendo dal primo Innamorameto) che risulta il più banale, non solo per la recitazione parecchio approssimativa di un Silvio Muccino molto sul chi va là, ma anche per un debole sviluppo e una scontatezza premeditata, ciò nonstante dice comunque quello che voleva dire, il secondo (Crisi) pur essendo quello che si dimentica più velocemente, vuoi perchè Sergio Rubini risulta antipatico vuoi per altri motivi, è il migliore, perchè il più profondo, il più emotivo e il più sincero. Il terzo (Tradimento) è interessante, pur trattando la tematica più inflazionata, però non trova in Luciana Litizzetto un interprete in grado di dare spessore al personaggio, che dovunque reciti sembra sempre che stia facendo il siparietto domenicale di chiusura a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio. Il quarto (Abbandono) è il migliore dopo la Crisi, troviamo un Verdone in forma e ben piazzato nel suo ruolo e una storia solida e ben narrata. Parlandone così ci si chiede come possa dargli quattro stelle, è vero, non è un film perfetto, ma la perfezione non esiste e infine ogni episodio pur girandoci intorno raggiunge il suo obbiettivo, nonostante i difetti elencati, i benefici che ne vengono sono di gran lunga superiori, perchè in conclusione il film trasmette una morale che è presente in tutti e quattro gli episodi, che la certezza della vita, in ogni sfumatura possibile e percepibile è l'incertezza. Purtroppo però sembra che il pubblico italiano non riesca ad apprezzare un film serio e maturo, senza la presenza delle gag comiche e delle solite battutine alla romana, così presenti in tutti i capitoli tranne che in quello della Crisi. Per concludere vorrei proporre la scaletta degli episodi in ordine di qualità, 1. Crisi, 2. Abbandono, 3. Tradimento, 4. Innamoramento. E ottima la musica originale di Paolo Buonvivio. Peccato che le recensioni di questo film risalgano quasi tutte a un bel pò di tempo fa e che di conseguenza nessuno si metterà a guardarle, perchè come da buon film usa e getta, ha fatto il suo successo, e dopo aver portato a casa la pagnotta, chi s'è visto s'è visto.
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ultimoboyscout
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sabato 28 luglio 2012
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l'amore ha le sue fasi.
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Da un soggetto di Vincenzo Cerami, scritto e sviluppato da Giovanni Veronesi e da Ugo Chiti, ne esce un buon film a episodi in cui il primo e soprattutto l'ultimo sono i migliori, mentre il terzo è in assoluto il peggiore. Si regge grazie al ricchissimo cast formato da attori di buona fama e giovani in rampa di lancio e a qualche furbata del regista: ogni episodio cita film del passato e rimanda fortemente ad essi e Veronesi ha avuto la capacità di capire alla perfezione i gusti degli spettatori dando loro ciò che si aspettavano e ciò che avrebbero voluto vedere, invitandoli bonariamente ad identificarsi nei suoi protagonisti. Verdone da il meglio di se e il suo episodio potrebbe sembrare tranquillamente un suo film, passa con facilità e leggerezza dal macchiettismo alla farsa fino alla malinconia e non a caso è stato premiato col David di Donatello per la sua interpretazione.
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Da un soggetto di Vincenzo Cerami, scritto e sviluppato da Giovanni Veronesi e da Ugo Chiti, ne esce un buon film a episodi in cui il primo e soprattutto l'ultimo sono i migliori, mentre il terzo è in assoluto il peggiore. Si regge grazie al ricchissimo cast formato da attori di buona fama e giovani in rampa di lancio e a qualche furbata del regista: ogni episodio cita film del passato e rimanda fortemente ad essi e Veronesi ha avuto la capacità di capire alla perfezione i gusti degli spettatori dando loro ciò che si aspettavano e ciò che avrebbero voluto vedere, invitandoli bonariamente ad identificarsi nei suoi protagonisti. Verdone da il meglio di se e il suo episodio potrebbe sembrare tranquillamente un suo film, passa con facilità e leggerezza dal macchiettismo alla farsa fino alla malinconia e non a caso è stato premiato col David di Donatello per la sua interpretazione. A ben vedere sembra una rivisitazione delle commedie italiane a episodi degli anni '60 in cui si sorride ma non si ride e con un target di pubblico decisamente ampio, un'operazione senz'altro commerciale ma che si discosta, perlomeno, da drammoni e da cinema falsamente autoriale. Niente di nuovo o di originale ma sembra proprio di essere di fronte a qualcosa di sincero che fa riflettere senza mettere di cattivo umore sugli affanni del cuore senza utilizzare bassezze o volgarità vanziniane già viste. Intrattenimento quindi, leggero si ma onesto con qualche discreta sorpresa che solo i percorsi del cuore sanno riservare.
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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manuale d'amore
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MANUALE D'AMORE
regia: Giovanni Veronesi
L'amore come sentimento inevitabilmente finito attraverso le sue fasi: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono... innamoramento.
Quattro storie si incrociano, personaggi diversi vivono e reagiscono diversamente alle dinamiche, quasi fisiologiche, di questo sentimento.
Vi è la coppia di giovani che si innamora, i coniugi in crisi, la moglie tradita ed il marito abbandonato. In ogni caso l'impossibilità di essere se stessi o perchè si è innamorati ma reticenti, o perchè si ha la paura di rompere il rapporto, o perchè si vogliono reprimere i propri desideri per fedeltà, o perchè non si riesce ad accettare che è possibile vivere anche senza il compagno.
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MANUALE D'AMORE
regia: Giovanni Veronesi
L'amore come sentimento inevitabilmente finito attraverso le sue fasi: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono... innamoramento.
Quattro storie si incrociano, personaggi diversi vivono e reagiscono diversamente alle dinamiche, quasi fisiologiche, di questo sentimento.
Vi è la coppia di giovani che si innamora, i coniugi in crisi, la moglie tradita ed il marito abbandonato. In ogni caso l'impossibilità di essere se stessi o perchè si è innamorati ma reticenti, o perchè si ha la paura di rompere il rapporto, o perchè si vogliono reprimere i propri desideri per fedeltà, o perchè non si riesce ad accettare che è possibile vivere anche senza il compagno. Per questo la trovata migliore di questa commedia sta nel relazionare i pensieri che percorrono la mente dei protagonisti con le parole da questi espresse sempre così distanti dai pensieri.
L'amore dunque è finzione, è l'allontanarsi dal sè determinato da un bisogno. Tranne che nel caso del marito in crisi (Sergio Rubini) che pare non vivere la relazione in maniera conflittuale proprio in quanto ha scordato di essere parte di una relazione ("Tu ci stai bene nella crisi" gli dice la moglie). E tranne nel caso del marito abbandonato (Carlo Verdone) che nel momento più difficile esplicita il suo bisogno nella speranza di ritrovare l'armonia perduta.
Veronesi ci accompagna in questi percorsi con mano giovane e spigliata (tra Muccino e il D'Alatri di "Casomai" per intendersi), ma mai capace di ricercare trovate espressive d'autore.
VOTO **
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laura
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domenica 17 aprile 2005
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mai più di una!
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Ok lo ammetto l'ho visto 2 volte, la prima mi è piaciuto è ironico, allegro pieno alla fine di buoni sentimenti ed esci con l'allegra illusione che esista sempre un happy end anzi che esiste sempre soprattutto se sei sfigato come prima o poi capita a tutti di esserlo specie in amore, poi la seconda volta ridi un pochino meno ed in effetti ti accorgi che di stereotipi ce ne sono tanti, che sembra un pò un bella pubblicità tipo '4salti in padella' e allora decidi: o ti tieni l'amaro in bocca (per il soldi del biglietto) o te ne freghi, tanto se il cinema non è la fabbrica delle illusioni cos'è? (però è l'ultima volta che vado a rivedere lo stesso film. Laura
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alessandro p.
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martedì 29 marzo 2005
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evitatelo se potete
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Una scemenza colossale, di cui non varrebbe neanche la pena parlare se non per rispetto del grande successo popolare che sta riscuotendo.
Non che mi aspettassi granchè, ma ero andato con le migliori intenzioni di benevolenza e soprattutto pronto alla risata , senonchè i risultati si sono rivelati ancora più scarsi delle già contenute aspettative.
La cosa più ambigua è il fatto di voler puntare come collante su un finto discorso sui sentimenti, che ovviamente non c'è. C'è solo il nulla, composto da un assemblaggio di situazioni logore, rimasticate e risputate migliaia di volte ( che tuttavia il pubblico sembra gradire come fossero fresche), di battutaccie e di gag che sarebbero state fischiate anche all'Ambra Jovinelli nel 1930.
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Una scemenza colossale, di cui non varrebbe neanche la pena parlare se non per rispetto del grande successo popolare che sta riscuotendo.
Non che mi aspettassi granchè, ma ero andato con le migliori intenzioni di benevolenza e soprattutto pronto alla risata , senonchè i risultati si sono rivelati ancora più scarsi delle già contenute aspettative.
La cosa più ambigua è il fatto di voler puntare come collante su un finto discorso sui sentimenti, che ovviamente non c'è. C'è solo il nulla, composto da un assemblaggio di situazioni logore, rimasticate e risputate migliaia di volte ( che tuttavia il pubblico sembra gradire come fossero fresche), di battutaccie e di gag che sarebbero state fischiate anche all'Ambra Jovinelli nel 1930.
Se i primi due episodi ( interpretati dall'inascoltabile Silvio Muccino e dalla poco convinta coppia Buy-Rubini) sono appena tollerabili, i secondi due ( col sempre bravissimo Verdone e la pessima Littizetto) sono di un terra-terra improponibile.
La regia di Veronesi fa rimpiangere Vanzina ( vi ho detto tutto), le locations romane sono di una banalità da spot di terz'ordine degli anni 80, la colonna sonora è brutta e ruffiana .
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[+] caro alessandro
(di w l'italia)
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