Andando dove non so. Mauro Pagani, una vita da fuggiasco

Film 2025 | Documentario, 93 min.

Anno2025
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata93 minuti
Regia diCristiana Mainardi
Uscitagiovedì 5 febbraio 2026
DistribuzioneFandango
MYmonetro Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Regia di Cristiana Mainardi. Un film Genere Documentario, - Italia, 2025, durata 93 minuti. Uscita cinema giovedì 5 febbraio 2026 distribuito da Fandango. Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

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Ultimo aggiornamento giovedì 23 ottobre 2025

Il documentario segue Mauro Pagani mentre, dopo aver perso temporaneamente la memoria, ricostruisce la propria identità intrecciando ricordi, musica e incontri con amici e colleghi.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Il ritratto pacato di un musicista che prova a riannodare i fili della propria vita attraverso il suono.
Recensione di Emanuele Sacchi
mercoledì 22 ottobre 2025
Recensione di Emanuele Sacchi
mercoledì 22 ottobre 2025

Ci sono artisti che attraversano la musica senza mai porsi al centro della scena: presenze silenziose, quasi volutamente periferiche, ma dall'impronta indelebile. Mauro Pagani è uno di questi: profilo basso e mille idee, una riserva inesauribile di spunti sonori, capace di attraversare le epoche e di legarle con il filo invisibile del talento e della curiosità. Andando dove non so, documentario di Cristiana Mainardi, restituisce con misura e sensibilità la parabola di un musicista che ha fatto della discrezione una forma d'arte, accompagnando con la propria voce e i propri strumenti alcune delle pagine più alte della musica italiana.

La carriera di Pagani attraversa mondi apparentemente inconciliabili: la stagione del progressive rock, quella del cantautorato, l'esplorazione di linguaggi mediterranei che hanno riscritto le coordinate della canzone d'autore.

Dai primi anni con la Premiata Forneria Marconi - quando il rock italiano guardava a Londra con occhi sognanti - fino al sodalizio con Fabrizio De André, la sua traiettoria è un viaggio nella storia culturale del Paese. Creuza de Mä, capolavoro assoluto, non sarebbe esistito senza la sua intuizione e la sua ricerca musicale: Pagani ha costruito insieme a De André un universo sonoro nuovo, fatto di strumenti arcaici e visioni moderne, in cui il Mediterraneo diventa una lingua comune. Quasi una profezia sulle bellezze e le storture della difficile epoca che a Creuza è seguita.

Il documentario traccia questa evoluzione con rispetto e una pacata linearità, assecondando il passo tranquillo del suo protagonista. Mainardi adotta uno stile sobrio, quasi classico, che riflette la personalità schiva e disciplinata di Pagani. La regia non cerca effetti o enfasi, ma lascia che siano le parole, i gesti e, soprattutto, la musica a parlare. I problemi di memoria che oggi affliggono il musicista diventano così il filo conduttore del racconto: frammenti, ricordi, immagini sgranate che si rincorrono, componendo il ritratto di un musicista che prova a riannodare i fili della propria vita attraverso il suono.

A emergere non è soltanto l'artista, ma l'uomo: curioso, gentile, privo di qualsiasi narcisismo. Pagani racconta se stesso con l'onestà di chi non ha bisogno di mitologie. È consapevole di aver attraversato stagioni irripetibili, ma guarda al passato senza nostalgia, con la serenità di chi ha saputo restare fedele a un'idea semplice di musica come condivisione e mestiere. E questa dimensione collettiva trova la sua incarnazione nelle Officine Meccaniche, lo studio di registrazione che ha fondato a Milano, divenuto negli anni una vera fucina di creatività.

Nel film scorrono i volti di molti compagni di viaggio - da Giuliano Sangiorgi a Manuel Agnelli - che testimoniano quanto la sua figura sia stata, e continui a essere, un punto di riferimento silenzioso per generazioni di musicisti. Tutti riconoscono in Pagani non solo un maestro, ma un amico: un uomo capace di ascoltare prima di suonare, di costruire armonie anche fuori dallo spartito.

Andando dove non so è un titolo perfetto per definire la sua traiettoria: un viaggio continuo, aperto, senza coordinate fisse. Un ritratto in levare, non agiografico, elegante e discreto, come la sua musica. In un panorama dominato dall'urgenza dell'immagine, la figura di Mauro Pagani - e il modo in cui il documentario la racconta - è un antidoto prezioso: ci ricorda che la grandezza può stare anche nella misura, nell'ascolto, nella capacità di non occupare tutto lo spazio. La sua voce, come i suoi arrangiamenti, continua a vibrare, nei solchi di una storia collettiva che forse non si è mai davvero interrotta.

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Serie TV, Drammatico, Poliziesco - Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia, 2023, 6x60’

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 23 ottobre 2025
Carlo Filippo

Viaggio all?interno dell?anima splendida del Maestro Mauro Pagani, girato magistralmente, tra l?altro esordio alla regia.Uno dei migliori documentari che ho visto.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 22 ottobre 2025
Valerio Sammarco
La Rivista del Cinematografo

"Conosco il musicista Mauro Pagani da tutta la vita. Nella prima infanzia, in una cascina della Bassa Padana appoggiata nel nulla di una distesa di campi, mia madre suonava il 45 giri di Impressioni di settembre e sulle note di quella musica ipnotica il mio sguardo fuori dalla finestra vedeva la bruma del primo mattino appoggiata sulla terra, un'immagine straniante e indelebile".

NEWS
FESTA DI ROMA
mercoledì 22 ottobre 2025
Emanuele Sacchi

Il musicista prova a riannodare i fili della propria vita attraverso il suono. Da giovedì 5 febbraio al cinema. Vai all'articolo »

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