
Anno | 2025 |
Genere | Biografico, Drammatico, |
Produzione | Francia, Lettonia, USA |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Kristen Stewart |
Attori | Imogen Poots, Thora Birch, Jim Belushi, Tom Sturridge, Charlie Carrick Michael Epp, Earl Cave, Susannah Flood, Kim Gordon, Jeremy Ang Jones, Anton Lytvynov, Alina Lytvynova, Esme Allen, Hal Weaver, Eleanor Hahn, Tetiana Lytvynova, Julienne Restall, Georgie Dettmer. |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 3,18 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 4 giugno 2025
Lidia cresce tra abusi e dolore. Nuoto e scrittura sono vie di fuga, ma tra lutti e dipendenze il percorso verso la salvezza sarà lungo e incerto.
CONSIGLIATO SÌ
|
Lidia è una bambina che cresce tra il nuoto e una famiglia in frantumi. Un padre violento e abusatore, una madre troppo fragile per proteggere lei e sua sorella. Una borsa di studio per il nuoto è la promessa di una vita migliore, ma Lidia dovrà imparare tutto da capo. Ad amare, a rapportarsi agli altri in modo non violento, a sopravvivere a un lutto grave e alle dipendenze multiple in cui finisce per gettarsi. Affamata di vita, intravede nella scrittura una forma di salvezza ed è determinata a perseguirla, anche se la figura malata di suo padre non smetterà mai di tormentarla.
È un film viscerale, carnale, appassionato e malato, The Chronology of Water di Kristen Stewart.
Un film fuori dall'ordinario che osa portare in scena una storia "scandalosa", raccontata nell'omonimo romanzo autobiografico di Lidia Yuknavitch, un coacervo di tematiche complesse mescolate tra loro difficile da trasporre sullo schermo. Le violenze e gli abusi in famiglia, l'incesto, i traumi infantili, la sorellanza, la sindrome di Stoccolma e quella dell'abbandono, le dipendenze, la salute mentale, il desiderio e l'indipendenza, il lutto e la sua elaborazione, la scrittura come terapia e molto altro ancora. Sarebbero bastate poche pagine a farne un film denso, il merito di Stewart è aver voluto trasporlo tutto nella sua forma frammentaria originaria, divisa in capitoli in modo tutt'altro che tradizionale. Sin dalle prime immagini rifugge infatti ogni intento didascalico, procede per flash piuttosto: un tuffo sott'acqua, del sangue, occhi in lacrime in primissimo piano. La storia da raccontare è uno specchio rotto i cui frammenti pulsano di ricordi, e «i ricordi sono storie». Storie non sempre facili, da vivere prima ancora che da trattenere nella memoria.
Trattenere è proprio il verbo che rifugge Stewart: non trattiene nulla, mostra tutto, il suo film è un flusso inarrestabile di immagini ed emozioni. Un flusso amniotico di immagini ed emozioni che non teme l'indicibile e il conturbante. Un film drammatico coerente con il titolo: non segue alcun ordine e alcuna cronologia, se non quella dell'acqua appunto, perché è un film strabordante di liquidi: dall'acqua della piscina a quella della doccia, e poi l'alcol, la saliva, il sangue, le secrezioni femminili, il sudore, il vomito. Un amnios liquido - che è anche narrativo - attraverso cui naviga la protagonista, un'intensa Imogen Poots che dà voce e corpo a scene emotivamente complesse, facendo sfoggio di un'ampia gamma espressiva nella sua performance. Alla sua opera prima Stewart - che già aveva firmato il corto Come Swim, meno riuscito e più videoartistico - dimostra di avere maturato negli anni una sua chiara idea di cinema e uno stile nuovo con cui proporla sullo schermo, lontana dalla retorica e dal didascalismo. Un cinema che non deve e non vuole essere rassicurante, intento a raccontare i sentimenti estremi di chi ha subito traumi troppo grandi da elaborare. Emblematica è la figura del mentore, il maestro di scrittura che indica alla protagonista una via della salvezza, e chissà che non suggerisca il motivo per cui la stessa Stewart ha deciso di passare alla sceneggiatura e alla regia, senza ritagliarsi neanche mezzo ruolo. Nell'acqua, come nella scrittura, ci si può abbandonare e addirittura reinventare.
Cresciuta in una famiglia lacerata da violenze e abusi, Lidia, giovane nuotatrice, affronta fin da piccola un percorso di vita impervio. Sarà l'incontro con la letteratura a salvarla, a donarle la libertà attraverso l'esplorazione del trauma, a darle una voce oltre l'autodistruzione del corpo. Per il suo debutto dietro la macchina da presa, Kristen Stewart adatta l'omonimo romanzo autobiografico di [...] Vai alla recensione »
Il mio film parla di nascita, morte e rinascita, ma anche di vita all'aperto. Può sembrare un cliché: credo che le donne siano in grado di assorbire molto. Creiamo la vita da ciò che lasciamo entrare nel nostro corpo, mentre molte delle cose che lasciamo entrare nel nostro corpo ci uccidono. Se non ci liberiamo di quella parte mortale e non lasciamo vivere ciò che è buono, non funzionerà».
Kristen Stewart sintetizza il motivo per cui ha voluto osare in The Chronology Of Water quello che sulla carta era un salto mortale, portare sullo schermo l'autobiografico e sconvolgente romanzo La cronologia dell'acqua di Lidia Yuknavitch: «Volevo a tutti i costi firmare io la regia, perché ne avrebbero fatto un film tradizionale, invece doveva essere un poema».
Brucia come una ferita aperta la vita di Lidia, una cicatrice che si porta dietro dall'infanzia oscurata dalla presenza del classico padre frustrato e violento che ha abusato di lei fisicamente e sessualmente. Nelle pagine di La cronologia dell'acqua (Edizioni Nottetempo, pag.336, euro 17), Lidia è la protagonista di un percorso catartico che la scrittrice americana Lidia Yuknavitch affronta a cuore [...] Vai alla recensione »
Tra tutte le attrici e gli attori hollywoodiani che si stanno mettendo alla prova anche dietro la macchina da presa si ha l'impressione che il salto quantico effettuato da Kristen Stewart appaia come quello in qualche misura più naturale. È probabile che di detta suggestione sia "responsabile" la carriera dell'interprete resa nota a livello internazionale dalla rivedibile saga sentimental-vampiresca [...] Vai alla recensione »
Doveva succedere, che da davanti passasse dietro alla macchina da presa, forte del "praticantato d'autore" con Reichardt, Assayas, Larrain, Cronenberg. Cannes 78, sezione di pregio Un Certain Regard (nel novero anche gli esordi di Scarlett Johansson e Harry Dickinson), accoglie l'opera prima di Kristen Stewart, The Chronology of Water, che adatta l'eterodosso memoir (2011) di Lidia Yuknavitch (in Italia [...] Vai alla recensione »
Dall'acqua della vasca a quella del fiume e del mare e della piscina. Il sangue, il trauma, la libertà. C'è qualcosa di profondamente cronenberghiano in questo debutto nel lungometraggio di Kristen Stewart, da cui l'attrice è stata diretta in Crimes of the Future, in una mutazione del corpo che in The Chronology of Water non è a figura intera ma sezionato dei suoi dettagli: i capelli, l'occhio, il [...] Vai alla recensione »