
Titolo originale | L'histoire de Souleymane |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Boris Lojkine |
Attori | Abou Sangare, Nina Meurisse, Alpha Oumar Sow, Emmanuel Yovanie, Younoussa Diallo Ghislain Mahan, Mamadou Barry, Keita Diallo, Yaya Diallo. |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,65 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 ottobre 2024
Un ragazzo richiedente asilo ha due giorni per prepare il colloquio decisivo per ottenere la residenza. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai European Film Awards, ha ottenuto 8 candidature e vinto 4 Cesar, ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards, In Italia al Box Office La storia di Souleymane ha incassato 186 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Immigrato a Parigi dalla Guinea, il giovane Souleymane attende con ansia il colloquio con l'ufficio immigrazione locale per ottenere asilo e regolarizzare la presenza in Francia. Nel frattempo sbarca il lunario sfrecciando per la città in bicicletta e facendo consegne, subaffittando il profilo su un'app da un conoscente. Per dormire, deve prenotare ogni giorno un posto letto nella sistemazione provvisoria statale e presentarsi in tempo la sera alla partenza del pullman, schivando i vari ostacoli umani e istituzionali che cercano di mettergli i bastoni tra le ruote.
L'analisi delle storture indegne della gig economy si unisce all'esplorazione della vita di un migrante nell'Europa di oggi: dall'unione dei due temi il regista francese Boris Lojkine trae una contemporanea odissea a rotta di collo per le strade di una Parigi notturna, dal ritmo serrato e dalla solida costruzione narrativa.
Seppur non illuminante dal punto di vista strettamente cinematografico, il terzo film di Lojkine trova ampiamente un motivo di esistere nella capacità di aprire gli occhi di un assonnato pubblico europeo, che troppo spesso fa finta di non vedere cosa succede per strada agli ordini di delivery.
L'esordiente Abou Sangare dona a Souleymane un pathos controllato e quasi inscalfibile, intento a tenere insieme in qualche modo i pezzi di una routine impossibile. Lojkine, che viene dal documentario, gli sta addosso con la macchina da presa e ne mette in fila le vicende in modo cronachistico, coprendo ogni aspetto del suo quotidiano: le consegne, sì - con tanto di periodica corsa contro il tempo per rispondere alle verifiche d'identità di una app non a suo nome - ma anche la situazione abitativa precaria e la ripetizione scolastica di una storia inventata, da imparare a memoria per assicurarsi la residenza tramite l'aiuto di un'industria di "facilitatori" ben poco affidabile.
In mezzo un caleidoscopio di personaggi, chi messo meglio e chi peggio, che mandano in scena un'umanità variabile, dagli sfruttati che sfruttano a loro volta fino ai piccoli momenti di gentilezza che sembrano oasi nel deserto di una società ostile. Apparizioni fugaci, perché nel film tutto si muove veloce e frenetico, e infatti il montaggio a cura di Xavier Sirven è il vero valore aggiunto.
Lojkine riserva poi nel finale un ruolo piccolo ma significativo - perché è lì che tutto va a parare - a Nina Meurisse, che per lui era già stata protagonista nella storia vera e tragica del precedente Camille. È in qualche modo il simbolo del suo cinema, che crede al valore del reale a costo di risultare didascalico; La storia di Souleymane è però il migliore dei suoi tre film, perché limita lo sguardo al terreno di casa, e attraverso quella componente didascalica costringe lo spettatore a fare i conti con le urgenti contraddizioni del loro mondo.
È cinema dello «stare con», pedinando la realtà per denunciarne storture e vicoli ciechi, quello di Lojkine. Abile sceneggiatore capace di restituire sfumature vibranti di vita, grazie all'esperienza da documentarista, con questo suo terzo lungometraggio di finzione ha vinto il premio della giuria a Cannes (miglior attore, inoltre, per Sangare, in un'interpretazione mite e solida al contempo).
Souleymane è un ragazzo proveniente dalla Guinea che, dopo mille difficoltà, riesce ad arrivare in Francia. A Parigi si reinventa rider, prendendo in subaffitto l'account di una app di consegne di un suo amico che gli chiede metà dei proventi. Nel frattempo il giovane immigrato si prepara al colloquio che dovrà sostenere per ottenere l'agognato permesso di soggiorno.
Quando La storia di Souleymane è stato proiettato a Cannes nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe uscito in sala in un contesto politico ancora più pesante e minaccioso. L'attore principale del film, Abou Sangare è un operaio di origine guineana, arrivato in Francia a sedici anni e, sette anni dopo, ancora senza documenti. Ha prestato il suo carisma e la sua espressività a Souleymane, che invece [...] Vai alla recensione »
Souleymane pensa e pedala. Pedala frenetico nelle strade di Parigi per fare più consegne possibile. Pensa a ciò che dovrà dire al colloquio per ottenere il permesso di soggiorno. Mancano pochi giorni, basta che non si contraddica. Glielo assicura il connazionale che "forma" gli africani in vista di quella prova decisiva. A pagamento naturalmente, prima della solidarietà c'è il bisogno.
Essere un immigrato senza permesso di soggiorno che sia in Italia o in Francia non è molto diverso. Lo testimoniano due film simili che raccontano due giorni disperati di un giovane rider africano. Di Anywhere anytime, ambientato a Torino, abbiamo parlato sul n. 37 di FC ; ora è la volta di La storia di Suleymane, Premio della giuria e per il migliore attore nella sezione Un certain regard all'ultimo [...] Vai alla recensione »
Tra i poli sì/no di ius soli e ius scholae mette il dito questa esemplare avventura del "cacciatore" di asilo politico nelle metropoli europee. Qual è la vera storia di Souleymane, in fuga dalla Guinea, rider abusivo a Parigi, due giorni di tempo per comprare documenti di identità e preparare un passato credibile all'ufficio immigrazione? Mentre ci incolliamo al realismo minuto-per-minuto della sua [...] Vai alla recensione »
Dopo, Camille, il drammatico ritratto della fotoreporter francese Camille Lepage, Boris Lojkine torna alla regia dopo cinque anni con un'opera toccante, di stampo neorealista, che mette in scena l'odissea di un giovane rider tra le vie di Parigi, vincitore nella sezione Un certain regard del Premio della Giuria al 77° Festival di Cannes. È La storia di Souleymane, un giovane ragazzo arrivato dalla [...] Vai alla recensione »
Non so chi andrà a vedere al cinema La storia di Souleymane con l'aria che tira in Italia (ho ancora negli occhi quell'orribile foto di gruppo con i peggiori sovranisti d'Europa scattata al raduno della Lega a Pontida); ma consiglio di fare un piccolo sforzo e di non perdere questo piccolo film francese che esce in questi giorni, meritoriamente distribuito da Academy Two.
Chi ha apprezzato il recente spaccato sociale torinese di Anywhere Anytime di Milad Tangshir, viaggio drammatico nella vita di un immigrato africano, rider in fuga da tutto e tutti, non si lasci scappare La storia di Souleymane del francese Boris Lojkine, documentarista agli inizi e qui al suo terzo film di fiction, il secondo che affronta, dopo Hope (2014), temi legati ai neri che hanno lasciato il [...] Vai alla recensione »
Bisogna iniziare dalla fine, da quei 20 minuti di rara intensità con i quali si chiude il film: due primi piani in un interno, campo/controcampo, un colloquio tremolante, pause, incertezze, benedette bugie, strazio esistenziale, futuro nel baratro, nonostante l'impiegata si sforzi di empatizzare con chi non ha più nulla in cui credere, niente da sperare, nemmeno una moglie futura, l'amore ancora faticosamen [...] Vai alla recensione »
Se esiste ancora un cinema neorealista europeo, La storia di Souleymane di Boris Lojkine vi rientra appieno. Il film, realizzato con un budget irrisorio, vincitore del premio Fipresci, della giuria e del migliore attore nella sezione Un certain regard di Cannes, sarebbe potuto stare bene nel concorso principale a scalare il palmares per la sua capacità di raccontare il tempo di oggi, senza infingimenti [...] Vai alla recensione »
Boris Lojkine non dimentica mai di essere stato un documentarista: tutto, nei suoi lavori di fiction, ci dice che non si può prescindere dal reale, dal mondo che ci circonda e dalle persone che ci passano accanto spesso senza la dovuta attenzione. Da qui parte La storia di Souleymane, la sua terza incursione nel cinema narrativo dopo Hope e Camille, che ancora una volta si mette affianco a personaggi [...] Vai alla recensione »
Souleymane è un giovane guineano che si procura da vivere come rider consegnando pasti a Parigi. Ha fatto richiesta d'asilo ed è in attesa del colloquio decisivo: un tempo sospeso che vive con ansia, nel timore di non superare l'esame nonostante i tentativi illeciti che ha attuato per riuscirci. Il francese Boris Lojkine ha girato documentari in Vietnam e poi nella Repubblica democratica del Congo; [...] Vai alla recensione »
Souleymane è un immigrato che attende di avere il colloquio decisivo per ottenere i documenti per poter restare in Francia. Nel frattempo sbarca il lunario girando in bici Parigi portando i pasti a casa dei clienti, e dormendo nei luoghi di rifugio. Ma la paura che l'esame fallisca è tanta. Un film toccante, che per un'ora descrive con affetto e sincerità il calvario giornaliero del protagonista, ma [...] Vai alla recensione »