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Io sono ancora qui, la performance memorabile di Fernanda Torres in un film attualissimo

Con una prospettiva inedita Walter Salles dirige un'opera imperdibile, affrontando a pieno viso il dramma della dittatura militare e dei desaparecidos. In nome delle donne che resistono ai regimi. Dal 30 gennaio al cinema.
di Claudia Catalli

Fernanda Torres (Fernanda Pinheiro Monteiro Torres) (59 anni) 14 settembre 1965, Rio de Janeiro (Brasile) - Vergine. Interpreta Eunice da giovane nel film di Walter Salles Io sono ancora qui.
martedì 28 gennaio 2025 - Focus

Si intitola Io sono ancora qui, perché è tratto dall’omonimo libro di Marcelo Rubens Paiva, ma si potrebbe benissimo chiamare "Eunice" il nuovo film di Walter Salles. Non è del tutto corretto dire che è basato su una storia vera, in realtà sono tante storie vere quelle che il film mette in scena, affrontando a pieno viso il dramma della dittatura militare e dei desaparecidos. Lo fa tramite una prospettiva inedita, quella di Eunice appunto, moglie e madre di cinque figli. Il focus del film non è tanto la scomparsa del marito Rubens Paiva, deputato laburista anti-regime, quanto come impatti la dittatura su chi resiste e su chi resta. Non solo sul militante politico, che viene sequestrato e disperso per sempre, ma su chi rimane a condurre la sua vita ordinaria, a tirare su una famiglia, onorandone la memoria malgrado tutto.

Un film imperdibile, che attraversa più linee temporali, ma è chiaro il riferimento alla contemporaneità in cui la libertà politica, come personale, in gran parte del mondo è ancora fortemente minacciata. 

Ucciso nel 1971, il corpo di Paiva - coinvolto nella resistenza pacifica, non nella lotta armata - non fu mai ritrovato, e se nel 2014 cinque ufficiali furono accusati della sua morte, ad oggi nessuno di loro è stato arrestato o perseguito. La giustizia ha i suoi lati oscuri e i suoi tempi insopportabili, Eunice lo impara a sue spese. Finisce lei stessa in carcere, incappucciata, in isolamento, con interrogatori continui ed esasperanti. Eunice non sa nulla, ma sa tutto. È questa profonda consapevolezza che Fernanda Torres (Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico e candidata al Premio Oscar come miglior attrice protagonista) sa restituire sullo schermo, con un'interpretazione magistrale tutta in sottrazione. La disperazione passa solo attraverso gli occhi, la pacatezza è la cifra emotiva di questo personaggio che riesce a rimanere con un sorriso di sfida al regime, al timone della sua vita e di quella dei figli, nonostante la ferocia della dittatura militare e tutti gli indicibili crimini commessi contro i suoi oppositori (oltre 20mila persone torturate e uccise, più centinaia di desaparecidos). Il pathos, le scene madri, la retorica, le grida e le iperboli interpretative sono altrove: Torres obbedisce all'indicazione di Salles di "fare meno, fare meglio" e firma una performance di quelle memorabili, che ricordano il grande cinema italiano del neorealismo e attrici monumento come Anna Magnani o Sophia Loren.
 


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In foto Fernanda Torres in una scena del film.

La sostiene la stima evidente verso la vera Eunice, che si laurea in giurisprudenza a 48 anni e sceglie di dedicare tutta la sua carriera alla difesa dei diritti umani, diventando una delle poche specialiste dei diritti degli indigeni e consulente del Governo brasiliano e Le Nazioni Unite. A fine film vediamo le sue foto storiche, la stessa Torres ha raccontato quanto sia stato emotivamente complesso questo ruolo a maggior ragione perché tratto da una storia vera che ha ripercussioni forti sul presente. Sarà per questo che il film, nella shortlist dei 15 migliori film stranieri che concorrono agli Oscar, è già campione di incassi in Brasile con oltre 10 milioni di dollari al box office e 1.5 milioni di spettatori. Di certo adesso aiuta il Golden Globe appena vinto meritatamente da Torres, che a 59 anni ha battuto le superfavorite Angelina Jolie, Nicole Kidman, Tilda Swinton, Kate Winslet e Pamela Anderson.

È il caso di dire che buon sangue non mente: sua madre, l'attrice 95enne Fernanda Montenegro che interpreta Eunice nell'ultima parte della sua vita, è stata la prima latinoamericana a essere stata candidata al Premio Oscar come miglior attrice. Anche qui in poche sequenze restituisce appieno lo spessore di una donna a cui il dolore e il tempo hanno offuscato la mente, che torna lucida solo quando rivede sullo schermo ciò per cui ha lottato per tutta la vita: suo marito, salutato sbrigativamente un giorno e mai più rivisto. "Mio marito è in pericolo", dirà subito alla maestra delle sue figlie. "Siamo tutti in pericolo".


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