Anno | 2024 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Aaron Schimberg |
Attori | Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson, Owen Kline, Marc Geller Lawrence Arancio, Eleanore Pienta, John Keating, Neal Davidson, Miles G. Jackson, Juney Smith, Michelle Santiago, Trenton Hudson, Christopher Spurrier, Sergio Delavicci, Billy Griffith, Patrick Wang, C. Mason Wells, Malachi Weir, Doug Barron, Lucy Kaminsky, Bruce Kitzmeyer, Charlie Korsmo, Michael Shannon (II), Alison Midstokke. |
Uscita | giovedì 20 marzo 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,58 su 24 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 marzo 2025
Un attore condizionato da una neurofibromatosi che gli segna il volto vuole provare un trattamento sperimentale per cambiare aspetto. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura al Festival di Berlino, ha vinto un premio ai Golden Globes, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a Critics Choice Award, 2 candidature a Spirit Awards, 1 candidatura a NSFC Awards, A Different Man è 138° in classifica al Box Office. lunedì 28 aprile ha incassato € 115,00 e registrato 15.223 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Edward vive a New York con l'ambizione di fare l'attore, ma il suo aspetto fisico è pesantemente condizionato dalla neurofibromatosi che gli segna il volto. Abituato allo sdegno altrui, o peggio all'indifferenza totale, l'uomo si invaghisce immediatamente della norvegese Ingrid, autrice teatrale, quando questa si trasferisce nell'appartamento vicino. I due sembrano avviare un rapporto autentico, ma Edward sente di non avere speranze con lei. A meno che non accetti di provare un nuovo trattamento medico che sembra potergli donare un aspetto "normale", credendo che questo risolva tutti i suoi problemi.
Brillante satira dei temi della rappresentazione nel mondo dello spettacolo, oltre che viscerale e grottesca esplorazione di identità e gelosia, il terzo film di Aaron Schimberg sfoggia un tono decisamente originale, mescolando il sapore autentico della commedia newyorchese vecchia scuola con delle riflessioni ardite sulla mise en abyme di personaggi che si specchiano l'uno nell'altro alla ricerca di sé.
Dopo Chained for Life, di cui rappresenta un'evoluzione su un soggetto simile e del quale riprende la collaborazione con l'attore Adam Pearson (afflitto proprio da neurofibromatosi) il regista fa un provocatorio passo ulteriore mettendo a contrasto Pearson con un volto che rappresenta l'attrattività più convenzionale del cinema popolare americano (Sebastian Stan, il quale per la verità negli anni ha cercato di demolire quella parte di sé con diversi ruoli non scontati, di cui questo rappresenta forse il culmine), prima sotto pesante make-up e poi al naturale. Quello di Edward è un percorso che mette il protagonista ripetutamente di fronte alle mancanze di carattere, che a dispetto delle varie trasformazioni fisiche è molto più difficile da cambiare. Ma l'idea del film è più sottile di una semplice critica alla vanità umana; con l'arrivo del terzo atto la storia si arricchisce di così tanti livelli nuovi da far vacillare ogni equilibrio. La presenza di Renate Reinsve (star di La persona peggiore del mondo al primo ruolo in lingua inglese) ha un che di surreale nella sua alterità ed è forse il più indifendibile per come si perde nella sua vacuità tra palcoscenico e vita reale. L'arrivo di Oswald, interpretato da Pearson, è la chiave di tutto ed è ciò che eleva il film al di sopra della satira "facile" di certo cinema che ha toccato territori simili, su tutti con Ruben Östlund e Kristoffer Borgli.
Certamente si ride, non solo per i pregevoli dialoghi tra i protagonisti ma per la cura appassionata verso i tanti ruoli minori che tratteggiano un bozzetto di vivace e bizzarra vita newyorchese. Ma la profondità più oscure dell'opera non va sottovalutata, arrivando a includere una nota di body horror cronenberghiana e un senso di stravolgimento del reale in stile Kaufman.
Edward, il personaggio protagonista, da subito ispira tenerezza, ma anche empatia e poi simpatia.Anche i personaggi che ruotano attorno al suo mondo sono scelti con cura e trasmettono diversi messaggi; partendo dalla vicina di casa, al manutentore del palazzo, sino al vicino di casa che tanto lo evita.Il film scorre bene, le inquadrature consentono di immergersi totalmente nei dialoghi.
Pochi giorni fa ho incontrato un uomo dal viso parzialmente sfigurato. Spinto dalla curiosità, ho più volte rivolto fugaci ed innocenti sguardi verso la sua guancia, forse per cercare, invano, di comprendere la natura di tale malformazione. Ora mi domando: se avesse notato il mio sguardo? L'essere osservato l'avrebbe infastidito? E ancora: sarei turbato se qualcuno osservasse me nello stesso modo? [...] Vai alla recensione »
Sul corpo come spazio di espressione di senso e prediletta sineddoche del contemporaneo, Aaron Schimberg, al terzo lungometraggio indie, declina un'appendice straniante e ombrosa in cui solo il volto è viscerale cartografia del mimetismo e dell'adattamento o, nell'apogeo del paradosso, manifesto apollineo del respingimento e della disfatta. L'io non denudato dalla malattia (come in Dietro la maschera [...] Vai alla recensione »
L'aspirante attore Edward (Sebastian Stan) è un uomo affetto da neurofibrosi. Infatuato della vicina di casa, la drammaturga in erba Ingrid (Renate Reinsve), infelice e incapace di mantenere il proprio equilibrio, decide di sottoporsi a una radicale procedura medica sperimentale per trasformare drasticamente il suo aspetto in modo da essere finalmente uguale agli altri.
"In quale preciso momento un individuo smette di essere quello che crede di essere? Ti togli un braccio...io dico Me e il mio braccio. Ti tagli anche l'altro braccio...io dico Me e le mie due braccia. Togli il mio stomaco, ammettendo che sia possibile...io dico Me e il mio intestino. Ora, se mi tagli la testa...che cosa direi? Me e la mia testa o Me e il mio corpo? Che diritto ha la mia testa di chiamarsi [...] Vai alla recensione »
Affetto da una forma aggressiva di neurofibromatosi che ne ha deturpato i lineamenti, il giovane Edward conduce una vita affranta e solitaria, sapendo di non avere possibilità di affermarsi come attore, il lavoro dei suoi sogni. Quando però inizia a frequentare una vicina di casa (Renate Reinsve) che - oltre ad essere drammaturga sembra capace di andare al di là delle apparenze, Edward accetterà di [...] Vai alla recensione »
Non conosciamo i due precedenti film di Aaron Schimberg, ma basta leggerne le trame per capire che il tema della deformità è una sua costante. Vedi questo Different Man afflitto da un devastante tumore facciale che lo ha reso un mostro. Consapevole del ribrezzo che suscita, il mite Edward (il Sebastian Stan di Apprentice, irriconoscibile sotto il trucco) vive un'esistenza da recluso, fino al giorno [...] Vai alla recensione »
Chi si sarebbe mai aspettato che uno dei personaggi di maggiore spicco di questa annata cinematografica sarebbe stato un supereroe di seconda fascia? Si svolto un po' sotto gli occhi di tutti, il salto di qualità nella carriera di Sebastian Stan, il monocorde Soldato d'inverno del Marvel Cinematic Universe: lo abbiamo visto calarsi credibilmente nei panni del giovane Donald Trump nel recente "The Apprentice [...] Vai alla recensione »
Una nevrotica black comedy newyorkese che riflette sul tema dell'identità, della rappresentazione nel mondo dello spettacolo, dell'ipocrisia, ma che soprattutto si interroga su cosa sia più terribile: essere imprigionati in un corpo da freak o scoprire poi che si è sempre uguali a se stessi anche se fuori si cambia? Schimberg si amcla all'ex 'Soldato d'inverno" Marvel Sebastian Stan per scrutare la [...] Vai alla recensione »
Edward, un aspirante attore newyorkese affetto da una forma di neurofibromatosi che ha gravemente deformato il suo viso, riacquista un aspetto attraente grazie a un'operazione sperimentale ricostruttiva. Quando una pièce teatrale ispirata alla sua storia viene affidata a un attore ancora deturpato dalle stessa malattia la gelosia di Edward si trasforma in una vera e propria ossessione che sfocerà [...] Vai alla recensione »
Un gioco di specchi, rifrazioni e distorsioni. Un po' favola nera, un po' allucinazione. Per raccontare l'identità e la sua crisi, maschere sopra altre maschere: chi siamo e chi vorremmo essere? Fino alla consapevolezza finale: ciò che abbiamo desiderato essere fa a pugni con la natura immutabile del nostro io più profondo. In "A Different Man" Aaron Schimberg mette in scena questa teoria attraverso [...] Vai alla recensione »
Questa favola newyorchese triste e divertente pesca a piene mani da Cyrano de Bergerac, dalla Bella e la bestia e dalle sceneggiature di Charlie Kaufman (soprattutto Il ladro di orchidee). Edward (Stan) soffre di neurofibromatosi facciale (ricostruita usando il trucco di lattice), odia se stesso e si trascina disperato per Manhattan, schivando insulti e condiscendenza.
Edward (Sebastian Stan) soffre di neurofibromatosi facciale. Si sforza di vivere senza troppi complessi la sua deformità, ma ci riesce fino a un certo punto. Contemporaneamente all'arrivo della nuova vicina di casa Ingrid (Renate Reinsve), bella e fin troppo gentile, a Edward si presenta la possibilità di una cura sperimentale che potrebbe curare la sua malattia.
Si può dire che tutto il Novecento sia stato attraversato in maniera costante e, se si vuole, ossessiva, dalla questione di cosa sia in fondo l'identità. Inutile citare i grandissimi esempi letterari, basta appena richiamarli alla mente. E si può anche aggiungere che il cinema, tutto il cinema da sempre, sin dalle sue origini, si è evoluto provando a sperimentare di continuo nuovi possibili modi per [...] Vai alla recensione »
Commedia newyorkese, giro teatri off-Broadway, lui e lei vicini di pianerottolo, ma lui ha il volto sfigurato da fibromatosi e l'ambizione d'attore sperando di conquistarla, lei è drammaturga con l'idea di sfruttare la sua storia. Identità, emarginazione, quanto è difficile essere normali: un deus ex machina guarisce e realizza forse i desideri di ciascuno secondo magia satirica.
Un intricato teorema sull'identità che richiama naturalmente David Lynch/Elephant Man ma anche le satire newyorkesi di Woody Allen e l'amore per i labirinti escheriani dei film di Charlie Kaufman, A Different Man è, per certi versi, una variazione sul tema di Chained for Life (2018) il film precedente dello sceneggiatore/regista Aaron Schimberg. I due lungometraggi condividono anche uno dei protagonisti, [...] Vai alla recensione »
La neurofibromatosi di tipo 1 provoca in chi ne soffre una malformazione cutanea. Mostruosa. Un incubo socialmente invalidante: così la vive l'attore Edward, terrorizzato dal mondo, nascosto in un appartamento fatiscente che è profezia autoavverante di solitudine. Poi, l'innamoramento per una drammaturga (affascinata feticisticamente dalla sua deformità) lo spinge a provare una cura sperimentale che [...] Vai alla recensione »
E se un giorno dovessi incontrare qualcuno che è proprio come eri tu prima che decidessi di cambiare nella convinzione di reinventarti in meglio? E se fosse quel qualcuno a essere migliore di te come lo sei adesso, migliore in tutto: nel lavoro, nelle relazioni, nello stare pacifico e realizzato al mondo? In un mondo che sempre tu pensavi fosse invece progettato per schiacciare ai margini questo qualcuno, [...] Vai alla recensione »
Si può dire che tutto il Novecento sia stato attraversato in maniera costante e, se si vuole, ossessiva, dalla questione di cosa sia in fondo l'identità. Inutile citare i grandissimi esempi letterari, basta appena richiamarli alla mente. E si può anche aggiungere che il cinema, tutto il cinema da sempre, sin dalle sue origini, si è evoluto provando a sperimentare di continuo nuovi possibili modi per [...] Vai alla recensione »
Si potrebbe pensare a "La bella e la Bestia" vedendo questa commedia: la Bella è Ingrid (Renate Reinsve), giovane intraprendente con un futuro di drammaturga, vicina di casa di Edward (Sebastian Stan), suo coetaneo, single, attore in piccoli spot ma di argomento molto particolare. Infatti Edward è affetto da neurofibromatosi, che gli ha deformato terribilmente il viso, che nell'infanzia era perfettamente [...] Vai alla recensione »
Nel momento in cui per la prima volta si è parlato del lungometraggio A Different Man, ultima fatica del regista statunitense Aaron Schimberg, in concorso alla 74° edizione del Festival di Berlino, in molti hanno inevitabilmente pensato al bellissimo e straziante The Elephant Man, diretto da David Lynch nel 1980 e ispirato alla vita John Merrick, vissuto a Londra nell'Ottocento e gravemente deturpato [...] Vai alla recensione »
Diventare conformi agli ideali di bellezza imposti dalla società significa anche perdere la propria identità reale? È quello che si chiede il regista newyorkese Aaron Schimberg in A Different Man, lungometraggio in concorso al 74mo Festival del Cinema di Berlino, racconto surreale tra il thriller e la commedia con delle punte horror splatter, in cui Sebastian Stan (Captain America: The First Avenger, [...] Vai alla recensione »
Dopo Dream Scenario, sembra esserci una direzione ben preciso della A24 per creare nuove forme di oscuri thriller sulla contemporaneità. La strada è quella tracciata da Ari Aster dove non c'è più nessun limite tra la realtà e l'immaginazione. Anzi, i pensieri soggettivi stravolgono la propria quotidianità, la smembrano in mille pezzi (e oltre) di un delirio.
I titoli targati A24 hanno da tempo un pregio indiscutibile: il coraggio. Sono divisivi, a volte estremi. Giocano con gli eccessi, sono sovraccarichi, ma sanno come distinguersi in un panorama cinematografico sempre più omologato. Pensiamo agli horror di Ti West, alla fantascienza di Alex Garland (aspettando Civil War), al talento di frattura di Ari Aster, protagonista quest'anno con Beau ha paura. La [...] Vai alla recensione »