
Una commedia che sfugge ad ogni definizione, degna di pochi stomaci forti. Al cinema.
di Archimede Favini
Angelo Santini è un regista dilettante che realizza musical per la parrocchia. Per i 500 anni della nascita di Papa Paolo Sisto V, il sindaco, avendo ricevuto dei fondi regionali per la ricorrenza, gli commissiona un musical sull'argomento da fare in grande. Santini decide perciò di chiamare una celeberrima compagnia teatrale, senza prevedere che degli esperti mestieranti come loro finiranno inesorabilmente per denigrarlo e mettergli i piedi in testa. Questa situazione non potrà che degenerare sprofondando sempre più nell'assurdo e nel surreale, fino ad assumere perfino fattezze demenziali.
Acqua alle corde è un film che sfugge ad ogni definizione: per sua natura e struttura si sottrae da ogni schema, genere e perfino giudizio.
Un pregio che però va riconosciuto a Consorti sono le sue indubbie abilità mistificatrici: lentamente getta su una trama, che sembra banale e telefonata, un alone di assurdità che rende il finale del film del tutto imprevedibile. Di certo un'opera degna di pochi stomaci forti, ma che nella sua totale assurdità trova forse una sua cifra stilistica. Disorientante.