La persona peggiore del mondo |
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Un film di Joachim Trier.
Con Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum, Hans Olav Brenner.
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Titolo originale The Worst Person in the World.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 121 min.
- Norvegia 2021.
- Teodora Film
uscita giovedì 18 novembre 2021.
MYMONETRO
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Inquieta Julie fra amori e tradimenti
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Uno dei più bei ritratti di donna di questi anni viene dalla Norvegia e lo ha diretto un uomo dopo averlo scritto con un altro uomo. Il primo si chiama Joachim Trier, il secondo è il suo sceneggiatore Eskil Vogt. Ma uscendo dal cinema ricorderete solo Renate Reinsve, giustamente premiata a Cannes come miglior attrice, e i suoi amori. Oltre che di una donna infatti questo è il ritratto di un' epoca. Allegro e tragico, leggero ma profondo, sorprendente e preciso come pochi. Nonché diviso in 12 capitoli nervosi e sentimentali come la regia di Trier, che tiene insieme visione oggettiva e soggettiva senza perdere un colpo (malgrado i due capitoli finali, un po' troppo disinvolti).
L' inquieta Julie infatti non sa bene cosa vuole ma lo vuole fino in fondo. E passa l' intero film, cioè buona parte della sua gioventù, a cambiare. Cambia studi, cambia uomini, cambia idea. Tradisce senza tradire (l' incontro con lo spilungone Eivind, un colpo di fulmine consumato all' istante senza quasi toccarsi, è da antologia), ma poi tradisce davvero.
Ama sul serio, ma è sempre in cerca di qualcosa di meglio o di più. Probabilmente cerca negli altri l' amore (la pace) che non trova dentro di sé, come il film lascia intuire senza ingolfarsi in psicologismi (basta un pugno di funghi allucinogeni). O più semplicemente non vuole perdere nemmeno un grammo di libertà.
Trier e Vogt comunque seguono la loro eroina, che un tempo avremmo liquidato come immatura, senza mai giudicarla. Lasciando che i suoi sentimenti e i suoi comportamenti riflettano dilemmi e contraddizioni in cui siamo tutti immersi proprio perché di natura sociale, non individuale, in un mondo che sembra offrire possibilità virtualmente (ingannevolmente) infinite. Pensiamo al capitolo "Il sesso orale all' epoca del #metoo"; a quella carrellata fra le antenate della protagonista; o ai problemi di Aksel, il primo grande amore di Julie, fumettista underground stretto tra i due fuochi dell' addomesticamento consumista e dell' integralismo postfemminista. Come vivere oggi, dunque? Come amare, come creare, come rispettare se stessi e il mondo? Domande eterne, a cui la luce struggente di Oslo e la scansione incalzante degli eventi danno uno smalto, una verità, un divertimento nuovi. Curiosità: uno dei produttori, Thomas Robsahm, è il figlio norvegese di Ugo Tognazzi.
Buon sangue non mente?
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