
Il critico cinematografico introduce la visione del film, sottolineando l'originalità del cineasta friulano. Dal 9 giugno al cinema.
L'angelo dei muri è un'intensa favola nera, ambientata a Trieste e girata fra Trieste e San Vito al Torre, che segna il passaggio del regista udinese di Custodes bestiae e Oltre il guado dalla scena horror indipendente al circuito mainstream, portando con sé il respiro dell’Europa: un protagonista francese, Pierre Richard, nome storico del cinema, del teatro e della tivù, una co-protagonista slovena, Iva Krajnc Bagola, e un direttore della fotografia austriaco, Peter Zeitlinger, vera e propria icona legata a filo doppio con Werner Herzog.
Il critico cinematografico Pier Maria Bocchi introduce alla visione del film, sottolineando quali sono i motivi per cui il regista Lorenzo Bianchini possa essere considerato una voce molto originale nel circuito del cinema indipendente.
La sinossi: Trieste, oggi. Un vecchio palazzo, un vecchio appartamento. Pietro vive là, stancamente, finché la sua quotidianità regolare e solitaria non viene devastata da un’ordinanza di sfratto. L’anziano non vuole andarsene e mette a punto una strategia per continuare a vivere segretamente dentro casa: costruisce un muro in fondo al lungo corridoio dell’appartamento, un vero e proprio nascondiglio verticale dietro cui sparire. Una grata per respirare, una fessura per simulare un lucernaio, qualche buco per studiare le mosse del nemico (il proprietario, i potenziali nuovi inquilini). Il timore di venire scoperto diventa un’ossessione e ogni cosa lo fa sentire minacciato: il sibilo del vento, un’ombra, uno scricchiolio. Poi, un giorno, “il nemico” arriva davvero: è una madre disperata che vuole garantire un tetto alla figlia. Come reagirà Pietro? Che forma prenderà la sua guerra?
L'angelo dei muri sarà al cinema in tutta Italia da giovedì 9 giugno.