Intrusion

Una coppia vive nella periferia di una cittadina, in una moderna casa che il marito ha costruito. Una sera, rientrando, trovano i segni di una irruzione e iniziano a preoccuparsi. Nei giorni successivi la situazione peggiora rapidamente. Ma questo non è che l'inizio della vicenda: chi è entrato in casa loro infatti non ha rubato niente, sembra solo aver cercato qualcosa, come se la casa nascondesse un segreto...

Intrusion è un thriller familiare con una brava coppia di protagonisti, una buona location e un cuore nero.

In soli novanta minuti, una rarità di questi tempi, il film pone le basi dei personaggi, inscena un depistaggio, insinua il sospetto, monta la tensione e arriva al colpo di scena e al climax. Un'economia narrativa encomiabile, tanto che spiace quasi la risoluzione sia relativamente veloce.

Ribaltando il meccanismo del filone home invasion, Intrusion non perde tempo, innesca subito il senso di minaccia e poi con intelligenza lo mantiene vivo affiancandolo a un mistero. La realizzazione è per certi versi minimale, ma l'isolamento in cui si trovano i personaggi si sposa perfettamente alla loro paranoia.

La riuscita regge in gran parte sulle spalle dei protagonisti, Freida Pinto e Logan Marshall-Green, due attori che stentano a sfondare al cinema ma che garantiscono performance più che solide. Al loro fianco, nel ruolo di un sospettoso detective, c'è poi il navigatissimo caratterista Robert John Burke, purtroppo presente in poche scene.

Intrusion come si diceva è scevro di fronzoli, probabilmente anche per via della pandemia, ma questa asciuttezza è un punto di forza della regia di Adam Salky e soprattutto è il primo amore dello sceneggiatore Chris Sparling, che aveva esordito nel lungometraggio con Buried - Sepolto.

I limiti di Intrusion sono nella messa in scena tutto sommato di servizio e relativamente anonima, anche se vanno riconosciute almeno un paio di scelte efficaci. In particolare è buona le gestione dell'azione in fuori campo durante l'invasione del domicilio dei protagonisti, inoltre rimane tutto sommato impressa anche una scena al ralenti su scale illuminate da una sola fonte di luce, dove è enfatizzata sia la tensione sia la plasticità dei movimenti dei personaggi.

Altri momenti di violenza sono invece poco efficaci, complice anche il codice di censura che impedisce una violenza esplicita, comunque poco male: il film punta su altro e alla fine vince la propria partita. 