
La storia di una donna malata, tra passato e presente, in un film che sa rischiare. Da giovedì 8 luglio al cinema.
di Roberto Manassero
Colpita da una grave malattia, la giovane dottoressa Eva abbandona la carriera per dedicarsi alla ricerca e alla storia della medicina. Con l'aiuto del tutor universitario Henry, del quale s'innamora ricambiata, entra in possesso del Book of Vision, un'opera scritta nel XVIII secolo dal medico prussiano Johan Anmuth. Nel manoscritto Eva trova i sentimenti, le paure e i sogni di migliaia di pazienti ed entra poco alla volta in relazione con la storia di Anmuth, convinto assertore di un metodo a metà tra razionalismo e animismo e per questo fatto internare dal principe per cui lavorava. L'unione di passato e presente aiuta Eva a comprendere la natura del suo male e a sfidare i limiti della medicina moderna per guarire il suo corpo.
Viaggio visionario fra i secoli, saggio sui limiti della coscienza, riflessione filosofica sulla capacità del cinema di rappresentare gli stati fisici e mentali, The Book of Vision è un'opera ambiziosa profondamente influenzata da Terence Malick, qui produttore esecutivo.