Stargirl

Leo, orfano di padre fin da piccolo, si trasferisce con la madre a Mica, paesino dell'Arizona dove "non succede mai niente". Il suo più grande tesoro (e la sua coperta di Linus) è una cravatta del padre con sopra ricamato un porcospino. Ma quando a 9 anni i bulli della nuova scuola gliela tagliano a metà, Leo capisce che è meglio tenere un profilo basso e "diventare invisibile". L'unica sorpresa è che ad ogni compleanno qualcuno deposita davanti alla sua porta una cravatta con un ricamo sempre diverso. E quando, al 16esimo compleanno, al suo liceo arriva una ragazza nuova di nome Stargirl, Leo sospetta che sia proprio lei la donatrice misteriosa. Ma Stargirl è molto di più: una voce argentina, un abbigliamento originale (merito anche della madre costumista), e un modo tutto suo di vedere la vita. Leo ne sarà subito catturato, e la sua esistenza sotto traccia finalmente comincerà a spiccare il volo.

Stargirl è basato su un romanzo per ragazzi del 2000 firmato da Jerry Spinelli e applaudito anche dal New York Times.

E se la storia è molto già vista nelle sue linee essenziali, il modo in cui è raccontata visivamente da Julia Hart, beniamina del cinema alternativo americano, mescola con una certa originalità gli stilemi del Disney movie con quelli indie, facendo frequenti riferimenti musicali agli anni Settanta (The Cars, Blondie, The Go-Go's e persino il George Harrison di "Give me love") e filmici agli anni Ottanta/Novanta (in particolare a Edward Mani di Forbice, omaggiato dalla location suburbana e da una scena clou verso il finale).

È proprio questa ibridazione postmoderna l'elemento più interessante di una storia semplice per nativi digitali, la cui protagonista è interpretata dalla cantante 16enne Grace VanderWaal, debuttante su Youtube e vincitrice di un celebre talent d'oltreoceano, che però, durante il corso di Stargirl, farà un discorso assai rilevante sulla necessità di abbandonare la ruota del criceto e la dittatura dei like.

Il film è evidentemente costruito intorno alla presenza eterea di Grace, il cui nome è già un biglietto da visita e che qui incarna lo spirito della gentilezza in un universo di antagonismi e individualismi spinti. Il tono del racconto segue la sua traccia, delicato e rarefatto, tracimante dolcezza e magia. Davvero Stargirl è magica?, si chiede Leo vedendole realizzare quelli che appaiono come miracoli laici. Ma gli altri ragazzi insistono a misurare il valore della ragazza solo in termini di popolarità, perché questo è il metro dominante.

Un po' commedia romantica un po' coming of age story, con siparietti musicali e divagazioni esistenziali, Stargirl è la storia di due 16enni che, come cantava Harrison (non a caso il più gentile e spirituale dei Beatles) chiedono di essere amati per quello che sono. Nei panni di Leo Graham Verchere, reduce da Summer of '84 e dalla serie Fargo, si mantiene in equilibrio fra stucchevolezza e quel carisma understated che rimanda all'universo John Hughes (sempre cinema anni Ottanta/Novanta, con il quale evidentemente la regista è cresciuta). E il tocco naturalistico di Julia Hart va a compensare l'eccessiva compostezza di quella provincia yankee che è il consueto habitat della cosmogonia disneyana. 

Da un classico per la letteratura young adult di formazione al film, Stargirl con la giovane Grace VanderWaal, è tra i titoli che accompagnano il lancio in Italia della piattaforma Disney+.

Il film Stargirl è, infatti, ispirato all'omonimo best seller di Jerry Spinelli uscito nel 2000. Il suo grandissimo successo ha spinto l'autore a scriverne anche il sequel, Per sempre Stargirl (Love, Stargirl) nel 2007. In Italia l'autore è pubblicato da Mondadori.

La storia ci porta in Arizona presso il liceo Mica dove i ragazzi sono estremamente uniformati sia nei comportamenti sia nel vestiario. Un mondo chiuso dove piomba come un extraterrestre la giovanissima Susan "Stargirl" Caraway. La ragazza estroversa e anticonvenzionale, suona l'ukulele, si veste in maniera variopinta e personalissima, si fa chiamare Stargirl e non con il suo nome di battesimo Susan. Ma i suoi atteggiamenti non piacciono e anzi le ottengono l'ostilità di molti ragazzi, tranne di Leo, che invece ne diventa prima amico e poi si innamora di lei. Ma Leo che in passato ha subito il bullismo di alcuni compagni di scuola fino a rinchiudersi in se stesso, vorrebbe che fosse più attenta ai giudizi degli altri e più convenzionale nelle scelte. Sia Leo sia Stargirl dovranno scegliere cosa essere e cosa diventare.

A interpretare la protagonista del film è stata scelta una giovanissima star della musica come Grace VanderWaal, celebre negli Stati Uniti per aver vinto nel 2016 l'undicesima edizione del talent show "America's Got Talent", qui al debutto cinematografico (come nel film suona normalmente l'ukulele per accompagnare le sue performance). Se Grace VanderWaal non ha ancora sfondato in Italia, negli Stati Uniti è già una star della musica avendo pubblicato due Ep e un album completo (Just the beginning) per un successo in costante crescita tanto da aver accompagnato negli anni scorsi i tour degli Imagine Dragons e dei Florence and the Machine.

Il resto degli attori ha invece una carriera sul set già consolidata a cominciare da Graham Verchere, chiamato per calarsi nel ruolo di Leo, conosciuto per la sua partecipazione alle serie Fargo e The Good Doctor. Mentre sul fronte degli attori "adulti" troviamo Darby Stanchfield (Scandal e la nuova serie Netflix Lock & Key) e soprattutto Giancarlo Esposito (Breaking Bad e Better Call Saul). La regista Julia Hart è conosciuta per il suo film di debutto alla regia, Miss Stevens, che vedeva alla sceneggiatura quel Jordan Horowitz che ha contribuito anche allo script anche di Stargirl.