
Quattro anni dopo Fuocoammare, il regista torna con un documentario girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran. In Concorso a Venezia77 e da mercoledì 9 settembre al cinema.
di Tommaso Tocci
Resoconto per immagini di tre anni di ricerca trascorsi lungo le zone di confine tra Siria, Libano, Iraq e Kurdistan. In nome di un'idea di Medio Oriente privo di linee separatrici ma scavato dalle ferite di guerra e occupazione, varie storie di umanità si intrecciano: un cacciatore in barca tra i canneti e una squadra di guerrigliere in pattuglia, un ragazzo che lavora a giornata per aiutare la famiglia e dei soldati a un posto di blocco. Uno spettacolo teatrale messo in scena dai pazienti di un ospedale psichiatrico e una maestra elementare che fa terapia di classe. Madri che hanno perso figli e figlie prigioniere che comunicano con le madri. Tra luce e oscurità, un mondo che resiste e reclama il suo quotidiano.
Dei quattro anni trascorsi da Fuocoammare, Gianfranco Rosi ne ha passati tre in Medio Oriente per dare alla luce Notturno, documentario che come i precedenti si basa su osservazione di luoghi e avvicinamento a persone, ma che stavolta abbraccia un territorio più ampio e più complesso di un raccordo anulare o della piccola isola siciliana.