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sabato 11 aprile 2020
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senza parole
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senza parole per il commento di Paola Casella : sempre così puntuale, straordinaria nei riferimenti letterari e filmici, per me il via libera se vedere o non vedere un film di cui non abbia avuto notizia o non mi sia fatta già un'idea.Ma questa volta no: disaccordo totale. Dispiace dirlo ma è un film sbrindellato in cui nessuna tesi è portata a compimento: solo una vaga idea del socialismo anarchico. Ma cosa c'entra con un romanzo di formazione, di ben altro spessore. Personalmente ho sempre grande timore quando si scrive "liberamente tratto ( o ispirato) da..." si può fare beninteso ma bisogna essere dei grandi per permetterselo. I salti narrativi , forse, li può fare Fellini ma per carità gli inserti.
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senza parole per il commento di Paola Casella : sempre così puntuale, straordinaria nei riferimenti letterari e filmici, per me il via libera se vedere o non vedere un film di cui non abbia avuto notizia o non mi sia fatta già un'idea.Ma questa volta no: disaccordo totale. Dispiace dirlo ma è un film sbrindellato in cui nessuna tesi è portata a compimento: solo una vaga idea del socialismo anarchico. Ma cosa c'entra con un romanzo di formazione, di ben altro spessore. Personalmente ho sempre grande timore quando si scrive "liberamente tratto ( o ispirato) da..." si può fare beninteso ma bisogna essere dei grandi per permetterselo. I salti narrativi , forse, li può fare Fellini ma per carità gli inserti....qualche bella scena perchè Napoli, se la si sa leggere, parla da sola e fa cinema da sola. Ma per il resto una noia e uno sconcerto grandi illuminati solo, ed in questo sono d'accordo, da una grande prestazione di Luca Marinelli. Ma non basta. Non scrivo mai commenti ma proprio perchè sono un suo seguace, questa volta mi sono permesso. Vorrà perdonarmi. Grazie
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gbavila
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giovedì 9 aprile 2020
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ma dell'albero della conoscenza del bene e del...
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Martin non può farne a meno di mangiare il frutto avvelenato della conosceza, non serve neanche un buon pretesto, gli basta prendere le difese di un ragazzo maltrattato e la mcchina del bene e del male lo divora implacabilmente. L'esca a cui abbocca lo porta lontano come un Ulisse che continua a smarrirsi tra sirene e maghe, profeti e millantatori, miserie e ricchezze. La sua anima poetica lo spinge fino a perdersi in un mondo che non immaginava e che lo allontana dall'Eden (se stesso?) per arrivare a un'amara conclusione: non è compatibile con questa complessità in cui si è tuffato partendo dalla mela di Baudelaire fino all'anarchia individualista.
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Martin non può farne a meno di mangiare il frutto avvelenato della conosceza, non serve neanche un buon pretesto, gli basta prendere le difese di un ragazzo maltrattato e la mcchina del bene e del male lo divora implacabilmente. L'esca a cui abbocca lo porta lontano come un Ulisse che continua a smarrirsi tra sirene e maghe, profeti e millantatori, miserie e ricchezze. La sua anima poetica lo spinge fino a perdersi in un mondo che non immaginava e che lo allontana dall'Eden (se stesso?) per arrivare a un'amara conclusione: non è compatibile con questa complessità in cui si è tuffato partendo dalla mela di Baudelaire fino all'anarchia individualista.
Il ragazzo che ha salvato da un energumeno è d buona famiglia ricca e colta che, come si conviene nelle buone famiglie, si mostra riconoscente e la sorella perfino innamorata contro ogni convenzione sociale, visto che lui è povero e incolto. Martin si ferma incantato a osservare un quadro d un macchiaiolo che sintetizzerà la sua vicenda umana: "da lontano è bello ma poi quando ti avvicini si vedono solo macchie". Il suo animo poetico contempla la tristezza della vanità, della superbia, dell'illusione e dell'ipocrisia in tutte le situazioni della società in cui vive, in un'epoca che metterà in collisione politica, cultura, società e soprattutto l'amore su cui affdava la propria vita senza riserve. Ogni medaglia mostra la sua faccia amara, e la sua audacia "baudelairiana" soccombe come soccombe quella del suo grande amico e mentore Brissenden che gli rivela il suo anarchismo, un po' nichilista, che non è una soluzione per le sue angosce, solo la dimostrazione della ineluttabilità verso la fine tragica dell'esistenza. Questi conserva, nascosta in una Bibbia - guarda caso - una pistola con la quale si suiciderà per porre fine a una lunga malattia del corpo e del'anima e, poco a poco, diventerà anche lo sbocco del cammino di Martin che non vedrà mai la felicità, sempre lì a portata di mano, ma irraggiungibile. Il mare diventerà il suo sudario riconducendolo alla sua antica natura di marinaio.
Pietro Marcello fa' ampio ricorso a una buona ricerca letteraria ricamandola con un bellissimo mosaico musicale dove il classico e il popolare giocano in una sorta di danza che richiama la sua fanciullezza felice e spensierata a ricordo del suo Eden perduto.
Gran lavoro coraggioso.
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luciano sibio
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giovedì 19 dicembre 2019
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trama disorganica
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Ho visto il film e ho apprezzato il sovrapporsi disordinato di stili ed epoche senza un rigore formale e cronologico.
Lo ritengo un film sperimentale che riesce a raggiungere degli effetti innegabili perchè si lascia guardare senza appesantire lo spettatore per il caos,anzi si propone ad esso con una coerenza organico/formale anchor più forte .
Vi premetto che non ho letto il libro da cui è tratto,però ho analizzato con attenzione il suo contenuto filosofico che travalica la storia d'amore.
Beh,ci sono delle incoerenze inimmaginabili che lasciano molto perplessi. Si pensi un attimo al dialogo,per me centrale nel film, che il protagonista fa a tavola in presenza delle sua fidanzata con un ospite altolocato di fede liberale che lo accusa di socialismo .
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Ho visto il film e ho apprezzato il sovrapporsi disordinato di stili ed epoche senza un rigore formale e cronologico.
Lo ritengo un film sperimentale che riesce a raggiungere degli effetti innegabili perchè si lascia guardare senza appesantire lo spettatore per il caos,anzi si propone ad esso con una coerenza organico/formale anchor più forte .
Vi premetto che non ho letto il libro da cui è tratto,però ho analizzato con attenzione il suo contenuto filosofico che travalica la storia d'amore.
Beh,ci sono delle incoerenze inimmaginabili che lasciano molto perplessi. Si pensi un attimo al dialogo,per me centrale nel film, che il protagonista fa a tavola in presenza delle sua fidanzata con un ospite altolocato di fede liberale che lo accusa di socialismo .Qui il protagonista sembra scusare sè e i poveri come era lui per l'adesione ideologica al socialismo che dovrbbe tendere a soffocare le individualità.
Questa è un 'emerita fesseria filosofica che getta un'onbra sinistra sullo sceneggiatore e di conseguenza sul film,difatti non si capisce quale possa essere il vero dramma di questo Martin Eden che parte come un Gramsci per poi ritrovarsi come il Ludwig di Lucihino Visconti.
Ma i due non sono personaggi assemblabili e qui non si può giocare con il caos generale con il quale si è condotto il film dal punto di vista narrativo,ma bisognava trovare una quadra,che difatto manca,e il film così ha perso quell'equilibrio che inizialmente la narrazione stava offrendo .
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franzone
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domenica 24 novembre 2019
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piattissimo
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luciana
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sabato 26 ottobre 2019
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ch nasc tonn non mor quadr
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“Ch nasc tonn non mor quadr” (non puoi cambiare quello che sei) ripeteva il mio professore di latino alle scuole superiori. Odiavo quella frase perché spezzava le ali di chi voleva volare. Martin Eden nasce marinaio di origini umili e deve scontrarsi con il falso perbenismo della borghesia napoletana dei primi del novecento. Conosce casualmente la borghese Elena e se ne innamora perdutamente. Vuole essere alla sua altezza e, conscio della sua scarsa cultura, da autodidatta si alimenta di letture sempre più approfondite. Scopre di avere il talento di poeta e scrittore. E comincia ad inviare plichi su plichi di suoi scritti alle diverse case editrici. Non viene subito accettato poiché egli scrive di vita vera, quella della povera gente, quella che conosce a fondo, quella che egli vive e sopravvive.
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“Ch nasc tonn non mor quadr” (non puoi cambiare quello che sei) ripeteva il mio professore di latino alle scuole superiori. Odiavo quella frase perché spezzava le ali di chi voleva volare. Martin Eden nasce marinaio di origini umili e deve scontrarsi con il falso perbenismo della borghesia napoletana dei primi del novecento. Conosce casualmente la borghese Elena e se ne innamora perdutamente. Vuole essere alla sua altezza e, conscio della sua scarsa cultura, da autodidatta si alimenta di letture sempre più approfondite. Scopre di avere il talento di poeta e scrittore. E comincia ad inviare plichi su plichi di suoi scritti alle diverse case editrici. Non viene subito accettato poiché egli scrive di vita vera, quella della povera gente, quella che conosce a fondo, quella che egli vive e sopravvive. Elena non riesce a optare per Martin, tanto è coinvolta nella fredda borghesia sorda ai bisogni elementari del popolo. Martin è il popolo. Non può essere diverso da quello che è. Non disdegna i poveri e quando comincerà a guadagnare i suoi primi soldoni grazie ai suoi libri, donerà a chi gli ha voluto bene sul serio, allontanerà con disprezzo, ma non senza profonda tristezza e sofferenza, la bella e gracile Elena che mai in lui ripose fiducia. Sicché Martin Eden appare nel suo dualismo: vincente come scrittore nonostante l’avvio da uomo ignorante/perdente perché ora non si riconosce più. Non sono un mito,dirà, sono quello che ero. Si sdoppia e il suo io, desideroso di sollievo dalle pene di una società malata, si avvia verso l’immensità del mare. La società fatica(va?) ad accettare il diverso e a svelare l’evidenza.
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mercoledì 16 ottobre 2019
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la retorica del diverso
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La retorica del diverso sembra farLe perdere di vista che qui si tratta di classi sociali e non c'è proprio niente di specificamente italiano, considerato che la storia originale è americana e che i pregiudizi degli orsini e del loro ambiente non sono certo diversi da quelli della famiglia Morse (tra parentesi trovo assurdo che si sia sostituito a una famiglia ricca borghese niente meno che degli Orsini, cognome aristocratico se mai ve ne furono)
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francesco izzo
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domenica 13 ottobre 2019
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i valori non si tradiscono
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La narrazione del film si ambienta, per quanto riguarda il protagonista e la storia principale, dall'inizio del 900 coi primi comizi sindacali e socialisti allo scoppio della seconda guerra mondiale; contiene però numerosi filmati d'epoca -inseriti quà e là - delle classi più umili e degli emigranti italiani degli anni 50 fino agli anni 60-70.
Martin Eden - marittimo napoletano - vuole farsi un'istruzione da autodidatta e diventare scrittore; ci riuscirà, ma il prezzo che dovrà pagare sarà altissimo, e si ritroverà, ormai affermato ma totalmente disilluso,cinico e disgustato dalla vita - più che amareggiato -ad abbandonare persino il suo antico amore per l'aristocratica Elena - pur di restare fedele alla sua "missione"di seguire e raccontare sempre la realtà, soprattutto la sofferenza delle classi più umili a cui resterà negli anni vicino.
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La narrazione del film si ambienta, per quanto riguarda il protagonista e la storia principale, dall'inizio del 900 coi primi comizi sindacali e socialisti allo scoppio della seconda guerra mondiale; contiene però numerosi filmati d'epoca -inseriti quà e là - delle classi più umili e degli emigranti italiani degli anni 50 fino agli anni 60-70.
Martin Eden - marittimo napoletano - vuole farsi un'istruzione da autodidatta e diventare scrittore; ci riuscirà, ma il prezzo che dovrà pagare sarà altissimo, e si ritroverà, ormai affermato ma totalmente disilluso,cinico e disgustato dalla vita - più che amareggiato -ad abbandonare persino il suo antico amore per l'aristocratica Elena - pur di restare fedele alla sua "missione"di seguire e raccontare sempre la realtà, soprattutto la sofferenza delle classi più umili a cui resterà negli anni vicino.
Al centro della sua attenzione sono le leggi naturali dell'evoluzione e l'individuo, che tende a sopraffare comunque i più deboli, anche se si nasconde dietro ad ideologie egualitarie solo perché in realtà possano cambiare i dominatori, padroni e sfruttatori.
Alla fine si deciderà (con una serie però di immagini di sé stesso che- a mio avviso -evocano un certo smarrimento e perdita di orientamento) a partire per l'America con Margherita, la sua vecchia fiamma popolana; dice lui "per andare a mostrare il suo disprezzo" (che era già emerso, peraltro, nelle sue conferenze universitarie piene di sarcasmo e di cinismo). Andrà invece sulla spiaggia, ed entrerà in acqua con un tramonto in sintonia con la sua disperazione.
Il film esprime l'importanza dei valori veri, della fedeltà alla verità e della coerenza con le proprie idee, costi quello che costi, e racconta anche la solidarietà tra gli ultimi: tutte cose queste più importanti persino della passione e dell'amore - che se non è davvero completamente ricambiato (magari per motivi di differenza di ceto sociale) non può definirsi tale.
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medesimo
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venerdì 11 ottobre 2019
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giusto giudizio
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Condivido parola per parola. Assodato che ogni cineasta si possa esprimere come vuole,qui al di là delle trovate sceniche,non c'è nulla.Detto questo,riconosciamo il talento di Marinelli e nient'altro.Per me nemmeno una stella.
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aurash
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sabato 5 ottobre 2019
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storia vecchia e raccontata senza profondità
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Voglio dare due stelle perché il film è anche ben girato, ma ne meriterebbe davvero una soltanto per l'impatto negativo che produce sullo spettatore. Non c'è profondità e insieme non c'è speranza in una storia che raccontata da Jack London un secolo fa poteva forse anche avere un suo interesse ma che è invecchiata male ... e soprattutto non si capisce che senso abbia avuto riproporla in versione cinematografica così piattamente e senza alcuna rielaborazione, nonostante la sua trasposizione in altro contesto geografico potesse far pensare il contrario. L'interpretazione di Marinelli è del tutto coerente con la filosofia e l'impostazione del film e dunque merita analogo giudizio negativo
[+] memoria corta ma non solo.
(di gbavila)
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pietro
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mercoledì 2 ottobre 2019
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film coraggioso
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Credo che i pregi siano la bella prova di Marinelli e il coraggio nel credere a un progetto così particolare. La riuscita mi sembra più nel fascino dell'immagine che non nell'aver catturato la sostanza del romanzo. Nella seconda parte al pur fenomenale Marinelli forse viene chiesto un po' troppo. Comunque da vedere.
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