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angelo umana
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mercoledì 25 settembre 2019
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la cultura non s'inventa
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Film d'arricchimento per chi non ha letto il libro di Jack London, da cui è “liberamente” (o liberissimamente?) tratto. Il regista Pietro Marcello al suo primo lungometraggio sforna un prodotto molto ricco, perfino ridondante come dev'esser stata la vita del personaggio Martin Eden, ricco o arricchito di molti bei prodotti che abbelliscono il film, o lo appesantiscono. C'è tanto, c'è tutto, un'antologia: le canzoni napoletane in una certa parte, Picceré e pure Teresa De Sio con Voglia e turnà, gli inserti documentaristici dell'epoca in cui l'Italia si preparava alla guerra (con la gente che naturalmente ha bisogni molto “basici” a cui pensare), i raduni di piazza sindacali, le masse da catechizzare come in ogni tempo, le immagini dei bassi di Napoli e non solo, le inquadrature della natura con fotografia anticata e scene di strada, dove Martin è cresciuto.
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Film d'arricchimento per chi non ha letto il libro di Jack London, da cui è “liberamente” (o liberissimamente?) tratto. Il regista Pietro Marcello al suo primo lungometraggio sforna un prodotto molto ricco, perfino ridondante come dev'esser stata la vita del personaggio Martin Eden, ricco o arricchito di molti bei prodotti che abbelliscono il film, o lo appesantiscono. C'è tanto, c'è tutto, un'antologia: le canzoni napoletane in una certa parte, Picceré e pure Teresa De Sio con Voglia e turnà, gli inserti documentaristici dell'epoca in cui l'Italia si preparava alla guerra (con la gente che naturalmente ha bisogni molto “basici” a cui pensare), i raduni di piazza sindacali, le masse da catechizzare come in ogni tempo, le immagini dei bassi di Napoli e non solo, le inquadrature della natura con fotografia anticata e scene di strada, dove Martin è cresciuto. Un lavoratore portuale intelligente che si dimostra capace di svolgere qualsiasi umile lavoro, lo vediamo intraprendere svariate occupazioni (ma è un film, deve dare l'idea della versatilità del personaggio!). Martin è dotato di umanità e forza di volontà ma, ahimé, con l'”espressione inespressiva”, enigmatica, che non cambia mai di Luca Marinelli, il “bel tenebroso” di Ricordi?. Un ragazzone già grande, avvezzo alla strada e ai modi spicci di essa, che si lega dapprima alla bella “popolana” Margherita (Denise Sardisco) per disprezzarla poi quando si è fatto un po' di cultura, e che scopre sorprendentemente l'amore per l'arte e per i libri. Galeotta fu la conoscenza di una famiglia americana che vive nella sua città, e di Elena (Jessica Cressy) soprattutto, l'algida figlia poco più che adolescente di cotanti genitori altolocati. Rimane meravigliato dei loro modi e della loro casa molto decorata, sono un po' stucchevoli gli approcci interclasse e pure il fatto che il ragazzone maturo si concentri tanto su un dipinto per poi spaziare alla conquista di libri, roba a cui non era mai stato avvezzo. Decide, forse per amore, per desiderio di emulazione o elevazione sociale, di studiare e poi di scrivere o, come lui dice, di farsi a piedi la strada dell'istruzione, di cui scopre avere sete. Elena gli dà le raccomandazioni della brava ragazza, ben educata, anch'essa una figura non troppo emozionante.
Un parere spassionato è che nel film siano stati messi filmati d'epoca, argomenti e questioni culturali accennati ma in abbondanza, che Martin sa improvvisamente affrontare, per nobilitarlo, farne un film di levatura culturale e storica, un “romanzo storico” (ma Manzoni fece ben altro coi Promessi Sposi...).
Sembra tutto già disegnato, avrà successo, Martin, come scrittore e come predicatore, ha preso l'ascensore sociale ma la vita è un gioco, mischia le carte(la cantava Nada X anni fa): il successo, la segretaria e l'addetto stampa, la programmata partenza per l'America, devono avergli dato alla testa. Travolto da un insolito destino, Martin Eden ragazzo di strada e vicino alla gente semplice e poi M.E. scrittore famoso e uomo di mondo: una distanza siderale! Resta in chiusura il rumore di onde serene del mare dove lui s'è immerso, pare per sempre. Film arricchito artificialmente di cose, dunque appesantito (129 minuti), controverso come il suo protagonista, e come lui un po' pretenzioso e supponente.
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[+] i tesori spesso sono sotto la sabbia
(di gbavila)
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rosmersholm
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venerdì 20 settembre 2019
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ineguale
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L'impressione è che il linguaggio poetico di Marcello, altrove pienamente espresso, sia dovuto scendere a patti con la narrazione classica del romanzo di London. Ne risulta un film ineguale, che alterna momenti riusciti a scene decisamente convenzionali che disinnescano le potenzialità dell'autore. Il film ha comunque una sua tenuta, anche grazie a Marinelli che, senza che la sua interpretazione sia davvero memorabile, mostar ad ogni fotogramma di credere nel compito che gli è stato assegnato.
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stefania
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domenica 15 settembre 2019
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assolutamente da vedere
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Il film mi è piaciuto molto. L’esperimento della trasposizione da San Francisco a Napoli è, a mio parere, perfettamente riuscito ed anzi da’ un colore del tutto nuovo alla vicenda di Martin. Si apprezza una scrittura accurata, una bella fotografia ed una rilevante ricerca d’archivio. Quella che non ho apprezzato è la scelta della protagonista femminile, che non mi è parsa all’altezza ne’ del film ne’ dell’interpretazione di Marinelli, superbamente allucinata. Peccato. Ma è un film da vedere assolutamente
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frankmoovie
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domenica 15 settembre 2019
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il pane e il sugo ...
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Può un romanzo del 1909 scritto da Jack London, diventare un film di attualità, da gustare e assorbire? “Martin Eden”, lo dico subito, è un bel film, appena presentato a Venezia, che evidenzia come un giovane non istruito, costretto dalla condizione familiare a lavorare fin da bambino, possa con la forza di volontà e quella dell’amore, evolvere le sue conoscenze e la sua personalità, facendo trionfare la cultura sull’individualismo materiale, sognando, come l’autore del romanzo e il regista stesso di questo film, Pietro Marcello, di cambiare con la testardaggine la propria vita e da quasi analfabeta tentare di essere uno scrittore.
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Può un romanzo del 1909 scritto da Jack London, diventare un film di attualità, da gustare e assorbire? “Martin Eden”, lo dico subito, è un bel film, appena presentato a Venezia, che evidenzia come un giovane non istruito, costretto dalla condizione familiare a lavorare fin da bambino, possa con la forza di volontà e quella dell’amore, evolvere le sue conoscenze e la sua personalità, facendo trionfare la cultura sull’individualismo materiale, sognando, come l’autore del romanzo e il regista stesso di questo film, Pietro Marcello, di cambiare con la testardaggine la propria vita e da quasi analfabeta tentare di essere uno scrittore. Come al solito, non illustro la trama, e mi limito a dire che il film insegna allo spettatore molti concetti e aspetti della vita personale, degli affetti e dell’amore, della vita sociale e politica che incontriamo nel quotidiano senza, forse, farci caso. E l’aiuto verso i meno abbienti, verso ideali ritenuti giusti, come il socialismo di quei tempi, verso i “diversi” fa da sottofondo alla storia del giovane Eden. Come l’ambientazione a Napoli, che il regista ha scelto, essendo luogo ricco di contrasti, di povertà, fantasia, orgoglio, voglia di riscatto, sempre cangiante … una città che rappresenta il “mondo”. Bello il montaggio di spezzoni di film d’epoche passate, inseriti nella pellicola con maestria, evidenziando passato e presente, come stupenda è la colonna sonora che alterna brani di canzoni italiana con quelli di Debussy, maestro del simbolismo musicale. Buona la scelta degli attori d’esperienza napoletani: Autilia Ranieri, Gaetano Bruno, la stupenda Carmen Pommella. Carlo Cecchi, Marco Leonardi e tanti altri contribuiscono con sicurezza per dar forza ai loro personaggi. Un po’ scialba Jessica Cressy, più avvincenti le altre donne, anche quelle con poche parti … Una menzione straordinaria a Luca Marinelli che vedevo già da tempo (esempio nei panni di Fabrizio de Andrè, nella fiction o in La grande bellezza …) come attore promettente, in crescita continua, intenso e penetrante nei personaggi da interpretare e nella loro mente, oggi veramente grande e con mio grande piacere, alla Mostra del cinema di Venezia ha vinto il Premio Volpi come miglior attore: una volta tanto, un premio al vero merito … Per finire, ho segnato una frase che mi ha colpito per la sua attualità: quando il protagonista spiega a tavola, davanti a un piatto di maccheroni, l’importanza delle conoscenze, dice ” … se il pane è l’istruzione e il sugo la povertà, bagnando il pane nel sugo, la povertà sparisce…”. Pensateci.
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vincenzo ambriola
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sabato 14 settembre 2019
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bruciato dal sole
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Di Martin Eden si sa molto, quasi tutto: marinaio quasi analfabeta; inizia a studiare per amore e a scrivere per passione; dopo essere stato inizialmente rifiutato dal mondo editoriale improvvisamente diventa famoso e ricco; sconvolto da questo capovolgimento sociale perde contatto con il mondo e, alla fine, nuota verso il sole che tramonta. Il film racconta con precisione questa storia, ma cambiandone sia l'ambientazione geografica (Napoli anziché San Francisco) che quella temporale (praticamente tutta la prima parte del secolo scorso). La scelta di inframmezzare la narrazione principale con spezzoni di filmati d'epoca, di cambiare in continuazione le tecniche di ripresa, fa sobbalzare lo spettatore, costringendolo a una continua messa a fuoco di ciò che sta vedendo.
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Di Martin Eden si sa molto, quasi tutto: marinaio quasi analfabeta; inizia a studiare per amore e a scrivere per passione; dopo essere stato inizialmente rifiutato dal mondo editoriale improvvisamente diventa famoso e ricco; sconvolto da questo capovolgimento sociale perde contatto con il mondo e, alla fine, nuota verso il sole che tramonta. Il film racconta con precisione questa storia, ma cambiandone sia l'ambientazione geografica (Napoli anziché San Francisco) che quella temporale (praticamente tutta la prima parte del secolo scorso). La scelta di inframmezzare la narrazione principale con spezzoni di filmati d'epoca, di cambiare in continuazione le tecniche di ripresa, fa sobbalzare lo spettatore, costringendolo a una continua messa a fuoco di ciò che sta vedendo. Ma è proprio questo sussultare che agisce da filo guida, che permette di capire lo stato d'animo di Martin Eden, quando prende coscienza di un immenso mondo, quello culturale in generale e letterario in particolare, che ignorava. La rabbia che prova per esserne stato escluso e il desiderio di farne parte, di dimostrare a se stesso prima di tutto, e agli altri subito dopo, che ciò che conta è l'individuo e non l'infrastruttura sociale che lo contiene. Sarà la scoperta che questa infrastruttura non ha problemi ad accoglierlo, a renderlo asse portante e, quindi, sua parte integrante, a sconvolgere il nostro Martin Eden. E il film cerca di stare dietro a tutto ciò, presentandoci nella prima parte una Napoli meravigliosa, parlandoci nel suo dialetto, mostrandoci i suoi volti e le sue sofferenze. Nella seconda parte Marcello rompe gli schemi appena costruiti, esagerando la forza espressiva di un bravissimo Marinelli, trasformato in uno zombie accecato dalle droghe, dal successo e da se stesso. E così racconta l'essenza di Martin Eden, che ha voluto imparare a volare ma che è stato bruciato dal sole.
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flaw54
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venerdì 13 settembre 2019
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puramente estetico
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Film noioso, monotono e barocco. Recitazione forzata e sempre sopra le righe, specialmente quella di Marinelli. La trasposizione a Napoli non è riuscita. Ho trovato poco di Jack London.
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inesperto
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mercoledì 11 settembre 2019
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dalla cultura al cinismo
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Una fame insaziabile d'istruzione che sfocia nella cinica comprensione della realtà. A ciò, e per causa di ciò, si collega un amore romantico che si trasforma in un amore rabbioso e, infine, in una totale presa di distanza. Un chiaro barlume di coscienza di classe che viene, tuttavia, inquinato da un'atavica propensione all'individualismo. Questa è la storia del percorso seguito da una volontà incrollabile, dotata di un'intelligenza fuori dal comune ed arricchita da una preponderanza fisica notevole. E' la vita di Martin Eden; e Marinelli è magistrale nell'illustrarla. Complimenti.
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mauridal
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martedì 10 settembre 2019
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martin stracult
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Quando uno scrittore come Jack London che definire “maledetto” è ben poco , si trasforma come esempio per il suo stesso personaggio Martin Eden . e quando poi quest’ ultimo diventa un ulteriore trasposizione cinematografica , rielaborata dal duo Braucci e Marcello , ovvero sceneggiatore e regista del film Martin Eden, allora il risultato finale è un film che definire stramaledetto ,è ben poco. Ma potrebbe anche definirsi un film stracult tanto per essere in gergo cinemetropolitano.
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Quando uno scrittore come Jack London che definire “maledetto” è ben poco , si trasforma come esempio per il suo stesso personaggio Martin Eden . e quando poi quest’ ultimo diventa un ulteriore trasposizione cinematografica , rielaborata dal duo Braucci e Marcello , ovvero sceneggiatore e regista del film Martin Eden, allora il risultato finale è un film che definire stramaledetto ,è ben poco. Ma potrebbe anche definirsi un film stracult tanto per essere in gergo cinemetropolitano. La vicenda è già stranota ! infatti, un umile e ignorante marinaio vuole diventare scrittore ,dopo l’incontro con la femmina fatale . Bastava questo per imbastire un gradevole e potabile racconto sceneggiato per un film dal grande pubblico e con un attore protagonista , accattivante per ottenere consensi unanimi. Invece Marcello regista e Braucci sceneggiatore non vogliono un film facile, anzi in base alla loro esperienza culturale e politico ideologica vogliono un film che manifesti tutta la loro piena convinzione che uno come Martin Eden doveva essere un personaggio moderno e antico , maledetto e buon uomo romantico, socialista e anarchico insomma tutto e il suo contrario. Almeno nella accezione di contrario che usiamo nel linguaggio comune. La vicenda così si complica , e dall’originale romanzo americano ci ritroviamo con un Martin Eden napoletano e ambientato in una Napoli tra 1800 e 1900 con accurate immagini e inserti documentari che impreziosiscono e allentano la tensione ideologica dei dialoghi e delle situazioni a volte incoerenti come infine è il personaggio Martin . Poteva mai il protagonista di un film interpretato dalla faccia e l’espressione di Luca Martinelli attore collaudato per eroi maledetti, essere una brava persona? Mai scelta fu più felice, attore e personaggio coincidono o quasi , ma forse coincide tutto , regista e sceneggiatore , la città di Napoli , ieri oggi e forse domani, il realismo , e la magia irreale , la sceneggiata e il melodramma e chissà quante altre cose invisibili a noi comuni spettatori di cinema in sala piccola. Dunque un film per pochi ma buoni , con un leggero avviso lasciate ogni pregiudizio quando guardate , magari abbandonatevi alla storia d’amore che con Jessica dall’accento francese e le altre belle donne che circondano Martin forse mitigano il pieno di serbatoio d’incertezza che lascia il finale , tutto da meditare. (mauridal)
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joker91
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martedì 10 settembre 2019
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bel film
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Libera trasposizione del capolavoro di Jack London. Non era facile,il film è bello e Marinelli offre una grande interpretazione.
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fabiofeli
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martedì 10 settembre 2019
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'e stelle, 'e criature, 'e ffemmene
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Martin Eden (Luca Marinelli) è un personaggio con alcuni caratteri autobiografici creato dallo scrittore Jack London (1874 – 1916), prolifico autore americano di romanzi e racconti di grande successo, tra i quali Zanna Bianca e Il richiamo della foresta. Nel film il giovane è un marinaio che affronta un energumeno che sta picchiando sulla banchina del porto un ragazzo di famiglia borghese. La vita di Martin è segnata dall’invito a pranzo: si innamora all’istante di Elena (Jessica Cressy), sorella del ragazzo difeso.
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Martin Eden (Luca Marinelli) è un personaggio con alcuni caratteri autobiografici creato dallo scrittore Jack London (1874 – 1916), prolifico autore americano di romanzi e racconti di grande successo, tra i quali Zanna Bianca e Il richiamo della foresta. Nel film il giovane è un marinaio che affronta un energumeno che sta picchiando sulla banchina del porto un ragazzo di famiglia borghese. La vita di Martin è segnata dall’invito a pranzo: si innamora all’istante di Elena (Jessica Cressy), sorella del ragazzo difeso. Scoprire il mondo dei ricchi, i loro gusti e la loro cultura è una spinta per Martin, che ha frequentato solo le elementari e si è imbarcato a 11 anni, a riprendere gli studi per diventare scrittore; vuole sentirsi all’altezza di Elena, anche se lo separano da lei cultura, idee e ceto sociale. Il film parte dal comizio del 1° maggio 1920 tenuto a Savona dall’anarchico Malatesta …
Pietro Marcello, già autore del bel film-favola “Bella e Perduta”, sull’Italia agricola e pastorale svanita, si avvale della grande recitazione di Luca Marinelli (miglior protagonista a Venezia 76° e un curriculum cinematografico già molto denso); rivisita il successo editoriale del 1909 di London ambientandolo a Napoli, negli anni di fine secolo XIX e inizio XX, con le questioni politiche poste dal marxismo sulla lotta di classe e le risposte date dall’anarchia o dall’evoluzionismo storico propugnato da Spencer. Il montaggio tra materiali di cineteca e scene girate in un set immaginato e/o ricostruito opera un continuo andirivieni temporale, mescolando passato e presente, battendo molte direzioni imboccate della Storia che sembravano strade maestre e si sono rivelate vicoli ciechi, ad esempio il dibattito politico tra interventismo nella prima guerra mondiale e neutralismo; oppure il riformismo socialista del capitalismo illustrato con il paradosso evocato da Stig Dagerman nella poesia Attenti al cane sul risparmio della spesa sociale per persone che vivono di sussidi “abbattendo i poveri” o le scelte radicali con la presa del potere delle classi subalterne, in seguito soggiogate da un dittatore per niente illuminato; o anche la mostruosa catastrofe della seconda guerra mondiale preparata dai populismi fascisti e nazisti; o le emigrazioni di persone all’interno di uno stato o verso altri stati in risposta a mancanza di lavoro, ricchezze, acqua in un luogo e un’urgente necessità di manodopera in un altro con l’effetto collaterale della migrazione del capitale in senso inverso dalle nazioni industrialmente più sviluppate a quelle dove il costo del lavoro è molto più basso. Che direzione deve scegliere Martin? Dovrebbe dare retta all’amico Russ Brissenden (Carlo Cecchi), che lo invita a imbarcarsi di nuovo lasciando la letteratura fonte di notorietà e denaro ma che lo distruggerà? Martin comincia a nuotare nel mare e ogni spettatore del film deve immaginare cosa cercherà di fare. La cura di ambientazione, montaggio, sceneggiatura è notevole; trama e meticolosità nel filmare fanno pensare al Barry Lyndon di Kubrick; l’utilizzo delle “interviste” a Elena riprende lo stile di Godard. La pellicola entra nella nuova recentissima ondata di pregio del Cinema Italiano (Dogman di Garrone, Capri-Revolution di Martone al quale Marcello “deve” qualcosa, Manuel di Albertini); forse esageriamo. Ma è un film imperdibile.
Valutazione **** e ½
FabioFeli
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(di goldy)
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[+] 'e stelle, 'e criature, ' ffemmene
(di fabiofeli)
[ - ] 'e stelle, 'e criature, ' ffemmene
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