maurizio.meres
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giovedì 6 dicembre 2018
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la circostanza imprevedibile
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Tratto da un libro e rivisitato è riprodotto da un film Spagnolo di eccezionale successo,tutta la storia gira intorno al dialogo tra l'imputato è una avvocatessa,le contrapposizioni che scaturiscono nel colloquio danno vita ad un racconto di assoluta efficacia emotiva e con una giusta tensione ,il tempo diventa fondamentale in una rivisitazione di più ipotesi tutte incentrate nel dare il vero senso allo svolgersi dei fatti,e trovare la soluzione ad un complicatissimo doppio omicidio dove si incentrano e non per caso se non l'atto iniziale le vite dei vari personaggi.
Le loro ansie,la loro disperazione,il senso del potere nell'ottenere l'impossibile diventano la parte più profonda della sceneggiatura accompagnata da una bellissima ambientazione con una fotografia che diventa parte integrante e fondamentale per la suspense,la bellezza del film è nel dialogo tra l'avvocatessa e il presunto imputato la risoluzione è tutta concentrata nelle parole che si contrappongono in una sorta di sfida,dove l'intelligenza e la scaltrezza non lasciano scampo ad una incredulità ambigua.
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Tratto da un libro e rivisitato è riprodotto da un film Spagnolo di eccezionale successo,tutta la storia gira intorno al dialogo tra l'imputato è una avvocatessa,le contrapposizioni che scaturiscono nel colloquio danno vita ad un racconto di assoluta efficacia emotiva e con una giusta tensione ,il tempo diventa fondamentale in una rivisitazione di più ipotesi tutte incentrate nel dare il vero senso allo svolgersi dei fatti,e trovare la soluzione ad un complicatissimo doppio omicidio dove si incentrano e non per caso se non l'atto iniziale le vite dei vari personaggi.
Le loro ansie,la loro disperazione,il senso del potere nell'ottenere l'impossibile diventano la parte più profonda della sceneggiatura accompagnata da una bellissima ambientazione con una fotografia che diventa parte integrante e fondamentale per la suspense,la bellezza del film è nel dialogo tra l'avvocatessa e il presunto imputato la risoluzione è tutta concentrata nelle parole che si contrappongono in una sorta di sfida,dove l'intelligenza e la scaltrezza non lasciano scampo ad una incredulità ambigua.
Bravissimi tutti gli attori in particolare un Bentivoglio in ottima forma,film assolutamente da non raccontare,consigliato.
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samanta
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giovedì 20 dicembre 2018
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i testimoni impassibili
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Il film è un remake del film spagnolo Contratiempo uscito pochi anni fa e che ebbe successo, non avendolo visto non posso fare confronti. Il film appartiene al giallo classico che si svolge in prevalenza in ambienti chiusi, anche se ci sono numerosi scorsi dei paesaggi bellissimi del Trentino. La regia è di Stefano Mordini che sebbene non più giovanissimo ha un curriculum cinematografico abbastanza ridotto ed è anche il cosceneggiatore.
E' un giallo classico forse con qualche venatura di thriller, certamente non è un film d'azione. La trama: Adriano (Riccardo Scamarcio) è un indusriale di successo sposato e con figlio, ha un amante Laura (Miriam Leone) anch'essa sposata, all'inizio del film viene trovato in una stanza di albergo con l'amante morta e lui ferito, ma la stanza è chiusa dall'interno e le finestre chiuse, accusato di omicidio, in attesa del processo è agli arresti domiciliari.
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Il film è un remake del film spagnolo Contratiempo uscito pochi anni fa e che ebbe successo, non avendolo visto non posso fare confronti. Il film appartiene al giallo classico che si svolge in prevalenza in ambienti chiusi, anche se ci sono numerosi scorsi dei paesaggi bellissimi del Trentino. La regia è di Stefano Mordini che sebbene non più giovanissimo ha un curriculum cinematografico abbastanza ridotto ed è anche il cosceneggiatore.
E' un giallo classico forse con qualche venatura di thriller, certamente non è un film d'azione. La trama: Adriano (Riccardo Scamarcio) è un indusriale di successo sposato e con figlio, ha un amante Laura (Miriam Leone) anch'essa sposata, all'inizio del film viene trovato in una stanza di albergo con l'amante morta e lui ferito, ma la stanza è chiusa dall'interno e le finestre chiuse, accusato di omicidio, in attesa del processo è agli arresti domiciliari. In casa riceve la visita di una celebre avvocato: Virginia Ferrara (Maria Paiato) di supporto al suo legale, che gli chiede di raccontargli la realtà dei fatti e qui inizia un lungo flash back alternato ai i dialoghi tra Adriano e l'avvocato.
Tutto cominciò alcuni mesi dopo una notte passata insieme dai due amanti in un albergo del Trentino e al ritorno a causa di un cervo che attraversa la strada investono un auto e il conducente di questo muore, decidono di far scomparire il cadavere, qui comincia la vicenda gialla, ma mi interrompo per non compromettere la visione di coloro che non hanno visto il film. La trama è originale e appassiona discretamente lo spettatore che è avvinto dalla vicenda e vuole sapere come va a finire. Diciamo subito che il film in alcuni tratti è un pò noioso e gli squarci bellissimi del Trentino non lo rendono meno pesante, aggrava la situazione la recitazione che lascia perplessi, perché sia Adriano che Laura recitano impassibili come se il dramma non li coinvolgesse e le loro emozioni sono ben poche. Intendiamoci Miriam Leone è abilissima nel farsi pubblicità come attore (vedesi le serie TV di non uccidere che è stata un flop di audience), ma ha una scarsa espressività, il suo atteggiamento abituale è una faccia seria ed impassibile, ma non è Gary Cooper che in High Noon pure rimanendo impassibile, il suo volto rivelava una quantità di emozioni, avrebbe bisogno di frequentare una buona scuola di recitazione. Mi ha stupito Scamarcio, che è un buon attore, ma sembra che il regista volesse che gli attori trattenessero le emozioni, secondo me questo è un errore, in quanto il film perde di interesse e la storia sarebbe diventa meno avvincente. Quanto al film ci sono alcune incongruenze: ad esempio l'avvocato Ferrara non si comporta come un avvocato, ma come un buon attore che recita una parte e che potrebbe essere un qualsiasi altro personaggio, ovvero non si comprende perché Laura si porti dietro il cellulare del morto che squilla nei momenti meno opportuni, anche il finale a sorpresa è veramente poco credibile. Si tratta quindi di un film che se il regista avesse sviluppato l'aspetto drammatico e non si fosse limitato a dirigere come fosse un documentario (in origine era un documentarista) certamente avrebbe realizzato uno spettacolo ottimo. Buona la recitazione della Maria Paiato e di Fabrizio Bentivoglio che interpreta il padre dell'ucciso.
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[+] viva l'originale! abbasso il remake!
(di stramonio70)
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(di flaw54)
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(di cicciovictor)
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nino pellino
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giovedì 20 dicembre 2018
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thriller solido dallo stile americano
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Premesso che non posso fare paragoni con il film spagnolo uscito due anni fa che ha ispirato questa pellicola del regista Stefano Mordini, mi sento di dire che il film è stato ben diretto. Ho trovato la trama e l'interpretazione, nonchè ovviamente lo stile della regia, di buon livello. Il film chiaramente è un thriller in cui bisogna scoprire il colpevole e gli indizi che ci portano a svelare l'arcano spesso sono contradditori e cambiano continuamente direzione. Alla fine si giungerà ad un finale che riserva una sorpresa e in cui appare evidente il palese stile americano di questa pellicola che accompagna lo spettatore sin dalle prime sequenze. Complimenti in ogni caso all'attrice Maria Paiato in una sorprendente interpretazione che rappresenta la ve
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Premesso che non posso fare paragoni con il film spagnolo uscito due anni fa che ha ispirato questa pellicola del regista Stefano Mordini, mi sento di dire che il film è stato ben diretto. Ho trovato la trama e l'interpretazione, nonchè ovviamente lo stile della regia, di buon livello. Il film chiaramente è un thriller in cui bisogna scoprire il colpevole e gli indizi che ci portano a svelare l'arcano spesso sono contradditori e cambiano continuamente direzione. Alla fine si giungerà ad un finale che riserva una sorpresa e in cui appare evidente il palese stile americano di questa pellicola che accompagna lo spettatore sin dalle prime sequenze. Complimenti in ogni caso all'attrice Maria Paiato in una sorprendente interpretazione che rappresenta la vera forza e sostanza di questa prova cinematografica del regista Stefano Mordini
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hulk1
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giovedì 25 luglio 2019
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la buona volontà non basta
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Nonostante due evidenti citazioni, tratte da capolavori di due maestri , l'affondamento dell'auto da psyco, la Leone cosparsa da biglietti di banca dal Diabolik di mario Bava, abbiamo perso il tocco.
Chi ha recensito il film in questo forum deve essere 'Fotunatamente molto giovane', il nostro cinema di genere si è sempre nutrito, ha sempre cannibalizzato, i successi stranieri, spesso andando oltre egli originali , dato che di genere, di triller stiamo parlando, quindi che esista un 'origilnale' ha valore relativo per le nostre vecchie prassi.
Ormai il format televisivo castra qualsiasi buona intenzione, anche se l'autore da buon cinefilo, cita e tenta di forzare i soliti schemi.
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Nonostante due evidenti citazioni, tratte da capolavori di due maestri , l'affondamento dell'auto da psyco, la Leone cosparsa da biglietti di banca dal Diabolik di mario Bava, abbiamo perso il tocco.
Chi ha recensito il film in questo forum deve essere 'Fotunatamente molto giovane', il nostro cinema di genere si è sempre nutrito, ha sempre cannibalizzato, i successi stranieri, spesso andando oltre egli originali , dato che di genere, di triller stiamo parlando, quindi che esista un 'origilnale' ha valore relativo per le nostre vecchie prassi.
Ormai il format televisivo castra qualsiasi buona intenzione, anche se l'autore da buon cinefilo, cita e tenta di forzare i soliti schemi.
Il film a volte è ingenuo, i colpi di scena sono telefonati, forse intenzionalmente ,dialoghi didascalici, ma sembra che l'autore tema di trovarsi difronte un pubblico generalista, televisivo, italiano, oramai non più abituato ad utilizzare il cervello. .
Chi invece come i recensori, gli spettatori di questo forum , il cinema lo conosce, magari solo i grandi autori, Bellocchio, Antonioni, Bertolucci etc e schifa il nostro glorioso e geniale cinema di genere, si accorge dei limiti di queste operazioni.
Scamarcio sta crescendo, si sta specializzando nel noir, unico genere praticabile dalla nostra miseria produttiva, mai un tentativo nella fantascienza ad esempio , costa troppo, solo commediole idiote, regressive, spesso reazionarie, oppure operazioni come queste coraggiose, ma ripeto castrate in partenza.
Bentivoglio è da sempre una sicurezza, la moglie, l'atrtrice che la inerpreta ha tutti i difetti degli attori teatrali prestati al cinema, sempre sopra le righe etc. anche in aquesto caso il travestimento 'Assolutamente ridicolo' Arriva da Psyco, dalle opere di De Palma , da una serie di film che rifacendosi al capolavoro del genio Inglese, utliizzavano questo improbabile travestimento, cinque corpi senza testa ,ad esempio se non ricordo male.
Miriam Leone non vale niente, ma è perfettamente in linea con l' ormai trentennale miseria nostrana
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jonnylogan
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lunedì 29 luglio 2019
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chi è senza peccato ..
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Il giovane imprenditore milanese Adriano Doria nel corso di una serata dovrà creare la propria linea di difesa assieme a Virginia Ferrara, penalista nota per non aver mai perso una causa. Doria è accusato dell’omicidio di Laura Vitale, la sua amante, trovata morta in una camera d’albergo nel quale Adriano era al suo fianco svenuto.
Pensare lateralmente per riuscire a trovare risposte a qualunque enigma. È questa la chiave di lettura di una pellicola passata colpevolmente in sordina nel corso dello scorso inverno e che una volta riscoperta ci restituisce una trama attenta, ben bilanciata, con protagonisti che non sbagliano battute e tempi di recitazione, fra i quali spiccano Riccardo Scamarcio, nuovamente diretto da Mordini dopo Pericle il Nero, e anche un eccellente Fabrizio Bentivoglio.
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Il giovane imprenditore milanese Adriano Doria nel corso di una serata dovrà creare la propria linea di difesa assieme a Virginia Ferrara, penalista nota per non aver mai perso una causa. Doria è accusato dell’omicidio di Laura Vitale, la sua amante, trovata morta in una camera d’albergo nel quale Adriano era al suo fianco svenuto.
Pensare lateralmente per riuscire a trovare risposte a qualunque enigma. È questa la chiave di lettura di una pellicola passata colpevolmente in sordina nel corso dello scorso inverno e che una volta riscoperta ci restituisce una trama attenta, ben bilanciata, con protagonisti che non sbagliano battute e tempi di recitazione, fra i quali spiccano Riccardo Scamarcio, nuovamente diretto da Mordini dopo Pericle il Nero, e anche un eccellente Fabrizio Bentivoglio. Una pellicola nel corso della quale ogni inquadratura è unita una lentezza non certo macchinosa ma necessaria ad impreziosire una trama che si muove e si riannoda in un eterno flash-back. Le confessioni di Adriano Doria sono difatti sentenze che velocemente si sposano al paesaggio livido e invernale nel quale si dipana la sceneggiatura scritta e diretta da Stefano Mordini che rimette mano al film spagnolo del 2016: Contrattempo, diretto da Oriol Paulo, e distribuito in Italia solamente grazie a Netflix, riscrivendone la trama a quattro mani assieme ad Alessandro Catoni e donandogli una veste italiana ma con un taglio altrettanto internazionale degno di una pellicola di Kurosawa. Facile vedere nelle versioni progressivamente contrastanti di Adriano Scamarcio Doria le pieghe di Rashomon, o al tempo stesso di Schegge di Paura, pellicola giocata perennemente sul duplice piano di colpevolezza e innocenza. Film che colpisce come un diretto al centro dello stomaco, che appassiona sino all’ultima inquadratura, e per il quale si può trovare un difetto solamente perché perfettamente ricalcato sull’originale.
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spione
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lunedì 7 gennaio 2019
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guardabile con riserve
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Godibile e consigliabile per una visione motivata dal puro intrattenimento: il film ha il ritmo giusto e riesce a mantenere viva la tensione fino all'epilogo.
Ecco di seguito le mie riserve:
- il genere "giallo" mi ha sempre respinto. È un problema mio, lo so;
- Scamarcio e la Leone hanno sempre la stessa espressione da merce esposta al mercato ittico, indipendentemente dal livello di drammaticità della scena. La Leone, almeno, ha l'attenuante di non tirarsela troppo con pose da grande attrice;
- [spoiler] in alcuni momenti è evitabilmente didascalico (le scene in cui appaiono i telegiornali sullo sfondo).
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Godibile e consigliabile per una visione motivata dal puro intrattenimento: il film ha il ritmo giusto e riesce a mantenere viva la tensione fino all'epilogo.
Ecco di seguito le mie riserve:
- il genere "giallo" mi ha sempre respinto. È un problema mio, lo so;
- Scamarcio e la Leone hanno sempre la stessa espressione da merce esposta al mercato ittico, indipendentemente dal livello di drammaticità della scena. La Leone, almeno, ha l'attenuante di non tirarsela troppo con pose da grande attrice;
- [spoiler] in alcuni momenti è evitabilmente didascalico (le scene in cui appaiono i telegiornali sullo sfondo). La sceneggiatura poi, pur ben costruita, ha inevitabilmente delle debolezze, prima tra tutte la naturalezza con cui la madre del ragazzo "usurpa" i panni dell'avvocatessa, senza tradire turbamenti emotivi neppure nel momento in cui apprende che il figlio, al momento del lancio nel vuoto della macchina, era ancora vivo (va bene che era stata un'attrice dilettante, ma insomma...);
- last and most important: come hanno detto in molti, esiste già l'originale, e ha solo due anni di vita! Sto pensando a un remake che mi abbia convinto ma non mi viene in mente nulla. Perfino i fratelli Coen, per quanto mi riguarda, hanno fallito in questo compito probabilmente impossibile (qui sottoscrivo e, nel pieno possesso delle mie sempre più ridotte facoltà mentali, mi assumo la piena e completa responsabilità di quest'ultima affermazione).
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achab50
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lunedì 14 giugno 2021
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attori e cani (più cani)
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Non arrivo al punto di chiedere il carcere per il regista, ma un trimestre di domiciliari non potrebbe che fargli bene.
Ci sono tante e tali incongruenze da trasformare quello che voleva essere un giallo in un film comico. Un manager (perchè queste cose succedono solo ai manager) è in gita con l'amante e su una strada di montagna ha un incidente nemmeno troppo grave con un'auto che procedeva in senso opposto. In senso opposto sottolineo, perchè alla seconda inquadratura le due auto sono orientate nello stesso senso, una svista? Andiamo avanti. Il disgraziato che ha graffiato il mega-Suv del manager è privo di sensi nella sua auto e viene dichiarato morto a prima vista.
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Non arrivo al punto di chiedere il carcere per il regista, ma un trimestre di domiciliari non potrebbe che fargli bene.
Ci sono tante e tali incongruenze da trasformare quello che voleva essere un giallo in un film comico. Un manager (perchè queste cose succedono solo ai manager) è in gita con l'amante e su una strada di montagna ha un incidente nemmeno troppo grave con un'auto che procedeva in senso opposto. In senso opposto sottolineo, perchè alla seconda inquadratura le due auto sono orientate nello stesso senso, una svista? Andiamo avanti. Il disgraziato che ha graffiato il mega-Suv del manager è privo di sensi nella sua auto e viene dichiarato morto a prima vista. Il protagonista tenta di scappare (perchè?) ma, come nei peggiori B movie americani, l'auto non parte, allora lascia lì la sciacquina, si infila nell'auto del morto e guida per un'ora. Arriva in senso contrario un vecchio signore che si ferma dalla bella ragazza ferma nel suv; decide di trainarla ed alla successiva inquadratura le auto sono nello stesso senso di marcia (visto che è ai domiciliari, il regista potrebbe usufruire vantaggiosamente di un aiuto psichiatrico) e via di questo passo; la vicenda è talmente inverosimile che la curiosità si concentra sul prossimo svarione. A ringraziare il cielo l'attesa viene più e più volte ripagata.
Ma questo non è il peggio, perchè Scamarcio, oltre ad essere inespressivo, invece di parlare bofonchia ed i due terzi delle parole che pronuncia sono incomprensibili, perchè lui l'accademia d'arte drammatica non sa neanche dove stia di casa, ma gli avrebbe insegnato come si parla (in teatro) sussurrando ma facendosi sentire fino all'ultima fila di poltrone. Meglio la povera Miriam Leone le cui parole incomprensibili sono solo la metà, ma in compenso è carina assai, espressiva come una bambola biscuit.
Questi non sono attori, ma cani randagi, mentre i due comprimari Fabrizio Bentivoglio e Maria Paiato, che l'accademia l'hanno frequentata, recitano benissimo ed articolano assai bene il fraseggio, perfetti.
Un film da cui stare alla larga, scombinato, pretenzioso, che nemmeno ha saputo copiare l'originale spagnolo.
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(di luzz1986)
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emyliu`
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venerdì 21 dicembre 2018
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noir italico di ampio respiro
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Quando un thriller noir funziona e ti attrae ad ogni fotogramma in un crescendo incalzante fino al colpo di scena finale, allora si può dire che il film é perfettamente riuscito, sia nella buona e in alcuni casi magnifica interpretazione degli attori e, sopratutto, nell'impeccabile regia. Di una bravura davvero impressionante Maria Paiato, un'attrice poco conosciuta ma che deve avere solide basi teatrali, interpreta due ruoli in modo magistrale, la madre della vittima e una sorprendente giurista. Fabrizio Bentivoglio, padre della vittima, é l'ottimo attore di sempre, efficace nel suo stile recitativo dalla timbrica musicale. Miriam Leone, amante dell'accusato, si conferma un'attrice in ascesa che, più di ogni altra Miss Italia, è arrivata al cinema passando per la fiction televisiva, potendo aspirare anche al cinema autoriale.
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Quando un thriller noir funziona e ti attrae ad ogni fotogramma in un crescendo incalzante fino al colpo di scena finale, allora si può dire che il film é perfettamente riuscito, sia nella buona e in alcuni casi magnifica interpretazione degli attori e, sopratutto, nell'impeccabile regia. Di una bravura davvero impressionante Maria Paiato, un'attrice poco conosciuta ma che deve avere solide basi teatrali, interpreta due ruoli in modo magistrale, la madre della vittima e una sorprendente giurista. Fabrizio Bentivoglio, padre della vittima, é l'ottimo attore di sempre, efficace nel suo stile recitativo dalla timbrica musicale. Miriam Leone, amante dell'accusato, si conferma un'attrice in ascesa che, più di ogni altra Miss Italia, è arrivata al cinema passando per la fiction televisiva, potendo aspirare anche al cinema autoriale. E concludendo il quartetto degli interpreti principali, Riccardo Scamarcio, nel ruolo del protagonista imprenditore accusato di omicidio, che ancor prima di ''Loro'' di Sorrentino si era già riscattato dal pregiudizio di essere solo un belloccio un pò lesso, si riafferma come attore dalla recitazione morbida e nel contempo incisiva. Il complesso congegno della trama, che ricorda i migliori gialli di Agatha Christie, rende questo bel film di genere diretto da Stefano Mordini, decisamente da vedere, anzi, imperdibile. E pensare che non mi attraeva tanto il trailer, probabilmente anche condizionato dai pregiudizi sul Cinema Italiano che, anche nei migliori casi, rimane quasi sempre radicato ad una certa italianità provinciale. Poco sperimentando il vero Cinema, non dico di respiro universale, come i nostri pochi grandi maestri e autori da Bertolucci ad Antonioni, passando per l'ombelico psicanalitico di Bellocchio, fino ad ascendere all'Olimpo di Fellini e Pasolini, ma più semplicemente producendo buoni film di genere che possano varcare i confini italici. Come questo. Parola di Emyliù.
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(di strope)
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(di emyliu`)
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[+] film noioso e thriller inutile
(di francesca)
[ - ] film noioso e thriller inutile
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