Un film che omaggia Bernini attraverso la potenza delle immagini: la perfezione non può essere spiegata. Recensione di Rossella Farinotti, legge Alfredo Calicchio.
di A cura della redazione
Gli artisti che restituiscono nuovi punti di vista sulle cose, differenti prospettive, sono quelli che cambiano la storia. Gian Lorenzo Bernini è uno di questi. È stato un rivoluzionario per il talento stilistico e per il modo in cui ha personalizzato i suoi soggetti: non più miti tutti uguali, ma donne e uomini dalle espressioni umane e dalle azioni in movimento, seppur in una materia scolpita e ferma.
Il documentario si focalizza sui capolavori della mostra a Villa Borghese, analizzati dalla storica dell'arte Anna Coliva, che rende la materia marmorea una fonte di narrazione in movimento. Ancora oggi non c'è spiegazione nella perfezione di alcune forme e dettagli scolpiti dal maestro.
Bernini ha lavorato sulla multiformità e sulla verità della natura. Come non ha poi fatto nessun altro.
In occasione dell'uscita al cinema di Bernini, in sala dal 12 al 14 novembre, Alfredo Calicchio interpreta la recensione di Rossella Farinotti.