As I Lay Dying

Per rispettare le ultime volontà del padre appena deceduto, tre fratelli, a cui si aggiunge una sorella, portano il suo cadavere in auto in un villaggio nel mezzo del nulla. Il caldo e la lunghezza del viaggio rendono l’esperienza difficile da sostenere, in particolare quando il corpo inizia a decomporsi. La rivalità che è sempre esistita tra il primogenito e il fratello ultimo nato si fa sempre più esplicita e rancorosa.

Mustafa Sayari, al suo primo lungometraggio, sceglie di proporre un on the road con cadavere al seguito.

Il tema non è nuovo ma originale è invece la modalità con cui il regista e co-sceneggiatore lo affronta. Alla base c’è la figura paterna che in Iran, in modo particolare, ha un ruolo di grande rilievo all’interno della famiglia. Il padre del film non era amato nel luogo in cui abitava dopo che alcuni dipendenti della sua impresa erano morti. La colpa era stata attribuita a lui e sembrerebbe quindi avere una motivazione la richiesta di essere sepolto in un altro luogo. Depositario di questa volontà è però l’unico figlio (di secondo letto) rimastogli accanto per anni assistendolo. Il primogenito lo ha sempre odiato ma si è ben guardato dal sostituirlo nello stare vicino al genitore. Ora però diffida di lui e delle sue intenzioni cercando di indurre i fratelli (e lo spettatore in sala) a fare altrettanto.

In mezzo ci sono un fratello più giovane che sa ben poco dei segreti di famiglia e una sorella che ne è accorta depositaria. La decomposizione del cadavere sembra avvenire in parallelo con quella del nucleo familiare mentre le due auto percorrono un paesaggio desolato come i rapporti che intercorrono tra i suoi componenti. 