pigi51
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sabato 9 aprile 2022
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un road movie irreale
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Niente di che, ma meglio di niente. Un film del 2017 che sembra diretto più da un grande Gigi Proietti che da Alessandro Gassman che lo firma come regia ; un road movie di uno scrittore con tutta la famiglia per ritirare il Nobel per la letteratura in Svezia, passando per l'Austria e la Germania dove incontrano fantasiose amanti del tempo perduto, mucche al pascolo, saune a cielo aperto e strade di provincia deserte in mezzo alle foreste. Un "Viaggio con papà" che si trascina in maniera irreale, aspettando dei colpi di scena che si trasformano in gags da avanspettacolo, fino al teatrino finale della cena di gala con tanto di inchino di tutta la famiglia che si tiene per mano verso il pubblico che applaude.
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Niente di che, ma meglio di niente. Un film del 2017 che sembra diretto più da un grande Gigi Proietti che da Alessandro Gassman che lo firma come regia ; un road movie di uno scrittore con tutta la famiglia per ritirare il Nobel per la letteratura in Svezia, passando per l'Austria e la Germania dove incontrano fantasiose amanti del tempo perduto, mucche al pascolo, saune a cielo aperto e strade di provincia deserte in mezzo alle foreste. Un "Viaggio con papà" che si trascina in maniera irreale, aspettando dei colpi di scena che si trasformano in gags da avanspettacolo, fino al teatrino finale della cena di gala con tanto di inchino di tutta la famiglia che si tiene per mano verso il pubblico che applaude. L'archetipo di Vladimir Propp sul viaggio dell'eroe stanca a decollare, proprio perchè qui manca l'eroe, e si vedono solo delle macchiette che a turno si esibiscono nei loro numeri più o meno riusciti.Il finale è ancora più scontato, con un padre che, ancorchè famoso e rispettato, si dimostra peggiore, se possibile, dei figli scapestrati che si è portato appresso.
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pigi51
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sabato 9 aprile 2022
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un road movie irreale
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Niente di che, ma meglio di niente. Un film del 2017 che sembra diretto più da un grande Gigi Proietti che da Alessandro Gassman che lo firma come regia ; un road movie di uno scrittore con tutta la famiglia per ritirare il Nobel per la letteratura in Svezia, passando per l'Austria e la Germania dove incontrano fantasiose amanti del tempo perduto, mucche al pascolo, saune a cielo aperto e strade di provincia deserte in mezzo alle foreste. Un "Viaggio con papà" che si trascina in maniera irreale, aspettando dei colpi di scena che si trasformano in gags da avanspettacolo, fino al teatrino finale della cena di gala con tanto di inchino di tutta la famiglia che si tiene per mano verso il pubblico che applaude.
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Niente di che, ma meglio di niente. Un film del 2017 che sembra diretto più da un grande Gigi Proietti che da Alessandro Gassman che lo firma come regia ; un road movie di uno scrittore con tutta la famiglia per ritirare il Nobel per la letteratura in Svezia, passando per l'Austria e la Germania dove incontrano fantasiose amanti del tempo perduto, mucche al pascolo, saune a cielo aperto e strade di provincia deserte in mezzo alle foreste. Un "Viaggio con papà" che si trascina in maniera irreale, aspettando dei colpi di scena che si trasformano in gags da avanspettacolo, fino al teatrino finale della cena di gala con tanto di inchino di tutta la famiglia che si tiene per mano verso il pubblico che applaude. L'archetipo di Vladimir Propp sul viaggio dell'eroe stanca a decollare, proprio perchè qui manca l'eroe, e si vedono solo delle macchiette che a turno si esibiscono nei loro numeri più o meno riusciti.Il finale è ancora più scontato, con un padre che, ancorchè famoso e rispettato, si dimostra peggiore, se possibile, dei figli scapestrati che si è portato appresso.
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elgatoloco
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martedì 3 novembre 2020
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triste e saggio, talora gigi
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Film di Gassman, ossia Alessandro Gassman, del 2017, questo"Il premio", anche scritto dal regista con Walter Lupo e Alessandro Bruno, che mostra un volto differente di Gigi Proietti, del quale è difficile dire vista la sua recente dipartita.Dirò che dal film emerge la versione triste, malinconica, pensosa del grande attore, identificato soprattutto e in modo improprio come un comico, mentre naturalmente è stato un attore a 360°, avendo affrontato Shakespeare, ma anche altri testi lontanissimi dalla comicità, quale era"Il dio Kurt"di Moravia,,, Del resto anche le famose"Mandrakare", a ben pensarci, avevano sempre anche un co^té triste, riflessivo.
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Film di Gassman, ossia Alessandro Gassman, del 2017, questo"Il premio", anche scritto dal regista con Walter Lupo e Alessandro Bruno, che mostra un volto differente di Gigi Proietti, del quale è difficile dire vista la sua recente dipartita.Dirò che dal film emerge la versione triste, malinconica, pensosa del grande attore, identificato soprattutto e in modo improprio come un comico, mentre naturalmente è stato un attore a 360°, avendo affrontato Shakespeare, ma anche altri testi lontanissimi dalla comicità, quale era"Il dio Kurt"di Moravia,,, Del resto anche le famose"Mandrakare", a ben pensarci, avevano sempre anche un co^té triste, riflessivo... La doppiezza del grande interprete, volendo, la"schisi"dell'attore già benissimo individuata da Denis Diderot nel"Paradosso dell'attore", sempre considerando che in questo caso il film è firmato da vari autori(Gassman, Lupo, Bruno, appunto)e non da Gigi Proietti stesso, anche se ha accettato di esserne il protagonista, con Gassman che, nel ruolo di uno dei figli che fa da"spalla", ANna FOglietta migliore interprete femminile, Rocco Papaleo che, nel ruolo dell'amico, rende una prova"only italian", ossia senza accentuazioni dialettali(credo lucane, nella fattispecie), Erika Blanc che, nel ruolo di una diva ormai al tramonto e malata, si dedica alla criogenesi, aliasall'ormai quasi antico sogno dell'immortalità via ibernazione... Molti temi, per un film comp'lesso senza essere"complicato"dove comunque il ruolo mattatoriale di Proietti emerge nella sua migliore forma(mirabile il discorso quando lo scrittore che interpreta parla a Stoccolma ricevend il Nobel, con tutto il"vissuto"e il"dichiarato"di perfidie invero buone(voluto, certo, l'ossimoro)e di riferimenti infra.familiari. Decisamente in questa"umana avventura"che il mfilm rapppresenta o vuole cercare di rappresentare, il ruolo del"leader"è fortemente accentuato, divenendo"pivotale", in qualche modo, senza che gli altri(ossia le altre intepretazioni)spariscano, ma rispettando una gerarchia di valori che, almneo nello spettacolo, va rispettata....Il rischio dell'autocelebrazione era senz'altro presente, immanente, ma è stato(almeno in gran parte)evitato, diremmo. Rimane il rimpianto per il fatto che Proietti manca, ormai e ne rimane comunque l'immagine che lo schermo riesce a ridarci(seconda possibile lettura della frase di Jean Cocteau, per cui"il cinema è la morte al lavoro"). El Gato
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onufrio
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martedì 12 maggio 2020
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il posto delle fragoline
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Prendendo chiaramente spunto dal celebre capolavoro di Ingmar Bergman, Alessandro Gassmann dirige ed interpreta una commedia sui rapporti umani, in special modo il rapporto tra padre e figli, un padre ingombrante, a tratti assente nella vita dei figli, pronto a ricevere il premio Nobel. Il viaggio verso Stoccolma, rigorosamente in macchina, sarà un modo per analizzarsi, confrontarsi, ma in fin dei conti, nonostante la buona prova corale di un cast ben assortito, la commedia non convince del tutto.
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enzo70
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mercoledì 6 maggio 2020
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l'eterno conflitto tra generazioni
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Giovanni è uno scrittore italiano insignito del Nobel. Bello, ricco, colto e pieno di donne deve raggiungere Stoccolma per ritirare il premio, ma odia la macchina e si fa accompagnare dal suo segretario, Rinaldo, e dai due figli, Oreste e Lucrezia. Ma non sarà un viaggio semplice, perché Giovanni è un uomo ostico, pieno di sé, conscio del valore di quanto ha scritto e non perdona ad Oreste l’ignoranza e a Lucrezia il desiderio di emulare le orme del padre. Gigi Proietti che interpreta Giovanni rende perfettamente il carattere del protagonista della storia che è gradevole. Il tema principale della storia, il conflitto e le incomprensioni tra padri e figli, viene reso bene per una commedia semplice semplice.
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Giovanni è uno scrittore italiano insignito del Nobel. Bello, ricco, colto e pieno di donne deve raggiungere Stoccolma per ritirare il premio, ma odia la macchina e si fa accompagnare dal suo segretario, Rinaldo, e dai due figli, Oreste e Lucrezia. Ma non sarà un viaggio semplice, perché Giovanni è un uomo ostico, pieno di sé, conscio del valore di quanto ha scritto e non perdona ad Oreste l’ignoranza e a Lucrezia il desiderio di emulare le orme del padre. Gigi Proietti che interpreta Giovanni rende perfettamente il carattere del protagonista della storia che è gradevole. Il tema principale della storia, il conflitto e le incomprensioni tra padri e figli, viene reso bene per una commedia semplice semplice.
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felicity
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giovedì 14 novembre 2019
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road movie in bilico tra commedia e dramma
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Il premio è un road movie che sa dosare con intelligenza dramma e commedia, anche grazie ad una felice direzione degli attori.
Tutti in parte, con Gigi Proietti che finalmente si riconcilia con il grande schermo e si offre in una performance a tutto tondo, capace di miscelare l’altezzosità del genio con la sana passione per i piaceri della vita.
La struttura abusata del road movie presenta delle palesi citazioni a pilastri del genere ai quali è impossibile non attingere, ma la formula non annoia lo spettatore, proprio per merito dello sguardo profondamente sincero ed empatico del Gassmann regista, che si diverte ad osservare con entusiasmo le vicissitudini di questa scapestrata banda di personaggi, mantenendo al tempo stesso un occhio critico verso la società bigotta che li circonda.
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Il premio è un road movie che sa dosare con intelligenza dramma e commedia, anche grazie ad una felice direzione degli attori.
Tutti in parte, con Gigi Proietti che finalmente si riconcilia con il grande schermo e si offre in una performance a tutto tondo, capace di miscelare l’altezzosità del genio con la sana passione per i piaceri della vita.
La struttura abusata del road movie presenta delle palesi citazioni a pilastri del genere ai quali è impossibile non attingere, ma la formula non annoia lo spettatore, proprio per merito dello sguardo profondamente sincero ed empatico del Gassmann regista, che si diverte ad osservare con entusiasmo le vicissitudini di questa scapestrata banda di personaggi, mantenendo al tempo stesso un occhio critico verso la società bigotta che li circonda.
Il ritmo non sempre viene gestito in maniera ottimale e l’equilibrio tra il serio e il faceto diventa spesso e volentieri assai precario.
Dopotutto la presenza di un ottimo cast permette di incasellare questi momenti di indecisione nel processo di scrittura, a partire da Gigi Proietti, che si trova a ricoprire un ruolo con forti inclinazioni drammatiche, fino ai vari Gassmann, Papaleo e Foglietta e alle giovani leve Matilda De Angelis e Marco Zitelli.
ll premio è senza dubbio un film godibile e consigliabile, dove l’ironia e la comicità di alcune situazioni non è mai forzata e, allo stesso tempo, l’evoluzione dei personaggi segue il naturale percorso della storia stessa.
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silviomassa
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lunedì 1 ottobre 2018
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da dimenticare
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Dico la verità, è un film talmente brutto e sconclusionato che pur provandoci non sono riuscito a vederlo per intero, ed io apprezzo molto sia Gassmann che Proietti.I ruoli della Foglietta e Papaleo e le loro battute sono state irritanti sin dal principio.Molto ma molto deluso dalle aspettative!
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petergiampy
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giovedì 10 maggio 2018
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una commedia senza capo nè coda, con spolverate di sesso per renderla simpatica
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Era davvero da tanto che non mi capitava di vedere un film così mediocre. La trama è semplice ma i comportamenti dei personaggi, al limite dell'irreale, sono la parte peggiore di una sceneggiatura volta a riempire solo due ore e mezza. Il film non emoziona, non entusiasma la storia on the road. Soltanto spolverate di sesso qua e là cercano di tirare su il morale di una storia che tra una settimana nessuno ricorderà. Triste, veramente triste vedere il cinema italiano e un'icona come Proietti ridotti a questo.
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vepra81
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martedì 8 maggio 2018
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gran cast ma poca sostanza
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Attori italiani di grandissimo livello per una storia che spesso annoia e risulta essere inconcludente. Un film da capire psicologicamente che una bella commedia. Visibile ma non brillante.
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lu97
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mercoledì 2 maggio 2018
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commedia piacevole ed interessante
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La trama la potete trovare ovunque quindi non mi dilhngero a riproporvela, tuttavia da spettatrice devo dire che sono stata molto sorpresa dal film, mi dispiace di non averlo visto al cinema. I colpi di scena non mancano, più scene del previsto sono risultate piacevoli e divertenti. Ve lo consiglio.
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