Escape From New York

Cosa fa di un film un'opera unica? Cosa lo rende un film di culto? La visionarietà del regista e dei suoi collaboratori? Il talento degli attori? Il fascino del protagonista? Il momento storico in cui arriva sul grande schermo? E perché bisognerebbe riportarlo alla luce del proiettore se ha già scritto la storia del cinema? In un'epoca di reboot, remake, prequel, sequel e spin-off un classico può godere di una seconda vita nella sua versione contemporanea. Prendete Mad Max: Fury Road per esempio. Trent'anni dopo l'uscita dell'ultimo capitolo della trilogia cinematografica, George Miller propone una rivisitazione della saga, un'opera maestra che riceve l'ovazione del pubblico a Cannes, dove viene presentato fuori concorso, e dieci candidature all'Oscar. Ci chiediamo se il miracolo possa ripetersi con 1997: Fuga da New York.

La Manhattan di Carpenter: un teatro degli orrori
Correva l'anno 1981 e il film di fantascienza di John Carpenter usciva nel bel mezzo dell'estate per scaraventare lo spettatore verso un futuro distopico in cui Manhattan era rappresentata come lo scenario di un teatro degli orrori, un'enorme prigione con ponti minati dove pazzi correvano come topi, curvi, accecati dalla fame, e il disordine regnava sovrano sotto il controllo del Duca. Finché non arrivava l'antieroe S.D. Plissken, meglio noto come Jena (Snake nella versione originale), pirata e cowboy metropolitano disposto a tutto pur di guadagnarsi la libertà.

Realizzato in grande economia - poco più di una manciata di milioni di dollari, di cui una piccola parte assegnata agli effetti speciali - il film di Carpenter non poteva vantare della tecnologia attuale e deve molto del suo aspetto futurista al reparto creativo di cui faceva parte un ancora sconosciuto James Cameron che ai tempi si guadagnava da vivere come direttore della fotografia degli effetti visivi. Un lavoro fatto a cesello, in parte riprodotto con dei modellini, che già da parecchi anni risultava alquanto old fashion e che rivisto oggi provoca un forte sentimento nostalgico. Rimetterci le mani significherebbe per lo meno offrire a un cult fantascientifico migliori effetti speciali e maggiore dinamismo anche a costo di perdere un po' di quell'originalità che lo aveva consacrato a mito.

Il prequel: quando New York era immersa nel verde
La produzione è già al lavoro. Più di tre decenni dopo essere apparso per la prima volta sul grande schermo, il leggendario Plissken torna al cinema in un prequel che darà al film di John Carpenter una nuova connotazione. Il nuovo capitolo di Fuga da New York, innanzitutto, non avrà inizio a New York. La città non è ancora stata trasformata in un carcere di massima sicurezza, soluzione narrativa sulla quale si basava l'intera azione dell'originale. Al contrario, è ritratta come un luogo immerso nel verde, incantevole, pieno di luce e vita, controllato da un'intelligenza artificiale di nome April. Il resto del mondo, invece, affronta una situazione molto complessa, con la maggior parte degli esseri umani in cerca di asilo, vittima di una crisi globale.

A mettere in pericolo la città e il suo sistema di sicurezza è l'imminente arrivo di un uragano, Superstorm Ellery, e la missione di Plissken sarà catturare Thomas Newton, l'erede multimilionario di una multinazionale agrochimica che anni prima ha dato la sua fortuna in beneficienza e che possiede un dispositivo per salvare la città. Ma stavolta Jena avrà a disposizione solo undici ore per trovare il villain di turno e cambiare le sorti dell'umanità.

Tutto sembra essere cambiato dai tempi in cui Kurt Russell veniva costretto da Isaac Hayes a lottare all'ultimo sangue in una sorta di giochi gladiatori, dopo aver percorso le oscure e pericolose strade di New York alla ricerca del presidente degli Stati Uniti, tenuto in ostaggio dalla banda del Duca.

Tra novità e conferme spunta un nuovo personaggio
John Carpenter, che di Fuga da New York fu co-sceneggiatore insieme a Nick Castle nonché compositore delle musiche originali, è rimasto a bordo del progetto nelle vesti di produttore esecutivo, ma a firmare la nuova sceneggiatura è Neil Cross, creatore della serie televisiva Luther. Tra le libertà che si è preso Cross c'è l'introduzione di un altro nuovo personaggio, una agente della CIA di nome Roberta Hauk che prenderà il posto che fu di Lee Van Cleef al lato del protagonista. Quanto al nostro antieroe, si dice che finalmente avrà un nome che metterà in chiaro quelle sue iniziali. S.D. Plissken. Anche se tutti sanno che si chiama Robert. Bob per gli amici. Jena per tutti gli altri.

di Tirza Bonifazi

Neil Cross, il creatore di Luther, ha scritto la sceneggiatura di questo prequel del film 1997 - Fuga da New York diretto da John Carpenter nel 1981. Sono ancora pochi i dettagli svelati sul film ma sappiamo che in questa versione vedremo Snake Plissken senza la sua famosa benda sull'occhio.