noillusions
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martedì 16 maggio 2017
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ahahahah involontariamente comico!!!!!
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Alien Covenant: il disastro! non solo scontato, ma pieno di assurdità dall'inizio alla fine!
Ridley, non puoi fare un film in cui hanno fatto un contratto con 2000 persone x portarle su un pianeta, le risvegli e stanno su un altro pianeta perché a 10 persone non gli va di riaddormentarsi!! C'E' A TUTTO UN LIMITE!! e chi sono le 10 persone?? sono i PILOTI, i piloti dell'astronave! sono pagati per andare in ibernazione e svegliarsi quando occorre, STANNO LI' PER QUELLO!! ...e non gli va di farlo??? è come se l'autista del pullman ti dicesse "non mi va di guidare, e quindi invece che a Milano ti porto a Canicattì"!!! MA DAIIIIII
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debrab
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martedì 16 maggio 2017
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debole sequel che esalta solo la sfumatura pacchiana di ridley scott
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Se Prometheus sembrava aver dato la spinta per la creazione di un'interessante legacy legata al prequel di Alien, Covenant mette in evidenza solo il Ridley Scott chiassoso ed esagerato con scene degne del peggior b movie. Non spaventa, non incute terrore, non incupisce. La Covenant, che viaggia verso un nuovo pianeta adatto alla terraformazione, vira verso un segnale da un altro pianeta. E qui inizia la serie di leggerezze non solo della sceneggiatura ma anche della trama in sé. Irrealisticamente si mette in pericolo una missione di tal delicatezza per mera curiosità celata da antefatti davvero discutibili come "non ci siamo accorti di questo pianeta che potrebbe essere abitabile". Quindi l'equipaggio decide di atterrare e di commettere una serie di errori così abnormi da far infastidire lo spettatore: scendere senza nessun tipo di muta? Toccare l'habitat senza precauzioni? Non rispettare alcun protocollo di sicurezza al rientro sul lander? E non servono spettatori esigenti che ricordino il film originale per inalberarsi dopo tutto questo.
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Se Prometheus sembrava aver dato la spinta per la creazione di un'interessante legacy legata al prequel di Alien, Covenant mette in evidenza solo il Ridley Scott chiassoso ed esagerato con scene degne del peggior b movie. Non spaventa, non incute terrore, non incupisce. La Covenant, che viaggia verso un nuovo pianeta adatto alla terraformazione, vira verso un segnale da un altro pianeta. E qui inizia la serie di leggerezze non solo della sceneggiatura ma anche della trama in sé. Irrealisticamente si mette in pericolo una missione di tal delicatezza per mera curiosità celata da antefatti davvero discutibili come "non ci siamo accorti di questo pianeta che potrebbe essere abitabile". Quindi l'equipaggio decide di atterrare e di commettere una serie di errori così abnormi da far infastidire lo spettatore: scendere senza nessun tipo di muta? Toccare l'habitat senza precauzioni? Non rispettare alcun protocollo di sicurezza al rientro sul lander? E non servono spettatori esigenti che ricordino il film originale per inalberarsi dopo tutto questo. Il resto è tutto un susseguirsi di scontri, botti, mutilazioni e teste galleggianti (ridicole). Inadatta la Waterstone che non ha minimamente speranza di potersi mettere in confronto con le eroine che l'hanno preceduta nella saga. Addirittura Fassbender, che in Prometheus è figura cardine e d'interesse, qui viene dipinto come un isterico pazzoide che mette in piedi la solita rimasticatura dell'androide che vuole distruggere il proprio creatore. Nemmeno la giuntura indispensabile che spiega come Alien è nato da neoformi e xenoformi riesce a risollevare il film. Nessun colpo di scena, perchè non si vorrà certo affibiare al finale il titolo di coup de théâtre vero? Telefonatissimo. E, la cosa ben peggiore, è che non vi sono tracce della indispensabile spiegazione che lo spettatore necessita dopo la visione di Prometheus. Non si sa perché gli ingegneri abbiano creato il virus killer e perché volessero distruggere l'uomo. Una delusione per chi voleva avere risposte su quello che era il quesito fondamentale di questo nuovo franchise iniziato con Prometheus. Grossa, grossissima delusione.
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no_data
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martedì 16 maggio 2017
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tanto fumo e poco arrosto
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Continuo a ritenere Ridley Scott uno dei cineasti piu visionari degli ultimi 30 anni e se è pur vero che a lui dobbiamo capolavori assoluti come il primo Alien, Blade Runner e i Duellanti, è altresì vero che il vecchio Ridley, pur mostrando sempre quella genialità nel ricostruire mondi virtuali e capacità nel disegnarci il futuro in maniera credibile, non imbrocca un film decente da il Gladiatore. The Covenant purtroppo e nonostante il battage pubbliciatario assordante, non fa eccezione. Alien era un film dell'orrore, Prometheus si perdeva nell'esistenzialismo, the covenant non è nell'uno nell'altro, fallisce nell'approfondire l'eterno dilemma umano del "chi siamo e da dove veniamo", rispolvera il rapporto potenzialmente conflittuale e mortale tra uomo e replicante di Blade Runner e dilungandosi in tale ricerca amletica perde di vista l'alieno, il terribile xenomorfo che viene relegato ad attore non protagonista del film.
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Continuo a ritenere Ridley Scott uno dei cineasti piu visionari degli ultimi 30 anni e se è pur vero che a lui dobbiamo capolavori assoluti come il primo Alien, Blade Runner e i Duellanti, è altresì vero che il vecchio Ridley, pur mostrando sempre quella genialità nel ricostruire mondi virtuali e capacità nel disegnarci il futuro in maniera credibile, non imbrocca un film decente da il Gladiatore. The Covenant purtroppo e nonostante il battage pubbliciatario assordante, non fa eccezione. Alien era un film dell'orrore, Prometheus si perdeva nell'esistenzialismo, the covenant non è nell'uno nell'altro, fallisce nell'approfondire l'eterno dilemma umano del "chi siamo e da dove veniamo", rispolvera il rapporto potenzialmente conflittuale e mortale tra uomo e replicante di Blade Runner e dilungandosi in tale ricerca amletica perde di vista l'alieno, il terribile xenomorfo che viene relegato ad attore non protagonista del film. Al cinema c'ero andato sperando di rivivere quella paura claustrofobica del primo episodio, non è successo.
Se a questo aggiungiamo che non c'è la Ripley del 79, ne il Decker ne Rutger Hauer di Blade Runner ma una serie di personaggi scialbi e piatti e piuttosto rincoglionti, cosa resta? Di sicuro le maestose immagini e l'eccezionale capacità di Ridley di muovere la macchina da presa, l'incredibile capacità di rendere reali mondi e tecnologie virtuali. Però forse è un po poco.
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idolhorse
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martedì 16 maggio 2017
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il solito prequel completamente privo di senso.
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Fin dai primi cinque minuti si può già percepire che il film sarà una delusione; l'astronave Covenant è in missione verso il pianeta Origae 6 per portare a termine quella che dovrebbe essere la piu grande impresa di colonizzazione mai realizzata dall'essere umano, tuttavia improvvisamente senza che a quanto pare nessuno potesse prevenire la cosa un brillamento stellare provoca la morte del capitano e di svariati coloni. Sembra assurdo che nel lontano futuro con tutti i macchinari disponibili nessuno si potesse accorgere che un enorme ondata di neutrini si stesse per abbattere sull'astronave: a quanto pare è così. I membri dell'equipaggio ancora scossi, improvvisamente avvertono un segnale radio da un pianeta abitabile molto più vicino di Origae 6, pianeta che, misteriosamente, non era stato scoperto nella mappature dei sistemi stellari.
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Fin dai primi cinque minuti si può già percepire che il film sarà una delusione; l'astronave Covenant è in missione verso il pianeta Origae 6 per portare a termine quella che dovrebbe essere la piu grande impresa di colonizzazione mai realizzata dall'essere umano, tuttavia improvvisamente senza che a quanto pare nessuno potesse prevenire la cosa un brillamento stellare provoca la morte del capitano e di svariati coloni. Sembra assurdo che nel lontano futuro con tutti i macchinari disponibili nessuno si potesse accorgere che un enorme ondata di neutrini si stesse per abbattere sull'astronave: a quanto pare è così. I membri dell'equipaggio ancora scossi, improvvisamente avvertono un segnale radio da un pianeta abitabile molto più vicino di Origae 6, pianeta che, misteriosamente, non era stato scoperto nella mappature dei sistemi stellari.
Così decidono di mandare una parte dell'equipaggio per esplorare il nuovo pianeta. Da quando atterrano il film si perde in una serie di scene ed eventi completamente privi di senso logico, ad esempio; perché il personale atterra su un pianeta alieno senza nessuna tuta, nessuna maschera, non seguendo nessuna procedura di sicurezza come se stessero portando il cane a passeggio intorno al palazzo? Perché toccano cose aliene come se fossero bambini curiosi anziché ingegneri o militari o comunque personale altamente specializzato alla guida di una missione importantissima? Fatto sta che ovviamente incappano in un virus alieno che miete le prime vittime, tutto il resto dell' equipaggio, anziché coordinarsi e far fronte alla minaccia perde il controllo di tutto quanto e, in balia del panico più totale riescono anche a far esplodere il Lander con cui sono atterrati. Ottimo, bel lavoro.
Successivamente vengono salvati da un personaggio incappucciato dai modi decisamente ambigui e vengono condotti in un antica necropoli o città (Non ci è dato saperlo). Il film successivamente si dilunga in una serie di scene inutili volte a riempire il vuoto della sceneggiatura, l'uomo che li ha salvati si rivela essere David lo stesso Androide membro dell'equipaggio del Prometheus, il quale riesce, con un tranello degno di mio cugino di tre anni a porre fine all'esistenza del povero capitano Billy, dopo averlo trascinato in una grotta gli mostra le note uova dello xenomorfo dicendogli qualcosa del tipo "ehi Billy vai tranquillo guarda bene dentro quell' uovo che pulsa e si sta schiudendo, posso garantirti che non ti succedere nulla!" Indovinate come va a finire? I membri dell equipaggio rimanenti riescono a fuggire mentre David uccide il suo andrioide sosia buono Walter e finge di essere lui, nessuno vuole accertarsi che Walter sia Walter e che David sia effettivamente morto, come credevano fosse accaduto, in una serie di immagini sempre più scontate come era ovvio che fosse alla fine David dopo aver messo in criosonno gli ultimi due superstiti dell'equipaggio prende il controllo della nave inzeppandola di embrioni alieni. Film completamente scontato, personaggi inesistenti e privi di spessore che si muovono in maniera ridicola e senza senso, appena meglio di Prometheus, film decisamente sotto le aspettative.
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marcoscapin
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martedì 16 maggio 2017
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ok la prima parte, poi tanta prevedibilità e noia
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Da gran fan della saga di Alien mi aspettavo un film quanto meno notevole (visto soprattutto la presenza di Ridley Scott alla regia) ma devo dire che sono stato pesantemente deluso. La prima parte del film può andare (molto classica e d'atmosfera) ma poi, poco prima del secondo tempo, il tutto incomincia a diventare prevedibile e a tratti noioso. Comprendo l'idea di Scott alla base dell'opera ma non posso non trovare la realizzazione (seppure curata al livello stilistico e registico) abbastanza sciapa e con un finale prevedibile come un canovaccio utilizzato fin troppe volte per interessare a qualcuno. La recitazione è per lo più discreta (tranne Michael Fassbender quando fa un personaggio che è prevedibilissimo).
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Da gran fan della saga di Alien mi aspettavo un film quanto meno notevole (visto soprattutto la presenza di Ridley Scott alla regia) ma devo dire che sono stato pesantemente deluso. La prima parte del film può andare (molto classica e d'atmosfera) ma poi, poco prima del secondo tempo, il tutto incomincia a diventare prevedibile e a tratti noioso. Comprendo l'idea di Scott alla base dell'opera ma non posso non trovare la realizzazione (seppure curata al livello stilistico e registico) abbastanza sciapa e con un finale prevedibile come un canovaccio utilizzato fin troppe volte per interessare a qualcuno. La recitazione è per lo più discreta (tranne Michael Fassbender quando fa un personaggio che è prevedibilissimo). Si può vedere in un giorno per mera curiosità, anche se le possibilità d'essere delusi sono molto alte.
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paolp78
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lunedì 15 maggio 2017
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alien diventa un prodotto commerciale
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Alien aveva una ricercatezza, una complessità ed una atmosfera uniche, che non si rinvengono in questo prodotto commerciale il cui unico punto di forza è la regia di Scott.
I personaggi che compongono l'equipaggio sono poco approfonditi (grave difetto) e si ha l'impressione che si sia scelto un numero così alto di componenti giusto per avere più vittime per Alien. Sarebbe stato meglio avere meno personaggi meglio delineati.
Il film è una specie di horror ripetitivo, che non spaventa neanche molto.
Alcune scene sono quasi fumettistiche.
La fantascienza ricercata e calibrata del primo Alien lascia posto ad un film che sbraca e che offre una storia tanto complessa e tortuosa quanto poco affascinante.
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Alien aveva una ricercatezza, una complessità ed una atmosfera uniche, che non si rinvengono in questo prodotto commerciale il cui unico punto di forza è la regia di Scott.
I personaggi che compongono l'equipaggio sono poco approfonditi (grave difetto) e si ha l'impressione che si sia scelto un numero così alto di componenti giusto per avere più vittime per Alien. Sarebbe stato meglio avere meno personaggi meglio delineati.
Il film è una specie di horror ripetitivo, che non spaventa neanche molto.
Alcune scene sono quasi fumettistiche.
La fantascienza ricercata e calibrata del primo Alien lascia posto ad un film che sbraca e che offre una storia tanto complessa e tortuosa quanto poco affascinante.
Avrei preferito un film che rispondesse a qualche quesito in più e facesse a meno di riproporre le scene ormai trite e ritrite di tutti i film della saga.
L'universo immaginifico e pieno di intuizioni fantascientifiche di Alien meritava migliore evoluzione.
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cristian
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lunedì 15 maggio 2017
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da alien a prometheus e ritorno
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Alien: Covenant è un film ibrido, un ponte poco solido con cui Ridley Scott pare salutare definitivamente gli scenari elaborati in Prometheus per tornare, a piccoli e incerti passi, al passato, a quell’Alien che tanto ha influenzato e cambiato il genere sci-fi nel lontano 1979.
Anno 2104, l’astronave USCSS Covenant, con a bordo 2.000 coloni in sonno criogenico e migliaia di embrioni, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 con lo scopo di colonizzarlo, dal momento che presenta caratteristiche simili alla Terra. Durante il viaggio però un’esplosione stellare colpisce in pieno l’astronave causando la morte di 47 coloni e costringendo l’androide Walter (Michael Fassbender) a risvegliare l’equipaggio.
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Alien: Covenant è un film ibrido, un ponte poco solido con cui Ridley Scott pare salutare definitivamente gli scenari elaborati in Prometheus per tornare, a piccoli e incerti passi, al passato, a quell’Alien che tanto ha influenzato e cambiato il genere sci-fi nel lontano 1979.
Anno 2104, l’astronave USCSS Covenant, con a bordo 2.000 coloni in sonno criogenico e migliaia di embrioni, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 con lo scopo di colonizzarlo, dal momento che presenta caratteristiche simili alla Terra. Durante il viaggio però un’esplosione stellare colpisce in pieno l’astronave causando la morte di 47 coloni e costringendo l’androide Walter (Michael Fassbender) a risvegliare l’equipaggio. Improvvisamente viene intercettata una trasmissione radio proveniente da un pianeta non lontano dalla Covenant. Il primo ufficiale Chris Oram (Billy Crudup), contrariamente all’opinione del secondo ufficiale Daniels (Katherine Waterson), decide di raggiungere il pianeta alla ricerca dell’origine del segnale.
La pellicola si apre con una scena fortemente legata al precedente poco fortunato (molto apprezzato invece dal sottoscritto) capitolo della saga Prometheus, un monito per chi credeva che il cambiamento, o ritorno alle origini tanto voluto da una certa schiera di fan, sarebbe stato radicale fin da subito. Il cambio di rotta durante le due ore circa di durata dello spettacolo si avverte di certo ma è graduale, non traumatico e nemmeno deciso. Le condizioni di partenza dell’equipaggio della Covenant richiamano alla memoria il recentissimo Passengers a cui però, fortunatamente, non assomiglia per il resto. Seppure la scenografia segua perfettamente i canoni dei classici film di fantascienza, il film di Scott ha il merito di insinuare nel conosciuto un’impronta, seppur flebile ma percettibile, di originalità. A differenza del primo Alien (in parte, anche di Prometheus) che faceva degli spazi angusti e tetri un suo punto di forza, il nuovo capitolo della saga prequel si concentra, al contrario, su aree vastissime e sulla desolazione che affligge la natura del pianeta su cui atterrano i nostri protagonisti, a sottolineare che qualcosa di enormemente catastrofico e misterioso sia accaduto. Col passare dei minuti una certa curiosità cattura il pubblico che si sente così coinvolto nella spedizione di ricerca del luogo d’origine dell’ignoto segnale alieno, fino a quando avviene il metaforico passaggio ‘dal lato Prometheus’ a ‘quello Alien’ dell’opera. Scott ha il merito di riuscire a creare ancora una volta un nuovo e credibile escamotage per fare entrare in contatto le tremende e selvagge creature con l’equipaggio della Covenant. Il regista non rinuncia a toni fortemente splatter per esprimere tutta la naturale violenza del nuovo xenomorfo che, come già noto, utilizza un corpo vivente come involucro in cui crescere a velocità impressionante per poi venir fuori facendo esplodere letteralmente il torace dell’ospitante. Purtroppo, unico appiglio della trama rimane la curiosità che sorge dagli enigmi iniziali e che inesorabilmente crolla lasciando spazio al nulla. Lo xenomorfo entra in scena mostrandosi di continuo e a figura intera davanti alla cinepresa, rinuncia ad utilizzare quegli spazi angusti che costituivano nel primo Alien l’habitat a lui più congeniale per potersi muovere, strisciare, nascondere e colpire d’improvviso le sue vittime come uno spietato cacciatore. Il risultato è che non viene trasmessa nessuna sensazione di ansia e terrore nello spettatore. Proprio nel momento del cambio di marcia decisivo la macchina guidata da Scott non riesce a ingranare. La virata del regista è incerta, gli enigmi vengono risolti nei momenti in cui è tutto già pronosticabile e qualche colpo di scena riesce pure male perché ormai il distacco tra spettatore e protagonisti è avvenuto già da tempo. Il pubblico, quello un po’ più concentrato, sta spesso diversi passi avanti rispetto ai protagonisti facendo deteriorare gradualmente il coinvolgimento emotivo.
Tasto dolente della pellicola di Scott sono anche i personaggi, impalpabili non per mancanze recitative ma per lacune di scrittura e tempo dedicato. Ne escono dunque senza colpe soprattutto Katherine Waterson e Billy Crudup, personaggi la cui reale rilevanza nel film è ancora da capire. Spazio e recitazione sono invece apprezzabili nei personaggi di David e Walter interpretati da Michael Fassbender, credibilissimo sia nei panni del primo automa, David, che non nasconde sentimenti comparabili a quelli umani, sia in quelli di Walter, sintetico di nuova generazione progettato soltanto per obbedire, senza sentimenti e quindi inespressivo.
David in particolare è l’unico del cast ad avere una caratterizzazione ben definita. Intelligenza artificiale che ha dunque il suo “dio” creatore nell’uomo, David sviluppa a contatto con gli esseri umani modi di sentire affini che lo portano a diventare a sua volta un creatore, cogliendo in pieno la smania dell’uomo di voler superare certi confini invisibili che dovrebbero essere inviolabili. Il confine tra uomo e macchina si assottiglia: l’uomo sente sempre meno e diventa più cinico, la macchina sviluppa in sé qualcosa di umano che è quanto basta per sovrapporsi al primo quasi completamente.
Alien: Covenant rinnega in buona parte Prometheus, disintegrando letteralmente in un sol colpo, grazie a una trovata scenica, tutti gli affascinanti enigmi e questioni irrisolte che il primo capitolo della nuova saga prequel aveva messo sul piatto e cerca di tornare, non proprio in maniera convinta e decisiva, a percorrere strade già battute e più sicure. Il risultato è una pellicola priva di impatto emotivo (visivo, in parte) e di logica e intelligente costruzione. Alien: Covenant, soprattutto nei minuti finali, si rivela essere soltanto l’imbocco del viale che riporta al passato più lontano, a quell’Alien del ’79 troppo grande da avvicinare ma il cui universo di riferimento potrebbe essere utile, come una terapia, a far ridestare dal sonno i fan e soprattutto il caro Ridley.
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alberto
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lunedì 15 maggio 2017
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non mi ha deluso
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Un riuscito mix tra la saga originale avviata dallo stesso Ridley Scott nel 1979 e il prequel "Prometheus". Alcune critiche le posso capire, come alcune forzature nella sceneggiatura e la mancanza di originalità soprattutto in alcuni dialoghi un pò noiosetti, ma secondo me non sono tali da rendere il film brutto, dato che il fattore orrorifico è altissimo: la tensione c'è, i mostri sono numerosi e il sangue sgorga a palate. L'attesa era tanta e da appassionato della serie mi sono sentito appagato alla fine della visione che secondo molti è rischiosa.
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Un riuscito mix tra la saga originale avviata dallo stesso Ridley Scott nel 1979 e il prequel "Prometheus". Alcune critiche le posso capire, come alcune forzature nella sceneggiatura e la mancanza di originalità soprattutto in alcuni dialoghi un pò noiosetti, ma secondo me non sono tali da rendere il film brutto, dato che il fattore orrorifico è altissimo: la tensione c'è, i mostri sono numerosi e il sangue sgorga a palate. L'attesa era tanta e da appassionato della serie mi sono sentito appagato alla fine della visione che secondo molti è rischiosa. Scott ha praticamente realizzato quello che doveva essere il predecessore, che non mi ha proprio convinto e in molte parti mi ha annoiato, raccontando con la sceneggiatura di Logan e Harper le vicende dell'astronave colonizzatrice Covenant, con meta il pianeta abitabile Origae-6, ma il cui comandante decide a causa di un segnale radio di vagliare il pianeta da cui proviene, e per questo il resto dell'equipaggio pagherà le conseguenze. Infatti ci sono polveri che è meglio non inalare e in generale far entrare nel corpo, un popolo alieno decimato (gli "Ingegneri") e il sintetico David, unico superstite del Prometheus che sembra non avere buone intenzioni. Gli attori sono molto bravi, in particolare Michael Fassbender, nel doppio ruolo di David e dell'androide della Covenant, Walter, mostrandosi rigido e inquietante nel finale e lasciandosi anche andare a una citazione di "Terminator" ("Terminato"); poi c'é Katherine Waterston, la Porpentina di "Animali Fantastici"; Danny McBride, uno degli amici di "Facciamola Finita"; Demiàn Bichir, il messicano di "The Hateful Eight" e in un piccolo ruolo anche James Franco. Le musiche di Jed Kurzel incrementano la tensione e comprendono brani dell'Alien originale e di "Prometheus"; le scenografie di Chris Seagers sono davvero spettacolari, alcune sono a Sydney e gli effetti speciali di Dan Oliver sono efficaci e danno il massimo nella prima uccisione a opera delle creature: pallido e tremante all'inverosimile, la vittima ha un ospite nel suo corpo, che decide di perforare la schiena: una scena davvero terrificante, forse la migliore insieme alle sequenze finali col ritorno del vero xenomorfo, più inarrestabile che mai, e anche delle uova che appena schiuse è meglio non chiedersi cosa ne uscirà e non avvicinarsi. La pellicola infatti non la consiglio ai più deboli di stomaco: i popcorn vi potrebbero andare di traverso, dato che l'equipaggio sarà in parte decapitato, in parte mangiato, in parte perforato da quella piccola bocca interna che ha fatto urlare il povero pubblico di fine anni '70 che al cinema non aveva fino a quel momento mai visto un alieno del genere, di impatto sia nel design sia nelle sue potenzialità, che lo rendono forse il mostro cinematografico più pericoloso di sempre, grazie al sangue al posto dell'acido e l'incredibile velocità. Qualche scena poteva essere tagliata dalle due ore di durata, come quella del flauto, che rovina un pò il ritmo del film e non è utile ai fini della trama. Consigliato agli amanti del genere e della saga, che avranno un brivido quando comparirà il titolo che si compone piano piano. Ridley non mi ha deluso. Vediamo che combina con i prossimi capitoli, dato che ha già previsto per l'anno prossimo l'inizio delle riprese del sequel.
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ilcritico89
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domenica 14 maggio 2017
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l' alieno "bello"come non mai
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Dopo Prometheus che non mi era piaciuto molto non essendo un "vero"film su Alien ma solo un film di raccordo proprio per raccontare una storia finalmente Scott dirige un vero film sull' alieno più spaventoso della storia del cinema.
Inutile criticare un film solo perché non raggiunge i livelli del primo Alien perché quello resta un film irraggiungibile.
Covenant è un gran bel film che strizza l'occhio anche all'Horror oltre che a fantascenza e azione con una trama ben sviluppata,colpi di scena(anche se prevedibili)e effetti speciali bellissimi.
L'alieno poi è bello e feroce come non mai.
Forse per i fan della saga qualcosa può non aver convinto ma per chi come me ha visto gli altri film e voleva semplicemente il ritorno sul grande schermo di Alien con un film nello spazio con scene gore,effetti speciali e una trama semplice ma ben sviluppata può ritrnersi soddisfatto.
[+] stupore
(di hazard)
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scarface9
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domenica 14 maggio 2017
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come la corazzata potemkin.....
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Zero suspence, zero tensione, interpretazioni scadenti di attori sconosciuti, escluso il glaciale doppio sintetico Fassbender, eroina lontana anni luce dalla grintosa Sigourney, ridicolo farle i capelli alla stessa maniera, secondo tempo che più che un film sembrava un videogame sparatutto con scene d'azioni alquanto inverosimili, riflessioni filosofiche che tendono ad annoiare più che a coinvolgere. Difficile fare peggio di Prometheus, ma nonostante il tempo trascorso e le critiche ricevute, bisogna ammettere che il sequel del prequel, attenzione ce ne sarà un terzo e chissà quant'altri ancora, verrà ricordato solo per il forte battage pubblicitario che accompagna ed accompagnerà per sempre questa amatissima saga che si sarebbe dovuta fermare, cinematograficamente parlando, al secondo capitolo di Cameron, ma purtroppo lo sappiamo tutti: "al portafoglio non si comanda ".
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