dandy
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lunedì 11 novembre 2024
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l''urlo di scott si perde di nuovo nello spazio...
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Il secondo prequel di "Alien" riprende gli eventi di "Prometheus" 10 anni dopo ma stavolta si concentra sullo xenomorfo e i vari retroscena legati alla figura di David.Per la prima parte l'80enne Scott(co-produttore con Walter Hill e sempre su sogetto di Dan O'Bannion e Ronald Shussett)sembra guardare ad "Aliens" e "Predator" per ambientazione e dinamiche ma sempre con accenni palesi a "Blade Runner"(ma qui il confronto non è più tra "padre" e "figlio" ma tra "fratelli"),per poi ricalcare frettolosamente l'originale nell'ultima mezz'ora.Come nel film precedente dell'atmosfera opprimente ed angosciosa che caratterizzava "Alien" non c'è traccia e i personaggi risultano ancora ovvi e inconsistenti(escludendo almeno in parte David e Walter):inutile in tal senso fare il confronto tra quelli del'79 a partire dalla Weaver,semplicemente non c'è.
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Il secondo prequel di "Alien" riprende gli eventi di "Prometheus" 10 anni dopo ma stavolta si concentra sullo xenomorfo e i vari retroscena legati alla figura di David.Per la prima parte l'80enne Scott(co-produttore con Walter Hill e sempre su sogetto di Dan O'Bannion e Ronald Shussett)sembra guardare ad "Aliens" e "Predator" per ambientazione e dinamiche ma sempre con accenni palesi a "Blade Runner"(ma qui il confronto non è più tra "padre" e "figlio" ma tra "fratelli"),per poi ricalcare frettolosamente l'originale nell'ultima mezz'ora.Come nel film precedente dell'atmosfera opprimente ed angosciosa che caratterizzava "Alien" non c'è traccia e i personaggi risultano ancora ovvi e inconsistenti(escludendo almeno in parte David e Walter):inutile in tal senso fare il confronto tra quelli del'79 a partire dalla Weaver,semplicemente non c'è.Rispetto a "Prometheus" c'è più azione e qualche sequenza cruenta piacevole(la nascita del primo xenomorfo,l'omaggio alla fuoriscita del chestburster,il massacro della coppia nella doccia)ma il senso di già visto impera,anche qui a conti fatti manca una vera ragion d'essere e anche il twist finale è intuibile appena in un certo momento riappare il personaggio in questione.Apprezzabile giusto per il pessimismo.Dopo lo scarso successo Scott e produttori parevano intenzionati comunque a girare un ulteriore film ma alla fine si è ripiegato su Alvarez per "Alien Romolus".Non l'ho ancora visto ma non mi aspetto granchè...
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freedomf
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venerdì 16 agosto 2024
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grande intrattenimento
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Io sinceramente non ne capisco le critiche che vengono da tutte le parti. Finalmente sappiamo questi benedetti Alien da dove vengono. Inoltre sia le ambientazioni sia per l’angoscia che fa percepire ci sta tutto lo stile Alien. Mi ha lasciato con il fiato sospeso fino alla fine per poi rimanerci di stucco verso la fine. Adesso per cortesia smettetela di criticare che c’è magari chi come me che vorrebbe vedere come finisce magari.
Grande Ridley non lo stare a sentire.
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carloalberto
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mercoledì 18 agosto 2021
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il cupo funerale di alien
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Sequel senza mordente di Prometheus. Esaurita la forza icastica del pupazzo alieno, diventato, ormai, nell’immaginario collettivo, un mostro di casa, da mettere in soffitta insieme al fantasma col lenzuolo bianco e alle mille creature fantastiche che hanno popolato negli anni la filmografia di genere horror dal Nosferatu di Murnau in poi, Ridley Scott di concentra sul personaggio dell’automa, inserendosi nel nuovo filone fantascientifico, quello degli umanoidi folli, il cui capostipite può essere considerato il Roy Batty di Blade runner dello stesso Scott, nell’interpretazione ineguagliata di Rutger Hauer, rimasta nella storia del cinema, e con cui Fassbender, sebbene il suo automa sia calato in un altro contesto narrativo, deve fare i conti.
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Sequel senza mordente di Prometheus. Esaurita la forza icastica del pupazzo alieno, diventato, ormai, nell’immaginario collettivo, un mostro di casa, da mettere in soffitta insieme al fantasma col lenzuolo bianco e alle mille creature fantastiche che hanno popolato negli anni la filmografia di genere horror dal Nosferatu di Murnau in poi, Ridley Scott di concentra sul personaggio dell’automa, inserendosi nel nuovo filone fantascientifico, quello degli umanoidi folli, il cui capostipite può essere considerato il Roy Batty di Blade runner dello stesso Scott, nell’interpretazione ineguagliata di Rutger Hauer, rimasta nella storia del cinema, e con cui Fassbender, sebbene il suo automa sia calato in un altro contesto narrativo, deve fare i conti.
Tra Blade runner ad Alien Covenant sono passati però quasi quarant’anni e nel frattempo la figura dell’umanoide che si tormenta per non essere né carne né pesce è stata ampiamente sfruttata da hollywood e da ultimo ripresa, per l’ennesima volta, in Ghost in the shell, peraltro con modesti risultati, proprio perché oramai il tema è diventato noiosamente ripetitivo.
Il colpo si scena finale, che, tuttavia, si intuisce qualche sequenza prima e quindi sorprende poco o niente affatto, non basta a risollevare le sorti di un film nel complesso mediocre e che decreta una volta per tute la morte di Alien e la fine della saga.
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marco farulli
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martedì 17 agosto 2021
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quando lasci una spedizione spaziale in mano a campagnoli
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L'idea dell'astronave madre che va a colonizzare un pianeta, lo staff, l'equipaggio tecnologico e infine la lotta contro gli Alien. Invece abbiamo un capitano a cui nessuno obbedisce e che poi decide di deviare dalla rotta l'astronave per aver sentito una canzone rock. Il vice che sembra un caw boy e che tenta in tutti i modi di far fare cose assurde tipo atterrare contro la stessa astronave sul pianeta. Poi scene pazze, tentativi di uccidere un alien impossibile, scene ancora più pazze e impossibili, e clicca quando il comandante mette la testa per vedere l'uovo. Inguardabile.
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(di freedomf)
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sandro64
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lunedì 22 marzo 2021
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yasssshhhh
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Non è l'originalità il punto forte di questo ulteriore appuntamento con l'azione tra le stelle e la lotta contro esseri umidi maleodoranti iperveloci e gratuitamente malvagi, ma questo era scontato. Onestamente ero dubbioso se procurarmi o meno l’ennesima creazione di Scott, considerando che la recensione da questo sito che ritengo abbastanza affidabile non è certo da film oscar. Devo dire invece che malgrado non manchi qualche forzatura ne diverse ingenuità tipiche del genere fanta-horror, il titolo parte non bene ma benissimo, successivamente spunta qualche leggerezza e la chiara sensazione di dejà vu di alcune scene, ma la tensione rimane alta fino alla fine grazie anche alla splendida ambientazione e realizzazione tecnica, consigliato
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ettore
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lunedì 11 gennaio 2021
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la banalità dell''alieno
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Pare che il regista Ridley Scott abbia dimenticato una delle regole principali di un thriller/horror: un minimo di verosimiglianza ci deve essere altrimenti si cade nel ridicolo e si perdono anche i (pochi) momenti buoni del film. Uno per tutti: l'Androide assurto a nuova celestiale divinità che cita i bellissimi versi di Ozymandias di Shelley confrontandosi con l'oggetto del sonetto, appunto l'immortale Ramesse II (... e le sole sabbie si estendono lontane). Tutto il resto è un insieme di cretinate tra assalti dei vari mostri come al solito onnipotenti e funesti, urla belluine ed astronauti che si comportano in maniera assurda come tanti aspiranti suicidi. Non ditemi che ci trovate qualche messaggio, io seguo e leggo fantascienza da 45 anni e l'unico messaggio che colgo in questa opera (opera???!) è il tentativo di intascare i soldi del biglietto o del DVD.
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Pare che il regista Ridley Scott abbia dimenticato una delle regole principali di un thriller/horror: un minimo di verosimiglianza ci deve essere altrimenti si cade nel ridicolo e si perdono anche i (pochi) momenti buoni del film. Uno per tutti: l'Androide assurto a nuova celestiale divinità che cita i bellissimi versi di Ozymandias di Shelley confrontandosi con l'oggetto del sonetto, appunto l'immortale Ramesse II (... e le sole sabbie si estendono lontane). Tutto il resto è un insieme di cretinate tra assalti dei vari mostri come al solito onnipotenti e funesti, urla belluine ed astronauti che si comportano in maniera assurda come tanti aspiranti suicidi. Non ditemi che ci trovate qualche messaggio, io seguo e leggo fantascienza da 45 anni e l'unico messaggio che colgo in questa opera (opera???!) è il tentativo di intascare i soldi del biglietto o del DVD. Guardate il Pianeta Proibito o uno qualsiasi dei 3 "La Cosa" ma lasciate perdere quest'indecenza.
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gmigliori
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domenica 12 aprile 2020
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la fiera del déjà vu
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Alien che fuoriesce tra schizzi di sangue dalla schiena del malcapitato astronauta di turno e non dalla pancia non mi sembra una trovata sufficiente a giustificare l’uscita di un nuovo film della saga. Tecnicamente un sequel del prequel (Prometheus), il film rivela subito la sua natura di classico polpettone imbandito dall’ostinato Ridley Scott che – evidentemente a corto di idee - raschia il fondo del barile e frulla frattaglie di Alien e di Prometheus malamente mescolate insieme (con prevalenza del primo e qualche elemento del secondo). Insomma la fiera del déjà vu, del fritto e rifritto: il risveglio anticipato dall’ibernazione, il misterioso segnale radio proveniente da un pianeta altrettanto misterioso (squassato come da prammatica da perenni e violentissime turbolenze atmosferiche), il capitano pirla che mette a repentaglio la vita dell’equipaggio e dei 2000 coloni dormienti (toh …qualche briciola di Passangers di cui non mi ero accorto), impaziente di mandare a puttane l’intera missione originale per dedicarsi a questa improbabile missione di salvataggio, inutilmente richiamato all’ordine dall’eroica e “tosta” vice Daniels, ovvero l’attrice Katherine Waterston, che tenta con esiti improbabili di emulare l’immortale Ripley di Sigourney Weaver.
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Alien che fuoriesce tra schizzi di sangue dalla schiena del malcapitato astronauta di turno e non dalla pancia non mi sembra una trovata sufficiente a giustificare l’uscita di un nuovo film della saga. Tecnicamente un sequel del prequel (Prometheus), il film rivela subito la sua natura di classico polpettone imbandito dall’ostinato Ridley Scott che – evidentemente a corto di idee - raschia il fondo del barile e frulla frattaglie di Alien e di Prometheus malamente mescolate insieme (con prevalenza del primo e qualche elemento del secondo). Insomma la fiera del déjà vu, del fritto e rifritto: il risveglio anticipato dall’ibernazione, il misterioso segnale radio proveniente da un pianeta altrettanto misterioso (squassato come da prammatica da perenni e violentissime turbolenze atmosferiche), il capitano pirla che mette a repentaglio la vita dell’equipaggio e dei 2000 coloni dormienti (toh …qualche briciola di Passangers di cui non mi ero accorto), impaziente di mandare a puttane l’intera missione originale per dedicarsi a questa improbabile missione di salvataggio, inutilmente richiamato all’ordine dall’eroica e “tosta” vice Daniels, ovvero l’attrice Katherine Waterston, che tenta con esiti improbabili di emulare l’immortale Ripley di Sigourney Weaver. Tanto pirla il capitano Chris Oram che, per non farsi mancare niente, riesce pure a cadere nel tranello del cattivone, beccandosi in faccia l’alieno sottoforma di aragostona assassina che nel giro di pochi istanti gli spara in bocca uno xenomorfo in formato mignon, pronto a macellarlo dall’interno. E ancora: androide buono e asimoviano vs androide cattivo in preda a deliri di onnipotenza; gran finale in cui Alien si mostra ben determinato a riprendersi la scena incollandosi con uno zompo agilissimo all’astronave di salvataggio in partenza dal pianeta, con la seria intenzione di massacrare tutto l’equipaggio; duello finale in stile “La bella e la Bestia”. Si aggiunga poi tra le note di demerito l’inverosimiglianza, anzi l’assurdità totale della sceneggiatura, in virtù della quale gli astronauti sbarcano sul pianeta misterioso come se si trattasse di una allegra scampagnata, privi di qualsiasi protezione che vada oltre la felpa e il cappellino da boy scouts e ignari di ogni seppur basilare procedura di quarantena: un vero branco di dementi votato al massacro, per togliere di mezzo i quali sarebbe più che sufficiente un soffio di Covid-19, senza disturbare alieni e raffinate manipolazioni genetiche! Risparmio al lettore ogni riferimento al “finalino inquietante” di prammatica.
Peccato d’origine del film: neppure un fotogramma fa paura. E se non fa paura, un horror è inutile narcolessia.
Errata corrige: ripensandoci, uno squarcio di puro terrore in effetti il film lo offre in extremis, dal momento che il finalino inquietante è costruito ad hoc per lasciare spazio alla fuoriuscita di un … sequel! Aiutoooo!
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gmigliori
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domenica 12 aprile 2020
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la fiera del déjà vu
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Alien che fuoriesce tra schizzi di sangue dalla schiena del malcapitato astronauta di turno e non dalla pancia non mi sembra una trovata sufficiente a giustificare l’uscita di un nuovo film della saga. Tecnicamente un sequel del prequel (Prometheus), il film rivela subito la sua natura di classico polpettone imbandito dall’ostinato Ridley Scott che – evidentemente a corto di idee - raschia il fondo del barile e frulla frattaglie di Alien e di Prometheus malamente mescolate insieme (con prevalenza del primo e qualche elemento del secondo). Insomma la fiera del déjà vu, del fritto e rifritto: il risveglio anticipato dall’ibernazione, il misterioso segnale radio proveniente da un pianeta altrettanto misterioso (squassato come da prammatica da perenni e violentissime turbolenze atmosferiche), il capitano pirla che mette a repentaglio la vita dell’equipaggio e dei 2000 coloni dormienti (toh …qualche briciola di Passangers di cui non mi ero accorto), impaziente di mandare a puttane l’intera missione originale per dedicarsi a questa improbabile missione di salvataggio, inutilmente richiamato all’ordine dall’eroica e “tosta” vice Daniels, ovvero l’attrice Katherine Waterston, che tenta con esiti improbabili di emulare l’immortale Ripley di Sigourney Weaver.
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Alien che fuoriesce tra schizzi di sangue dalla schiena del malcapitato astronauta di turno e non dalla pancia non mi sembra una trovata sufficiente a giustificare l’uscita di un nuovo film della saga. Tecnicamente un sequel del prequel (Prometheus), il film rivela subito la sua natura di classico polpettone imbandito dall’ostinato Ridley Scott che – evidentemente a corto di idee - raschia il fondo del barile e frulla frattaglie di Alien e di Prometheus malamente mescolate insieme (con prevalenza del primo e qualche elemento del secondo). Insomma la fiera del déjà vu, del fritto e rifritto: il risveglio anticipato dall’ibernazione, il misterioso segnale radio proveniente da un pianeta altrettanto misterioso (squassato come da prammatica da perenni e violentissime turbolenze atmosferiche), il capitano pirla che mette a repentaglio la vita dell’equipaggio e dei 2000 coloni dormienti (toh …qualche briciola di Passangers di cui non mi ero accorto), impaziente di mandare a puttane l’intera missione originale per dedicarsi a questa improbabile missione di salvataggio, inutilmente richiamato all’ordine dall’eroica e “tosta” vice Daniels, ovvero l’attrice Katherine Waterston, che tenta con esiti improbabili di emulare l’immortale Ripley di Sigourney Weaver. Tanto pirla il capitano Chris Oram che, per non farsi mancare niente, riesce pure a cadere nel tranello del cattivone, beccandosi in faccia l’alieno sottoforma di aragostona assassina che nel giro di pochi istanti gli spara in bocca uno xenomorfo in formato mignon, pronto a macellarlo dall’interno. E ancora: androide buono e asimoviano vs androide cattivo in preda a deliri di onnipotenza; gran finale in cui Alien si mostra ben determinato a riprendersi la scena incollandosi con uno zompo agilissimo all’astronave di salvataggio in partenza dal pianeta, con la seria intenzione di massacrare tutto l’equipaggio; duello finale in stile “La bella e la Bestia”. Si aggiunga poi tra le note di demerito l’inverosimiglianza, anzi l’assurdità totale della sceneggiatura, in virtù della quale gli astronauti sbarcano sul pianeta misterioso come se si trattasse di una allegra scampagnata, privi di qualsiasi protezione che vada oltre la felpa e il cappellino da boy scouts e ignari di ogni seppur basilare procedura di quarantena: un vero branco di dementi votato al massacro, per togliere di mezzo i quali sarebbe più che sufficiente un soffio di Covid-19, senza disturbare alieni e raffinate manipolazioni genetiche! Risparmio al lettore ogni riferimento al “finalino inquietante” di prammatica.
Peccato d’origine del film: neppure un fotogramma fa paura. E se non fa paura, un horror è inutile narcolessia.
Errata corrige: ripensandoci, uno squarcio di puro terrore in effetti il film lo offre in extremis, dal momento che il finalino inquietante è costruito ad hoc per lasciare spazio alla fuoriuscita di un … sequel! Aiutoooo!
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samkok88
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martedì 19 febbraio 2019
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buon film, la storia si completa
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Il film si inserisce e completa in modo esaustivo la narrativa della saga. L'atmosfera creata da Scott è ottima a mio parere, molto suggestiva; ti fa sfuggire per un po' da questa terra e ti trasporta su un'altra dimensione. Ma questa è una caratteristica di tutti i film della saga. Parlando di questo singolo "episodio", lo vedo un po' slegato. Mi piace molto di più la prima parte del film che la seconda.
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onufrio
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lunedì 26 novembre 2018
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2104. un pianeta da colonizzare
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Sequel di "Prometheus", la storia riparte con l'astronave Covenant alla ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare, il loro piano cambia quando vengono incuriositi da un richiamo che proviene da un pianeta molto più vicino rispetto a quello in cui in principio erano interessati. Decidono così di fermarsi ed ispezionare la zona, rimanendo colpiti dalla vivibilità del pianeta, scoprendo però molto presto le insidie che questo vi nasconde. Qui avviene anche l'incontro con David 8 (Michael Fassbender) già presente in "Prometheus".
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