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mercoledì 21 settembre 2016
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lontano anni luce dagli altri film italiani
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Com'è possibile che quest'anno l'Ialia abbia schierato dei film poco convincenti e poco memorabili a concorrere contro i grandi colossi del cinema mondiale, lasciando fuori questo Indivisibili che colloca De Angelis, di diritto, tra quei colossi? Questo film è un capolavoro assoluto, assoluto. Lo affermano i critici nazionali ed internazionali, lo afferma chi conclude la proiezione con le lacrime agli occhi. Ieri a Napoli è stato indimenticabile: la potenza pura delle gemelle Fontana, la cattiveria dolente di Massimiliano Rossi, la poesia sciatta di Antonia Truppo... un affresco di colori desaturati, cotti al sole e sbiaditi dalla salsedine di una vita che va avanti per consunzione.
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Com'è possibile che quest'anno l'Ialia abbia schierato dei film poco convincenti e poco memorabili a concorrere contro i grandi colossi del cinema mondiale, lasciando fuori questo Indivisibili che colloca De Angelis, di diritto, tra quei colossi? Questo film è un capolavoro assoluto, assoluto. Lo affermano i critici nazionali ed internazionali, lo afferma chi conclude la proiezione con le lacrime agli occhi. Ieri a Napoli è stato indimenticabile: la potenza pura delle gemelle Fontana, la cattiveria dolente di Massimiliano Rossi, la poesia sciatta di Antonia Truppo... un affresco di colori desaturati, cotti al sole e sbiaditi dalla salsedine di una vita che va avanti per consunzione. Una storia semplice e potente, non è ancora uscito in sala ma per me è già un classico.
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[+] lo vedrò domani
(di no_data)
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[+] i colossi esistono solo nella tua testa
(di kronos)
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mercoledì 21 settembre 2016
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due interpreti indimenticabili
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Genitori sfruttatori eppure innamorati, famiglie allargate con zii omosessuali, africani in fuga ammalati di religione e superstizione, una terra violentata che allatta e avvelena i suoi figli: qui nascono e crescono le gemelle indivisibili, Dasy e Viola. Il racconto della loro passione e desiderio di libertà commuove ed esalta, il loro slancio di fuga dalla ribalta, verso la normalità, impone rispetto, ci insegna la dignità. Due interpreti sorprendenti, indimenticabili.
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casomai21
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mercoledì 21 settembre 2016
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il riscatto di due sorelle sull*orlo di un abisso
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Per chi ricorda il "Nome della Rosa" ad inizio film si parlava di abisso che chiamava l'abisso. Forse è lo stesso abisso morale in cui queste sensibili e sfortunate sorelle protagoniste in una fase del film rischiano di finire letteralmente traghettate in un mare senz'onde,da un anonimo (perchè il viso non è inquadrato) "Caronte" di dantesca memoria verso la "perduta gente "ed un Lucifero che le attende..La storia drammatica e grottesca si svolge sotto un cielo grigio, plumbeo e gonfio di pioggia del litorale domizio,luogo altresì dannato,da anni di incuria,abusi, illegalità, emarginazione multietnica e socialmente pericoloso, ben lontano dai fasti della romanità.
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Per chi ricorda il "Nome della Rosa" ad inizio film si parlava di abisso che chiamava l'abisso. Forse è lo stesso abisso morale in cui queste sensibili e sfortunate sorelle protagoniste in una fase del film rischiano di finire letteralmente traghettate in un mare senz'onde,da un anonimo (perchè il viso non è inquadrato) "Caronte" di dantesca memoria verso la "perduta gente "ed un Lucifero che le attende..La storia drammatica e grottesca si svolge sotto un cielo grigio, plumbeo e gonfio di pioggia del litorale domizio,luogo altresì dannato,da anni di incuria,abusi, illegalità, emarginazione multietnica e socialmente pericoloso, ben lontano dai fasti della romanità. Eppure. a queste persone sembra non mancare nulla in quanto espressione di consumismo sfrenato e dalla cultura pacchiana, come nella scena della festa della prima Comunione ad inzio film.di un pubblico che apprezza la musica neomelodica e che genera nuovi ammirati e sempre più giovani talenti e rispettivi fans.'E ben definito socialmente questo ambiente di falsi mecenati e di personale tecnico che lavora al nero con grossi introitii ,privi di controlli fiscali e completato da un sistema perverso dii scommesse più o meno clandestine.In questo contesto familiare tutti vogliono guadagnare dalla particolare e rara difficoltà fisica delle due sorelle che non svelo, per trarne vantaggi economici.Il padre e la madre al limite della deroga della patria potestà al discutibile e spietato parroco di frontiera. interpretato da un convincente Massimiliano Gallo. Tutti gli interpreti danno il meglio di sè dall'odioso padre-padrone alla fragile madre e a Peppe Servillo, il medico che ben comprende la drammatica situazione e che scatena nelle due ragazze sentimenti contrastanti dal desiderio di libertà secondo due precise e distinte volontà al senso di appartenenza reciproca all'angoscia della solitudine e dell'abbandono, e che si percepisce nell'ultima sequenza del film per la spettralità degli ambienti rappresentati, Le due giovani attrici esordienti sono davvero sorpendenti come quando vanno a cercare il responso della Sibilla nella originale grotta tufacea di Cuma per capire cosa fare della propria vita, ma il cenno al mito non finisce qui :le drammatiche fasi del film vengono accompagnate dalla voce epica e suggestiva di Enzo Avitabile, che, anche se con canzoni non del tutto inedite arricchisce con rara poesia le sensazioni dello spettatore del film di nostalgica fierezza e consapevolezza delle umane sofferenze. Un plauso alla regia per le scene girate in mare e in quei luoghi desolati apparentemente semidesertici che ricordano altri luoghi del Mediterraneo.
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nanni
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giovedì 6 ottobre 2016
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indivisibili
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Appena diciottenni gemelle siamesi con il talento del canto scoprono casualmente di potersi separare. Ma Viola e Dasy più che della disabilità sono prigioniere di una famiglia e di un mondo di mostri e la conquista della “normalità” sarà dura, dolorosa e piena di ostacoli…….L’espediente delle sorelle siamesi come metafora universale della complessità del percorso di emancipazione ( nonostante la davvero straordinaria bravura delle protagoniste) rimane troppo in superfice e non convince. Nel tentativo di tenere a galla il film, De Angelis spinge molto, troppo il registro del grottesco non riuscendo, però, ad andare mai oltre la denuncia del degrado umano ed ambientale inarrestabile di una non trascurabile parte del “Bel Paese” (tema, peraltro, oramai largamente usato ed abusato e che non indigna quasi più).
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Appena diciottenni gemelle siamesi con il talento del canto scoprono casualmente di potersi separare. Ma Viola e Dasy più che della disabilità sono prigioniere di una famiglia e di un mondo di mostri e la conquista della “normalità” sarà dura, dolorosa e piena di ostacoli…….L’espediente delle sorelle siamesi come metafora universale della complessità del percorso di emancipazione ( nonostante la davvero straordinaria bravura delle protagoniste) rimane troppo in superfice e non convince. Nel tentativo di tenere a galla il film, De Angelis spinge molto, troppo il registro del grottesco non riuscendo, però, ad andare mai oltre la denuncia del degrado umano ed ambientale inarrestabile di una non trascurabile parte del “Bel Paese” (tema, peraltro, oramai largamente usato ed abusato e che non indigna quasi più). Il film, dunque, dopo aver messo tante carne al fuoco si smarrisce e con un finale senza sconfitta ma senza neanche riscatto vero risulta ampiamente irrisolto e non esce mai dallo schermo. Ciao Nanni
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mercoledì 5 ottobre 2016
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nessuna speranza di redenzione
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Davvero coraggioso questo film (presentato a Venezia 2016) che affronta una storia minore, forse molto minore, ma la affronta in modo splendido. Due sorelle: Viola e Dasy ormai adulte, unite nel corpo ( sono siamesi ) ma divise nelle aspirazioni affrontano la necessità di essere diverse, uniche, come tutti noi vogliamo essere. Un uomo ne desidera una, Dasy, e lei sente l'insopprimibile voglia di essere femmina (come dice alla sorella).
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Davvero coraggioso questo film (presentato a Venezia 2016) che affronta una storia minore, forse molto minore, ma la affronta in modo splendido. Due sorelle: Viola e Dasy ormai adulte, unite nel corpo ( sono siamesi ) ma divise nelle aspirazioni affrontano la necessità di essere diverse, uniche, come tutti noi vogliamo essere. Un uomo ne desidera una, Dasy, e lei sente l'insopprimibile voglia di essere femmina (come dice alla sorella). Padre e madre sfruttano questa singolarità, che suscita una morbosità pagana, per trarne beneficio economico ma anche riscatto sociale. Un universo squallido di un consesso sociale di sconfitti e predatori si affaccenda nel rubare qualche scampolo di ricchezza e di fama riflessa ( non ultimo un prete ambiguo ) sfruttandone la singolare condizione fisica, esibendole (cantano nelle feste di periferia) . Nella riviera Domizia “non luogo” di raro squallore di territorio saccheggiato ed abbandonato e di umanità senza speranze. Sconfitta anche quando pensa di vincere. Lo squallore e la miseria morale pervade ogni comportamento ed ogni situazione. La bruttura dell'esser umano assurge ad un elevazione impensabile proprio perché specchio della realtà.
La presenza incombente, quasi soffocante, del denaro in contanti è misura del potere e miraggio nella possibilità di una finta redenzione . Nessuno si salva dallo squallore : non il padre crudele, impedendo una vita normale alle figlie e che si assolve sentendosi poeta (scrive i testi delle canzoni) mentre spende ogni risorsa nella dipendenza dal gioco. Non la madre che riscatta un suo passato da vinta nell'acquisto compulsivo di ogni elettrodomestico. Non certo il prete che sottrae le poche risorse agli umili che vi si affidano inermi e che usa anch'egli le due siamesi per i suoi orridi riti di una religiosità mercantile con un cinismo ben rappresentato dal bravo attore piegando religione e fede a riti che sono pagani. Il regista sceglie inquadrature gelide, anche un po' troppo fredde come alla ricerca di simbolismi esasperati. Una musica di Enzo Avitabile che mescola il vuoto dei valori con testi che sembrano neo melodici. Discutibile ma comprensibile il finale consolatorio. Raro film di qualità.
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luca scialo
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mercoledì 22 febbraio 2017
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inseparabili di cronenberg nella terra dei fuochi
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Dopo Perez, secondo lungometraggio del promettente Edoardo De Angelis. Il quale sta impegnando la sua filmografia sul racconto della difficile realtà campana. Soprattutto, quella della Terra dei fuochi.
Due sorelle siamesi, Viola e Dasy, cantanti neomelodiche, vengono sfruttate dalla loro famiglia e dalla Chiesa locale come due fenomeni da baraccone. Il loro talento, ma soprattutto, la loro deformità, è una miniera d'oro in una terra dove il disagio sociale è imperante. Tutto scorre liscio finché una di loro non decide di spiccare il volo da quella gabbia familiare e naturale nella quale è rinchiusa.
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Dopo Perez, secondo lungometraggio del promettente Edoardo De Angelis. Il quale sta impegnando la sua filmografia sul racconto della difficile realtà campana. Soprattutto, quella della Terra dei fuochi.
Due sorelle siamesi, Viola e Dasy, cantanti neomelodiche, vengono sfruttate dalla loro famiglia e dalla Chiesa locale come due fenomeni da baraccone. Il loro talento, ma soprattutto, la loro deformità, è una miniera d'oro in una terra dove il disagio sociale è imperante. Tutto scorre liscio finché una di loro non decide di spiccare il volo da quella gabbia familiare e naturale nella quale è rinchiusa.
Ambientato nella difficile Castel Volturno, rievoca Inseparabili di Cronenberg ed offre un nuovo spunto di riflessione sulla complicata Terra dei fuochi.
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anairda54
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lunedì 10 ottobre 2016
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un capolavoro
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Un film che mi ha lasciato una sensazione di forte turbamento er di incredibile tenerezza per le due protagoniste. Lo sfruttamento delle gemelle da parte del padre e del prete é qualcosa di disgustoso e scioccante laddove l'ingenuità delle ragazze stupisce e commuove. La capacità del regista di descrivere quei luoghi e i loro protagonisti è spietata e, purtroppo, molto vicina alla realtà. Il tutto condito da una situazione tanto assurda che De Angelis riesce a rendere nello stesso tempo disgusta e divertente (strano a dirsi ma l'ironia del film strappa parecchie risate). Le sorelle Fontana sono straordinarie e tutto il cast perfettamente indovinato. Un film che mi è rimasto dentro: un pugno nello stomaco e la sensazione di aver assistito a un capolavoro.
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maumauroma
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venerdì 14 ottobre 2016
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indivisibili
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E' lo squallido e allucinato hinterland casertano il teatro dove si svolge la storia del bel film di Edoardo De Angelis, un mondo che il regista esamina e descrive in modo acritico ma appassionato, quasi come un etnologo studioso dei riti e delle usanze del sud del nostro paese, dipingendolo con rapide ma decise pennellate di nero inchiostro. L'handicap fisico di due giovani gemelle siamesi, che si esibiscono come cantanti in misere feste di paese viene sfruttato dapprima per soldi, successivamente per organizzare oltraggiose processioni mistico religiose. Dai profondi e dolci occhi di Viola e Dasy, cosi' uguali nei corpi e cosi' diverse nei caratteri, l'idea e la speranza di poter un giorno essere divise da un intervento chirurgico e di poter finalmente essere libere e indipendenti, fara'sgorgare sguardi pieni di attese, speranze, paure, teneri momenti di ribellione.
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E' lo squallido e allucinato hinterland casertano il teatro dove si svolge la storia del bel film di Edoardo De Angelis, un mondo che il regista esamina e descrive in modo acritico ma appassionato, quasi come un etnologo studioso dei riti e delle usanze del sud del nostro paese, dipingendolo con rapide ma decise pennellate di nero inchiostro. L'handicap fisico di due giovani gemelle siamesi, che si esibiscono come cantanti in misere feste di paese viene sfruttato dapprima per soldi, successivamente per organizzare oltraggiose processioni mistico religiose. Dai profondi e dolci occhi di Viola e Dasy, cosi' uguali nei corpi e cosi' diverse nei caratteri, l'idea e la speranza di poter un giorno essere divise da un intervento chirurgico e di poter finalmente essere libere e indipendenti, fara'sgorgare sguardi pieni di attese, speranze, paure, teneri momenti di ribellione.Film imperfetto, certo, ma intenso e coinvolgente come pochi visti negli ultimi tempi. De Angelis, con la sua attenta regia, ha il merito di essere riuscito quasi a farci annusare i miasmi provenienti dalla decomposizione di certa societa' e di certi distorti credo religiosi. Sorprendente la prova delle sorelle Fontana, ma tutti gli interpreti sono all'altezza. Belle e necessarie le musiche di Enzo Avitabile
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mauridal
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mercoledì 21 settembre 2016
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le due pari indissolubili, ma non troppo .
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INDIVISIBILI un film di Edoardo De Angelis. Italia 2016
Senza scomodare i principi della geometria o della matematica, ma i numeri primi sono divisibili solo per sé stessi, pare di ricordare e quindi indivisibili con tutti gli altri numeri. Il numero due è divisibile solo con i numeri pari ad es. il quattro, il sei e ovviamente con lo stesso numero 2, così il risultato è uno. Tutta questa premessa , per introdurre il film dal titolo INDIVISIBILI, che ci presenta una storia di un duo ovvero di una coppia di gemelle siamesi indivisibili, non solo perché siamesi e quindi unite per l’anca sebbene staccabili, con una ordinaria operazione chirurgica, ma, in quanto veramente inseparabili, dal punto di vista psicologico, della personalità e della sicurezza affettiva.
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INDIVISIBILI un film di Edoardo De Angelis. Italia 2016
Senza scomodare i principi della geometria o della matematica, ma i numeri primi sono divisibili solo per sé stessi, pare di ricordare e quindi indivisibili con tutti gli altri numeri. Il numero due è divisibile solo con i numeri pari ad es. il quattro, il sei e ovviamente con lo stesso numero 2, così il risultato è uno. Tutta questa premessa , per introdurre il film dal titolo INDIVISIBILI, che ci presenta una storia di un duo ovvero di una coppia di gemelle siamesi indivisibili, non solo perché siamesi e quindi unite per l’anca sebbene staccabili, con una ordinaria operazione chirurgica, ma, in quanto veramente inseparabili, dal punto di vista psicologico, della personalità e della sicurezza affettiva. "Siamo nate così, è inevitabile, che l’una mangi e l’altra abbia mal di pancia", si dicono, tra loro , nei dialoghi in stretto dialetto napoletano , del film. Dunque, chiedono le due ragazze ormai adulte, perché è, e deve essere sempre così. E qui , il regista e lo sceneggiatore , Nicola Guaglianone, che è decisivo per le ambientazioni di periferia e un certo carattere dei personaggi, tra l’emarginato, e il border line, danno varie risposte, la prima , le due gemelle sono così e devono rimanere così per volere di un padre e una madre degenerati se non depravati, che le usano e sfruttano, facendo un mucchio di soldi per farle cantare, in coro nelle feste pacchiane e volgari del popolo sottoproletario superstizioso e ignorante se non malavitoso, che con una buona dose di sottosviluppo culturale, le considerano come un portafortuna miracoloso, da toccare e baciare come una reliquia. Le ragazze dalla nascita non furono staccate e in seguito neanche poiché risultano un grande affare per tutta la numerosa famiglia . Il film a questo punto si dilunga mostrando più volte le gemelle che cantano, e tra l’altro le giovani attrici Angela e Marianna Fontana esordienti ma bravissime, sono nella realtà anche sorelle , ma semplici, e davvero cantano all’unisono per il piacere di un pubblico neomelodico. Diversamente merita un accenno la colonna sonora del film che fa da sfondo, con le differenti musiche e i testi originali di Enzo Avitabile, e che perfino mette in risalto certi passaggi del film . Altra risposta, affonda nel fattore sottosviluppo e arretratezza della situazione socio antropologica in cui il film è ambientato .Quelle zona note come “ terra dei fuochi” , e adiacenti , e come Castel Volturno, in particolare, sono note per l’alta concentrazione di immigrati africani regolari e non, sfruttati per i lavori agricoli. Le cronache nere si sono occupate spesso di Castelvolturno, località non a caso scelta dalla grande Miriam Makeba per il suo ultimo concerto di solidarietà a quel popolo africano schiavizzato. Insomma, una materia abbondante per una storia da raccontare, e alla fine, il film riesce ad affrontare , parzialmente le molte problematiche, seppure sulla falsariga della vicenda direi new romantic delle gemelle vocalist che tragicamente si ritroveranno staccate fisicamente, ma sopravvivranno per essere condannate alla simbiosi e dipendenza psicologica. Alcune forzature di ambientazione , ed una eccessiva descrizione di alcuni personaggi, alla fine non disturba il significato ultimo, del film che il regista sottolinea, dunque, la difficoltà o a volte l’impossibilità di separare persone e cose intimamente legate, da più di un motivo materiale. Forse metafora pessimistica di un legame indissolubile tra una terra , un luogo e il suo destino . (mauridal)
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flyanto
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lunedì 3 ottobre 2016
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l'ineluttabilità di un certo destino
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"Indivisibili" del regista Edoardo De Angelis costituisce l'ennesima pellicola, ambientata in territorio napoletano, in cui vengono rappresentati la squallida realtà e l'infame genere umano che popolano determinate aree disastrate del Sud Italia.
Nel caso specifico, viene presentato sullo schermo il caso di due gemelle siamesi (unite per una gamba) di nome Viola e Dasy le quali vengono fatte esibire, con la scusa del canto, dai propri genitori in occasione di matrimoni, di feste religiose ed in svariate altre simili occasioni. L' attrazione è costituita proprio dalla loro anomalia fisica piuttosto che, dalle loro mediocri doti canore e quasi esse vengono considerate dalla folla in generale che le venera come dei "porta fortuna" o delle "dispensatrici di bene".
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"Indivisibili" del regista Edoardo De Angelis costituisce l'ennesima pellicola, ambientata in territorio napoletano, in cui vengono rappresentati la squallida realtà e l'infame genere umano che popolano determinate aree disastrate del Sud Italia.
Nel caso specifico, viene presentato sullo schermo il caso di due gemelle siamesi (unite per una gamba) di nome Viola e Dasy le quali vengono fatte esibire, con la scusa del canto, dai propri genitori in occasione di matrimoni, di feste religiose ed in svariate altre simili occasioni. L' attrazione è costituita proprio dalla loro anomalia fisica piuttosto che, dalle loro mediocri doti canore e quasi esse vengono considerate dalla folla in generale che le venera come dei "porta fortuna" o delle "dispensatrici di bene". Per anni, sin dalla loro nascita, pertanto, esse hanno così contribuito o, meglio, costituito l'introito economico vero e proprio della loro famiglia che, ben lungimirante, le ha sempre sfruttate. La crisi e la volontà di un generale cambiamento giungono quando un medico nel corso di una festa le vede e diagnostica loro la possibilità di essere operate chirurgicamente e, pertanto, di venire separate riuscendo così finalmente a vivere un' esistenza propria indipendente. Ciò crea in tutti ovviamente molto sgomento nonchè paura per svariate ragioni, "in primis" tra le due sorelle stesse di cui una sembra più desiderosa a "staccarsi" fisicamente dall'altra in contrapposizione all'altra che, invece, ne teme la futura separazione e lontananza. Dopo svariati avvenimenti, le due sorelle verranno finalmente divise chirurgicamente ma il loro legame troppo stretto ed in simbiosi ormai le ha troppo condizionate .....
Edoardo De Angelis ritorna sul grande schermo, dopo "Mozzarella Stories" , raccontando nuovamente della sua regione, la Campania, il genere umano con tutte le sue bassezze, le sue superstizioni e le sue caratteristiche, positive o negative che siano. Pertanto "Indivisibili" non costituisce una novità in campo cinematografico perchè non è il primo film che tratta l'argomento dello sfruttamento ai fini di cospicui introiti economici di fronte ad una realtà che si presenta fuori dalla norma. Qui, nel caso specifico, poco importa se le due adolescenti sono esposte al ludibrio pubblico e non possono vivere un'esistenza come tutte le giovani della loro età, ciò che è importante è, invece, il guadagno in termini monetari ed ottenuto soprattutto con facilità e, di conseguenza, senza troppa fatica. Comunque, nel complesso, "Indivisibili" risulta un film ben girato, ben interpretato, rivelando soprattutto al pubblico le due gemelle (ma non siamesi) Angela e Marianna Fontana che ben impersonano le due ragazze imprigionate nei propri corpi sin dalla nascita. Altro non vi è da aggiungere se non far riflettere amaramente lo spettatore su certe miserie umane nonchè squallori quotidiani di alcune zone degradate dove per lo più regna l' ignoranza e la superstizione.
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