phyllos
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mercoledì 22 agosto 2018
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a quiet passion
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Molti dubbi e una grande regia ma non sempre il cast corrisponde come del resto anche la fantasia dell'indagine poetica. Attori che hanno sminuito la grande poetessa e lei stessa la Nixon un reale fallimento. Non è sufficiente somigliarle vagamente per tradurre la poetica e il senso della scrittrice che peraltro per i suoi intenti analitici era di non facile collocazione letteraria. Il fratello era inadeguato la sorella soave quanto insignificante e lei stessa mancava di verità psicologica e narrativa come fosse uscita da una scuola occasionale di giovani attori . La regia magnifica, la sceneggiatura anche e la traccia che ha superato i confini della banalità di questi attori che non si salvano neppure nella coreografia finale seppure mascherati dal tempo e dalla bellezza della poesia mistica .
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Molti dubbi e una grande regia ma non sempre il cast corrisponde come del resto anche la fantasia dell'indagine poetica. Attori che hanno sminuito la grande poetessa e lei stessa la Nixon un reale fallimento. Non è sufficiente somigliarle vagamente per tradurre la poetica e il senso della scrittrice che peraltro per i suoi intenti analitici era di non facile collocazione letteraria. Il fratello era inadeguato la sorella soave quanto insignificante e lei stessa mancava di verità psicologica e narrativa come fosse uscita da una scuola occasionale di giovani attori . La regia magnifica, la sceneggiatura anche e la traccia che ha superato i confini della banalità di questi attori che non si salvano neppure nella coreografia finale seppure mascherati dal tempo e dalla bellezza della poesia mistica . Quindi una grande regia detrattata da un cast povero imitatore scadente e un po' falso . Dialoghi ottimi, poesie poche e alcune importanti non citate come i fantasmi della mente compresa la sua verve naturalistica rimasta in giardino. Cara Emily sei rimasta sola ancora una volta ma fortunatamente rimangono le tue poesie misteriose .
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elle
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lunedì 6 agosto 2018
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vietato vedere un simile film
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Film MOLTO meno che mediocre. Insopportabile. Pesantissimo. Dopo 1 ora, avevo proposto di andarcene. È tutto uno ‘sputare sentenze’ per oltre 2 ore. Questi qui parlavano TUTTI con la Bibbia in mano/i Vangeli/i Codici/i testi dei Grandi Letterati...in mano. Se l’apertura del film, ci può stare...perché Emily vuol dare mostra di un qual certo carattere...benché ragazzina, che poi, per tutta la sua vita (è morta a 56 anni) famiglia & amici usassero un linguaggio SEMPRE solenne...ha dell’incredibile. Con sua sorella Vinnie (che non era poetessa) e neppure con le amiche, MAI una volta a parlare di abiti/cappellini/capelli/fiori.
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Film MOLTO meno che mediocre. Insopportabile. Pesantissimo. Dopo 1 ora, avevo proposto di andarcene. È tutto uno ‘sputare sentenze’ per oltre 2 ore. Questi qui parlavano TUTTI con la Bibbia in mano/i Vangeli/i Codici/i testi dei Grandi Letterati...in mano. Se l’apertura del film, ci può stare...perché Emily vuol dare mostra di un qual certo carattere...benché ragazzina, che poi, per tutta la sua vita (è morta a 56 anni) famiglia & amici usassero un linguaggio SEMPRE solenne...ha dell’incredibile. Con sua sorella Vinnie (che non era poetessa) e neppure con le amiche, MAI una volta a parlare di abiti/cappellini/capelli/fiori...insomma, ‘qualcosa di leggero’. È vero che siamo nel 1800...e in una famiglia borghese...però, ogni cosa ha un limite. Ho visto altri film ambientati in quell’epoca...ma un simile MATTONE mai. MAI.
Famiglie come quella della Dickinson, sono da evitare come la peste.
Sì sì, ci sono un paio d’occasioni in cui Emily dimostra di essere un’anticipatrice perché afferma che fra uomo e donna non devono esistere pesi e misure diverse. Arcigiusto. Giustississimo.
Ma non basta.
Neanche Cynthia Nixon...che sa fare l’epilettica ‘alla grande’. Santo cielo che film!!!
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martinside
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venerdì 3 agosto 2018
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inutile, noioso, irritante
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mi aspettavo un bel racconto, una storia di vita e una storia di una donna. Mi aspettavo un bel film ed invece no, non solo, a tratti anche irritante nel modo di far interagire gli attori. Dialoghi statici, toni fuori dalle righe e contenuti frivoli non finalizzati nemmeno a creare atmosfera o a rievocare chissà che tempi andati. Una occasione persa, peccato, perché Emily sarebbe da raccontare molto e bene.
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ruger357mgm
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lunedì 30 luglio 2018
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prigioniera volontaria
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Prigioniera volontaria e felice del conformismo e perbenismo della uupper middle class americana e del suo intransigente rigore religioso, la Emily Dickinson proposta i da questo singolare biopic veste, benissimo, i panni di una romantica ribelle il cui rapporto con il mondo non é pensabile al di fuori del suo essere prima di tutto femminile, poi umana, poi in sintonia perenne con una natura amica , e non inevitabile , distante, immutabile come il Fato ,come il nostro Leopardi talvolta la percepiva.Non incasellabile tra i romantici , per molti aspetti ci ricorda Jane Austen e le Bronte, ma precorre la Woolf nelle ferme posizioni proto femministe e fieramente contrarie al bigotto pigolio dei pur abolizionisti borghesi americani.
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Prigioniera volontaria e felice del conformismo e perbenismo della uupper middle class americana e del suo intransigente rigore religioso, la Emily Dickinson proposta i da questo singolare biopic veste, benissimo, i panni di una romantica ribelle il cui rapporto con il mondo non é pensabile al di fuori del suo essere prima di tutto femminile, poi umana, poi in sintonia perenne con una natura amica , e non inevitabile , distante, immutabile come il Fato ,come il nostro Leopardi talvolta la percepiva.Non incasellabile tra i romantici , per molti aspetti ci ricorda Jane Austen e le Bronte, ma precorre la Woolf nelle ferme posizioni proto femministe e fieramente contrarie al bigotto pigolio dei pur abolizionisti borghesi americani.Prova attoriale di gran classe di una Cinthya Nixon in stato di grazia.Per appassionati.
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silver90
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lunedì 16 luglio 2018
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una poetessa allo specchio
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"Se l’esigua lunghezza della vita, Sottolineasse la sua dolcezza, Gli uomini che ogni giorno vivono, Sarebbero così immersi nella gioia, Che si incepperebbero gli ingranaggi, Di quella roteante ragione, La cui esoterica cinghia, Protegge il nostro equilibrio”
La poetessa Emily Dickinson, nata ad Amherst, in Massachusetts, celebrava così il contrasto che avrebbe attraversato l'intera sua vita. Il complesso meccanismo della ragione si opponeva a una vita appagante e dunque felice, tramite quegli ingranaggi diabolici che l'avrebbero tenuta al riparo dal mondo. Profetessa di te stessa, ("tu non manifesti, tu riveli"), celava questo complesso di inferiorità nei confronti della vita stessa nei suoi versi, vere e proprie preghiere o esalazioni di una vitalità mancata.
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"Se l’esigua lunghezza della vita, Sottolineasse la sua dolcezza, Gli uomini che ogni giorno vivono, Sarebbero così immersi nella gioia, Che si incepperebbero gli ingranaggi, Di quella roteante ragione, La cui esoterica cinghia, Protegge il nostro equilibrio”
La poetessa Emily Dickinson, nata ad Amherst, in Massachusetts, celebrava così il contrasto che avrebbe attraversato l'intera sua vita. Il complesso meccanismo della ragione si opponeva a una vita appagante e dunque felice, tramite quegli ingranaggi diabolici che l'avrebbero tenuta al riparo dal mondo. Profetessa di te stessa, ("tu non manifesti, tu riveli"), celava questo complesso di inferiorità nei confronti della vita stessa nei suoi versi, vere e proprie preghiere o esalazioni di una vitalità mancata. Una "passione quieta", silente ma non oziosa, unisce i suoi componimenti, mirabilmente incastonati in una collana di eventi dal regista Terrence Davies. Davies sceglie deliberatamente di abbandonare il racconto didascalico, mettendo invece a confronto la più veloce maturazione spirituale e psicologica della poetessa con la lenta evoluzione della società rurale americana, che tuttora stenta a compiersi interamente. Proprio come la protagonista - la cui presenza di spirito è sinonimo di una ribellione interna, stroncata troppo presto dalla direttrice del collegio femminile dove la Dickinson venne educata prima di tornare definitivamente a casa - lo spettatore si interroga e nello stesso tempo è invitato a mantenere vigile l'attenzione. In questo senso, la vera sorpresa, se tale può essere, è la recitazione di Cynthia Nixon, che offre la sua voce, il suo corpo e la sua presenza di spirito a una grande figura della letteratura femminile. Attraverso un montaggio accorto, è la stessa voce della poetessa a declamare i suoi versi, svelando così un talento naturale a sferzare gli altri e sé stessa. Gli effetti di questo amore/odio non si esauriscono solo nella poesia: non rimane saldo il rapporto col padre, severo e intransigente, che vediamo inizialmente difendere le idee liberali dei figli, per poi – dopo la bellissima immagine delle fotografie di famiglia che invecchiano – inginocchiarsi di fronte al prete, rappresentante di un’intangibile e temibile autorità. Il timore della morte, che come uno spirito maligno viene evocata nei dialoghi fin dall’inizio del film e perseguita i personaggi, non basta per la protagonista ad accettare quella che viene proposta come la sua cura, ossia la rassegnazione nella fede. In tal senso, A Quiet Passion mostra una battaglia contro la morte in tutte le sue manifestazioni: la morte dell’intelletto tramite il cedimento e dell’etica tramite il compromesso. Lo scotto da pagare è l’irrigidirsi in un rigore che diventa intransigenza (“sono diventata come tutto quello che odiavo da giovane”, ammette durante uno scontro con sua sorella). E quando la Dickinson si ammala arrivano gli attacchi epilettici, che osserviamo come se si trattasse di una lotta tra un vuoto incomprensibile e terrorizzante e un corpo ancora pieno di forza che non accetta il suo destino. Ad accampagnarne la fine, agonizzante sul letto, ancora i fratelli, depositari di una triste ma non per questo meno vera riflessione. Difatti si fa fatica a comprendere come si possa essere felici di fronte alla fatalità del caso, soprattutto se ti riguarda da vicino:
"La mia vita finì due volte prima della sua fine; Resta ancora da vedere Se l'Immortalità non sveli Un terzo evento a me, Così immenso, così disperante da concepire Come quelli che due volte accaddero. Separazione è quanto sappiamo del cielo, E quanto ci basta dell'inferno"
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michelino
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martedì 26 giugno 2018
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michelino va al cinema
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La prima cosa di questo film che mi ha colpito
è la forza dei suoi dialoghi colorati da un ironia
al vetriolo degna del migliore Oscar Wilde.
Poi la macchina da presa che con i suoi
movimenti delicati e precisi accarezza volti
e panorami cercando di restituirli simili a quelli
fissati dai pennelli dei pittori dell'epoca.
Si potrebbe parlare di un film al femminile,
ma purtroppo il regista è un uomo e, tutto
sommato, credo che alla fine questo 'difetto'
si senta.
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La prima cosa di questo film che mi ha colpito
è la forza dei suoi dialoghi colorati da un ironia
al vetriolo degna del migliore Oscar Wilde.
Poi la macchina da presa che con i suoi
movimenti delicati e precisi accarezza volti
e panorami cercando di restituirli simili a quelli
fissati dai pennelli dei pittori dell'epoca.
Si potrebbe parlare di un film al femminile,
ma purtroppo il regista è un uomo e, tutto
sommato, credo che alla fine questo 'difetto'
si senta.
Il film perde leggermente quota nell'ultima parte,
quando il regista si sofferma troppo a lungo (con
alcune scene leziose e ripetitive) sulla vita (non
vissuta) della poetessa.
Comunque, nonostante qualche cedimento finale,
stiamo parlando di un film merita di essere visto e
rivisto più volte.
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ann58
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lunedì 25 giugno 2018
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un biopic riuscito a metà
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La vita di Emily Dickinson scorre monotona nella profonda provincia del Massachiussets dell'età vittoriana tra l'ambiente calvinista intriso di rigidità moralistiche e l'atteggiamento trasgressivo di Emily impersonata dalla ex Miranda di Sex and the city, Cinthia Nixon. La sua prova attoriale non manca di ottimi spunti ma soprattutto nel secondo tempo pecca di eccessi, tra lo sguardo spento o rigido e gli attacchi convulsi di nefrite , allora malattia incurabile, che paiono epilessia. E la lentezza snervante della camera concentratta sulla fissità dei suoi occhi incavati sempre piu'inespressivi e sulla degenerazione della malattia porta lo spettatore alla noia , facendogli dimenticare i momenti sognanti in cui la poetesssa recita trasognata i suoi versi superbi e senza tempo.
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dodix2013
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lunedì 25 giugno 2018
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un palla mortale
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Guardando questo film mi é venuta in mente una bella battuta (attribuita a Verdone) circa i film di Angelopulos: "i film di Angelopulos sono tutti da cinque palle: le tre che attribuisce loro la critica più le due che lo spettatore lascia sulla poltrona del cinema" (ndr: sembra che il regista greco si fosse offeso...).
Non discuto Emily Dickinson come poetessa.
Discuto il film: UNA PALLA MORTALE!!!
Lento, recitato male da attori (quasi tutti) mediocri.
Doppiato peggio.
Se non fossi stato in compagnia sarei uscito dopo mezz'ora.
Invece sono stato costretto a sorbirmi oltre due ore di una noia abissale.
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Guardando questo film mi é venuta in mente una bella battuta (attribuita a Verdone) circa i film di Angelopulos: "i film di Angelopulos sono tutti da cinque palle: le tre che attribuisce loro la critica più le due che lo spettatore lascia sulla poltrona del cinema" (ndr: sembra che il regista greco si fosse offeso...).
Non discuto Emily Dickinson come poetessa.
Discuto il film: UNA PALLA MORTALE!!!
Lento, recitato male da attori (quasi tutti) mediocri.
Doppiato peggio.
Se non fossi stato in compagnia sarei uscito dopo mezz'ora.
Invece sono stato costretto a sorbirmi oltre due ore di una noia abissale.
Pazienza.
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cardclau
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martedì 19 giugno 2018
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emily dickinson
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Andando a vedere il film A Quiet Passion sulla, più che grandissima, poetessa americana Emily Dickinson (impersonata da una splendida Cynthia Nixon), temevo di trovarmi di fronte ad un film agiografico e mieloso, sul tipo Maria Maddalena, che parte in quarta per spiegare a noi poveri mortali il genio senza macchia, o la vera santità, cioè l’inspiegabile, l’inintelligibile, l’inverosimile. Invece il regista Terence Davies, lasciando giustamente perdere la spiegazione del genio sfolgorante della Dickinson, si è permesso (a parte alcune poesie di rara bellezza) solo di descrivere con notevole efficacia l’ambiente che l’ha vista muoversi, lasciando a noi le riflessioni sull’ostico argomento, ma con qualche prezioso elemento in più.
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Andando a vedere il film A Quiet Passion sulla, più che grandissima, poetessa americana Emily Dickinson (impersonata da una splendida Cynthia Nixon), temevo di trovarmi di fronte ad un film agiografico e mieloso, sul tipo Maria Maddalena, che parte in quarta per spiegare a noi poveri mortali il genio senza macchia, o la vera santità, cioè l’inspiegabile, l’inintelligibile, l’inverosimile. Invece il regista Terence Davies, lasciando giustamente perdere la spiegazione del genio sfolgorante della Dickinson, si è permesso (a parte alcune poesie di rara bellezza) solo di descrivere con notevole efficacia l’ambiente che l’ha vista muoversi, lasciando a noi le riflessioni sull’ostico argomento, ma con qualche prezioso elemento in più. La Dickinson vive a cavallo della metà del diciannovesimo secolo, da una famiglia dell’alta borghesia dell’est degli Stati Uniti, da una parte religiosamente rigida (come bene sapevano fare i puritani), timorata di un Dio particolarmente severo, e dall’altra incredibilmente moderna (compatibilmente con i tempi) nel modo con cui si poteva esprimere il dissenso, e venivano considerate le donne. A quei tempi la relazione uomo-donna è intrappolata da stereotipi liberticidi da entrambe le parti, dove il maschio e la femmina già alla nascita dovevano interpretare accuratamente la parte a loro attribuita. La Dickinson non lavora (forse non era considerato consono al rango sociale), non si trova un marito e non viene spinta a farlo. Scopre la sua fortissima, emozionante, potenzialità poetica, tocca col cuore e conosce profondamente il mondo della poesia, e compone fantastiche poesie apparentemente in solitudine per molti anni della sua esistenza. La scelta delle parole e delle espressioni nelle poesie di Emily Dickinson ha dello straordinario. Ritengo, forse a torto, che l’espressione della vera creatività ponga le sue robuste radici nell’esistenza di un potente oggetto d’amore. Come il bambino che giocando, si impegna allo spasimo se è la madre che lo sta guardando. Bach non avrebbe composto a quelle altezze se non avesse amato profondamente sua moglie. Puccini lo dicono un libertino, ma non può non avere vissuto con sacralità le diverse storie d’amore vedendo e ascoltando le eroine delle sue opere, decisamente diverse, ma tutte donne vere e splendide: Mimi’, Tosca, Madama Butterfly, Turandot. E l’oggetto d’amore della Dickinson? Sicuramente la famiglia, che fondamentalmente riesce a proteggerla, poi le fantasie amorose (col pastore), al di là della fisicità e delle imbalsamate convenzioni sociali.
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flyanto
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lunedì 18 giugno 2018
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la troppo sensibile emily dickinson
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“A Quiet Passion” del regista inglese Terence Davies è un film sulla biografia della poetessa americana Emily Dickinson. Nel corso della lunga rappresentazione viene presentata la personalità della Dickinson dai giovani anni in cui ella studiava presso un collegio di decisa impronta cristiana (e mal sopportato dalla futura poetessa) a quelli posteriori trascorsi senza mai sposarsi nella casa di famiglia insieme ai genitori ed ai fratelli, sino alla sua morte. Da quello che si evince la Dickinson appare come una donna profondamente sensibile, di aperte vedute rispetto all’epoca perbenista e profondamente religiosa in cui ella visse, e con un’idea di perfezione applicata a tutti gli aspetti della vita in generale che la portarono così a vivere sempre in dissonanza con il mondo circostante e, pertanto, in un condizione voluta di isolamento.
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“A Quiet Passion” del regista inglese Terence Davies è un film sulla biografia della poetessa americana Emily Dickinson. Nel corso della lunga rappresentazione viene presentata la personalità della Dickinson dai giovani anni in cui ella studiava presso un collegio di decisa impronta cristiana (e mal sopportato dalla futura poetessa) a quelli posteriori trascorsi senza mai sposarsi nella casa di famiglia insieme ai genitori ed ai fratelli, sino alla sua morte. Da quello che si evince la Dickinson appare come una donna profondamente sensibile, di aperte vedute rispetto all’epoca perbenista e profondamente religiosa in cui ella visse, e con un’idea di perfezione applicata a tutti gli aspetti della vita in generale che la portarono così a vivere sempre in dissonanza con il mondo circostante e, pertanto, in un condizione voluta di isolamento. Poche, infatti, furono le persone da lei frequentate al di là dei propri familiari. La sua personalità ed i suoi desideri nonchè aspirazioni sono riflessi nelle sue composizioni che, si apprende nel film, all’inizio non incontrarono del tutto il plauso degli editori che le riadattavano in parte al fine di compiacere maggiormente il gusto del pubblico dell’epoca. “A Quiet Passion “ come titolo ben si addice a questo personaggio letterario animato dalla forte passione di comporre versi in cui poter confluire in maniera pacata e leggiadra, ma profonda, tutte le proprie sensazioni e fuggire da una realtà altresì poco soddisfacente.
Un film senza alcun dubbio in generale ineccepibile in quanto molto ben diretto e condotto attraverso una sensibilità profonda che ben ritrae, appunto, il personaggio della Dickinson. Anche dal punto di vista ambientale e dei costumi la pellicola risulta perfetta ma purtroppo la sua eccessiva durata (120 minuti e più) la penalizza fortemente rendendola un poco lenta e prolissa. Con circa mezz’ora in meno sarebbe stato un biopic perfetto!
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