Il film è sostanzialmente la biografia di Emily Elisabeth Dickinson, una poetessa oggi molto amata dagli americani, interpretata da Cinthia Nixon.
Nacque nel 1830 in una piccola cittadina del Massachusetts, in una famiglia borghese di tradizione puritana. Nel film Emily ragazza (interpretata da giovane da Emma Bell) ha un’aria ribelle, anticlericale e promettente, decide di lasciare il college femminile di Mount Holyoke e di vivere una religiosità a modo suo. Inizia a scrivere poesie e ottiene il permesso dal padre di poter scrivere di notte – a quei tempi si doveva chiedere il permesso che fare una qualsiasi cosa – e ottiene una prima pubblicazione in forma anonima perché era sconveniente che fosse una donna a scriverle. Così la sua vita continuerà a scorrere lenta e noiosa senza grandi scosse o emozioni, tutte convogliate nella scrittura solipsista.
Il fratello Austin (Duncan Duff) parte per andare a studiare all’Università e sarà il primo abbandono che subirà Emily. Poi si sposerà e tornerà a vivere lì vicino lavorando come avvocato nello studio legale del padre (Keith Carradine). Avrà una bambina di nome Martha. A un certo punto scoppierà la guerra di Secessione su cui Emily scriverà molto (di quel periodo sono la metà dei suoi scritti), ma al fratello sarà impedito di partire dal padre che lo vuole accanto a sé.
La sorella Vinnie le starà sempre vicina specialmente nei momenti più difficili come la morte, prima del padre, poi anche della madre. Emily si rifiuta man mano di frequentare chiunque dopo che la anche la sua fedele amica Vrilyng Buffam, la abbandonerà per sposarsi. In tutta la vita avrà solo un’infatuazione platonica per un reverendo sposato che apprezzava le sue poesie, dopo di che si rinchiuderà in casa, anzi nella sua stanza al piano di sopra, evitando qualsiasi contatto con il sociale che non fosse filtrato dall’adorata sorella. Sarà durissima quando scoprirà che il fratello ha un’amante, la seducente Mabel Loomis Todd, anch’essa a sua volta sposata. Una vita di sofferenza interiore la sua, di grande sensibilità, ma tormentata dall’angoscia di morte, attratta e terrorizzata dall’idea di provare un amore, di lasciare i suoi luoghi, la famiglia, le sue sicurezze. Arriverà ad ammalarsi del morbo di Bright, una malattia renale che poi fu chiamata nefrite e che la condurrà lentamente alla morte.
Tutto ciò è narrato molto lentamente, forse anche troppo, con una splendida fotografia e con musiche perfettamente scelte. Tra pizzi e merletti, carrozze d’epoca e velette, Cinthia Nixon è bravissima a donare varie espressioni e molte sfaccettature al personaggio. Il tutto si svolge nella casa di famiglia e nel suo curatissimo giardino - che Emily amava molto - e che sembra uscito dai quadri degli impressionisti americani come Phili Leslie Hale o Henry Wadson Lonfellow. Del resto è proprio della metà dell’Ottocento l’unione dell’arte e scienza specialmente nei confronti della botanica e solo poco più tardi, diventerà The Garden Movement e verrà fondato il Garden Club of America, all’inizio del Novecento.
Oggi Emily Dickinson è considerata tra le poetesse più sensibili di tutti i tempi e una delle più rappresentative. All’epoca alcune caratteristiche dei suoi scritti erano considerate inusuali, mentre oggi sono molto apprezzate e considerate inconfondibili del suo stile. La punteggiatura, l’uso non convenzionale delle maiuscole, le disgressioni enfatiche, le rime asimmetriche, le voci multiple e le metafore sofisticate sono considerate sue cifre stilistiche, stimate e tradotte in molte lingue.
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