filippo catani
|
martedì 5 gennaio 2016
|
un film delicato
|
|
|
|
Tre sorelle si recano al funerale del padre che da anni ormai si era costruito una nuova vita e scoprono di avere un'altra sorella che inviteranno a vivere con loro.
Un film delicato e molto interessante in cui Kore-Eda ci racconta la quotidianità di quattro donne alle prese con le gioie i dolori i problemi insomma con la quotidianità. Tra di loro c'è un fortissimo legame di sorellanza che si è sviluppato negli anni specialmente dopo che sia il padre che la madre se ne erano andati. La primogenita e più carismatica cerca di serrare le fila ma anche lei ha ovviamente i suoi pensieri. Il tutto è corredato da una bella recitazione e un'ottima fotografia.
[+]
Tre sorelle si recano al funerale del padre che da anni ormai si era costruito una nuova vita e scoprono di avere un'altra sorella che inviteranno a vivere con loro.
Un film delicato e molto interessante in cui Kore-Eda ci racconta la quotidianità di quattro donne alle prese con le gioie i dolori i problemi insomma con la quotidianità. Tra di loro c'è un fortissimo legame di sorellanza che si è sviluppato negli anni specialmente dopo che sia il padre che la madre se ne erano andati. La primogenita e più carismatica cerca di serrare le fila ma anche lei ha ovviamente i suoi pensieri. Il tutto è corredato da una bella recitazione e un'ottima fotografia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
profe
|
sabato 2 gennaio 2016
|
la tenerezza della condivisione attenua il dolore
|
|
|
|
Il film è delizioso e garbato. Il contesto familiare evoca la profondità dei buoni sentimenti che hanno il potere di rendere sopportabili i dolori, presenti, senza essere drammaticamente enfatizzati.
Le tonalità dei colori, nella gradazione del grigio alternato al nero, si accordano alla gamma cromatica delle emozioni, sfumate, ma intense e profonde.
I ritratti delle ragazze sono calibrati e su tutti emerge il rapporto tra la piccola e la sorella maggiore.
|
|
[+] lascia un commento a profe »
[ - ] lascia un commento a profe »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
martedì 22 dicembre 2015
|
la grande carineria
|
|
|
|
Il regista di "Father e Son" è tornato, e Cannes -penso per la seconda volta di seguito- gli ha aperto le porte del concorso. La tematica continua a essere la famiglia, come nucleo biologico ed affettivo che si (ri)costituisce o tenta di farlo, partendo dall'accoglienza che si riserva ad una ragazza più giovane delle tre (co)protagoniste.
Ma, (neanche tanto) paradossalmente, il film -dopo una prima scena che promette bene- decolla davvero quando l'oggetto dell'attenzione non è lei, ma una giovane molto più grande, alle prese con i problemi dell'età adulta, nella sfera affettiva come in quella professionale, che fra l'altro la confronta con un lavoro che implica particolari responsabilità.
[+]
Il regista di "Father e Son" è tornato, e Cannes -penso per la seconda volta di seguito- gli ha aperto le porte del concorso. La tematica continua a essere la famiglia, come nucleo biologico ed affettivo che si (ri)costituisce o tenta di farlo, partendo dall'accoglienza che si riserva ad una ragazza più giovane delle tre (co)protagoniste.
Ma, (neanche tanto) paradossalmente, il film -dopo una prima scena che promette bene- decolla davvero quando l'oggetto dell'attenzione non è lei, ma una giovane molto più grande, alle prese con i problemi dell'età adulta, nella sfera affettiva come in quella professionale, che fra l'altro la confronta con un lavoro che implica particolari responsabilità.
Come se quest'opera stessa maturasse "insieme a lei", ed avesse bisogno delle sue riflessioni-non sempre profondissime e necessarie, certo-, per autodistanziarsi dall'ingenuità che lo caratterizza, e di cui sembra a volte persino compiacersi, ad esempio in scene come quella dello scarafaggio. Scene che, per fortuna, contrastano con momenti con l'arrivo della zia. Il quale aumenta i rimpianti per le considerazioni che Hirokazu avrebbe potuto imporsi ed imporci, anziché accontentarsi di una cultura panteista tipica forse di quei paesi, e di personaggi probabilmente piuttosto irrisolti, come l'uomo che non è disposto a cedere il suo negozio.
D'accordo, campiamo anche di corse sotto il sole in cui si contemplano la natura ed i suoi tesori, tanto più con gli occhi degli orientali. Ma i bei film sono un'altra cosa.
[-]
[+] un chiarimento......
(di francesco2)
[ - ] un chiarimento......
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
|