mr.rizzus
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lunedì 8 febbraio 2021
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capolavoro
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mirko tommasi
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sabato 9 gennaio 2021
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ridicolo
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Horror (???) talmente ridicolo che si metterebbe a ridere anche il diavolo, terribilmente monotono e totalmente privo di tensione, non lascia allo spettatore alcuna via d'uscita se non quella di togliere il DVD dal lettore il prima possibile
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marcloud
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mercoledì 24 giugno 2020
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folk horror
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Una famiglia di coloni inglesi viene cacciata dalla propria comunità nel New England del 1630. Costruiscono una fattoria vicino un fitto bosco e iniziano a coltivare la terra con scarsi risultati. Thomasin, figlia maggiore, in un momento di dubbio religioso, vede sottrarsi misteriosamente il fratellino neonato. Tra bigottismo religioso, bugie e scenari da brivido, Robert Eggers dirige un film dal sapore di horror classico con venature folk e un'ottima fotografia. Ottima intensità che rende accettabili alcuni passaggi di sceneggiatura non del tutto convincenti.
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berserk1980
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martedì 31 marzo 2020
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un grande regista per un grande film
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-Spoiler- L'errore più grande del film è sicuramente quello di essere stato categorizzato tra quelli di genere horror, posso quindi capire il disappunto di chi si trova davanti un film che non ha nulla dei consueti canoni dei film di genere: nessuna caduta nello splatter,senza effetti speciali particolari e colpi di scena a ripetizione.Questo non significa che sia un film per tutti:la tensione e l'inquietudine pervadono tutta la pellicola ed in alcuni momenti il senso di oppressione è quasi fisico.Il film si propone, attraverso un articolato uso di allegorie, simboli e suggestioni visive, di raccontare una delle pulsioni più grandi dell'animo umano:la voglia di libertà. Questa si scontra con l'altra grande pulsione dell animo umano:il senso di appartenenza, accettazione e di sicurezza, della famiglia e della comunità.
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-Spoiler- L'errore più grande del film è sicuramente quello di essere stato categorizzato tra quelli di genere horror, posso quindi capire il disappunto di chi si trova davanti un film che non ha nulla dei consueti canoni dei film di genere: nessuna caduta nello splatter,senza effetti speciali particolari e colpi di scena a ripetizione.Questo non significa che sia un film per tutti:la tensione e l'inquietudine pervadono tutta la pellicola ed in alcuni momenti il senso di oppressione è quasi fisico.Il film si propone, attraverso un articolato uso di allegorie, simboli e suggestioni visive, di raccontare una delle pulsioni più grandi dell'animo umano:la voglia di libertà. Questa si scontra con l'altra grande pulsione dell animo umano:il senso di appartenenza, accettazione e di sicurezza, della famiglia e della comunità. All inizio del film allora l attraversamento del confine del villaggio va inteso come simbolo dell'affrancamento, dalla sicurezza del villaggio ma anche dal conformismo che viene richiesto per essere accettati pienamente. La famiglia quindi scavalca il limite di ciò che è riconosciuto come morale, con le porte del villaggio che si chiudono dietro di loro, e si trasferisce al confine della foresta, al limite di ciò che è ignoto, pericoloso e peccaminoso. Ogni membro della famiglia è alla ricerca della propria personale libertà che lo porterà a delle scelte, con le relative conseguenze. In questo senso la scomparsa del neonato indica una sorta di perdita della propria innocenza della giovane in seno ad una famiglia piena di contraddizioni(un padre devoto a dio che mente alla moglie e ai figli, il fratello più grande che comincia ad avvertire le prime pulsioni sessuali verso la sorella, una madre succube del marito cbe si scaglia contro i figli pur di non vedere la realtà delle cose).la stessa visione del pulcino morto all interno dell uovo che si rompe sono un immagine della sventura che si riversera' sul giovane figlio, ma anche della morte delle sue pulsioni all interno della famiglia(il guscio). Lo stesso caleheb che si lascia trascinare dalla voglia di ignoto dal padre e dalla sorella esprime quella voglia di indipendenza che risiede dentro ognuno di noi. Il mais marcio è simbolo della mancanza di cibo si ma anche di pochezza di cibo spirituale di un padre che a discapito delle apparenze è ipocrita e bugiardo. Il coniglio simbolo del rinnovamento che ci conduce nell abisso della foresta. La capra che munta da sangue invece del latte è immagine di una madre che invece di nutrire cerca di uccidere la figlia(di uccidere la sua voglia di libertà). E cosi via per tutto il film che ci porta a vedere oltre le immagini. Alla fine la giovane protagonista che si spoglia di tutto (abbandona la comunità, la famiglia, la propria umanità) si dirige nella foresta buia(il buio della regione?) accompagnata dal capro, simbolo del peccato, e raggiunge il fuoco, la meta del proprio viaggio interiore, che però consuma tutto, anche se stessa, portandola alla schizofrenia (intesa come massimo della libertà individuale contrapposta alla comunità). Ne sarà valsa la pena? Un grande film di formazione, non un semplice film horror.
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martedì 31 marzo 2020
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viaggio nelle pulsioni dell animo umano
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-Spoiler- L'errore più grande del film è sicuramente quello di essere stato categorizzato tra quelli di genere horror,posso quindi capire il disappunto di chi si trova davanti una pellicola che non ha nulla dei consueti canoni moderni del genere: nessuna caduta nello splatter,senza effetti speciali particolari e colpi di scena a ripetizione.Questo non significa che sia un film per tutti:la tensione e l'inquietudine pervadono tutta la pellicola ed in alcuni momenti il senso di oppressione è quasi fisico.Il film si propone, attraverso un articolato uso di allegorie,simboli e suggestioni visive, di raccontare una delle pulsioni più grandi dell'animo umano:la voglia di libertà.
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-Spoiler- L'errore più grande del film è sicuramente quello di essere stato categorizzato tra quelli di genere horror,posso quindi capire il disappunto di chi si trova davanti una pellicola che non ha nulla dei consueti canoni moderni del genere: nessuna caduta nello splatter,senza effetti speciali particolari e colpi di scena a ripetizione.Questo non significa che sia un film per tutti:la tensione e l'inquietudine pervadono tutta la pellicola ed in alcuni momenti il senso di oppressione è quasi fisico.Il film si propone, attraverso un articolato uso di allegorie,simboli e suggestioni visive, di raccontare una delle pulsioni più grandi dell'animo umano:la voglia di libertà.Contrapposta all'altro bisogno umano:il senso di appartenenza, accettazione e di sicurezza, dato dalla famiglia e dalla comunità. All'inizio del film allora l'attraversamento del confine del villaggio va inteso come simbolo dell'affrancamento dalla sicurezza del villaggio ma anche dal conformismo che viene richiesto per essere accettati pienamente.La famiglia scavalca il limite di ciò che è riconosciuto come morale, con le porte del villaggio che si chiudono dietro di loro, e si trasferisce al confine della foresta, al limite di ciò che è ignoto, pericoloso e peccaminoso. Ogni membro della famiglia è alla ricerca della propria personale libertà che lo porterà a delle scelte, con le relative conseguenze. In questo senso la scomparsa del neonato indica una sorta di perdita della propria innocenza della giovane Thomasin in seno ad una famiglia piena di contraddizioni(un padre devoto a dio che mente alla moglie e ai figli, il fratello più grande che comincia ad avvertire le prime pulsioni sessuali verso la sorella, una madre succube del marito che si scaglia contro i figli pur di non vedere la realtà delle cose).La stessa visione del pulcino morto all'interno del guscio rotto dell'uovo è immagine della sventura che si riversera' sul giovane Caleb, ma anche della morte delle sue pulsioni se restaerà chiuso all'interno della famiglia(il guscio).Lo stesso Caleb che si lascia trascinare all'nterno della foresta dal padre e dalla sorella esprime quella voglia di indipendenza che risiede dentro ognuno di noi. Il mais marcio è simbolo della mancanza di cibo si ma anche di pochezza di cibo spirituale di un padre che a discapito delle apparenze è ipocrita e bugiardo. Il coniglio simbolo del rinnovamento che ci conduce nell'abisso della foresta(rinnovamento nel peccato). La capra che munta da sangue invece del latte è immagine di una madre che invece di nutrire cerca di uccidere la figlia(di uccidere la sua voglia di libertà). E cosi via per tutto il film che ci porta a vedere tramite le immagini oltre le stesse. Alla fine la giovane protagonista che si spoglia di tutto (abbandona la comunità, la famiglia, la propria umanità) si dirige nella foresta buia(il buio della regione?) accompagnata dal capro, simbolo del peccato, e raggiunge il fuoco, la meta del proprio viaggio interiore, che però consuma tutto, anche se stessa, portandola alla pazzia (intesa come massimo della libertà individuale contrapposta alla comunità bigotta e repressiva). Ne sarà valsa la pena? Un grande film di formazione, non un semplice film horror.
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martedì 31 marzo 2020
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film allegorico
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Sono d'accordo con te quando dici che si lascia spazio allo spettatore nel decifrare il film, ma ritengo che la vrra forza del film siano proprio le immagini o meglio i rimandi allegorici a cui certe immagini rimandano :varcare il confine. La foresta, il mais marcio, coniglio, la coppa d'argento, la scomparsa del neonato, il coniglio, la strega nel bosco, il pulcino morto nell uovo, il capro, il sangue al posto del latte che da la capra, la giovane nuda che entra nel bosco, il fuoco. Tutte queste immagini rimandano ad altro ed è compito dello spettatore decodificarle per compiere quel viaggio che la stessa protagonista è chiamata a compiere alla ricerca della libertà che è lo scopo di questo viaggio interiore
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martedì 31 marzo 2020
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viaggio nelle pulsioni dell animo umano
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jacopo
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venerdì 31 gennaio 2020
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sotto le aspettative
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Film noioso, non c’è tensione, è stata una gran delusione!
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joker91
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sabato 30 novembre 2019
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opera prima strepitosa
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Un esordio alla regia sicuramente positivo,la pellicola si regge tutta sulla recitazione degli attori e gli effetti speciali come è giusto che sia sono assenti. L'aspetto scenografico è curato nei minimi dettagli. Pellicola che si basa su testimonianze reali,forse il film più bello degli ultimi 20 anni sulla stregoneria e sulla magia nera. Horror d'autore lontano anni luce dai gusti commerciali del pubblico del giorno d'oggi
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vivi
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mercoledì 18 luglio 2018
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noiosissimo
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Questo film non è per niente originale... ti tiene sempre in sospeso e ti ritrovi alla fine del film che deve ancora succedere qualcosa!!! è molto sbrigativo!!! in pochissimo si sviluppa il finale... per me è stata una grandissima cavolata
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