Disturbing. Non esiste un termine migliore o eguale in italiano. La rappresentazione scenica del male nel rispetto della tradizione iconografica cristiana, cullata da una fotografia sublime, un coloring imbevuto di storia, poesia, amore per il testo, capace di creare un glorioso cortocircuito sinestesico che supera i sensi e colpisce direttamente nel subconscio, evocando la forma archetipa della paura e rimodellandola in un incubo a quattro dimensioni.
La simbologia esoterica danza con quella Freudiana formando una spirale psicologica costellata di eufemistiche figure retoriche, dove il giudizio crolla, l'incertezza diventa panico, che si fa follia e morte.
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Disturbing. Non esiste un termine migliore o eguale in italiano. La rappresentazione scenica del male nel rispetto della tradizione iconografica cristiana, cullata da una fotografia sublime, un coloring imbevuto di storia, poesia, amore per il testo, capace di creare un glorioso cortocircuito sinestesico che supera i sensi e colpisce direttamente nel subconscio, evocando la forma archetipa della paura e rimodellandola in un incubo a quattro dimensioni.
La simbologia esoterica danza con quella Freudiana formando una spirale psicologica costellata di eufemistiche figure retoriche, dove il giudizio crolla, l'incertezza diventa panico, che si fa follia e morte.
La recitazione è morbosa. Maniacale. Lucida nella sua imperturbabile follia, resa da una naturalezza di interazione dei personaggi con la scena e con l'ambientazione storica che permette di fruire la trama con composto orrore, che diventa paralisi emotiva nei momenti di climax. La scelta dei personaggi, i loro volti, la purezza dei loro sguardi. La sensazione di stare guardando qualcosa di sbagliato durante l'amplesso di un bambino con Satana mascherato da Gesu Cristo, nei suoi ultimi istanti di vita, circondato dai suoi famigliari che lo ascoltano semplicemente ansimare di un piacere che è puro orrore, il tutto reso esclusivamente dalla potenza della parola recitata di un bambino di 12 anni.
Il regista non documenta mai visivamente il male. Nessuna immagine mostrerà ai vostri occhi la violenza e l'orrore. Solo un costante cortocircuito sinestesico di colori, suoni, parole, simboli posti in modo naturale e immobile nella scena, che come una scultura in pietra, prende vita nella sua fissità plastica e stuzzica l'immaginazione. E scava, scava… fino ad arrivare all'origine della paura.
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