cristiana sorrentino
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lunedì 4 gennaio 2016
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un grande omaggio all'opera di saint-exupéry
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'Essenziale' è una parola che viene pronunciata più volte, da personaggi diversi e con scopi o intenzioni diverse, in questa raffinata e ben congegnata trasposizione in chiave cinematografica del breve romanzo illustrato di Antoine de Saint-Exupéry, che quest’idea di Mark Osborne ha messo a confronto con una storia contemporanea. Essenziale è per la bambina che ne è protagonista, o almeno per sua madre, ogni momento che scandisce le sue giornate con l’obbiettivo di ‘diventare una meravigliosa adulta’.
In una cittadina che si muove geometricamente ai ritmi di un orologio, il destino della piccola si intreccia inevitabilmente con quello del suo anziano vicino di casa (un nuovo Saint-Exupéry) che, nonostante la consapevolezza della vita e della possibilità della morte, quanto mai reali, non ha mai dimenticato cosa sia la fantasia e il desiderio di lasciarle spazio.
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'Essenziale' è una parola che viene pronunciata più volte, da personaggi diversi e con scopi o intenzioni diverse, in questa raffinata e ben congegnata trasposizione in chiave cinematografica del breve romanzo illustrato di Antoine de Saint-Exupéry, che quest’idea di Mark Osborne ha messo a confronto con una storia contemporanea. Essenziale è per la bambina che ne è protagonista, o almeno per sua madre, ogni momento che scandisce le sue giornate con l’obbiettivo di ‘diventare una meravigliosa adulta’.
In una cittadina che si muove geometricamente ai ritmi di un orologio, il destino della piccola si intreccia inevitabilmente con quello del suo anziano vicino di casa (un nuovo Saint-Exupéry) che, nonostante la consapevolezza della vita e della possibilità della morte, quanto mai reali, non ha mai dimenticato cosa sia la fantasia e il desiderio di lasciarle spazio.
Questo film sembra costruirsi su un continuo contrasto, che a tratti diventa anche una sovrapposizione, tra razionalità e immaginazione, e tra la necessità forte della seconda a partire dalla prima. Il Piccolo principe è un personaggio che esiste nell’immaginazione ma che scatena sentimenti e consapevolezze profonde anche nella realtà; un faro che, nel film come nel romanzo, dà luce alle ombre della quotidianità in cui il vero 'essenziale' sembra essersi perso. Forse come in nessun’altro racconto di questo genere, questa è una storia che rimanda a ben oltre quello di cui è essenzialmente costituita, e ogni personaggio che la abita, insieme alle parole che pronuncia, si trasforma in un complesso simbolo e in un affascinante rimando.
La scelta di rendere omaggio ai disegni originali di Saint-Exupéry, semplici e quasi abbozzati, riproposti all’interno della pellicola per raccontare la vicenda del Piccolo principe, rimanda all’idea di un nuovo contrasto: il mondo di questa minuta creatura sembra poter esistere solo attraverso la traccia del disegno, che rappresenta lo strumento attraverso il quale l’immaginazione prende vita.
La partenza della bambina alla rocambolesca ricerca del Piccolo principe la porterà in una città grigia e desolata, in cui gli abitanti dai volti apatici incedono meccanicamente spinti da un invisibile metronomo che ne regola le cadenze. È qui che la conoscenza con il signor Principe, un ragazzo deluso da sé stesso e dalla vita che conduce, divorato da un sistema altrettanto buio e centralizzato, inconsciamente desideroso di ritornare a essere bambino dentro ('Il problema non è diventare grandi, ma dimenticare'), si trasforma in quello che Marcel Proust chiamerebbe ‘un nuovo viaggio di scoperta’: è la bambina, adesso, ad essere il suo Piccolo principe, a scatenare in lui il 'desiderio di tornare ad avere un rosa da amare, il bisogno di una volpe da rendere viva anche se è solo fatta di stoffa.
Questo Piccolo principe è un grande omaggio e va visto'. Forse più dagli adulti che dai bambini.
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neger
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domenica 3 gennaio 2016
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a fine film la sala ha applaudito
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Alla conclusione della pellicola sono nati degli applausi spontanei da molti adulti che avevano portato i loro bimbi al cinema la domenica pomeriggio per vedere un cartone animato.
Ma il Piccolo Principe (il film ma anche il libro!) non è un prodotto per soli bimbi...anzi oserei direi che è più formativo ed importante per gli adulti.
Una storia bambinesca che racchiude per gli adulti una morale importantissima: attenzione a non ricordarsi più di quando ciascuno di noi era bimbo a suo tempo!
"Gli adulti, quanto sono strani!" "L'importante è invisibile agli occhi" "Una rosa, era la rosa più bella del mondo perchè era speciale per me".
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Alla conclusione della pellicola sono nati degli applausi spontanei da molti adulti che avevano portato i loro bimbi al cinema la domenica pomeriggio per vedere un cartone animato.
Ma il Piccolo Principe (il film ma anche il libro!) non è un prodotto per soli bimbi...anzi oserei direi che è più formativo ed importante per gli adulti.
Una storia bambinesca che racchiude per gli adulti una morale importantissima: attenzione a non ricordarsi più di quando ciascuno di noi era bimbo a suo tempo!
"Gli adulti, quanto sono strani!" "L'importante è invisibile agli occhi" "Una rosa, era la rosa più bella del mondo perchè era speciale per me"...
Quanta bellezza e quanta saggezza c'è nei bimbi... Basterebbe solo starli ad ascoltare senza porre in azione i nostri filtri da adulti :)
Buona visione!
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grazia.sveva
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domenica 3 gennaio 2016
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dove avete nascosto il piccolo principe?
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La trasposizione cinematografica de "Il piccolo principe" è stata realizzata con discreto successo da Mark Osborne, tralasciando però l'onere di spiegare davvero chi è il Piccolo Principe ed il suo metaforico viaggio alla scoperta dell'universo. Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere con la madre, condividendo inizialmente con questa l'ossessione di entrare in una prestigiosa scuola del quartiere. A stravolgere la vita di studio e rigidi programmi della bambina arriva un anziano signore suo vicino di casa, il quale strappa la piccola alla sua routine e la trasporta nel mondo figurato di un piccolo principe, della sua amica volpe e dello serpente spaventoso. Il messaggio del film è un giudizio sul binomio rigida organizzazione-totale creatività, ed il regista, riflettendo sul tema, invita il pubblico ad estraniarsi dalla visione del mondo organizzato e 'lucratore', incarnato dalla madre e dal mercante di stelle, per lasciarsi avvicinare da un bambino che si separa da una rosa per imparare ad amarla, che non dà importanza a nulla che non sia immateriale e che in ultimis decide di rinunciare persino al suo corpo fisico per amore del suo fiore.
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La trasposizione cinematografica de "Il piccolo principe" è stata realizzata con discreto successo da Mark Osborne, tralasciando però l'onere di spiegare davvero chi è il Piccolo Principe ed il suo metaforico viaggio alla scoperta dell'universo. Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere con la madre, condividendo inizialmente con questa l'ossessione di entrare in una prestigiosa scuola del quartiere. A stravolgere la vita di studio e rigidi programmi della bambina arriva un anziano signore suo vicino di casa, il quale strappa la piccola alla sua routine e la trasporta nel mondo figurato di un piccolo principe, della sua amica volpe e dello serpente spaventoso. Il messaggio del film è un giudizio sul binomio rigida organizzazione-totale creatività, ed il regista, riflettendo sul tema, invita il pubblico ad estraniarsi dalla visione del mondo organizzato e 'lucratore', incarnato dalla madre e dal mercante di stelle, per lasciarsi avvicinare da un bambino che si separa da una rosa per imparare ad amarla, che non dà importanza a nulla che non sia immateriale e che in ultimis decide di rinunciare persino al suo corpo fisico per amore del suo fiore. Sebbene l'accento sull'ossimoro materiale-immateriale sia ben posto, purtroppo il film nel suo complesso perde inevitabilmente una caratteristica fondante del romanzo, ossia poter essere letto a diversi livelli, da adulti e bambini. La piacevolezza delle musiche e dei colori ci accompagna verso l'idea che gli "adulti che hanno dimenticato" siano coloro che non apprezzano nulla che non sia tangibile e che vivono dimentichi di ogni cosa che non sia calcolabile ed economicamente valutabile. Il romanzo, dal mio punto di vista, è molto più profondo e si incentra su un viaggio di conoscenza e di agnizione di sé che il Piccolo Principe compie, affinché, al termine di esso, abbia imparato il valore di ciò che si ama, ovvero della sua rosa. Secondo Saint Exupéry, il bambino interiore si può riscoprire non soltanto rinunciando ai ritmi compulsivi ed alle pressioni economiche imposte dalla società, ma guardando all'intero spettro dei sentimenti umani con lo sguardo curioso e puro di un bambino. Nel film, i sentimenti vengono un po' banalizzati e soprattutto pragmatizzati nel finale, quando la bambina sente la necessità di vedere effettivamente cosa ne è stato del principe e della sua rosa. A mio giudizio, soprattutto in questa parte, Osborne avrebbe dovuto essere più fedele al libro e mantenere integra quella poesia che solo i sentimenti veri riescono a creare, magari enfatizzando il valore e l'unicità di ogni rapporto che il piccolo principe instaura nella narrazione, dall'amicizia con la volpe, all'amore per la sua rosa, alla paura del serpente.
In conclusione, il film de "Il Piccolo Principe" è una favola graziosa per bambini e adolescenti, ma che non riesce a generare abbastanza emozioni in un adulto che vorrebbe rivivere nel film la nostalgia dell'amore per una rosa, od il tenero ricordo di una volpe che, con pazienza e nel tempo, hanno addomesticato.
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zarar
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sabato 2 gennaio 2016
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non diventerò mai un'adulta come voi
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Non è facile misurarsi con un’opera fragile e poetica come “Il piccolo principe” salvandone l’attualità di fronte ad un pubblico infantile (e adulto) abituato a moduli comunicativi di ben altra aggressività espressiva. Analoghi tentativi sono clamorosamente falliti, come è stato osservato da più parti. La scelta intelligente di Oxborne è stata quella di confrontare il testo e le illustrazioni deliziosamente vintage di Saint-Exupéry con una piccola storia contemporanea che usa una grafica modernissima nello stile dei manga cartoons. La bimba protagonista di questa storia parallela vive in un mondo d’oggi freddo, geometrico, schematico, competitivo e iper-regolato, presieduto da una mamma superefficiente e sbrigativa, dove non hanno alcun posto calore e fantasia.
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Non è facile misurarsi con un’opera fragile e poetica come “Il piccolo principe” salvandone l’attualità di fronte ad un pubblico infantile (e adulto) abituato a moduli comunicativi di ben altra aggressività espressiva. Analoghi tentativi sono clamorosamente falliti, come è stato osservato da più parti. La scelta intelligente di Oxborne è stata quella di confrontare il testo e le illustrazioni deliziosamente vintage di Saint-Exupéry con una piccola storia contemporanea che usa una grafica modernissima nello stile dei manga cartoons. La bimba protagonista di questa storia parallela vive in un mondo d’oggi freddo, geometrico, schematico, competitivo e iper-regolato, presieduto da una mamma superefficiente e sbrigativa, dove non hanno alcun posto calore e fantasia. Deus ex machina, un personaggio del tutto out, un vecchio simpatico aviatore vicino di casa apparentemente squinternato e confusionario, spinge pian piano la bimba a entrare nelle pagine de “Il piccolo principe”, che si anima nella sua grafica di altri tempi fino a farla immergere in un mondo di sensazioni nuove, un mondo in cui si scopre che si può vedere con il cuore quello che non si vede con gli occhi; che solo con il cuore si vede l’essenziale e con il cuore si continuerà a vedere anche ciò che abbiamo amato e non c’è più; che è importante essere noi stessi, ma anche farsi ‘addomesticare’ dall’amicizia; ma soprattutto che crescere è necessario, ma senza mai dimenticare il bimbo che siamo stati. Alla fine i due mondi si fonderanno, per la felicità di tutti.
Riesce l’operazione di Mark Osborne? A metà. L’idea del doppio approccio è creativa e immaginosa, sia sul piano narrativo, sia sul piano visivo. Ma, nonostante la palese venerazione per il testo ispiratore, la parte più viva è quella ‘moderna’, soprattutto nella prima parte e nell’emozione delle prime nuove scoperte della bimba; più in là il film si fa un po’ verboso; il mondo del piccolo principe perde in poeticità e diventa un caleidoscopio un po’ casuale, per riprendere la sua logica sottile solo verso la fine. In più la materializzazione animata delle vecchie illustrazioni produce personaggi stile cartapesta, tristanzuoli e legnosi, quando forse avrebbe potuto mantenere la linearità elegante a due dimensioni dell’originale. Le voci di ottimi attori offrono un doppiaggio insolitamente buono.
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zarar
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sabato 2 gennaio 2016
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non diventerò mai un'adulta come voi
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Non è facile misurarsi con un’opera fragile e poetica come “Il piccolo principe” salvandone l’attualità di fronte ad un pubblico infantile (e adulto) abituato a moduli comunicativi di ben altra aggressività espressiva. Analoghi tentativi sono clamorosamente falliti, come è stato osservato da più parti. La scelta intelligente di Oxborne è stata quella di confrontare il testo e le illustrazioni deliziosamente vintage di Saint-Exupéry con una piccola storia contemporanea che usa una grafica modernissima nello stile dei manga cartoons. La bimba protagonista di questa storia parallela vive in un mondo d’oggi freddo, geometrico, schematico, competitivo e iper-regolato, presieduto da una mamma superefficiente e sbrigativa, dove non hanno alcun posto calore e fantasia.
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Non è facile misurarsi con un’opera fragile e poetica come “Il piccolo principe” salvandone l’attualità di fronte ad un pubblico infantile (e adulto) abituato a moduli comunicativi di ben altra aggressività espressiva. Analoghi tentativi sono clamorosamente falliti, come è stato osservato da più parti. La scelta intelligente di Oxborne è stata quella di confrontare il testo e le illustrazioni deliziosamente vintage di Saint-Exupéry con una piccola storia contemporanea che usa una grafica modernissima nello stile dei manga cartoons. La bimba protagonista di questa storia parallela vive in un mondo d’oggi freddo, geometrico, schematico, competitivo e iper-regolato, presieduto da una mamma superefficiente e sbrigativa, dove non hanno alcun posto calore e fantasia. Deus ex machina, un personaggio del tutto out, un vecchio simpatico aviatore vicino di casa apparentemente squinternato e confusionario, spinge pian piano la bimba a entrare nelle pagine de “Il piccolo principe”, che si anima nella sua grafica di altri tempi fino a farla immergere in un mondo di sensazioni nuove, un mondo in cui si scopre che si può vedere con il cuore quello che non si vede con gli occhi; che solo con il cuore si vede l’essenziale e con il cuore si continuerà a vedere anche ciò che abbiamo amato e non c’è più; che è importante essere noi stessi, ma anche farsi ‘addomesticare’ dall’amicizia; ma soprattutto che crescere è necessario, ma senza mai dimenticare il bimbo che siamo stati. Alla fine i due mondi si fonderanno, per la felicità di tutti.
Riesce l’operazione di Mark Osborne? A metà. L’idea del doppio approccio è creativa e immaginosa, sia sul piano narrativo, sia sul piano visivo. Ma, nonostante la palese venerazione per il testo ispiratore, la parte più viva è quella ‘moderna’, soprattutto nella prima parte e nell’emozione delle prime nuove scoperte della bimba; più in là il film si fa un po’ verboso; il mondo del piccolo principe perde in poeticità e diventa un caleidoscopio un po’ casuale, per riprendere la sua logica sottile solo verso la fine. In più la materializzazione animata delle vecchie illustrazioni produce personaggi stile cartapesta, tristanzuoli e legnosi, quando forse avrebbe potuto mantenere la linearità elegante a due dimensioni dell’originale. Le voci di ottimi attori offrono un doppiaggio insolitamente buono.
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filippotognoli
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venerdì 1 gennaio 2016
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"l'essenziale e' invisibile agli occhi"
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La trasposizione cinematografica del romanzo capolavoro di Antoine de Saint Exupery non poteva essere resa meglio di cosi'! Il film riesce ad essere estremamente fedele al libro, e a coglierne l'essenziale (il termine ESSENTIAL e' ripetuto e riproposto moltissime volte). Ma allo stesso tempo sviluppa e intreccia una trama molto moderna e attuale che da' ancora maggiore risalto ai concetti base del plot originale. L'eterna lotta tra la ragione e il sentimento, il passaggio dall'eta' infantile a quella adulta, l'amicizia, la crescita, sono tutte tematiche perfettamente raccontate. A livello visivo c'e' un mix di nuovo e antico, dalla computer grafica stile Pixar, alla tecnica stop motion, fatta con personaggi e scenografie di carta, veramente eccezionale.
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La trasposizione cinematografica del romanzo capolavoro di Antoine de Saint Exupery non poteva essere resa meglio di cosi'! Il film riesce ad essere estremamente fedele al libro, e a coglierne l'essenziale (il termine ESSENTIAL e' ripetuto e riproposto moltissime volte). Ma allo stesso tempo sviluppa e intreccia una trama molto moderna e attuale che da' ancora maggiore risalto ai concetti base del plot originale. L'eterna lotta tra la ragione e il sentimento, il passaggio dall'eta' infantile a quella adulta, l'amicizia, la crescita, sono tutte tematiche perfettamente raccontate. A livello visivo c'e' un mix di nuovo e antico, dalla computer grafica stile Pixar, alla tecnica stop motion, fatta con personaggi e scenografie di carta, veramente eccezionale. Parafrasando il film e quindi il libro "il problema non e' diventare grandi, ma dimenticare di essere stati una volta tutti bambini". Da vedere al cinema con gli occhi, ma soprattutto con il cuore, come insegna la Volpe al Piccolo Principe. Semplice e profondo. Ai prossimi Oscar potrebbe essere il vero "outsider".
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enrike b
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lunedì 7 dicembre 2015
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il problema è "dimenticare"
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Chi ha letto il libro più di una volta, credo che faticherà a non commuoversi almeno un po'. Io stesso ho avuto gli occhi lucidi al grido della bambina protagonista "Crescerò, ma non diventerò mai un'adulta come voi!". Sì, lo spirito del nostro amato Petit Prince è salvo, modernizzato ma non troppo nell'aspetto, ma sopratutto integro nell'animo! Il film si divide in una parte di animazione 3D molto piacevole e carina, ma non eccelsa, giustamente da 3 stelle come ha valutato Giancarlo Zappoli. Ma i flashback sul piccolo principe nel deserto prima e con la volpe poi, sono indimenticabili, da 5 stelle, e quindi mediamente per me vale 4 stelle il film.
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Chi ha letto il libro più di una volta, credo che faticherà a non commuoversi almeno un po'. Io stesso ho avuto gli occhi lucidi al grido della bambina protagonista "Crescerò, ma non diventerò mai un'adulta come voi!". Sì, lo spirito del nostro amato Petit Prince è salvo, modernizzato ma non troppo nell'aspetto, ma sopratutto integro nell'animo! Il film si divide in una parte di animazione 3D molto piacevole e carina, ma non eccelsa, giustamente da 3 stelle come ha valutato Giancarlo Zappoli. Ma i flashback sul piccolo principe nel deserto prima e con la volpe poi, sono indimenticabili, da 5 stelle, e quindi mediamente per me vale 4 stelle il film. Forse sono di parte, chi non ha letto il libro non so come possa giudicare questo film, ma io l'ho trovato esattamente come il libro: per tutti i bambini, ma sopratutto per tutti i grandi che hanno dimenticato di essere stati bambini.
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enrike b
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sabato 5 dicembre 2015
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il problema è "dimenticare"
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Chi ha letto il libro almeno più di una volta, come me, si troverà in difficoltà a non emozionarsi. Fatico a scrivere un giudizio oggettivo infatti, con gli occhi colmi di commozione alla frase della piccola protagonista "Crescserò, ma non sarò mai un'adulta come voi". Il film trae ispirazione dal Piccolo Principe e, dato che ricalcarlo alla perfezion era impossibile, gli autori hanno pensato bene di incrociarlo con una storia ai giorni nostri. Sulla carta sembrerà un'eresia ai fan del Petit Prince, ma il suo spirito è salvo e reso moderno nel modo migliore che ci saremmo mai potuti augurare. La grafica nella maggior parte del film è quella del 3D scolastica, carina e piacevole seppur tiepida come qualità.
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Chi ha letto il libro almeno più di una volta, come me, si troverà in difficoltà a non emozionarsi. Fatico a scrivere un giudizio oggettivo infatti, con gli occhi colmi di commozione alla frase della piccola protagonista "Crescserò, ma non sarò mai un'adulta come voi". Il film trae ispirazione dal Piccolo Principe e, dato che ricalcarlo alla perfezion era impossibile, gli autori hanno pensato bene di incrociarlo con una storia ai giorni nostri. Sulla carta sembrerà un'eresia ai fan del Petit Prince, ma il suo spirito è salvo e reso moderno nel modo migliore che ci saremmo mai potuti augurare. La grafica nella maggior parte del film è quella del 3D scolastica, carina e piacevole seppur tiepida come qualità. La parte dei flashback dove c'è il piccolo principe è poesia pura, non a caso l'animazione cambia e diventa quella "antica" stop motion che fa tornare bambini. Non so come lo giudicherei senza aver letto il libro (3-4 volte), ma proprio come il libro mi è sembrato un film per bambini, ma sopratutto per adulti.
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