nino pell.
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domenica 10 gennaio 2016
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ottima versione cinematografica
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Ottima veriosne cinematografica, considerando che il romanzo originario è stato di complessa comprensione. Ottimi i disegni animati e bella l'idea di integrare il racconto del piccolo principe, inserendolo nel contesto della vicenda riguardante i due protagonisti principali: una giovane bambina ossessionata dalla madre nel diventare una perfetta persona adulta e un vecchi aviatore, sognatore e fantasioso.
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no_data
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domenica 10 gennaio 2016
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insopportabile
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Ultimamente i film di animazione sono sempre più scadenti. Si sta molto attenti alla tecnica, ma le storie sono sempre pessime.
Qui si entra al cinema pieni di belle speranze, dopo quaranta minuti capisci che non si arriva a niente e te ne vuoi andare a casa. Filosofia e buonismo da quattro soldi, buone animazioni realizzate con tecniche diverse: 3D e stop motion.
Alla fine, nei titoli di coda, vedi che ci hanno lavorato miliardi di persone, ma uno straccio di sceneggiatore decente non sono riusciti a trovarlo.
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kaipy
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venerdì 8 gennaio 2016
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chapeau
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Il cartone si muove dal più moderno e tradizionale cartoon alla poesia visiva, con cui viene raccontata l'avventura dell'aviatore. La carta si fa materia onirica. La musica, i colori ci accompagnano in un avventura da asteroide ad asteroide.
Ricordo il finale del libro quando l'aviatore si preoccupa guardando il cielo se una pecora ha mangiato o non ha mangiato un fiore.
Ora lo so, e lo saprete anche voi se vedrete il film.
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djfilippo
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venerdì 8 gennaio 2016
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noiosissimo...
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Noioso.... Poveri bambini....!!!
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elgatoloco
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giovedì 7 gennaio 2016
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complessivamente fedele al grande classico
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Questo"THe little Prince"è complessivamente fedele allo spirito, anche se non alla lettera(non sarebbe stato possibile, visti anche problemi di metraggio)dell'opera di d e Saint-Exupery, proprio anche contaminandolo con un"1984"di George Orwell, dove però le"anticipazioni profetiche"di quell'altra opera si sono ormai totalmente realizzate. La bambina oppressa da madre e scuola, che le impongono un"pensum"terribile, da ventenne aspirante a carriera e successo, invece che da bambina di 9 anni, trova una creativa linea di fuga conoscendo l'aviatore(che è/era poi lo stesso autore, come noto), riscoprendo gioco, avventura, autorealizzazione, appunto creativa, di sé e del Sé, leggendo e interiorizzando-"rivivendo"le vicenda del"Petit Prince".
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Questo"THe little Prince"è complessivamente fedele allo spirito, anche se non alla lettera(non sarebbe stato possibile, visti anche problemi di metraggio)dell'opera di d e Saint-Exupery, proprio anche contaminandolo con un"1984"di George Orwell, dove però le"anticipazioni profetiche"di quell'altra opera si sono ormai totalmente realizzate. La bambina oppressa da madre e scuola, che le impongono un"pensum"terribile, da ventenne aspirante a carriera e successo, invece che da bambina di 9 anni, trova una creativa linea di fuga conoscendo l'aviatore(che è/era poi lo stesso autore, come noto), riscoprendo gioco, avventura, autorealizzazione, appunto creativa, di sé e del Sé, leggendo e interiorizzando-"rivivendo"le vicenda del"Petit Prince". Ottima la scelta di far rivivere, animandoli, i disegni dello stesso autore, decisamente quintessenziali anzi assolutamente vitali per la storia. Che "Le petit Prince"sia"fiaba filosofica"è appurato da sempre(dai più di settant'anni, ormai, dalla sua composizione), ma, nella sua polisemia, essa si rivolge fecondamente a ogni perosna, ad ogni lettrice/lettore e dunque si può leggere a vari livelli, dove il film può essere un'efficace"introibo", introduzione a quest'opera letteraria fondamentale, purché, però, si compia anche il secondo passo, quello determinante, ossia la lettura dell'opera; in questo senso, se i creatori del"cartoon-movie"hanno fatto il primo passo, sta ora a genitori, maestri, professori, educatori, fare quello determinantee, ossia esortare-.invitare, diremmo quasi"obbligare simpaticamente e creativamente"(è contradictio in ajecto, lo so, ma come immagine metaforica è efficace)bambini/e, ragazzi/e, giovani adulti/e che abbiano visto il film a passare alla lettura diretta del classico-operazione che"s'ha fare"assolutamente. Da segnalare, una volta tanto, anche la bontà del doppiaggio made in Italy: visti il calibro degli attori/delle attrici impegnati/e, da Toni Serviallo a Paola Cortellesi a Gassman(Alessandro)ci si poteva aspettare una resa molto aulica, mentre il risultato è piacevolmente"pacato"e"normale", senza mai appiattirsi e divenire banale. El Gato
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alessio parmigiani
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martedì 5 gennaio 2016
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l'importante, signori, è non dimenticare.
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Nella contemporaneità, è facile individuare genitori apprensivi per il futuro dei propri figli. Tant'è la preoccupazione che percepiscono il bisogno di preparare minuziosamente ogni dettaglio vitale dei pargoli.
Ed è così che si apre il film.
Una giovane ragazza si ritrova costretta a cambiare casa per poter frequentare la prestigiosa Werth Academy. Non è mossa, tuttavia, da volontà propria, bensì dalla madre - una splendida figura che mescola lo stereotipo della donna d'affari e della mamma gentile e premurosa - che pianifica ogni secondo della vita della nostra Piccola Protagonista. Il percorso appare, così, machiavellicamente perfetto, se non fosse per lo strambo e misterioso vicino.
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Nella contemporaneità, è facile individuare genitori apprensivi per il futuro dei propri figli. Tant'è la preoccupazione che percepiscono il bisogno di preparare minuziosamente ogni dettaglio vitale dei pargoli.
Ed è così che si apre il film.
Una giovane ragazza si ritrova costretta a cambiare casa per poter frequentare la prestigiosa Werth Academy. Non è mossa, tuttavia, da volontà propria, bensì dalla madre - una splendida figura che mescola lo stereotipo della donna d'affari e della mamma gentile e premurosa - che pianifica ogni secondo della vita della nostra Piccola Protagonista. Il percorso appare, così, machiavellicamente perfetto, se non fosse per lo strambo e misterioso vicino. Sarà proprio questo anziano che trascinerà la ragazza nella sua piccola storia e, a noi, in un'avventura senza tempo.
Il Piccolo Principe è un lungometraggio animato di eccezionale manifattura. L'utilizzo della animazione tridimensionale e dello stop motion non è solo una pregievole scelta stilisticha, ma anche un modo per offrire due narrazioni, due realtà distinte che saranno costrette, infine, ad intricarsi.
Mark Osborne riesce a dirigere un film destinato sia ad un pubblico infantile che uno adulto. Il film si presenta simile, a livello filosofico, al libro: i concetti sono raffinati e, forse, difficili da comprendere in tenera età ma offrono, invece, una profonda riflessione nella coscienze dei "Grandi". Grandi sono coloro, direbbe il grande Saint-Exupéri, che hanno dimenticato e, questo film, è la massima testimonianza di come abbiamo scordato il nostro esser bambini. Quale miglior modo di ricordarlo, se non con un cartone animato che rievochi le emozioni infantili e pure?
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jackiechan90
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martedì 5 gennaio 2016
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un'occasione persa
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Prodigy è una bambina che si appresta a sostenere un colloquio presso una prestigiosa scuola per futuri manager, sostebnuta dall'ambiziosa e severa madre. Il colloquio non va benissimo ma viene presa lo stesso e da quel momento la madre prepara per lei una tabella programmatica di tutta la sua vita. Per sfuggire alla routine della sua vita la picola a amicizia con uno strano e svitato aviatore, suo vicino di casa, che le racconta un episodio significativo della sua vita: una volta nel deserto incontrò uno strano personaggio, il Piccolo Principe.
Con questo incipit cominica il film di Mark Osborne (autore di Kung Fu Panda), ispirato al capolavoro di Saint-Exupery.
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Prodigy è una bambina che si appresta a sostenere un colloquio presso una prestigiosa scuola per futuri manager, sostebnuta dall'ambiziosa e severa madre. Il colloquio non va benissimo ma viene presa lo stesso e da quel momento la madre prepara per lei una tabella programmatica di tutta la sua vita. Per sfuggire alla routine della sua vita la picola a amicizia con uno strano e svitato aviatore, suo vicino di casa, che le racconta un episodio significativo della sua vita: una volta nel deserto incontrò uno strano personaggio, il Piccolo Principe.
Con questo incipit cominica il film di Mark Osborne (autore di Kung Fu Panda), ispirato al capolavoro di Saint-Exupery. "Ispirato" non "tratto" poichè del romanzo ominimo rimane ben poco in questa trasposizione che risulta solo un grande compromesso tra un smplice film action per bambini, genere di cui Osborne è maestro indiscusso, e un film sperimentale a livello tecnico-formale, dove la tecnica mista (animazione computerizata e stop-motion) permette di ricreare i disegni originali di Saint-Exupery restituendo così l'iconografia classica del romanzo.
Peccato che questo compromesso, resosi necessario per catturre due diversi tipi di pubblico, quelli che hanno già letto il libro (i "bambini diventati adulti" a cui già si rivolgeva l'autore nella famosa prefazione) e il pubblico più giovane che ancora non ha letto il libro, alla fine snaturi in parte il significato originario non riuscendo ad amalgamare bene le due stoery-lines principali. Per di più tagliando a larghi tratti quello che dovrebbe essere il soggetto principale del film, ovvero lo stesso romanzo, e appicicandoci una morale più da Peter Pan che non da Piccolo Principe. Per certi versi un passo indietro considerando come, negli ultimi tempi, il cinema d'animazione abbia dimostrato di sapere affrontare tematiche adulte osando molto di più ripsetto a quello che effettivamnete osa Mark Osborne (basti considerare "Inside Out" e "Up"). Rimane un film bene realizzato dove la tecnica mista si fonde con l'ottima colonna sonora di Hans Zimmer impreziosita dalle interpretazioni di Hyolin e Lily Allen.
Insomma bello ma non convincente del tutto. Per gli appassionati del Piccolo Principe in compenso possiamo consigliare la versione filmica del 1974 con Bob Fosse e Gene Wilder, ad oggi la trasposizione meglio riuscita del romanzo di Saint-Exupery.
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jackiechan90
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lunedì 4 gennaio 2016
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un'occasione persa
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Prodigy è una bambina che sta per entrare in una delle più prestigiose scuole della sua città, supportata dalla sua esigente e severa madre che ha pianificato per lei tutte le giornate delle sue vacanze secondo una rigida tabella di marcia che Prodigy deve rispettare severamente. Mentre è intenta nei suoi compiti, però, fa la conoscenza (in maniera alquanto burrascosa), con il suo vicino di casa, un anziano e stramplato ex aviatore. Questo le racconta, tamite dei disegni fatti da lui, un episodio che gl iaccadde da giovane quando il suo aereo si schiantò nel deserto e fece la conoscenza di uno strano personaggio: il Piccolo Principe.
Impresa certamente non faile trapsorre sul grande schermo il capolavoro di Saint-Exupèry, una sfida che il regista Mark Osborne (già autore di Kung Fu Panda) raccoglie confezioando un film discreto che però risulta solo un abile compromesso di rendere appetibile il romanzo al pubblico neofita (in particolar modo quello più giovane che non ha letto il libro) riuscendo però solo a sfornare un ennesimo action movies animato in modo da rendere più avventurosa la storia.
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Prodigy è una bambina che sta per entrare in una delle più prestigiose scuole della sua città, supportata dalla sua esigente e severa madre che ha pianificato per lei tutte le giornate delle sue vacanze secondo una rigida tabella di marcia che Prodigy deve rispettare severamente. Mentre è intenta nei suoi compiti, però, fa la conoscenza (in maniera alquanto burrascosa), con il suo vicino di casa, un anziano e stramplato ex aviatore. Questo le racconta, tamite dei disegni fatti da lui, un episodio che gl iaccadde da giovane quando il suo aereo si schiantò nel deserto e fece la conoscenza di uno strano personaggio: il Piccolo Principe.
Impresa certamente non faile trapsorre sul grande schermo il capolavoro di Saint-Exupèry, una sfida che il regista Mark Osborne (già autore di Kung Fu Panda) raccoglie confezioando un film discreto che però risulta solo un abile compromesso di rendere appetibile il romanzo al pubblico neofita (in particolar modo quello più giovane che non ha letto il libro) riuscendo però solo a sfornare un ennesimo action movies animato in modo da rendere più avventurosa la storia. Del romanzo originale perciò resta ben poco non riuscendo ad amalgamare bene le due story-lines ma, anzi, rinunciando a parti significative del testo (dove sono finiti il lamponaio e il geografo?) e sminuendo così la stessa morale della storia, di difficile comprensione per un pubblico infantile e di scarso interesse per chi ha letto il libro (gli "adulti rimasti bambini" a cui si rivolgeva l'autore nel romanzo). Un passo indietro che forse non era necessario dal momento che il mondo dell'animazione ha dimostrato di saper raggiungere diversi tipi di pubblico con tematiche molto più "adulte" (vedi "Inside Out" o "Up"). L'irrilevanza della trama è compensata da una cura stilistico-formale nella rappresentazione con la scelta della doppia tecnica d'animazione (computerizzata e in stop-motion) per le due story-lines, molto ben curata. certamente la scelta più azzeccata per trapsorre sul grande schemo i disegni di Saint-Exupery che fanno parte dell'iconografia classica della storia. Da segnalare anche la colonna sonora di Hans Zimmer impreziosita dall'interpretazione di Camille.
Una grande occasione persa, insomma, ma che sicuramente ha avuto il merito di riportare l'attenzione su un grande classico della letteratura troppo spesso bistrattato da discutibili serie animate . Consiglio, invece la visione del film omonimo del 1974 con Bob Fosse e Gene Wilder, fino ad oggi la traposizione più fedele del romanzo di Saint-Exupèry.
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juri moretti
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lunedì 4 gennaio 2016
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un grande classico riportato sullo schermo
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Mediaset oltre al film chiamatemi Francesco e vacanze ai Caraibi, quest'anno produce un altro capolavoro il piccolo principe, che è un film d' animazione fantastico, tratto da un romanzo francese. Qui in questo film vediamo la storia vista attraverso la vita di questa bambina che ha una vita tutta schematica che le fa fare la madre, ma lei piano piano comincia ad acquistare la fantasia con l' aiuto di un vecchietto che le farà conoscere la storia che lui ha vissuto. Quindi il film è bellissimo, fantastico,divertente, va bene sia per gli adulti che per i bambini perché è molto profondo come significato e secondo me questa pellicola supera anche un film d'animazione della Disney.
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cristiana sorrentino
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lunedì 4 gennaio 2016
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un grande omaggio all'opera di saint-exupéry
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'Essenziale' è una parola che viene pronunciata più volte, da personaggi diversi e con scopi o intenzioni diverse, in questa raffinata e ben congegnata trasposizione in chiave cinematografica del breve romanzo illustrato di Antoine de Saint-Exupéry, che quest’idea di Mark Osborne ha messo a confronto con una storia contemporanea. Essenziale è per la bambina che ne è protagonista, o almeno per sua madre, ogni momento che scandisce le sue giornate con l’obbiettivo di ‘diventare una meravigliosa adulta’.
In una cittadina che si muove geometricamente ai ritmi di un orologio, il destino della piccola si intreccia inevitabilmente con quello del suo anziano vicino di casa (un nuovo Saint-Exupéry) che, nonostante la consapevolezza della vita e della possibilità della morte, quanto mai reali, non ha mai dimenticato cosa sia la fantasia e il desiderio di lasciarle spazio.
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'Essenziale' è una parola che viene pronunciata più volte, da personaggi diversi e con scopi o intenzioni diverse, in questa raffinata e ben congegnata trasposizione in chiave cinematografica del breve romanzo illustrato di Antoine de Saint-Exupéry, che quest’idea di Mark Osborne ha messo a confronto con una storia contemporanea. Essenziale è per la bambina che ne è protagonista, o almeno per sua madre, ogni momento che scandisce le sue giornate con l’obbiettivo di ‘diventare una meravigliosa adulta’.
In una cittadina che si muove geometricamente ai ritmi di un orologio, il destino della piccola si intreccia inevitabilmente con quello del suo anziano vicino di casa (un nuovo Saint-Exupéry) che, nonostante la consapevolezza della vita e della possibilità della morte, quanto mai reali, non ha mai dimenticato cosa sia la fantasia e il desiderio di lasciarle spazio.
Questo film sembra costruirsi su un continuo contrasto, che a tratti diventa anche una sovrapposizione, tra razionalità e immaginazione, e tra la necessità forte della seconda a partire dalla prima. Il Piccolo principe è un personaggio che esiste nell’immaginazione ma che scatena sentimenti e consapevolezze profonde anche nella realtà; un faro che, nel film come nel romanzo, dà luce alle ombre della quotidianità in cui il vero 'essenziale' sembra essersi perso. Forse come in nessun’altro racconto di questo genere, questa è una storia che rimanda a ben oltre quello di cui è essenzialmente costituita, e ogni personaggio che la abita, insieme alle parole che pronuncia, si trasforma in un complesso simbolo e in un affascinante rimando.
La scelta di rendere omaggio ai disegni originali di Saint-Exupéry, semplici e quasi abbozzati, riproposti all’interno della pellicola per raccontare la vicenda del Piccolo principe, rimanda all’idea di un nuovo contrasto: il mondo di questa minuta creatura sembra poter esistere solo attraverso la traccia del disegno, che rappresenta lo strumento attraverso il quale l’immaginazione prende vita.
La partenza della bambina alla rocambolesca ricerca del Piccolo principe la porterà in una città grigia e desolata, in cui gli abitanti dai volti apatici incedono meccanicamente spinti da un invisibile metronomo che ne regola le cadenze. È qui che la conoscenza con il signor Principe, un ragazzo deluso da sé stesso e dalla vita che conduce, divorato da un sistema altrettanto buio e centralizzato, inconsciamente desideroso di ritornare a essere bambino dentro ('Il problema non è diventare grandi, ma dimenticare'), si trasforma in quello che Marcel Proust chiamerebbe ‘un nuovo viaggio di scoperta’: è la bambina, adesso, ad essere il suo Piccolo principe, a scatenare in lui il 'desiderio di tornare ad avere un rosa da amare, il bisogno di una volpe da rendere viva anche se è solo fatta di stoffa.
Questo Piccolo principe è un grande omaggio e va visto'. Forse più dagli adulti che dai bambini.
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