Il club |
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Un film di Pablo Larraín.
Con Roberto Farías (I), Antonia Zegers, Alfredo Castro, Alejandro Goic.
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Titolo originale El Club.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- Cile 2015.
- Bolero Film
uscita giovedì 25 febbraio 2016.
MYMONETRO
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senza speranza
di carloalbertoFeedback: 52205 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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lunedì 11 maggio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il male nella durezza del vivere di poveri pescatori del Pacifico, a La Boca sulla costa Cilena, il cui unico svago sono le scommesse sulle corse dei cani, il male nel passato oscuro di quattro uomini, ex preti in espiazione forzata, e di una donna, ex suora, governante premurosa e amabile carceriera, conviventi in una casa ai margini del paese, il male nella volontà fredda e metodica dell’inquisitore gesuita, inviato a coprire lo scandalo e a normalizzare, il male nella follia della vittima, abusata da bambino da un prete pedofilo, il male perfino nella losca disinvoltura dei tre stranieri venuti a La Boca in vacanza, il male che non ha mai lasciato il Paese, anche dopo Pinochet, e forse lo precedeva preparandone l’avvento. Un film senza luce e senza speranza di redenzione. Il colore che predomina è il grigio, plumbeo del mare, cinereo delle barche spinte a fatica in acqua, biancastro delle staccionate di legno a recingere povere case, terreo dei volti dei personaggi, che si mischia facilmente al nero delle tenebre, che sopraggiungono rapide con gli incubi della notte. La morte è vista come unica via di fuga da un mondo senza anima, pronto alla sopraffazione del più debole, sacrificato come un cane, un levriero, l’unica creatura innocente della storia, simbolo di una bellezza ormai perduta, per raggiungere squallidi o diabolici obiettivi. Larrain non propone alcuna alternativa salvifica. Nessuno si sottrae alla sua cupa visione, che sia dentro o fuori la chiesa, considerata, nel duplice aspetto di istituzione del potere e di promessa cristiana, come la strada maestra in cui si incanalano le nefandezze dell’animo umano in cerca di un’impossibile sbocco assolutorio. L’uomo, gettato nel mondo, rimane nella pena del suo vivere, accanto al suo carnefice, accanto alla sua vittima, egli stesso vittima e carnefice, confuso nella tetra penombra che regna su La Boca e sulla terra intera abbandonata da Dio.
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