Remember |
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Un film di Atom Egoyan.
Con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow.
continua»
Titolo originale Remember.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Canada, Germania 2015.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
Remember
valutazione media:
3,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UN SORPRENDENTE CAPOLAVOROdi Luigi ChiericoFeedback: 36971 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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lunedì 8 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ritengo che sia indispensabile essere consapevoli quale genere di film si va a vedere per apprezzarlo,in tale consapevolezza è necessario assistere a questo poderoso film, assolutamente nuovo e geniale nella sua costruzione,nel suo svolgersi dei fatti per giungere ad un epilogo:giustizia è fatta,in nome della memoria,Remember:“Sì mi ricordo”. Una storia,perché di Storia si tratta,di soli uomini,non per soli uomini ma per il mondo intero,per l’umanità direi che ha subito l’inaudita violenza e cattiveria,la brutalità del nazismo al punto da non accorgersi poi di averli anche in casa sotto falso nome.Non una sola parola di questa vicenda che sorprende anche il più attento osservatore. Tutti i protagonisti sono di gran bravura ma i due soggetti principali che hanno architettato la vendetta perché “per certe colpe non ci si può chiedere perdono”sono di una bravura eccezionale.Soltanto in teatro,ricordando Randone, Gassmann,Albertazzi e l’inglese Oliver,è possibile assistere ad una recitazione della portata di Christopher Plummer, nella parte di Zev Guttman,e di Martin Landau,nella parte di Max Zucker.Lo spettatore è invitato a partecipare alla tristezza e allo squallore a cui conduce la vecchiaia soprattutto se accompagnata dalla senilità precoce.E’ consapevole del disagio di questo male e pare voglia accompagnare il protagonista Max Zucker nel suo lento andare,a compiere la sua missione,una caccia all’uomo che si nasconde sotto il nome Rudy Kutlander.Max e’un automa,non è più lui,lo accompagna il ricordo sovente di Ruth,sua moglie, già morta che crede di vedere durante il suo pellegrinare. Una missione difficile la sua, ma che deve compiere,così come è scritto e stabilito. Non sfugge l’accompagnamento di una colonna sonora che ricorda,nei momenti più salienti,le sirene che lugubri suonavano ad Auschwitz,per dare l’allarme allorché qualche prigioniero rimaneva imbrigliato o fulminato vicino alla rete,allorché in un anelito di libertà tentava la fuga dall’inferno.Non manca neanche la presenza dei cani lupo, a ricordare la ferocia nei campi di sterminio:uomini bestie, homo homini lupus. In film pieno di avvenimenti,di incontri,in una continua suspense ed alternarsi di successi e delusioni prima di arrivare in un giardino ricco di fiori,là fuori casa,dove in una splendida giornata di sole nel Nevada,si farà luce e buio per tutti,protagonisti e spettatori.Un autentico capolavoro accompagnato sul finire da un brano di Wagner eseguito al pianoforte da Max Zucher perché “La musica non la si può odiare”. Quando si resta al buio in sala si scorgeranno proiettate sullo schermo, a fare da sfondo alla coda della pellicola, le immagini dei morti ad Auschiwitz,o di quello che è restato di loro,nomi che non possono e non devono essere dimenticati neanche da chi di loro è stato colpito dalla senilità precoce. Un elogio solenne al regista Atom Egoyan che ha saputo coniugare il passato col presente senza mostrare nulla del passato ma facendoci vivere in un presente, che per Zev Guttman non è il giorno della Memoria, ma la Memoria di una vita che si porta dietro: “Hanno sterminato la mia famiglia”.Se per il Fuhrer “La coscienza è un affare da ebrei” come ricorda Davd Grossman nel suo bellissimo libro “Vedi alla voce amore”, non è così per Zed per il quale “certe colpe non si possono perdonare”. Immedesimandosi nella psicologia dell’animo e nella sofferenza della malattia dei protagonisti,lasciando i morti in sala,si esce in silenzio,attoniti ma entusiasti.
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