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Non sono proprio convinto che le premesse "artistiche" di quest'opera siano le medesime che sottendono al buon cinema. La dichiarazione di intenti di fare un'opera intrisa di "sessualità sentimentale", come fa dire il regista al protagonista maschile ("Ooooohhhh, ma allora è questa la poetica del film ! Grazie, da solo non ci sarei arrivato") mi sembra una facile scorciatoia per assemblare con un po' di nastro adesivo una storiella che da sola non reggerebbe neppure il tempo di un trailer. Volevi stupirmi con eiaculazioni a tutto schermo? Grazie, non ci sei riuscito. Casomai fosse sfuggito a qualcuno è più o meno dai tempi della letteratura erotica indiana che gli autori continuano a raccontare sempre questa storia: anche Romeo e Giulietta di Shakespeare sono avviluppati dalla passione di una insostenibile sessualità sentimentale. Tutto questo apparato ginecologico/andrologico non aggiunge un rigo di valore artistico. Non mi fa neppure scandalizzare (almeno questo; santa pazienza, dammi un brivido di imbarazzo!), nulla, solo una noia abissale. Insomma: se vuoi andare a sfruculiare su certe corde dell'animo ( e degli apparati genitali) un minimo di talento lo devi mettere in campo. Altrimenti, davvero, i lunghissimi silenzi di certa cinematografia engagé al confronto sono di una tensione insostenibile.
Propongo, a chi vuole dare un minimo di valore a questo inutile lungo sbadiglio, di andarsi a rivedere alcune opere di Almodovar, o di Kim Ki-Duk: lì sì si trovano odore di corpi, di sesso, di passioni e tormenti.
E non parliamo degli interpreti, brutti, inespressivi, irritanti. No, sono ingiusto: l'ovaia sinistra della protagonista e la prostata del protagonista possiedono certi lampi di espressività.
Temo per la prossima opera del Nostro: che dobbiamo aspettarci? Una colonscopia in 3d o una ecografia transvaginale?
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