eugenio
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martedì 4 novembre 2014
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dramma familiare giudiziario
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Robert Downey Jr si libera dei panni scomodi di Iron Man, esce dal corpo “fumettistico” degli Avengers e torna alla ribalta con un thriller-drama-giudiziario dove impersona Hank Palmer, uno spregiudicato avvocato di successo, dalla solita crisi matrimoniale (come tutti gli squali americani) con un pelo sullo stomaco lungo quanto la sicurezza del suo sguardo.
L’apparente ferocia nei processi in cui non si fa scrupolo di usare ogni mezzo per vincere, scagionando quindi delinquenti incalliti con la stessa facilità con cui beve un bicchier d’acqua o litiga con la moglie, è incrinata dal ritorno nella comunità di provincia, Carlinville nell’Indiana, in occasione dell’improvvisa morte della madre.
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Robert Downey Jr si libera dei panni scomodi di Iron Man, esce dal corpo “fumettistico” degli Avengers e torna alla ribalta con un thriller-drama-giudiziario dove impersona Hank Palmer, uno spregiudicato avvocato di successo, dalla solita crisi matrimoniale (come tutti gli squali americani) con un pelo sullo stomaco lungo quanto la sicurezza del suo sguardo.
L’apparente ferocia nei processi in cui non si fa scrupolo di usare ogni mezzo per vincere, scagionando quindi delinquenti incalliti con la stessa facilità con cui beve un bicchier d’acqua o litiga con la moglie, è incrinata dal ritorno nella comunità di provincia, Carlinville nell’Indiana, in occasione dell’improvvisa morte della madre.Il ritorno nulla ha di proustiano: è occasione per confrontarsi nuovamente con il padre, Joseph (un bravissimo Robert Duvall), giudice della contea, specchio distorto dell’attitudine di Hank: integerrimo, uomo fortemente rispettoso della legge mai ha perdonato al figlio il suo carattere propriamente ribelle, egoista, incurante di aver abbandonato famiglia e fratelli per inseguire il suo sogno di successo mosso dall’ambizione.Prima lo scontro verbale, poi il contrasto nel giorno del funerale paiono decretare la decisiva chiusura di ogni rapporto se non che” il caso” qui avente le fattezze di un omicidio di cui l’integerrimo giudice è accusato (ingiustamente?), spingeranno Hank, convinto dal fratello maggiore Glen,a prendere le difese dell’anziano genitore nonostante l’iniziale contrasto e la malattia tumorale di cui questo è affetto.
Omicidio premeditato di un criminale che l’anziano giudice aveva già condannato oppure sapiente gioco di incastri ?
La verità sarà più semplice di quanto sembri e getterà molte luci su una realtà desolatamente umana, disperata avente solo “il travestimento” di un dramma giudiziario. Perchè The judge esula dalla componente propriamente legale, in quanto grazie alle fattezze dei due Robert, delinea con acume lo squallore morale entro cui un’intera famiglia, dal maggiore “Palla di Lardo” Glen (d’Onofrio) al debole Gale amante dei video Super8, pare essere relegata senza via d’uscita priva di un riferimento genitoriale forte fatto solo di rancori che generano solo astio e isolamento.
C’e’ quindi la forza di scene intime familiari (come quella del bagno nella doccia che Hank farà al padre incapace di controllare i suoi stimoli) intinte in un melodramma che lascia spazio a teneri siparietti con l’ex fidanzata di Hank o alla selezione dei giurati al processo, simbolo di un’America legata all’apparenza che alla capacità.
Forse troppo e questo è il limite di The Judge : la storia classica hollywoodiana di una famiglia in crisi dove l’evento drammatico diviene mezzo per stabilirne l’unione ricucendo le incomprensioni, intraprende troppe strade che spesso conducono a vicoli ciechi. Frequenti parallelismi tra le due personalità protagoniste azzeccate come i coprimari tra cui il grande Vincent d’Onofrio, contrastano tra il non detto e la verbosità, diventando scontro generazionale tra vecchio e nuovo stile, tra l’ignoranza del non ammesso e la ripicca del dispetto.
Dobkin azzeca lo spirito della grande madre America, progetta una storia decisiva, dalle riuscite inquadrature ma spesso pesante e abbozzata negli altri filoni. Insomma, piace vedere qualcosa che Haneke aveva già fatto con toni esacerbati e drammatici in Amour tradotti qui nella seconda linea di un 12 dove non importa tanto l’assassino quanto il contesto.
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antonietta dambrosio
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venerdì 7 novembre 2014
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giudice fin nelle pieghe del tempo
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The judge - recensione
Quello dei Palmer è un dramma famigliare che che rimbalza oltre parole e gesti fermi tra le pieghe del tempo, che si traducono non solo nel male di chi li ingoia, ma divorano anche chi ne riempie il vuoto caricandolo di rancore e odio. David Dobkin mette a nudo sul palcoscenico di un'aula di tribunale, le diverse identità di un padre ed un figlio, i cui profili vengono definiti attraverso il loro conflitto che prende corpo nel corso della pellicola facendo ricorso ad un caso giudiziario che vede coinvolti Joseph Palmer, The Judge (interpretato da un ancora brillante Robert Duvall), accusato di omicidio, ed il figlio Hank (Robert Doweny jr), il miglior avvocato difensore degli indifendibili di Chicago, che si reca nella piccola cittadina natale dell'Indiana dopo aver ricevuto la notizia della morte di sua madre e dove è costretto a fermarsi per difendere l'odiato padre.
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The judge - recensione
Quello dei Palmer è un dramma famigliare che che rimbalza oltre parole e gesti fermi tra le pieghe del tempo, che si traducono non solo nel male di chi li ingoia, ma divorano anche chi ne riempie il vuoto caricandolo di rancore e odio. David Dobkin mette a nudo sul palcoscenico di un'aula di tribunale, le diverse identità di un padre ed un figlio, i cui profili vengono definiti attraverso il loro conflitto che prende corpo nel corso della pellicola facendo ricorso ad un caso giudiziario che vede coinvolti Joseph Palmer, The Judge (interpretato da un ancora brillante Robert Duvall), accusato di omicidio, ed il figlio Hank (Robert Doweny jr), il miglior avvocato difensore degli indifendibili di Chicago, che si reca nella piccola cittadina natale dell'Indiana dopo aver ricevuto la notizia della morte di sua madre e dove è costretto a fermarsi per difendere l'odiato padre. Al di là di situazioni improbabili ed alquanto grottesche, e montaggio scenico mediocremente abbozzato, la narrazione si snoda in maniera fluida giocando sulle relazioni di una famiglia fin troppo americana, che attraverso lo sguardo di Hank si presenta come un quadro di Picasso, fatta di pezzi diversi ma uniti fino a toccarsi, dove la prospettiva è stata cancellata dall'ingombrante mano di un uomo, socialmente irreprensibile, che i tre figli chiamano Il Giudice. È il giudizio e l'accusa che pesa sulla vita di ogni figlio; su Hank costretto a lasciare la cittadina dove è cresciuto per sottrarsi allo sguardo di suo padre e riscattarsi, su Glen (Vincent D'Onofrio), il maggiore dei tre, grande promessa del basket non mantenuta a causa di un incidente provocato da Hank e che avrà conseguenze estreme sui rapporti, e sul minore, Dale (Jeremy Strong), affetto da ritardo mentale, nascosto sempre dietro una cinepresa. La permanenza di Hank nella cittadina dell'Indiana gli permette di soffiare su strati di polvere che coprono sentimenti ancora vivi, di far pace con le sue radici, e di ritrovare intatto l'amore di Samantha (Vera Farmiga). È una pellicola dove non mancano momenti di forte intensità emotiva su cui Dobkin indugia poco evitando di scadere nel melodramma, smorzati dalla giusta ironia di Hank a cui Robert Doweny jr presta il volto in maniera eccellente duellando per bravura con un inossidabile Robert Duvall.
Antonietta D'Ambrosio
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degiovannis
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giovedì 8 gennaio 2015
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il giudice e l'avvocato
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Il titolo non rende giustizia al film, in quanto sembra che sia la figura del giudice ad accamparsi come unica protagonista al centro della scena. In realtà i protagonisti sono due: un giudice e un avvocato, padre e figlio che si cercano da sempre senza trovarsi fino a quando la vita stessa si incarica di incrociare le loro strade e i loro destini. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal padre, un giudice integerrimo di una cittadina dell'Indiana dove risiede e dove esercita la sua professione. E'un uomo tutto d'un pezzo che vive con la moglie che ama e da cui è riamato, e con un figlio non del tutto normale. Il figlio maggiore è sposato e fa il gommista, mentre il mezzano è andato via da giovane e fa l'avvocato in quel di Chicago, difendendo per soldi delinquenti dichiarati.
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Il titolo non rende giustizia al film, in quanto sembra che sia la figura del giudice ad accamparsi come unica protagonista al centro della scena. In realtà i protagonisti sono due: un giudice e un avvocato, padre e figlio che si cercano da sempre senza trovarsi fino a quando la vita stessa si incarica di incrociare le loro strade e i loro destini. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal padre, un giudice integerrimo di una cittadina dell'Indiana dove risiede e dove esercita la sua professione. E'un uomo tutto d'un pezzo che vive con la moglie che ama e da cui è riamato, e con un figlio non del tutto normale. Il figlio maggiore è sposato e fa il gommista, mentre il mezzano è andato via da giovane e fa l'avvocato in quel di Chicago, difendendo per soldi delinquenti dichiarati. E veniamo a questo figlio coprotagonista della storia. Ha una bambina deliziosa con cui ha un rapporto bellissimo e una moglie palestrata che lo tradisce e da cui sta per divorziare. Ha un carattere terribile, supponente e intrattabile. Tutti e due, padre e figlio, hanno un tallone d'Achille comunque: il senso di colpa. Il padre giudice infatti non ha saputo guadagnarsi la stima e l'affetto del figlio ribelle, costringendolo a partire; il figlio è invece responsabile della mancata carriera da giocatore di baseball del fratello maggiore Glen; guidando infatti da balordo ha procurato un incidente in cui il fratello ha visto compromesso l'uso del braccio, acconciandosi quindi a fare il gommista. La morte della madre costringe il figlio a tornare a casa e a misurarsi piano piano con la dimensione intima del padre, riuscendo a svelare cosa si nasconde dietro la maschera di sergente di ferro e cosa si nasconde dietro la sua stessa maschera di avvocato senza scrupoli. In realtà i due si cercano da sempre e alla fine, dopo mille peripezie, che costituiscono appunto la trama del film, si ritroveranno. Il film è proprio questo: la storia difficile dell'amore paterno e dell'amore filiale con un finale tutto sommato consolatorio, ma non banale. Il fatto che la storia si svolga in un tribunale è tutto sommato accessorio. Al regista infatti sta a cuore analizzare i sentimenti di un rapporto spesso difficile e poco sondato dal cinema. E' quindi un film al maschile, che proprio per questo non vede protagoniste figure femminili, ma non è carente di qualcosa. Anzi, la storia del rapporto travagliato padre-figlio può essere vista come metafora di altri rapporti (tra Stati, tra religioni, tra semplici cittadini) candidandosi a suggerire una soluzione pacifica dei contrasti. Superba l'interpretazione di Duvall; impossibile tenergli testa. Bellissimo il personaggio del terzo figlio, una specie di foul shakespeariano, che con la sua ingenuità sa sempre mettere il dito nella piaga e evitare le ipocrisie tipiche della nostra società. Qualche sbavatura della sceneggiatura non inficia il giudizio complessivo che rimane ottimo
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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un dramma familiare avvincente e imprevedibile
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Henry “Hank” Palmer è un avvocato difensore il cui unico obiettivo è evitare il carcere a tutti i malfattori e truffatori che chiedono i suoi servizi. Privo di moralità e con un’idea di giustizia a dir poco particolare, Hank vive in una splendida villa a Chicago con la sua bellissima moglie e la figlioletta. Ma quella che sembra una vita da sogno si rivela presto per quello che è davvero: un castello di sabbia pronto a crollare. Infatti, mentre il suo matrimonio va a rotoli, suo fratello lo chiama per informarlo della morte della madre.
Harry è allora costretto a tornare nella nativa Carlinville, cittadina dell’Indiana, dalla quale è fuggito trent’anni prima.
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Henry “Hank” Palmer è un avvocato difensore il cui unico obiettivo è evitare il carcere a tutti i malfattori e truffatori che chiedono i suoi servizi. Privo di moralità e con un’idea di giustizia a dir poco particolare, Hank vive in una splendida villa a Chicago con la sua bellissima moglie e la figlioletta. Ma quella che sembra una vita da sogno si rivela presto per quello che è davvero: un castello di sabbia pronto a crollare. Infatti, mentre il suo matrimonio va a rotoli, suo fratello lo chiama per informarlo della morte della madre.
Harry è allora costretto a tornare nella nativa Carlinville, cittadina dell’Indiana, dalla quale è fuggito trent’anni prima. Qui si trova davanti suo padre Joseph, l’incorruttibile giudice della città, tanto amato dai concittadini, quanto odiato dal figlio.
Proprio mentre si prepara a tornare a Chicago, Hank scopre che suo padre è accusato d’omicidio. Combattuto tra la rabbia nei confronti di un uomo che gli ha negato amore e sostegno nel momento del bisogno e il senso di dovere per quello che resta comunque suo padre, Henry decide di restare in città per aiutarlo.
Dietro l’apparente legal movie si nasconde una storia drammatica e complessa.
The Judge racconta un dramma familiare che non attanaglia solo Joseph ed Hank, ma l’intero clan Palmer. E’ però il rapporto tra i primi due che viene maggiormente analizzato, un rapporto fatto di vecchi rancori e continui rimorsi. E se da un lato abbiamo un figlio che accusa suo padre di averlo abbandonato, dall’altro troviamo un padre frustrato consapevole di aver fallito nel suo compito più importante.
La sceneggiatura è ben sviluppata e a tratti imprevedibile, nella quale si intrecciano momenti particolarmente intensi ad altri genuinamente comici. Ma l’ottima riuscita del film non sarebbe stata possibile senza l’abilità dei due attori protagonisti, capaci di gestire con straordinaria maestria i diversi registi su cui si snoda l’intera storia.
Quella di Robert Duvall è una performance sottile e raffinata, dura e aggressiva in alcuni tratti e delicata e commuovente in altri.
Chi sorprende davvero è lui, Robert Downey Jr, che finalmente si spoglia dell’armatura di Iron Man e si mostra per ciò che è realmente: un attore di straordinario talento, carismatico e sfacciato, capace di regalare al pubblico un’interpretazione intensa tanto diversa da quelle a cui ci aveva abituato.
The Judge è una pellicola avvincente ed intrigante e sicuramente uno dei più bei film del 2014.
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elgatoloco
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giovedì 2 dicembre 2021
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notevole film drammatico
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"The Judge"(David Dobkin, anche autore del soggetto con Nick Schenk che a sua volta ha scritto la sceneggiatura insieme con Bill Dubuque, 2014)è un film basato su molti contrasti e molte crisi: l'avvocato di successo a Chicaco, appena separatosi dalla moglie, torna in un paese dell'Indiana(sic!)per assistere al funerale della madre, venendo a sapere che l'anziano padte, il giudice locale dlela"country", che non non lo mai amato particolarmente, anzi lo ha respinto, è accusato di aver investito colpevolmente un uomo che aveva fatto condannare e che considerava un proprio nemico personale. A ciò si aggiunge il sospetto di aver reso incinta la sua "fiamma"dell'epoca, ragazza che ora ha vent'anni e studia(ironia della sorte)giurisprudenza.
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"The Judge"(David Dobkin, anche autore del soggetto con Nick Schenk che a sua volta ha scritto la sceneggiatura insieme con Bill Dubuque, 2014)è un film basato su molti contrasti e molte crisi: l'avvocato di successo a Chicaco, appena separatosi dalla moglie, torna in un paese dell'Indiana(sic!)per assistere al funerale della madre, venendo a sapere che l'anziano padte, il giudice locale dlela"country", che non non lo mai amato particolarmente, anzi lo ha respinto, è accusato di aver investito colpevolmente un uomo che aveva fatto condannare e che considerava un proprio nemico personale. A ciò si aggiunge il sospetto di aver reso incinta la sua "fiamma"dell'epoca, ragazza che ora ha vent'anni e studia(ironia della sorte)giurisprudenza...Dopo molte crisi e molti rimorsi di coscienza, accetta di difendere il padre, comunque condannato a una pena minore(ma è malato terminale di tumore)per omicidio preterintenzionale . I rapporti con questi, dopo la decisione di sospendere la pena per motivi umanitari, sembrano tornare molto buoni, ma l'anziano giudice muore dopo una gita di pesca... Solido film drammatico basato sul classico tema made in the USA(o meglo in tutto il mondo, che però negli States ha assunto connotazioni particolarmente forti)del contrasto tra padre e figlio, qui" aggravato" dalla divisione di ruoli(giudici versus avvocati, un tema comunque presente in tutta la procedura penale e civile nel mondo), "The Judge"è in primis sorpattutto film d'attori, di noteovli interpreti come Robert Downey junior(figlio)versus Robert Duvall(padre, Duvalll è stato scelto dopo che erano tramontate altre candidature famose, Jack Nicholson e Tommy Lee Jones), dove il resto(gli altri due fratelli, di cui uno è quasi un soggetto autistico, l'altro si interessa d'altro e inizialmente ha un rapporto molto migliore ocn il padre, la donna con cui l'avvocato avevaq un rapporto intimo) sembra accessorio ma viene"filtrato"-immesso nella storia principale non come elmento"perturbante.disturbante"ma ben sintetizzato o anzi risulta un "diversivo"riposante rispetto alla storia principale. Decisamente un film ben centrato sui perosnaggi e sui rispettivi interpreti, un vero film drmamatico che non "devia"in modo improprio né verso il thriller né verso la commedia(di elmenti comici, peraltro, il film ne riserva ben pochi, anche tipicamente americnao, con i trauma non solo della separazione dle luogo natale ma più profondamente, del ritorno al luogo naale, catalizzatore di tutti i ricordi negativi. El Gato
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vincenzo ambriola
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domenica 26 ottobre 2014
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padre e figlio, l'eterno conflitto
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Un ricco avvocato di Chicago dopo quasi vent'anni torna nella città in cui è nato, in Indiana, per la morte della madre. Dopo un funerale in cui si rende conto di essere nel posto sbagliato, è costretto a restare perché suo padre, un famoso giudice, è accusato di aver investito una persona con la sua vecchia auto. Vecchie ruggini, rancori mai sopiti, lentamente svaniscono per far posto a un ritrovato affetto che consente al figlio avvocato di difendere il padre giudice. Bilanciata mistura di storia in tribunale e vicende familiari, il film mette in luce il rapporto tra un padre duro, perché di solidi principi, e un figlio altrettanto duro ma ribelle e in carriera. Ma anche il rapporto tra la vita a Chicago, ricca e superficiale, e la vita in provincia, più povera ma ancorata a sentimenti e valori.
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Un ricco avvocato di Chicago dopo quasi vent'anni torna nella città in cui è nato, in Indiana, per la morte della madre. Dopo un funerale in cui si rende conto di essere nel posto sbagliato, è costretto a restare perché suo padre, un famoso giudice, è accusato di aver investito una persona con la sua vecchia auto. Vecchie ruggini, rancori mai sopiti, lentamente svaniscono per far posto a un ritrovato affetto che consente al figlio avvocato di difendere il padre giudice. Bilanciata mistura di storia in tribunale e vicende familiari, il film mette in luce il rapporto tra un padre duro, perché di solidi principi, e un figlio altrettanto duro ma ribelle e in carriera. Ma anche il rapporto tra la vita a Chicago, ricca e superficiale, e la vita in provincia, più povera ma ancorata a sentimenti e valori. Ottima la recitazione dei due Robert (Doney e Duvall) che danno vita a credibili e godibili scontri verbali, confortati da una mimica e un'espressività di alto livello. Anche la fotografia è molto efficace, in grado di raccontare la provincia americana senza ricorrere alle solite strade con i pali dell'elettricità o i bar pieni di bulli e pupe.
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flyanto
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venerdì 31 ottobre 2014
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un ritorno a casa con molte sorprese
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Film in cui si racconta di un avvocato che ritorna nella sua città natale per presenziare al funerale della madre. Qui, suo malgrado,egli è costretto a riallacciare i propri rapporti interrotti ormai da anni con tutti gli esponenti della famiglia, soprattutto col padre giudice severo, e nel corso dei pochi giorni in cui egli soggiorna nella casa paterna succede che il padre stesso viene accusato in tribunale di avere in vestito con la macchina ed in stato di ebrezza un suo ex condannato, ormai uscito di prigione. Dopo numerose controversie con lo stesso padre il protagonista decide di prendere le sue difese in tribunale sino alla sentenza finale....
Questo film sotto tutti gli aspetti risulta un legal thriller perfetto in quanto ha una trama avvincente, è ben diretto e ben interpretato e, a parte qualche lungaggine di troppo (una ventina di minuti potevano essere tagliati sicuramente) risponde perfettamente a tutto quanto il pubblico può richiedere da questo genere di opere.
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Film in cui si racconta di un avvocato che ritorna nella sua città natale per presenziare al funerale della madre. Qui, suo malgrado,egli è costretto a riallacciare i propri rapporti interrotti ormai da anni con tutti gli esponenti della famiglia, soprattutto col padre giudice severo, e nel corso dei pochi giorni in cui egli soggiorna nella casa paterna succede che il padre stesso viene accusato in tribunale di avere in vestito con la macchina ed in stato di ebrezza un suo ex condannato, ormai uscito di prigione. Dopo numerose controversie con lo stesso padre il protagonista decide di prendere le sue difese in tribunale sino alla sentenza finale....
Questo film sotto tutti gli aspetti risulta un legal thriller perfetto in quanto ha una trama avvincente, è ben diretto e ben interpretato e, a parte qualche lungaggine di troppo (una ventina di minuti potevano essere tagliati sicuramente) risponde perfettamente a tutto quanto il pubblico può richiedere da questo genere di opere.
A voler essere più precisi "The Judge" poggia il proprio valore principalmente sugli attori sapientemente scelti dal regista e che trovano soprattutto in Robert Downey Jr. e Robert Duvall due fuori classe del cinema, molto credibili nei loro ruoli di padre e figlio.
Sicuramente da vedere.
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siebenzwerg
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venerdì 31 ottobre 2014
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tennessee williams in indiana
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Capolavoloro nel suo genere, cioè classico dramma americano della provincia. Dal quale noi italiani siamo abbastanza distanti, in quanto a moralismo e rigidità di costumi se non fosse per il cinema che ci ha dato delle opere memorabili, di Altman, Elia Kazan e andando indietro le tragedie di Tennessee Williams (La gatta sul tetto che scotta, Un tram che si chiama Desiderio ecc.) che questo film mi ha ricordato per i sentimenti forti, soffocati o esplosi, e la tensione estrema anche provocatoria tra i personaggi. Il film ha una decisa impronta teatrale, per cui certo il maggior merito della riuscita del film sta negli interpreti, soprattutto Robert Downey e Robert Duvall, sempre più che convincenti in tutte le situazioni, da quelle più delicate a quelle più crude.
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Capolavoloro nel suo genere, cioè classico dramma americano della provincia. Dal quale noi italiani siamo abbastanza distanti, in quanto a moralismo e rigidità di costumi se non fosse per il cinema che ci ha dato delle opere memorabili, di Altman, Elia Kazan e andando indietro le tragedie di Tennessee Williams (La gatta sul tetto che scotta, Un tram che si chiama Desiderio ecc.) che questo film mi ha ricordato per i sentimenti forti, soffocati o esplosi, e la tensione estrema anche provocatoria tra i personaggi. Il film ha una decisa impronta teatrale, per cui certo il maggior merito della riuscita del film sta negli interpreti, soprattutto Robert Downey e Robert Duvall, sempre più che convincenti in tutte le situazioni, da quelle più delicate a quelle più crude. Gli aspetti giudiziari della vicenda che inizialmente sembrano centrali poi aprono le porte e si intrecciano a questioni affettive profonde, laceranti e contraddittorie. Ricchissimo di spunti, anche non sviluppati, che forse qualcuno può aver sentito come un difetto. Invece credo che sia una scelta originale e coraggiosa quella di lasciare delle conclusioni non tanto incompiute ma aperte. In tutta la sua pienezza, e con grande sensibilità, invece è stato trattato il tema potente del rapporto padre-figlio. Grande film.
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luciacinefila
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mercoledì 19 novembre 2014
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da vedere anche se.......
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Supportato da una ottima interpretazione dei due protagonisti, con un Duval che eccelle nella rappresentazione della età che avanza e purtroppo della malattia e di come questa cambi gli animi oltre che il corpo...il film è sicuramente da vedere anche se putroppo la sceneggiatura rivela pesanti cadute di tono ad esempio nell scena della morte del padre ( che si poteva benissimo intuire) o nella descrizione dei devastanti effetti della chemio.....,così anche nella relazione che il figlio rivive con la ex compagna di liceo....
Accadimenti che nulla aggiungono alla incisività della trama ma che invece trascinano inesorabilmente la sceneggiatura nel melodramma più scontato.
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Supportato da una ottima interpretazione dei due protagonisti, con un Duval che eccelle nella rappresentazione della età che avanza e purtroppo della malattia e di come questa cambi gli animi oltre che il corpo...il film è sicuramente da vedere anche se putroppo la sceneggiatura rivela pesanti cadute di tono ad esempio nell scena della morte del padre ( che si poteva benissimo intuire) o nella descrizione dei devastanti effetti della chemio.....,così anche nella relazione che il figlio rivive con la ex compagna di liceo....
Accadimenti che nulla aggiungono alla incisività della trama ma che invece trascinano inesorabilmente la sceneggiatura nel melodramma più scontato.
Ciònonostante il film risulta essere uno dei migliori di questi ultimi tempi e quindi sicuramente da vedere.
Buona visione
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the thin red line
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mercoledì 7 gennaio 2015
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un cast straordinario
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Hank Palmer è un avvocato difensore senza scrupoli costretto suo malgrado a tornare nella sua città natale per il funerale della madre morta per embolia e dove sarà costretto a rimanere per difendere l'odiato padre da un accusa di omicidio di cui quest'ultimo non ricorda nulla.
Per la regia di David Dobkin "The Judge" non è un thriller giuridico come si potrebbe facilmente intuire ma un dramma familiare che coinvolge padre e figlio costretti a collaborare nonostante antichi dissapori che ne avevano fatto perdere le tracce l'uno dell'altro. La scelta di Dobkin di cambiare completamente genere rispetto ai precedenti lavori si rivela sicuramente azzeccata; abbandonare la commedia per dirigere un film intenso e dai sapori dolci/amari non deve esser stato semplice per cui ritengo logico lo sforzo da parte del regista di puntare tutto sulla verve e l'intensità interpretativa dei protagonisti a scapito di una sceneggiatura semplice e lineare ma già di gran lunga superiore ai suoi precedenti lavori.
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Hank Palmer è un avvocato difensore senza scrupoli costretto suo malgrado a tornare nella sua città natale per il funerale della madre morta per embolia e dove sarà costretto a rimanere per difendere l'odiato padre da un accusa di omicidio di cui quest'ultimo non ricorda nulla.
Per la regia di David Dobkin "The Judge" non è un thriller giuridico come si potrebbe facilmente intuire ma un dramma familiare che coinvolge padre e figlio costretti a collaborare nonostante antichi dissapori che ne avevano fatto perdere le tracce l'uno dell'altro. La scelta di Dobkin di cambiare completamente genere rispetto ai precedenti lavori si rivela sicuramente azzeccata; abbandonare la commedia per dirigere un film intenso e dai sapori dolci/amari non deve esser stato semplice per cui ritengo logico lo sforzo da parte del regista di puntare tutto sulla verve e l'intensità interpretativa dei protagonisti a scapito di una sceneggiatura semplice e lineare ma già di gran lunga superiore ai suoi precedenti lavori. Dobkin è astuto e riesce a non perdere di vista gli eventi tragici della vicenda nonostante si concentri maggiormente sul rapporto padre/figlio vero tema del film. La totale mancanza di falsità e mielosità rende la pellicola più amara ma meglio credibile. La testardaggine dei protagonisti fermi ognuno sulle sue posizioni e con le proprie ragioni dipingono una tela più realistica dove la ragion stessa sta sempre nel mezzo. Colmo di scene intense e dialoghi aspri e "incazzati" capaci di emozionare questa pellicola non delude mai sotto l'aspetto interpretativo con un Robert Dawney Jr. finalmente uscito dallo stereotipo di Iron Man che mostra tutta la sua istrionica bravura sostenuto da un Duvall gigantesco nel ruolo del padre devoto alla legge più di ogni altra cosa. Ne riesce un una pellicola da tre stelle piene soprattutto grazie a loro e ai comprimari su tutti Vincent (Palla di lardo) D'Onofrio calato magnificamente nel ruolo del fratello scontento. Il finale si può dire scontato ma la sceneggiatura debole non poteva garantire di meglio. A mio avviso anche la durata è eccessiva e con qualche minuto finale di troppo....
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