jaylee
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domenica 23 novembre 2014
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robert contro robert
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È sempre un bel rischio il cambio di genere, in un mondo come Hollywood, e stavolta se lo prende David Dobkin, regista di commedie abbastanza mestieranti (2 Single a Nozze, Cambio Vita, ecc) e di serie televisive. L’idea è buona: ibridare il legal thriller, uno dei grandi classici americani, con il dramma familiare.
Protagonisti sono due grandi Robert del cinema, entrambi premi oscar, ovvero Robert Downey Jr e Robert Duvall, laddove il primo (Hank Palmer), Avvocato di pochi scrupoli della grande città, dovrà aiutare il secondo, Giudice rispettato e temuto nella città di provincia, a sfuggire ad una condanna per aver investito un ex detenuto. Nel durante, tante altre tematiche affiorano, come il ritorno alla città dell’infanzia, la morte della madre (che è peraltro l’occasione del ritorno a casa di Hank), i rapporti coi fratelli, il ritrovarsi con la vecchia fiamma, la malattia dei tuoi cari, il tempo che passa e che non torna più.
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È sempre un bel rischio il cambio di genere, in un mondo come Hollywood, e stavolta se lo prende David Dobkin, regista di commedie abbastanza mestieranti (2 Single a Nozze, Cambio Vita, ecc) e di serie televisive. L’idea è buona: ibridare il legal thriller, uno dei grandi classici americani, con il dramma familiare.
Protagonisti sono due grandi Robert del cinema, entrambi premi oscar, ovvero Robert Downey Jr e Robert Duvall, laddove il primo (Hank Palmer), Avvocato di pochi scrupoli della grande città, dovrà aiutare il secondo, Giudice rispettato e temuto nella città di provincia, a sfuggire ad una condanna per aver investito un ex detenuto. Nel durante, tante altre tematiche affiorano, come il ritorno alla città dell’infanzia, la morte della madre (che è peraltro l’occasione del ritorno a casa di Hank), i rapporti coi fratelli, il ritrovarsi con la vecchia fiamma, la malattia dei tuoi cari, il tempo che passa e che non torna più.
Come dicevamo, è sempre un problema passare da un genere ad un altro, quando il mestiere è l’unica cosa che ti sorregge, ed in effetti, è proprio cosi anche stavolta. In pratica The Judge sono due film in uno, nel senso sia di ibridazione dei due generi suddetti, sia purtroppo di durata (2h20) e dico purtroppo perché sfortunatamente The Judge manca completamente di sintesi tra i generi, che spesso traboccano di dettagli che sembrano (e lo sono) irrilevanti ai fini della storia complessiva e si limitano ad appesantirla senza un reale corrispettivo: la morte della madre all’inizio, il fratello disabile (che gira tutto quello che vede in una 8mm… inutile chiedersi perché non passa al digitale nel 2014), il flirt quasi “edipico” con la figlia della vecchia fiamma (Vera Farmiga, sempre stupenda, ma qui completamente sperduta), tutte sottotrame che non vengono minimamente sviluppate.
In effetti, The Judge, da questo punto di vista, più che due film in uno, sembrano 2 o 3 episodi di un telefilm montati assieme, anche e soprattutto in virtù di una narrazione molto costruita “a regola d’arte” (vedi anche le battute che smorzano la tensione, molte immagini stereotipate – la fine sul lago su tutte- e le musiche tristi che “chiudono” alcune scene) e che ricorda molto serie come LA Law o, in tempi più recenti, Ally Mc Beal, dove fu protagonista chi? Ma il buon Robert Downey Jr, ovvio.
Il buon Robert che qui gigioneggia in un ruolo costruito su misura per lui, uscendo solo per un momento dalla sua zona di comfort nella scena migliore e più emozionante del film, quando aiuta il padre nel bagno e lo fa esitando solo un secondo, prima di “sporcarsi” le mani (e non solo); per il resto, effettivamente, è proprio il confronto tra di lui e il padre Robert Duvall, l’uno alla perenne ricerca dell’approvazione e dell’amore dell’altro, il perno di tutta la vicenda e, seppur non al suo meglio, il vecchio leone cerca di non far affondare tutto il film, e quasi ci riesce. Quasi.
Menzione speciale per Billy Bob Thornton, che caratterizza il suo Pubblico Ministero, persecutore sistematico ma non crudele, con pochi ma efficaci tocchi in un processo senza particolari guizzi (eccezion fatta per la bella scena della scelta dei giurati; e per Vince D’Onofrio, sempre bravo anche in piccoli ruoli.
Per il resto? Televisivo, e non di prima fascia. Troppo e troppo poco. (www.versionekowalski.it)
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archipic
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mercoledì 21 gennaio 2015
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un film dal sapore "classico"
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Finalmente un film che fa riassaporare il gusto delle pellicole del passato; grandi attori, bella storia, sceneggiatura fluida e doppiaggio adeguato (oltre al sempre bravo Luca Ward che ormai rende benissimo la recitazione di Downey Jr., da segnalare un eccellente Dante Biagioni che riesce a far trasparire tutta la profondità di Duvall). Molto bella la vicenda narrata che potrebbe sembrare la solita stereotipata relazione tra padre e figlio ed invece è trattata in modo assolutamente non banale e con i giusti momenti di drammaticità, tenerezza, ironia e tristezza che i due protagonisti hanno saputo personalizzare, seppur in modo diverso, in modo magistrale. Tutto il cast ha contribuito alla riuscita del film con una recitazione misurata ma per nulla ingessata e le 2 ore e 20 non si sentono affatto scorrendo via in modo piacevolissimo.
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Finalmente un film che fa riassaporare il gusto delle pellicole del passato; grandi attori, bella storia, sceneggiatura fluida e doppiaggio adeguato (oltre al sempre bravo Luca Ward che ormai rende benissimo la recitazione di Downey Jr., da segnalare un eccellente Dante Biagioni che riesce a far trasparire tutta la profondità di Duvall). Molto bella la vicenda narrata che potrebbe sembrare la solita stereotipata relazione tra padre e figlio ed invece è trattata in modo assolutamente non banale e con i giusti momenti di drammaticità, tenerezza, ironia e tristezza che i due protagonisti hanno saputo personalizzare, seppur in modo diverso, in modo magistrale. Tutto il cast ha contribuito alla riuscita del film con una recitazione misurata ma per nulla ingessata e le 2 ore e 20 non si sentono affatto scorrendo via in modo piacevolissimo. In conclusione, un film da vedere assolutamente che lascia un retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo.
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vaalee
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venerdì 6 febbraio 2015
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padre e figlio/ giudice e avvocato
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Robert Downey Jr. nei panni di un avvocato di successo, difensore degli indifendibili con un passato da giovane scapestrato che grazie ai metodi duri del padre è riucito a migliorare laureandosi con il massimo alla facoltà di legge. Duvall, padre severo, giudice dalla moralità indistruttibile, accusato di omicidio. Sarà proprio il figlio che vive lontano e ormai non vede da anni a doverlo difendere e cercare intanto di risolvere i rancori passati.
Un Robert Downey Jr. che si toglie i panni di Iron Man ed emoziona, Duvall più invecchia più diventa bravo. Un film drammatico ma non troppo, una buona regia, un'ottima sceneggiatura e una storia nella quale potrebbe ritrovarsi facilmente chiunque.
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Robert Downey Jr. nei panni di un avvocato di successo, difensore degli indifendibili con un passato da giovane scapestrato che grazie ai metodi duri del padre è riucito a migliorare laureandosi con il massimo alla facoltà di legge. Duvall, padre severo, giudice dalla moralità indistruttibile, accusato di omicidio. Sarà proprio il figlio che vive lontano e ormai non vede da anni a doverlo difendere e cercare intanto di risolvere i rancori passati.
Un Robert Downey Jr. che si toglie i panni di Iron Man ed emoziona, Duvall più invecchia più diventa bravo. Un film drammatico ma non troppo, una buona regia, un'ottima sceneggiatura e una storia nella quale potrebbe ritrovarsi facilmente chiunque. Meritate 4 stelle!
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nicol�_c
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sabato 28 febbraio 2015
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onore o opportunismo per l'onore
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La riscoperta del passato di tutti e un evento che ci vincolerà per sempre...
Hank Palmer è un avvocato di successo, il quale sarà costretto a riscoprire un belissimo passato che ha sempre cercato di dimenticare, per poi doversene legare per sempre.
The Judge possiede un bellissimo tema iniziale comicissimo che man mano si andrà sempre più avanti muterà in più triste per terminare con un bellissimo finale drammatico. The Judge è un film che presenta la difficile contrapposizione dei temi dell'opportunismo volto a favorire l'onore e l'onore, è un film che mette in contrapposizione due caratteri opposti che dopo una lunga astinenza possono finalmente sfogarsi uno sull'altro.
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onufrio
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mercoledì 18 marzo 2015
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the palmer family
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L'improvvisa morte della madre, pone Hank Palmer, avvocato di successo, a fare ritorno nella cittadina d'origine dove i rapporti col padre, giudice quarantennale in quella contea, non sono proprio idilliaci. Il ritorno nel paese è tutto secondo previsione, a parte il gradevole incontro con l'ex fiamma nell'età giovanile (Samantha), i rapporti col padre sono sempre gli stessi; Hank è pronto ad andare via subito dopo la cerimonia funebre della madre, ma una strana vicenda penale coinvolge suo padre, dando così il via ad una convivenza forzata fra padre e figlio, riaffiorando vecchie ferite e qualche piacevole ricordo.
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il gabbiano
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domenica 19 aprile 2015
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gara di bravura tra i due robert.
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Sullo sfondo del courtroom drama, un'avvincente storia di un complicato rapporto padre-figlio. Buon film, seppur valorizzato molto di più dai suoi bravissimi interpreti che dalla sceneggiatura, colpevole di dilungarsi e perdersi in evitabili sottostorie come quella del personaggio di Robert Downey jr. con la sua vecchia fiamma del liceo. Su tutti prevale Robert Duvall, abilissimo nel rendere al meglio un personaggio difficile ed intricato con l'ars recitativa degna di un attore della sua esperienza e del suo spessore, al punto da mettere in ombra lo stesso Downey e Billy Bob Thornton, autori comunque di un'ottima performance. Buon prodotto.
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jacopo b98
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venerdì 8 maggio 2015
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classico e impeccabile, ma tutto già visto
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Hank Palmer (Downey Jr.) è un avvocato di successo a Chicago. A seguito della morte della madre torna nella sua città natale, nell’Indiana, dove ancora vivono i suoi due fratelli (D’Onofrio e Strong) e il vecchio padre (Duvall), giudice presso il tribunale della cittadina. I rapporti tra Hank e il padre non sono buoni e passato il funerale l’avvocato sta per andarsene, quando il vecchio giudice è accusato di omicidio. Hank decide di rimanere per difendere il padre e questo farà sì che i due, pian piano, riallaccino i rapporti. The Judge è un film classico, nel vero senso della parola. Non c’è nulla di innovativo, nulla di geniale, è solo un altro film che va ad aggiungersi al lungo elenco di storie americane.
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Hank Palmer (Downey Jr.) è un avvocato di successo a Chicago. A seguito della morte della madre torna nella sua città natale, nell’Indiana, dove ancora vivono i suoi due fratelli (D’Onofrio e Strong) e il vecchio padre (Duvall), giudice presso il tribunale della cittadina. I rapporti tra Hank e il padre non sono buoni e passato il funerale l’avvocato sta per andarsene, quando il vecchio giudice è accusato di omicidio. Hank decide di rimanere per difendere il padre e questo farà sì che i due, pian piano, riallaccino i rapporti. The Judge è un film classico, nel vero senso della parola. Non c’è nulla di innovativo, nulla di geniale, è solo un altro film che va ad aggiungersi al lungo elenco di storie americane. È un film americano nel senso buono del termine: è un film di padri e figli, di litigi e rimpianti, di ricordi che affiorano, ecc. Nulla che non si sia ancora visto. Ed è per questo che The Judge fatica a ingranare: pur essendo un film “in regola” è ormai difficile appassionarsi a storie come questa. Non c’è nulla di particolarmente brutto (certo, sentimentalismi e retorica non mancano, ma non stonano nemmeno più di tanto), ma allo stesso tempo non c’è nulla di notevole, nulla che rimanga impresso a lungo. Gli attori sono bravi, come in tutto il cinema classico americano, i due Robert lasciano il segno (Duvall ha anche ottenuto una candidatura all’Oscar). In un epoca di crisi cinematografica talvolta si torna indietro, cercando di riproporre vecchie formule, questa volta non ha funzionato più di tanto, e probabilmente tra un paio di anni nessuno si ricorderà più di un film come questo, ma chissà, tra qualche anno forse riprenderlo in mano non sarà una cattiva idea. D’altra parte è il film più “corretto” e “schematico” che sia uscito nel 2014.
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ultimoboyscout
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giovedì 11 giugno 2015
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hank palmer, croce e delizia.
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Alla morte della madre, il rampante avvocato Hank Palmer torna a casa, nel piccolo borgo di Carlinville. Lì si vedrà costretto a riallacciare i rapporti con l'anziano e tirannico padre, giudice carismatico colpito da Alzheimer, sospettato di omicidio. Dobkin cambia completamente genere passando dall'amata commedia al thriller e al dramma famigliare, confeziona un'opera costruita su misura per esaltare le doti istrioniche di due grandissimi come Robert Duvall e Robert Downey Jr., finalmente libero di esprimersi senza armatura. Senza tralasciare i ruoli secondari, comunque affidati ad attori importanti quali Billy Bob Thornton e Vera Farmiga. Il film è la classica rappresentazione di una famiglia fortemente disfunzionale, "un maledetto dipinto di Picasso", per dirla à la Hank Palmer, si inserisce nel filone delle pellicole sui dolorosissimi rapporti padre-figlio con qualche scheletro nell'armadio, film non proprio solidissimo ma splendidamete interpretato, che scruta nell'animo tribolato di un uomo forzato ad un riavvicinamento dovuto alle circostanze, alla vecchiaia e alla malattia.
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Alla morte della madre, il rampante avvocato Hank Palmer torna a casa, nel piccolo borgo di Carlinville. Lì si vedrà costretto a riallacciare i rapporti con l'anziano e tirannico padre, giudice carismatico colpito da Alzheimer, sospettato di omicidio. Dobkin cambia completamente genere passando dall'amata commedia al thriller e al dramma famigliare, confeziona un'opera costruita su misura per esaltare le doti istrioniche di due grandissimi come Robert Duvall e Robert Downey Jr., finalmente libero di esprimersi senza armatura. Senza tralasciare i ruoli secondari, comunque affidati ad attori importanti quali Billy Bob Thornton e Vera Farmiga. Il film è la classica rappresentazione di una famiglia fortemente disfunzionale, "un maledetto dipinto di Picasso", per dirla à la Hank Palmer, si inserisce nel filone delle pellicole sui dolorosissimi rapporti padre-figlio con qualche scheletro nell'armadio, film non proprio solidissimo ma splendidamete interpretato, che scruta nell'animo tribolato di un uomo forzato ad un riavvicinamento dovuto alle circostanze, alla vecchiaia e alla malattia. Dobkin segue troppe strade e la parte giudiziaria e quella sui rimpianti sentimentali di Hank finiscono per sconfinare, disinnescandola, in quella famigliare, più bella, coinvolgente ed interessante. Film con una forte componente emotiva, non propriamente bello ma che non lascia indifferenti, che rimanda alle atmosfere di John Grisham e Sydney Lumet, costruito per puntare alla nomination più importante per entrambi i Robert nonostante lo script non brilli per originalità e abbondi di cliché di genere. Pellicola altalenante anche nel ritmo, che non convince del tutto e si salva grazie ad un cast ispirato e per la fortissima carica emotiva che trasuda.
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enzo70
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martedì 8 novembre 2016
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due grandissimi attori, gran bel film
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Da un lato la storia di un conflitto tra padre e figlio, giudice ed avvocato, nel cuore degli Stati Uniti; dall’altro lato le straordinarie interpretazioni di Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Il risultato è un gran bel film. E allora partiamo dalla storia; Hank, il figlio, è un penalista il cui successo deriva dalla capacità di riuscere a far assolvere i colpevoli; Joseph, il padre, è un giudice di Carlinville, una piccola cittadina dell’Indiana; un uomo severo con se stesso e con i figli; e per queste ragioni l’unica ragione per cui i due si rincontrano è la morte della madre del figlio e della moglie del padre.
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Da un lato la storia di un conflitto tra padre e figlio, giudice ed avvocato, nel cuore degli Stati Uniti; dall’altro lato le straordinarie interpretazioni di Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Il risultato è un gran bel film. E allora partiamo dalla storia; Hank, il figlio, è un penalista il cui successo deriva dalla capacità di riuscere a far assolvere i colpevoli; Joseph, il padre, è un giudice di Carlinville, una piccola cittadina dell’Indiana; un uomo severo con se stesso e con i figli; e per queste ragioni l’unica ragione per cui i due si rincontrano è la morte della madre del figlio e della moglie del padre. Ma come un fulmine a ciel serena arriva l’accusa in caso al vecchio giudice di omicidio di un uomo condannato qualche anno prima; e a quel punto la decisione di Hank di difendere il padre apre la strada a due diversi racconti: il rapporto tormentato tra i due e un classico processo all’americana. A volte ci sta qualche ghirigoro di troppo, ma i due grandi attori riescono a coprire qualche pecca in fase di sceneggiatura.
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melvin ii
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martedì 28 ottobre 2014
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duello tra giganti
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Il biglietto d’acquistare per “The Judge” è 4)Ridotto
“The Judge” è un film del 2014 diretto da David Dobkin, scritto da Nick Schenk, Bill Dubuque, prodotto dalla Warner Bros, con: Robert Downey Jr, Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Billy Bob Thornton.
Quando si diventa veramente grandi? Molti sostengono quando si è capaci di vedere i propri genitori come uomini con i loro pregi e soprattutto difetti.
Alzi la mano chi non ha avuto almeno una volta una discussione con il proprio padre o madre sfociata in periodo di ostinato e reciproco silenzio.
E’ raro poter parlare e condividere qualcosa con il proprio padre e spesso nascono conflitti e rivalità quando c’è una profonda differenza d’età o personalità forti che si contrappongono
“The Judge” racconta la storia di un padre e di un figlio ,diversi e lontani per mentalità e carattere, ma comunque legati da un affetto anche se non ammesso per orgoglio.
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Il biglietto d’acquistare per “The Judge” è 4)Ridotto
“The Judge” è un film del 2014 diretto da David Dobkin, scritto da Nick Schenk, Bill Dubuque, prodotto dalla Warner Bros, con: Robert Downey Jr, Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Billy Bob Thornton.
Quando si diventa veramente grandi? Molti sostengono quando si è capaci di vedere i propri genitori come uomini con i loro pregi e soprattutto difetti.
Alzi la mano chi non ha avuto almeno una volta una discussione con il proprio padre o madre sfociata in periodo di ostinato e reciproco silenzio.
E’ raro poter parlare e condividere qualcosa con il proprio padre e spesso nascono conflitti e rivalità quando c’è una profonda differenza d’età o personalità forti che si contrappongono
“The Judge” racconta la storia di un padre e di un figlio ,diversi e lontani per mentalità e carattere, ma comunque legati da un affetto anche se non ammesso per orgoglio.
Il padre è il giudice Joseph Palmer(Duvall) da 42 anni in un piccola cittadina nell’Indiana, il figlio è Hank Palmer(Downey jr) avvocato di successo a Chicago. Il primo è un rigido conservatore, scorbutico, moralista sposato da 50 anni, il secondo è arrogante, disinvolto moralmente nella professione forense, cinico, provocatore e divorziato.
Due mondi opposti che non si parlano e vedono da anni, ma costretti dalla tragica morte della moglie del giudice a confrontarsi di nuovo. Tra i due sono subito scintille verbali e Hank dopo il funerale vorrebbe tornare in città quando il fratello maggiore Glen(D’Onofrio), un tempo promettente star del baseball e dopo un drammatico incidente stradale con Hank invece divenuto solo un modesto gommista, lo ferma perché il padre viene accusato di aver ucciso un uomo, ex galeotto da lui condannato in tribunale, in un incidente stradale.
La preparazione e lo svolgersi del Processo stesso sono la scusa per i due protagonisti per confrontarsi e rinfacciarsi anni di silenzi e incomprensioni.
Il giudice, seppure gravemente malato, non accetta nessun patteggiamento pur di difendere il suo onore ed è disposto ad andare in carcere.
Hank deve combattere non solo aula contro il procuratore giustizialista Dickham(Thornton), ma soprattutto scontrarsi con il padre sulla loro diversa idea di Giustizia.
La sceneggiatura ben scritta e incentrata sullo scontro tra i due protagonisti, esaltandone le personalità e sfumature lascia però sullo sfondo la storia e gli altri personaggi. Lo stile è abbastanza incalzante e avvolgente, anche se nella seconda parte il testo risente di una eccessiva retorica e ridondanza morale che diventa stucchevole e noiosa. I dialoghi sono ben costruiti e soprattutto magistralmente interpretati.
La regia ha il merito di lasciare alla coppia Duvall-Downey la possibilità esprimersi liberamente e di scandire i tempi del racconto, alzandoli e abbassandoli con il loro talento, ma manca però una coralità e armonia nella struttura narrativa come se il duello tra padre e figlio sia assestante rispetto al resto della storia e ciò rende specie nella seconda parte meno fluida e godibile la visione del film.
Duvall e Downey jr danno entrambi una toccante e imperdibile prova d’Attore. Una coppia perfetta che riesce a regalare allo spettatore vivide emozioni, toccando le giuste corde dell’emozioni alternando i vari sentimenti in maniera convincente e credibile. Difficile stabilire chi sia più bravo tra i due, forse Downey jr ogni tanto sembra Tony Stark in gita in Indiana, ma i duelli verbali con Duvall sono la dimostrazione che due attori di talento riescono a dare un quid in più a buon testo di partenza.
Il resto del cast è comunque all’altezza del compito e si rivelano delle comprimari di riguardo per le due star.
Il film in vero poteva concludersi in vari modi, il regista ci presenta almeno tre pre finali per poi scegliere un quarto che probabilmente è il più scontato e retorico, ma che comunque grazie all’abilità di Downey risulta apprezzabile, invitando lo spettatore a risolvere le diatribe che si hanno con i propri genitori prima che sia troppo tardi così da essere non più figlio, ma uomo a tutto tondo.
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