veritasxxx
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martedì 7 ottobre 2014
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sin city 2, che peccato...
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Robert Rodriguez ritorna a collaborare con Frank Miller per il secondo episodio dell'epica saga a fumetti, confermando gran parte del cast del film originale: Mickey Rourke (Marv il gorilla), Jessica Alba (la spogliarellista Nancy), Powers Boothe (il senatore Roark), Rosario Dawson (Gail, la regina della città vecchia) e introducendo nuovi interpreti con risultati perfino più convincenti della prima parte: Josh Brolin nel ruolo di Dwight, illuso da una fatalissima e letale Ava-Eva Green, Joseph Gordon-Levitt nella parte dell'imprudente giocatore di poker Johnny, Ray Liotta, Christopher Meloni di True Blood e il gradito ritorno (al futuro) di Christopher Lloyd.
La fotografia riprende il bianco e nero del primo Sin City ma aggiunge un tocco di colore in alcuni dettagli per mettere in risalto dei particolari, pur mantenendo le trovate grafiche del fumetto (il sangue bianco e il chiaro-scuro solarizzato che riproduce molto fedelmente le tavole delle graphic novels di Miller).
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Robert Rodriguez ritorna a collaborare con Frank Miller per il secondo episodio dell'epica saga a fumetti, confermando gran parte del cast del film originale: Mickey Rourke (Marv il gorilla), Jessica Alba (la spogliarellista Nancy), Powers Boothe (il senatore Roark), Rosario Dawson (Gail, la regina della città vecchia) e introducendo nuovi interpreti con risultati perfino più convincenti della prima parte: Josh Brolin nel ruolo di Dwight, illuso da una fatalissima e letale Ava-Eva Green, Joseph Gordon-Levitt nella parte dell'imprudente giocatore di poker Johnny, Ray Liotta, Christopher Meloni di True Blood e il gradito ritorno (al futuro) di Christopher Lloyd.
La fotografia riprende il bianco e nero del primo Sin City ma aggiunge un tocco di colore in alcuni dettagli per mettere in risalto dei particolari, pur mantenendo le trovate grafiche del fumetto (il sangue bianco e il chiaro-scuro solarizzato che riproduce molto fedelmente le tavole delle graphic novels di Miller).
Pur mantenendo un livello di intrattenimento di buon livello, il film soffre inevitabilmente dell'effetto "già visto", anche se a quasi dieci anni di distanza era prevedibile una seconda puntata, considerato il buon successo di pubblico della prima. I personaggi già visti (Mickey Rourke, Jessica Alba e le brevi apparizioni dello spirito del defunto Bruce Willis) non risultano particolarmente accattivanti e anzi sembrano un po' fiacchi nelle motivazioni che li spingono verso le loro azioni; per far meglio comprendere le loro psicologie un breve flashback della prima parte non avrebbe guastato. Quello che spicca è invece la perfetta intesa tra Josh Brolin e Eva Green, ancora una volta nella parte della femme fatale mangiauomini che sembra esserlesi cucita addosso dopo le performances di personaggi simili in "Dark Shadows" e "300 l'alba di un impero". La Green è assolutamente perfetta nell'interpretare la perfida e calcolatrice Ava e lo stesso Miller non sarebbe stato in grado di disegnare niente di più affascinante e perfido per la sua città del peccato.
La scelta di lasciare per il finale la resa dei conti tra Jessica Alba e il senatore Roark non risulta molto azzeccata, visto che rispetto alla conturbante storia di amore-odio tra Ava e Dwight la vendetta della bella Nancy risulta piuttosto fiacca e scontata. Questo è un po' il limite del film: un tono da racconto noir con il protagonista di turno che racconta i suoi pensieri con una voce fuori campo dalla prima all'ultima scena, e uno scarso sviluppo della storia che non si evolve in maniera efficace verso il finale e che diventa, dopo la prima ora di visione, una successione piuttosto sterile di omicidi e regolamenti di conti, quasi fosse l'unica cosa a cui tutti i personaggi tengono davvero.
È una Sin City un po' prigioniera di sé stessa purtroppo, ed è un peccato perché con qualche accorgimento nella sceneggiatura e un dosaggio meglio bilanciato di malvagità e giustizia avrebbe potuto fornire un risultato anche migliore del primo episodio. Così com'è, "Sin City una donna per cui uccidere" rimane un buon seguito ma niente che faccia gridare al capolavoro.
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mark0791
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lunedì 6 ottobre 2014
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sin city non perde il suo fascino
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Gli Americani lo hanno stroncato. A mio avviso, una stroncatura ingiustificata, soprattutto se paragonata agli elogi fatti ad altri film mediocri senza arte, infarciti solo di effetti speciali, ma con trame ridicole, attori mediocri e regia dozzinale. Per quanto il mio parere non sia superiore a quello di nessuno, Sin City:una donna per cui uccidere non perde il fascino che aveva il primo film del 2005.
Certo, non c’è più l’effetto sorpresa. Ma è un sequel, è fisiologico che non sia d’impatto quanto il primo film della serie, ma ciò non toglie assolutamente nulla a questo secondo capitolo che, con intelligenza, è stato girato seguendo la linea del suo fortunato predecessore.
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Gli Americani lo hanno stroncato. A mio avviso, una stroncatura ingiustificata, soprattutto se paragonata agli elogi fatti ad altri film mediocri senza arte, infarciti solo di effetti speciali, ma con trame ridicole, attori mediocri e regia dozzinale. Per quanto il mio parere non sia superiore a quello di nessuno, Sin City:una donna per cui uccidere non perde il fascino che aveva il primo film del 2005.
Certo, non c’è più l’effetto sorpresa. Ma è un sequel, è fisiologico che non sia d’impatto quanto il primo film della serie, ma ciò non toglie assolutamente nulla a questo secondo capitolo che, con intelligenza, è stato girato seguendo la linea del suo fortunato predecessore.
Coloro che hanno apprezzato il primo Sin City non potranno che restare nuovamente a bocca aperta di fronte alle oscure meraviglie della città del peccato. C’è chi definisce questo secondo capitolo come molto simile al primo. Ma non vedo cosa ci sia da stupirsi: il comparto registico e tecnico è rimasto lo stesso. E del resto, se il primo era riuscito bene, non avrei visto il motivo di cambiare rotta. Se un prodotto funziona, inutile stravolgerlo.
Ciò detto, Sin City: una donna per cui uccidere resta un film bellissimo da vedere e da sentire, che già solo per la pura maniera stilistica incanta lo spettatore. Il comparto grafico lascia a bocca aperta come nel primo film, con tagli geometrici in bianco e nero illuminati da qualche nota di colore. Musiche e dialoghi rapiscono, così come l’interpretazione praticamente perfetta del cast, il tutto incorniciato da una regia eccelsa.
Le trame, per quanto non particolarmente articolate, servono allo scopo (come tra l’altro era nel primo film) di introdurre e sviluppare i Personaggi, veri protagonisti della Città del peccato, da criminali dotati di etica e di morale a spietate valchirie sanguinarie.
Tra un cast di altissimo livello eccelle Eva Green, la dark lady sensuale e spietata; ipnotica e velenosa, la donna per cui uccidere del titolo regala un’interpretazione magistrale degna di oscar. Non solo: lei rappresenta la Città stessa. E’ Basin City, luogo ammaliatore con le sue stupende donne di strada e al contempo posto senza pietà per i deboli di cuore, la vera Donna per cui uccidere.
Sin City (tanto il primo capitolo quanto il secondo) può non piacere a tutti. Ma resta il fatto che Miller e Rodriguez (il quale, ricordiamolo, ha curato praticamente ogni aspetto del film, non solo la regia) hanno inventato un genere cinematografico, portando sullo schermo due film originali e unici, curati in ogni dettaglio. In mezzo a moltissimi film contemporanei senza un’impronta registica, senza originalità, questo film è un vero esempio di Settima Arte, un esempio di qualcosa di unico. E questo per me è ciò che ha più valore, ed è ciò che rende il dittico cinematografico sulla Città del Peccato un dittico di grande valore.
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[+] una signora per cui uccidere
(di citizen kane)
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borro11
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martedì 7 ottobre 2014
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a sin city il tempo si e' fermato...
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Sono passati ormai 9 anni dall'uscita nelle sale del primo capitolo e (dopo svariati slittamenti) finalmente Rodriguez e Miller tornano sul luogo del delitto. Nella peccaminosa Sin City tutto è come era stato lasciato, bastano pochi minuti allo spettatore per essere immerso nello stesso ambiente in cui quasi un decennio fa era entrato per la prima volta. Un de ja vu. Già perchè il tempo non scorre a Sin City e ne è la riprova iil fatto che questa pellicola non sia né un vero e proprio sequel né tantomeno un prequel. Tutti le storie, indipendentemente dalla collocazione cronologica, sono pezzi di un mosaico più grande e più se ne aggiungono più questo appare oscuro e delineato, cruento e sanguinoso.
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Sono passati ormai 9 anni dall'uscita nelle sale del primo capitolo e (dopo svariati slittamenti) finalmente Rodriguez e Miller tornano sul luogo del delitto. Nella peccaminosa Sin City tutto è come era stato lasciato, bastano pochi minuti allo spettatore per essere immerso nello stesso ambiente in cui quasi un decennio fa era entrato per la prima volta. Un de ja vu. Già perchè il tempo non scorre a Sin City e ne è la riprova iil fatto che questa pellicola non sia né un vero e proprio sequel né tantomeno un prequel. Tutti le storie, indipendentemente dalla collocazione cronologica, sono pezzi di un mosaico più grande e più se ne aggiungono più questo appare oscuro e delineato, cruento e sanguinoso. L'atmosfera noir è resa magistralmente da neri profondi e bianchi accentuati, contorni netti e precisi ed in mezzo a loro torna la passione, la violenza sotto forma di colore. Le tre figure femminili sono estremamente diverse ma anche molto congiunte, Eva una femme fatale che gioca le sue carte spacciandosi per debole e indifesa, Nancy una ragazza distrutta dalla morte del suo unico amore e bramosa di vendetta, e le prostitute della Città Vecchia che difendono la loro supremazia territoriale in un territorio a gerarchia femmile. Dwight e Mav invece sono sempre gli stessi: crudeli, spietati, violenti ma di buon cuore. Nessuno però è esentato dalla violenza perchè quella è la via di sopravvivenza a Sin City. Lo spettatore viene messo a suo agio subito in questo clima familiare e studia ogni scena alla ricerca di rimandi e citazioni, ascolta ogni surreale dialogo assorto e si gode ogni singolo colore come un orgasmo visivo. Si potrebbe criticare il fatto che la pellicola non sia migliorata rispetto alla precedente, che sia rimasta ferma al 2005, ma siamo sicuri che lo spettatore voglia questo? La mia opinione è che un fan della saga, voglia ritrovarsi immediatamente nel clima del primo film senza aggiunte e tecnicismi vari, quasi come fosse in una bolla temporale. Perchè il tempo per la cupa, sanguinosa e violenta Sin City non scorre mai.
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ultimoboyscout
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lunedì 23 marzo 2015
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bentornati nella città del peccato.
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Il primo "Sin City" fu un successo folgorante, tanto che venne subito annunciato un sequel. Sono passati diversi anni da allora, tutti necessari per scrivere una storia all'altezza che legasse tra loro (con l'aiuto di William Monahan) due storie edite, "Un sabato notte come tanti" e "Una donna per cui uccidere", e altre due inedite di Miller, scritte appositamente per il film. Volti nuovi e cavalli di ritorno danno vita a storie e sottostorie che si intrecciano alla trama principale, Rodriguez è co-regista e co-sceneggiatore di un film tecnicamente fantastico, costruito su violenza e dialoghi hard boiled ma assolutamente inferiore all'originale nonostante il look stilizzato fatto di bianchi e neri sia lo stesso (in più c'è il 3D), un noir a tinte fortissime screziato di rosso sangue in cui oltre alle meravigliose protagoniste femminili, brilla la new entry, il richiestissimo Joseph Gordon-Levitt, ovvero il giocatore d'azzardo Johnny, che si mette contro l'uomo più potente della città.
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Il primo "Sin City" fu un successo folgorante, tanto che venne subito annunciato un sequel. Sono passati diversi anni da allora, tutti necessari per scrivere una storia all'altezza che legasse tra loro (con l'aiuto di William Monahan) due storie edite, "Un sabato notte come tanti" e "Una donna per cui uccidere", e altre due inedite di Miller, scritte appositamente per il film. Volti nuovi e cavalli di ritorno danno vita a storie e sottostorie che si intrecciano alla trama principale, Rodriguez è co-regista e co-sceneggiatore di un film tecnicamente fantastico, costruito su violenza e dialoghi hard boiled ma assolutamente inferiore all'originale nonostante il look stilizzato fatto di bianchi e neri sia lo stesso (in più c'è il 3D), un noir a tinte fortissime screziato di rosso sangue in cui oltre alle meravigliose protagoniste femminili, brilla la new entry, il richiestissimo Joseph Gordon-Levitt, ovvero il giocatore d'azzardo Johnny, che si mette contro l'uomo più potente della città. Le storie, tra prequel e sequel, meravigliano lo sguardo e anneriscono l'anima, lo stile da B-movie è la forza della pellicola che vive di azioni e reazioni over the top in una città dove si pecca e non c'è salvezza tra poliziotti e politici corrotti, malavita, vendette, gioco d'azzardo e mercimonio del corpo. L'episodio principale esalta l'opera e il pensiero di Miller grazie anche a una Eva Green splendida sirena ammaliatrice, mentre gli altri episodi sono un pizzico al di sotto delle aspettative, fatti di una scrittura piatta e un po' schematica. Il cinema non si fa più fumetto, stavolta è il fumetto a farsi cinema per un risultato un filo deludente, pellicola piacevole a cui manca qualcosa, soprattuto se la si confronta con l'originale. This rotten town it soils everibody...questa è comunque una sentenza!
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the thin red line
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domenica 12 ottobre 2014
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sequel colmo di forzature e avaro di novità
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Torna a distanza di ben 9 anni e dopo un interminabile attesa dei fan la città del peccato con un nuovo capitolo. Con un cast superlativo e una fotografia patinata all'estremo "Sin City - Una donna per cui Uccidere" non riesce a eguagliare la meraviglia del primo. Fermo restando che nel 2005 si presentò come una novità assoluta in termini tecnici di regia, fotografia e quant'altro, il vero e unico Sin City presentava un arco narrativo piuttosto suggestivo con frammenti di storie a sè che si incontravano nel finale con un montaggio azzeccatissimo e mirato a ottenere la massima attenzione dello spettatore per tutta la durata della pellicola. Non riesce ad imitarlo, invece, il capitolo 2 che sembra volerci svelare in fretta e furia l'epilogo di ogni storia senza lasciarci sorprese nell'epilogo e spezzettando grezzamente il film in 3 parti che nascono, vivono e muoiono senza lasciare nulla per il gran finale come invece ci si aspettava e dimenticandosi di creare un legame vero e sensato.
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Torna a distanza di ben 9 anni e dopo un interminabile attesa dei fan la città del peccato con un nuovo capitolo. Con un cast superlativo e una fotografia patinata all'estremo "Sin City - Una donna per cui Uccidere" non riesce a eguagliare la meraviglia del primo. Fermo restando che nel 2005 si presentò come una novità assoluta in termini tecnici di regia, fotografia e quant'altro, il vero e unico Sin City presentava un arco narrativo piuttosto suggestivo con frammenti di storie a sè che si incontravano nel finale con un montaggio azzeccatissimo e mirato a ottenere la massima attenzione dello spettatore per tutta la durata della pellicola. Non riesce ad imitarlo, invece, il capitolo 2 che sembra volerci svelare in fretta e furia l'epilogo di ogni storia senza lasciarci sorprese nell'epilogo e spezzettando grezzamente il film in 3 parti che nascono, vivono e muoiono senza lasciare nulla per il gran finale come invece ci si aspettava e dimenticandosi di creare un legame vero e sensato. Regia e fotografia sono all'altezza del primo e rappresentano tutto cio' che di buono san fare Rodriguez e Miller: la prima colma di primi piani e densa di particolari dei volti, la seconda con una patinatura volutamente piu' esagerata del primo. Qualche buona novità come l'introduzione di colori forti nel contesto del bianco e nero ma i personaggi principali sono stereotipati all'estremo e (solo a volte) quasi ridicoli, soprattutto Brolin (ad ogni colpo subito una metafora mi è sembrato esagerato). Tutto sommato questo secondo capitolo si fa ben guardare perchè, diciamoci la verità, lo stile della coppia Rodriguez-Miller non ha per niente stufato e va di moda, ma dopo quasi un decennio forse ci si aspettava troppo da questo sequel a tal punto dal rimanerne delusi se non in presenza di un capolavoro migliore del primo, e forse, è stato proprio questo a illuderci. Note liete: decisamente bravi e in palla quasi tutti gli interpreti (Brolin perfetto, Rourke come fosse a casa sua, stupefacente Eva Miller quasi sempre nuda eppure tutt'altro che indifesa ma ad eccellere è Powers Boothe (caratterista fantastico). debole invece la prova di jessica alba evidentemente non a suo agio nel ruolo di vendicatrice e a mio avviso protagonista dell'episodio più criticabile. In attesa del terzo capitolo (se uscirà davvero) non mi sento comunque di bocciarlo, ma decisamente di rimandarlo.
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noia1
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martedì 28 ottobre 2014
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“dammi un dannato nome”
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Le vicende nella città di Basin City, tanta violenza all’insegna del grottesco e sequenze da capogiro.
Persino Robert Rodriguez poteva trasformarsi in un regista commerciale, e chi se l’aspettava. Questo seguito rispetto al primo di novità non ne ha, sempre la solita iperviolenza, i soliti protagonisti cupi e dannati, ambientazioni suggestive e la solita morale al confine tra il realistico e il tragico. Cambiano solo le vicende ma la formula è sempre quella se non nell’accentuarsi di ciò che più tiene appiccicati allo schermo, parlo delle efferatezze all’insegna dello splatter e delle sequenze oniriche, quelle di cui t’innamori e che riguarderesti all’infinito.
Protagonisti vissuti e dalla morale dubbia, che vincano o perdano non si ha mai la certezza della loro bontà d’animo o del contrario, a Sin City o vinci o perdi, la morale è un’altra cosa.
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Le vicende nella città di Basin City, tanta violenza all’insegna del grottesco e sequenze da capogiro.
Persino Robert Rodriguez poteva trasformarsi in un regista commerciale, e chi se l’aspettava. Questo seguito rispetto al primo di novità non ne ha, sempre la solita iperviolenza, i soliti protagonisti cupi e dannati, ambientazioni suggestive e la solita morale al confine tra il realistico e il tragico. Cambiano solo le vicende ma la formula è sempre quella se non nell’accentuarsi di ciò che più tiene appiccicati allo schermo, parlo delle efferatezze all’insegna dello splatter e delle sequenze oniriche, quelle di cui t’innamori e che riguarderesti all’infinito.
Protagonisti vissuti e dalla morale dubbia, che vincano o perdano non si ha mai la certezza della loro bontà d’animo o del contrario, a Sin City o vinci o perdi, la morale è un’altra cosa. Non so da dove cominciare, Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, sono solo le punte di diamante di una serie di attori carismatici e bravissimi, quasi che non recitino ma bensì vivano nel profondo le vicende della città.
In ogni caso vale la pena di vederlo, per chi non abbia ancora visto nessuno dei due film forse è meglio che parta proprio da questo data la sua vena commerciale, per chi invece il primo lo ha già visto, questo film è un’ottima occasione per un’abbuffata in due ore buone di tutto ciò che del primo ci è mancato e volevamo rivedere.
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alexander 1986
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venerdì 20 febbraio 2015
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molto rodriguez, poco tarantino
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Un fotografo (Josh Brolin) incastrato da una vecchia fiamma (Eva Green) in un gioco letale di ricatti e violenze. Un giovane giocatore d'azzardo (Joseph Gordon-Levitt) intenzionato a far imbestialire un cattivissimo senatore (Powers Boothe), ficcandosi in una situazione più grande di lui. Una giovane spogliarellista dal passato difficile (Jessica Alba) che progetta una vendetta contro gente pericolosa. Un pugile (Mickey Rourke) sempre alla caccia di guai, e si infila in quelli degli altri. Sono le storie che caratterizzano questo secondo episodio della saga di Sin City, di cui il primo risale al già lontano 2005.
La regia è sempre quella di Robert Rodríguez, accompagnato da Frank Miller ovvero il mitico autore dell'opera a fumetti originale.
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Un fotografo (Josh Brolin) incastrato da una vecchia fiamma (Eva Green) in un gioco letale di ricatti e violenze. Un giovane giocatore d'azzardo (Joseph Gordon-Levitt) intenzionato a far imbestialire un cattivissimo senatore (Powers Boothe), ficcandosi in una situazione più grande di lui. Una giovane spogliarellista dal passato difficile (Jessica Alba) che progetta una vendetta contro gente pericolosa. Un pugile (Mickey Rourke) sempre alla caccia di guai, e si infila in quelli degli altri. Sono le storie che caratterizzano questo secondo episodio della saga di Sin City, di cui il primo risale al già lontano 2005.
La regia è sempre quella di Robert Rodríguez, accompagnato da Frank Miller ovvero il mitico autore dell'opera a fumetti originale. La continuità è data dai personaggi - nonostante un paio di cambi di interpreti (es. Brolin al posto di Clive Owen) - dall'intreccio a incastro, dalle fantasmagorie grafiche e dal registro narrativo caricaturale del vecchio noir all'americana. Stando così le cose ed essendo stato il primo Sin City un film valido e quasi cult, dovrebbe scattare per transitività un giudizio positivo anche per quest'ultimo episodio. Ciò non avviene proprio per colpa di quella continuità evidenziata sopra. Il duo Rodríguez-Miller, nel tentativo di replicare il successo del primo esperimento insieme, hanno puntato sulla riproposizione degli elementi più superficiali e meno importanti. Ciò che davvero contava ovvero il gioco, non solo citazionistico ma anche combinatorio e ironico, fra linguaggi di generi diversi, stavolta manca clamorosamente. Sicché questo Sin City '2' sembra solo una versione annacquata del primo. Poca cosa. Nemmeno una Green che recita nuda per quasi tutto il tempo può alzare il voto di questa piccola operazione commerciale.
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onufrio
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martedì 21 aprile 2015
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welcome to basin city
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Dopo quasi dieci anni dal successo del primo capitolo, il duo Miller/Rodriguez confeziona il tanto atteso sequel della città del peccato; Sin City non è cambiata, la gente è sempre la stessa ed il male in questa città non avrà mai fine. La storia riprende giustamente il capitolo originale e la prosegue; la speranza è quella di vederne di altri, ma possibilmente con un minor distacco di tempo fra di loro. Spettacolari e suggestivi sono ancora una volta la fotografia e gli effetti speciali; la voce fuori campo si presenta come sempre un'ottima alleata per il racconto del film.
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the moon
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giovedì 9 ottobre 2014
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l'amore ai tempi di cin city
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Vedere sin city è un pò come entrare nelle pagini di un fumetto in bianco e nero,dove la carta si plasma sulla pelle e tutto inizia a muoversi attorno a te,così sali sulla mustang e senti il vento sulla faccia il cuore che sobbalza ad ogni curva,senti l'odore di alcool il fremito della folla nel bar, bicchieri rotti;ti affianchi al grande Marv e gli versi da bere mentre Lucy sul palco è disarmante da non dormire,sirene che suonano gatti che piangono topi e barboni.......Questo è Sin Cty, spettacolare affresco su schermo la cui regia e fumettistica rappresentazione lascia sempre divertiti e soddisfatti MA!!! in quetso episodio manca il carattere, la rabbia vera e il ritmo del primo episodio,che se fosse stato questo il primo episodio sarebbe piaciuto senza ostacoli, ma dopo la prima il secondo atto avrebbe dovuto spingere il pedale dell'accelleratore su una storia meno romantica,perchè troppe volte si sbuffa,vediamola come una pausa di riflessione dove il miglior titolo sarebbe stato:L'amore ai tempi di Sin City.
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Vedere sin city è un pò come entrare nelle pagini di un fumetto in bianco e nero,dove la carta si plasma sulla pelle e tutto inizia a muoversi attorno a te,così sali sulla mustang e senti il vento sulla faccia il cuore che sobbalza ad ogni curva,senti l'odore di alcool il fremito della folla nel bar, bicchieri rotti;ti affianchi al grande Marv e gli versi da bere mentre Lucy sul palco è disarmante da non dormire,sirene che suonano gatti che piangono topi e barboni.......Questo è Sin Cty, spettacolare affresco su schermo la cui regia e fumettistica rappresentazione lascia sempre divertiti e soddisfatti MA!!! in quetso episodio manca il carattere, la rabbia vera e il ritmo del primo episodio,che se fosse stato questo il primo episodio sarebbe piaciuto senza ostacoli, ma dopo la prima il secondo atto avrebbe dovuto spingere il pedale dell'accelleratore su una storia meno romantica,perchè troppe volte si sbuffa,vediamola come una pausa di riflessione dove il miglior titolo sarebbe stato:L'amore ai tempi di Sin City.
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sev7en
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venerdì 10 ottobre 2014
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la fiera dell'irrisorieta'...
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Una Donna Per Cui Uccidere, Quella lunga, brutta note e La grossa sconfitta: tre storie che animano le notti di Sin City, con un cast stellare ed una conturbante Eva Green a trait d’union dell’ultimo opera firmata Robert Rodriguez.
9 anni... L'attesa per tornare a Sin City è sembrata spasmodica perché come una lama dritta al cuore, Rodriguez e Tarantino ebbero modo di creare nel 2005 un'opera unica, innovativa per fotografia, intrigante per coinvolgimento e sorprendente nello storytelling.
Con Sin City 2 il fine è il medesimo ma il risultato ben diverso : 3 le storie, i personaggi noti del primo esordio ed una fotografia che riprendendo gli stilemi dell'originale aggiunge 3D in modo sapiente e dosato.
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Una Donna Per Cui Uccidere, Quella lunga, brutta note e La grossa sconfitta: tre storie che animano le notti di Sin City, con un cast stellare ed una conturbante Eva Green a trait d’union dell’ultimo opera firmata Robert Rodriguez.
9 anni... L'attesa per tornare a Sin City è sembrata spasmodica perché come una lama dritta al cuore, Rodriguez e Tarantino ebbero modo di creare nel 2005 un'opera unica, innovativa per fotografia, intrigante per coinvolgimento e sorprendente nello storytelling.
Con Sin City 2 il fine è il medesimo ma il risultato ben diverso : 3 le storie, i personaggi noti del primo esordio ed una fotografia che riprendendo gli stilemi dell'originale aggiunge 3D in modo sapiente e dosato.
Una donna per cui uccidere, la storia pilota che troviamo anche nel titolo, mostra chiaramente come la pochezza narrativa e la totale assenza di un "fine" portino la regia ad indugiare sul "personale" della Green, new-entry del cast e femme fatal in grado di stregare anche la legge (il detective fino ad ora impeccabile sul lavoro come in famiglia), di portare al suicidio e indurre nel peccato che, forzando, potrebbe avere una missione didascalia (avidità come sorgente di ogni male) ma che viene ridotta a mero burattinaio di un gruppo stile Mercenari, tenuti in piedi sola dalla loro fama holliwoodiana. Alla fine, i commenti e la critica sul film avranno come oggetto del contendere solo le sue grazie...
Le altre 2 storie condividono la stessa linearità / inutilità con il plus di essere meno prolisse: un giocatore di poker che per mostrare al patrigno di meritare il "posto in famiglia" finisce per ottenere ben altra monetauna danzatrice di locali notturni in cerca di vendetta per le atrocità commesse dal più cattivo e temuto primo cittadino…
Sulla performance del cast sarebbe il caso di sorvolare ma anche per presentarli: Eva Green (Ava Lord), la protagonista sui cui fa perno la pellicola (piu breve di 30 minuti della prima) ha da sua il fascino e la seduzione, è la classica donna per cui si darebbe l’anima e al diavolo con i risultati, questi si, ben visibili nella pellicola; Mickey Rourke, Marv, stereotipato fino al midollo, che vive attraverso i riflessi di un bicchiere in cui cerca di trovare un appiglio che lo porti avanti (e a fine film…); Bruce Willis (John Hartigan), un riflesso del one-man-show dei tempi che furono, in versione “ghost”, con il pragmatismo di chi sembra essere capitato li per caso; la dancer Nancy Callahan, interpretata da Jessica Alba e Johnny (Joseph Gordon-Levitt) protagonisti delle altre due storie con perno/obiettivo il senatore Roark (Powers Boothe) che con tre aggettivi potremmo definire: la bella, il “simpatico” ed il cattivo.
Giunti ai titoli di coda, si resta perplessi su cosa si sia visto perché, la novità ed il fascino dello stile comic ha già dato 2 lustri fa, Rodriguez da varie pellicole è in cronica mancanza di creatività, i dialoghi e le storie sono assurde per veridicità quanto insipide per finalità e, a suggellare il tutto, il finale che purtroppo lascia presagire ad un terzo appuntamento…
Sicuramente un film da evitare ma un invito a rispolverare il primo Sin City, disponibile a prezzo irrisorio nelle edizioni Blu-ray per collezionisti.
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