dimio
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sabato 11 ottobre 2014
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sin city - ha perso credibilità
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Frank Miller ci riprova con il secondo titolo di sin city, rispetto al primo film forte e studiato nella fotografia, punto forte di questa particolare tipologia di film, perde clamorosamente lasciando allo spettatore ben poco da vedere se non una scenografia posticcia e mal post prodotta.
trama inesistente e noiosa che cattura poco con monologhi triti e ritriti anche per questo genere di film.
Prodotto con poca voglia se non quello di sfruttare a proprio vantaggio il titolo SIN CITY
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flyanto
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lunedì 13 ottobre 2014
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continuano le avventure nella "città del peccato"
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Film in cui si narrano le varie avventure che si incrociano di un poliziotto, di una spogliarellista, di un detective privato, di una dark lady che seduce ed ammalia di continuo gli uomini, di una band di ragazze in difesa del proprio quartiere, ecc...
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Film in cui si narrano le varie avventure che si incrociano di un poliziotto, di una spogliarellista, di un detective privato, di una dark lady che seduce ed ammalia di continuo gli uomini, di una band di ragazze in difesa del proprio quartiere, ecc...
Questa pellicola costituisce la seconda e dunque il proseguo diretto dell'omonima prima e nuovamente si avvale della collaborazione di Robert Rodriguez e Frank Miller. Entrambi riportano sullo schermo, come nel precedente "Sin City", le avventure dei personaggi dell'omonima serie di fumetti ed ancora una volta quello che più risalta, contraddistingue e costituisce il pregio massimo del film è la sua grafica ed il suo montaggio, assai particolari e, direi, molto originali. Infatti il film è realizzato con immagini visive da cartoon a cui si frappongono le immagini degli attori in carne ed ossa. Un misto, inoltre, di fotogrammi in bianco e nero frammisti a fotogrammi, o meglio, ad immagini in parte a colori o addirittura tutte colorate, determinano una rappresentazione del tutto particolare e molto apprezzabile agli occhi dello spettatore. Insomma, quello che più si deve lodare di questa seconda opera (ma anche della prima) è appunto la sua presentazione più che la trama in sè, che risulta senza alcun dubbio assurda e fantastica sotto ogni aspetto, il mondo proprio dei fumetti dove tutto è fantasia e dove tutto è dominato principalmente dalla lotta tra il Bene ed il Male, tra i buoni ed i cattivi.
Tutti gli attori, da Mickey Rourke, a James Brolin, a Ray Liotta, ecc, come Eva Green, Jessica Alba e Rosario Dawson,per ciò che riguarda l'universo femminile, corrispondono molto bene ai propri ruoli e, sapientemente truccati ed agghindati, rendono quanto mai credibili ed affascinanti i loro personaggi di pura fantasia.
Ribadisco: un film molto ben realizzato ed inteso come puro e semplice scaccia pensieri.
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elgatoloco
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lunedì 26 settembre 2016
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pura contaminatio: prendere o lasciare
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Già la formazione diversa dei due autori(Frank Miller& Robert Rodriguez)favorisce la contaminatio: se pur entrambi"post-moderns", l'uno prende spunto dalla graphic novel, l'altro ha una visione puramente filmica(da"specifico filmico", vien da dire, non fosse espressione bandita da taluni/e studiosi/e. Ma le contaminationes sono molte:bianco e nero e colore(nella stessa sequenza, quasi sempre), lo stile"cartoon style", ossia da"graphic novel"che però poi diviene"very movie", avventura pura versus darkness, reductio dei personaggi a elementi fumettistici(più che da "cartoon", attenzione)con il viraggio in colore bianco(il bianco è tout à fait un colore, lo si vede bene qui), la narrazione fuori campo da parte di un protagonista, l'alternanza tra quattro vicende diverse, senza che vi sia un vero"stacco"tra un episodio e l'altro, la totale sintesi(immaginabile, comunque, proiettabile da parte della mente dello spettatore)senza che essa si realizzi, anzi.
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Già la formazione diversa dei due autori(Frank Miller& Robert Rodriguez)favorisce la contaminatio: se pur entrambi"post-moderns", l'uno prende spunto dalla graphic novel, l'altro ha una visione puramente filmica(da"specifico filmico", vien da dire, non fosse espressione bandita da taluni/e studiosi/e. Ma le contaminationes sono molte:bianco e nero e colore(nella stessa sequenza, quasi sempre), lo stile"cartoon style", ossia da"graphic novel"che però poi diviene"very movie", avventura pura versus darkness, reductio dei personaggi a elementi fumettistici(più che da "cartoon", attenzione)con il viraggio in colore bianco(il bianco è tout à fait un colore, lo si vede bene qui), la narrazione fuori campo da parte di un protagonista, l'alternanza tra quattro vicende diverse, senza che vi sia un vero"stacco"tra un episodio e l'altro, la totale sintesi(immaginabile, comunque, proiettabile da parte della mente dello spettatore)senza che essa si realizzi, anzi...Prevale la dimensione"buia", dark, appunto, in questo"Sin City: A Dame To Die For", orgoglioso"Number Two", rispetto all'"One"di quasi dieci anni prima, con la"dark lady"sempre fortemente accentuata come tale, come vera protagonista, con uno stuolo di"cavalieri serventi"disposti a sacrificarsi per la"dama", appunto. Un retaggio stilnovista, da corti medievali, qui sostituite da locali equivoci, con sale da gioco"brucianti"o anche da ville lussuose ma profondamente"segnate", praticamente"contaminate"ab imo da un destino che sembra predisposto dal"malvagio dèmone", peraltro mai esemplificato-rappresentato... Una visione a tratti adrenalinica, senza respiro, che non richiede di essere razionalizzata, che non autorizza anzi alcuna"spiegazione"in termini "razionali", anche allargando il concetto di "razionalità"e di"ragione"molto oltre i termini consueti.IN questo ambito gli/le interpreti, da Josh Bolin a Mickey Rourke(irriconoscibile, d'accordo, ma perché rifarsi al Rourke di un quarto di secolo fa, senza considerare tutte le vicende che l'hanno"segnato"?), a Jessica Alba, a tanti/e altri/e, che qui assumono il carattere di"apparizioni", di"sagome", di"fantasmi"(lasciamo perdere il"fantasma filmico", almeno nell'accezione generalmente accettata), di qualcos'altro rispetto a quanto "normalmente"prendiamo-intendiamo per attori/attrici? Prendere o lasciare, insomma-o si accetta il"play"oppure si guarda qualcosa d'altro... El Gato
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melvin ii
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lunedì 6 ottobre 2014
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eva green e jessica alba belle e brave
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Il biglietto d’acquistare per “Sin city, una donna per cui uccidere” è : 3)Di pomeriggio
“Sin city, una donna per cui uccidere” è un film del 2014 diretto da Frank Miller e Robert Rodriguez, scritto d Frank Miller,Robert Rodriguez, William Monahan. Con:Jessica Alba, Eva Green, Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis, Josh Brolin, Rosario Dawson, Mickey Rourke, Ray Liotta, Lady Gaga, Poowers Boothe
Gli insegnamenti cristiani invitano ad offrire l’altra guancia. Giustizia e il desiderio di vendetta molto spesso tendono a scontarsi.
La vendetta è un piatto che si serve freddo e difficilmente l’uomo rinuncia a servirlo al proprio nemico anche dopo lungo tempo.
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Il biglietto d’acquistare per “Sin city, una donna per cui uccidere” è : 3)Di pomeriggio
“Sin city, una donna per cui uccidere” è un film del 2014 diretto da Frank Miller e Robert Rodriguez, scritto d Frank Miller,Robert Rodriguez, William Monahan. Con:Jessica Alba, Eva Green, Joseph Gordon-Levitt, Bruce Willis, Josh Brolin, Rosario Dawson, Mickey Rourke, Ray Liotta, Lady Gaga, Poowers Boothe
Gli insegnamenti cristiani invitano ad offrire l’altra guancia. Giustizia e il desiderio di vendetta molto spesso tendono a scontarsi.
La vendetta è un piatto che si serve freddo e difficilmente l’uomo rinuncia a servirlo al proprio nemico anche dopo lungo tempo.
La vendetta è diventata quasi Arte. Può essere delicata, truculenta, sadica, violenta, ma il gusto di guardare negli occhi il nemico che cade è uguale per tutti.
Sin City 2 è un elogio della vendetta e delle sue varie forme e di come però vendicarsi non ti liberi dal dolore e dall’angoscia che provi
Dopo 4 anni d’attesa sono tornati alcuni dei protagonisti del primo film che è diventato fenomeno di cult per milioni di spettatori.
Ad essi si sono aggiunti nuovi personaggi per creare, nei desideri dei produttori e sceneggiatori, nuova linfa e fascino alla città del peccato e della violenza gratuita.
Lo spettatore cosi segue le tre storie di vendette sulla carta diverse e distanti, ma in vero legati tra loro dal personaggio di Marv(Rourke) il nostro vecchio amico che per combattere la noia cerca risse e scontri a fuoco.
Abbiamo la vendetta del figlio non riconosciuto resa dal personaggio di Johnny (Gordon-Leviit) che si realizza sconfiggendo in una drammatica partita di poker l’indegno e crudele padre ,il senatore Roark(Boothe).
C’è la vendetta di Dwight McCarthy (Broolin) uomo manipolato e ingannato dalla donna amata Ava Lord (Eva Green), che sopravvissuto alla morte trova nel sangue la pace alle sue pene d’amore.
Infine abbiamo la vendetta di Nancy Callahan(Alba) donna rimasta sola e disperata dopo la morte del suo uomo John Hartigan(Willis) che comunque vigila su di lei.
Il primo Sin City aveva incantato il pubblico per linguaggio, stile e forza innovativa delle immagini e delle scene dove le figure maschili erano predominanti, anche se la sensuale lap dance di Jessica Alba, accendendo l’immaginario del pubblico maschile, è rimasta memorabile.
Questo sequel è invece caratterizzato dalla bellezza e talento di Eva Green e Jessica Alba.
Due donne diverse, forti e dotate di grande fascino e personalità. Le due attrici reggono c sulle loro spalle talentuose e intese il peso di un film che non convince fino fondo nella sceneggiatura e nella struttura narrativa.
Le figure maschili hanno un ruolo secondario o di spalla senza mai incidere sulla qualità e incisività della storia.
Il filo rosso della storia basato sulla vendetta non riesce a trasmettere il pathos e soprattutto le suggestioni del primo film.
La stessa regia non riesce a confermare quell’impronta di freschezza creativa che aveva fatto innamorare molti del graphic novel come genere.
Il finale del film ben costruito ed evocativo spinge il pubblico a meditare che in questa nostra società l’odore del peccato e della vendetta ti rimangono attaccati sulla pelle, senza alcun possibilità di sperare in una giustizia giusta.
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hollyver07
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mercoledì 25 marzo 2015
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una donna o un film... da uccidere...?
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Ciao. Per favore... ditemi che è stato tutto uno scherzo... che questa paccotaglia non è realmente il seguito di "Sin city", non è credibile! Considerato il costo, il tempo e le motivazioni che insieme hanno dilazionato l'uscita del sequel, il risultato mi ha perplesso, non poco. La qualità realizzativa e l'estetica sono state messe in primo piano, escludendo il 3D (considerato che l'ho visto in dvd) e tenendo ben presente l'origine della storia. La cosa che proprio non mi è piaciuta è lo sviluppo narrativo (sceneggiatura compresa) ed alcune delle quasi inguardabili caratterizzazioni del cast - Jessica Alba in primis per quanto scarsa ma non si può dire sia una sorpresa -.
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Ciao. Per favore... ditemi che è stato tutto uno scherzo... che questa paccotaglia non è realmente il seguito di "Sin city", non è credibile! Considerato il costo, il tempo e le motivazioni che insieme hanno dilazionato l'uscita del sequel, il risultato mi ha perplesso, non poco. La qualità realizzativa e l'estetica sono state messe in primo piano, escludendo il 3D (considerato che l'ho visto in dvd) e tenendo ben presente l'origine della storia. La cosa che proprio non mi è piaciuta è lo sviluppo narrativo (sceneggiatura compresa) ed alcune delle quasi inguardabili caratterizzazioni del cast - Jessica Alba in primis per quanto scarsa ma non si può dire sia una sorpresa -. Inoltre, nel grigiore generalizzato delle performance attoriali, il film soffre di un ritmo lento e scene eccessivamente prolungate nelle quali sono mancati "guizzi" registici realmente degni di nota. Una Eva Green in forma estetica smagliante non è bastata a dare un tono avvincente ai vari episodi del film. Sin City era da cineteca, questo sequel... da mercatino dei dvd usati una volta e via. Saluti
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antix90
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mercoledì 8 ottobre 2014
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una donna per cui andare al cinema?
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Film senz'altro innovativo, con uno stile unico e particolare che piace agli appassionati di fumetti e che dona sicuramente una rottura alla routine del solito film. Già nel primo film ci eravamo lasciati catturare da questo stile o quantomeno ne siamo stati comunque stupiti per la particolarità. Nessuno può dare giudizi su questo, in quanto si tratta semplicemente di gusti personali, tuttavia le note dolenti di questo film sono ben altre. Al di là dello stile fumettistico, ci sono da analizzare alcune questioni. I personaggi sono molto interessanti e l'introspezione dei soggetti è tutto ciò che può esser considerato positivo nella trama di questo capitolo. La trama diviene piuttosto banale con lo sviluppo del film e le diverse storie che i personaggi vivono non sono appassionanti, ma anzi piuttosto noiose e scontate.
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Film senz'altro innovativo, con uno stile unico e particolare che piace agli appassionati di fumetti e che dona sicuramente una rottura alla routine del solito film. Già nel primo film ci eravamo lasciati catturare da questo stile o quantomeno ne siamo stati comunque stupiti per la particolarità. Nessuno può dare giudizi su questo, in quanto si tratta semplicemente di gusti personali, tuttavia le note dolenti di questo film sono ben altre. Al di là dello stile fumettistico, ci sono da analizzare alcune questioni. I personaggi sono molto interessanti e l'introspezione dei soggetti è tutto ciò che può esser considerato positivo nella trama di questo capitolo. La trama diviene piuttosto banale con lo sviluppo del film e le diverse storie che i personaggi vivono non sono appassionanti, ma anzi piuttosto noiose e scontate. Un film che nel complesso può esser reputato come "non brutto", ma sicuramente non esaltante. Alcuni dialoghi e scene sono stereotipate dai classici generi di film a cui questo si riferisce. Un film dove non manca la particolarità delle scene e non mancano i personaggi interessanti, ma necessiterebbe di più pathos. Invece ci si trova di fronte a varie storielle che non suscitano particolare interesse nello spettatore, raccontate linearmente. Che dire.. sarà pure una donna per cui uccidere, ma andare al cinema?
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spacexion
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mercoledì 1 ottobre 2014
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un film di stereotipi
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Le chiamano citazioni. Ma spesso sono solo stereotipi. Rodriguez gioca, e probabilmente si diverte, nel realizzare un film che è un sunto di tanti generi holllywoodiani, dal noir anni '40 allo spaghetti western, passando dalle più moderne "Tarantinate" del suo amico Quentin. Tuttavia se questo era un giochino che poteva funzionare (e sembrare innovativo) negli anni '90 e primi 2000, oggi il giocattolo pare essersi rotto. Le citazioni diventano appunto stereotipi, magari anche triti e ritriti. Le figure femminili, a tratti caricaturali nella loro parossistica e letale sensualità post-noir (Eva Green) o al contrario nella loro incarnazione "macho" post-western non meno caricaturale (Jessica Alba), hanno stufato.
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Le chiamano citazioni. Ma spesso sono solo stereotipi. Rodriguez gioca, e probabilmente si diverte, nel realizzare un film che è un sunto di tanti generi holllywoodiani, dal noir anni '40 allo spaghetti western, passando dalle più moderne "Tarantinate" del suo amico Quentin. Tuttavia se questo era un giochino che poteva funzionare (e sembrare innovativo) negli anni '90 e primi 2000, oggi il giocattolo pare essersi rotto. Le citazioni diventano appunto stereotipi, magari anche triti e ritriti. Le figure femminili, a tratti caricaturali nella loro parossistica e letale sensualità post-noir (Eva Green) o al contrario nella loro incarnazione "macho" post-western non meno caricaturale (Jessica Alba), hanno stufato. Son passati più di 10 anni da "Kill Bill", il mondo è cambiato ma forse non per Rodriguez che ci ripropone ancora la donna assetata di vendetta, stivaloni western ai piedi e sciabola in mano, che macina carneficine.
Tolto l'apparato ideologico "post-cinematografico" da fine dei tempi di Rodriguez, rimane un film che scorre via lento, scritto bene ma reso a tratti soporifico da interminabili monologhi in voce-off, con storie di personaggi allineate l'una di fianco all'altra senza reale intreccio. Non bastano gli effetti grafici e lo stile visivo originale, al massimo apprezzati dai fan del fumetto, a risollevare un brutto film.
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