enzo70
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venerdì 16 luglio 2021
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il grane sogno di un uomo
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Walter Mitty sembra un uomo comune, lavora come archivista in una rivista. Ma non è un uomo comune, perché quella rivista è life e lui conserva i negativi delle fotografie che daranno l’impronta ad ogni numero del giornale. E Walter ha un dono, sogna ad occhi aperti, riesce in ogni occasione a disconnettersi dalla realtà e a vivere dei momenti magici. Ma quando si torna nel mondo reale i problemi sono seri, perché la rivista è in crisi e un giovane, chiaramente rampante, manager viene incaricato di chiudere la rivista. E per l’ultimo numero serve una fotografia che Walter ha perso. Una fotografia importante, perché sarà quella che aprirà i titoli di coda del giornale e di un’epoca e perché l’autore è un fotografo importante, una sorta di stregone, magica apparizione di Sean Penn.
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Walter Mitty sembra un uomo comune, lavora come archivista in una rivista. Ma non è un uomo comune, perché quella rivista è life e lui conserva i negativi delle fotografie che daranno l’impronta ad ogni numero del giornale. E Walter ha un dono, sogna ad occhi aperti, riesce in ogni occasione a disconnettersi dalla realtà e a vivere dei momenti magici. Ma quando si torna nel mondo reale i problemi sono seri, perché la rivista è in crisi e un giovane, chiaramente rampante, manager viene incaricato di chiudere la rivista. E per l’ultimo numero serve una fotografia che Walter ha perso. Una fotografia importante, perché sarà quella che aprirà i titoli di coda del giornale e di un’epoca e perché l’autore è un fotografo importante, una sorta di stregone, magica apparizione di Sean Penn. Il film riesce ad assumere il tono di una lunga, e bella favola, con una colonna sonora adeguato ed un significato che va oltre la storia. Ben Stiller molto bravo anche alla regia e perfetto in questa interpretazione.
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andrea mariani
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sabato 21 dicembre 2013
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sogno e realtà in una moderna favola alla stiller
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segneti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista “Life”, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per incantarsi in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo.
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segneti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista “Life”, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per incantarsi in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo. La perdita di un importante scatto dell'eccentrico, ma rinomato fotografo Sean O'Connell (Sean Penn), che avrebbe dovuto costituire la copertina dell'ultimo numero della rivista, sarà per Walter l'inizio di un'avventurosa ricerca e l'occasione per recuperare il contatto con la realtà.
Il film si apre mettendo subito ben in evidenza l'oggetto della prima parte dell'opera: il sogno come mezzo di fuga dal grigiore della realtà quotidiana, nonché di superamento dei propri limiti. “Nella creazione del sogno ogni uomo è perfettamente artista” scriveva il filosofo Nietzsche: così trovandosi di fronte ad una serie di sequenze, frutto dell'immaginario del protagonista, non si può che sorridere, quasi rivedendo proposto il proprio repertorio da sognatore. Se si aggiunge il fatto che tutto ciò risulta condito con un originale montaggio, qualche ottimo lampo di dinamismo visivo e un'immancabile comicità alla Stiller, la prima parte del film risulta decisamente buona.
Nella seconda metà, tematicamente parlando, qualcosa inizia tuttavia a incepparsi: l' evoluzione della trama si porta ai limiti del banale, i confini fra sogno e realtà sono varcati in alcuni casi senza senso e il messaggio che vuole essere trasmesso finisce per essere parzialmente disperso. D'altro canto, degli ottimi scenari, una discreta colonna sonora (tuttavia non azzeccata quanto quella del trailer) e una parziale ripresa finale a livello narrativo mantengono godibile l'opera.
In definitiva, nonostante la definizione di “nuovo Forrest Gump” risulti iperbolica persino in un sogno dello stesso Walter e l'impianto narrativo si dimostri intrinsecamente debole, il nuovo film di Ben Stiller ha il grande pregio di riuscire a creare una ridente identificazione dello spettatore nel protagonista e nei tratti topici del suo immaginario, rendendo l'opera godibile in specie sotto il profilo visivo.
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enzo70
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martedì 28 gennaio 2014
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ben stiller diventa l'idolo dei sognatori
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Il Ben Stiller che non ti aspetti è proprio Walter Mitty, fragile sognatore alla presa con la crisi e con i suoi professionisti, i rottamatori di uomini in nome dell’efficienza. Walter è un tecnico della fotografia di Life e vive con angoscia la decisione dell’editore di chiudere l’edizione cartacea. Ed il caso vuole che lui, perfezionista nel lavoro, come sognatore nella vita, perde un negativo rischiando il lavoro. E così il protagonista parte per un lungo viaggio, straordinari i posti che fanno che fanno da scenario al film, recuperando, man mano sicurezza in sé stesso. Dall’Islanda alla Groenlandia alla ricerca di una fotografia degna dell’ultima copertina di una rivista che ha fatto la storia.
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Il Ben Stiller che non ti aspetti è proprio Walter Mitty, fragile sognatore alla presa con la crisi e con i suoi professionisti, i rottamatori di uomini in nome dell’efficienza. Walter è un tecnico della fotografia di Life e vive con angoscia la decisione dell’editore di chiudere l’edizione cartacea. Ed il caso vuole che lui, perfezionista nel lavoro, come sognatore nella vita, perde un negativo rischiando il lavoro. E così il protagonista parte per un lungo viaggio, straordinari i posti che fanno che fanno da scenario al film, recuperando, man mano sicurezza in sé stesso. Dall’Islanda alla Groenlandia alla ricerca di una fotografia degna dell’ultima copertina di una rivista che ha fatto la storia. Walter cura le sue insicurezza ricorrendo al sogno, al viaggio dentro se stesso, per sviare un mondo nel quale spesso non riesce a riconoscersi. Il risultato è un film intenso e gradevole, che qualche volta cede alla banalità.
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gabriella
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martedì 15 luglio 2014
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lo scatto perfetto
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Walter Mitty lavora negli archivi della rivista Life, si occupa dello sviluppo negativi che saranno poi scelti per la copertina della rivista, è l'uomo invisibile, lavora nei sotterranei, nessuno se lo fila, anche perchè ha il vizietto di estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in sogni, arditi e avventurosi, mentre lui è tutt'altro, pigro e statico. Il caso vuole che la rivista ,per esigenze di mercato, chiuda i battenti e traslochi sul web, urge trovare il negativo che darà l'ultima immagine di copertina del giornale, negativo che sembra scomparso nel nulla. Sarà compito di Walter Mitty ritrovarlo, pena il licenziamento per mano dei nuovi manager, “dei cleaner” ignoranti e ottusi che non vedono l'ora di sfoltire il personale.
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Walter Mitty lavora negli archivi della rivista Life, si occupa dello sviluppo negativi che saranno poi scelti per la copertina della rivista, è l'uomo invisibile, lavora nei sotterranei, nessuno se lo fila, anche perchè ha il vizietto di estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in sogni, arditi e avventurosi, mentre lui è tutt'altro, pigro e statico. Il caso vuole che la rivista ,per esigenze di mercato, chiuda i battenti e traslochi sul web, urge trovare il negativo che darà l'ultima immagine di copertina del giornale, negativo che sembra scomparso nel nulla. Sarà compito di Walter Mitty ritrovarlo, pena il licenziamento per mano dei nuovi manager, “dei cleaner” ignoranti e ottusi che non vedono l'ora di sfoltire il personale. Così il nostro protagonista, che fino a quel momento aveva viaggiato solo con la fantasia, motivato dalla passione per la fotografia e specialmente da un sentimento d'amore verso una collega alla quale riesce a confidare i suoi sentimenti solo nei suoi daydreams, si troverà a fare il giro di mezzo mondo ad affrontare situazioni paradossali ed estreme, quanto esilaranti e vertiginose, salirà persino su un elicottero con un pilota ubriaco fradicio fino all'incontro in Tibet con Sean, il fotografo, intento ad osservare le mosse del leopardo delle nevi, in attesa dello scatto giusto, scatto che poi non avviene, perchè ci sono momenti in cui è necessario restarci dentro, senza la distrazione dell'obiettivo, perchè le cose belle non richiedono attenzione.Recuperato il negativo che dovrebbe rappresentare la quintessenza della vita, Walter scopre che il tanto cercato fotogramma è dedicato a tutti coloro che hanno reso possibile la rivista, alla gente come lui, poco temeraria, forse, ma capace di osservare e scrutare fino in fondo le cose ritenute poco significative, ma che rappresentano invece la qualità della vita. Troppo preso nelle sue masticazioni mentali, Walter non si accorge di essere un'eccellenza in un ambiente di lavoro ostile, perchè mediocre, e come diceva Shopenauer, la mediocrità, attacca sempre l'eccellenza. Estraniarsi da una realtà poco gratificante, annullare la grigia e piatta parete davanti, e vedere il mondo a tre dimensioni, distorcere gli spazi prospettici in un trompe l'oeil, non è come potrebbe sembrare a prima vista una perdita di tempo, è quando il sogno diventa progetto ( chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte “ E. A. Poe”, per cui tuffarsi nel flusso interiore della coscienza aiuta a riflettere , a trovare risposte all'esistenza. A questo punto mi sento di dire che il film di Ben Stiller è un lavoro degno di nota, non affatto superficiale, ci potranno anche essere ( a voler essere pignoli) delle incertezze, delle banalità, però il contenuto è più che buono , un film che mi sento di consigliare a tutti i sognatori e non, inoltre il cameo di Sean penn impreziosisce il tutto e non è cosa da poco conto.
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the dark knight legend
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venerdì 10 gennaio 2014
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i sogni segreti di walter mitty
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I Sogni Segreti Di Walter Mitty
Se cercate una bella favola per sognare e liberare la mente dai vostri pensieri quotidiani,I Sogni Segreti Di Walter Mitty fa sicuramente il caso vostro. Una bella e affascinante commedia “alternativa” caratterizzata dalla più che discreta interpretazione di Ben Stiller che rende il tutto più coinvolgente. L’affascinante colonna sonora e il finale con tanto di morale compensano sicuramente i vari difetti e fanno del film un’opera che merita sicuramente la visione.
Voto: 3/5
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giorgiotolle
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domenica 29 dicembre 2013
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veramente un pessimo film
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Provo a commentare questo film, visto ieri sera, perché fuori dal cinema mi sono domandato come mai pellicole così mediocri possano essere realizzate, promosse in pompa magna, registrare buoni incassi e clamorosamente raccogliere buone recensioni tra i media (veramente qualcuno lo ha definito il nuovo Forrest Gump??!?!?!). Possibile, mi sono detto, che noi - pubblico del grande schermo - siamo disposti a "berci" di tutto oramai?
Il film parte da ingredienti a mio avviso buoni: un sognatore costretto a vivere in una società dove i rapporti sociali si limitano a un computer, che ha la grande occasione di vivere una vera avventura, nella natura incontaminata, per scoprire la vera essenza dell'uomo.
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Provo a commentare questo film, visto ieri sera, perché fuori dal cinema mi sono domandato come mai pellicole così mediocri possano essere realizzate, promosse in pompa magna, registrare buoni incassi e clamorosamente raccogliere buone recensioni tra i media (veramente qualcuno lo ha definito il nuovo Forrest Gump??!?!?!). Possibile, mi sono detto, che noi - pubblico del grande schermo - siamo disposti a "berci" di tutto oramai?
Il film parte da ingredienti a mio avviso buoni: un sognatore costretto a vivere in una società dove i rapporti sociali si limitano a un computer, che ha la grande occasione di vivere una vera avventura, nella natura incontaminata, per scoprire la vera essenza dell'uomo. Una storia che -pensavo- poteva essere raccontata con quel sapore sognante di film splendidi come Big Fish.
Invece il film è un'imbarazzante accozzaglia di clichè ed espedienti narrativi, a cominciare dai dialoghi, tutti a dir poco grossolani e inverosimili. Per non parlare dei sogni (che ci sono solo nelle prime scene del film, poi spariscono del tutto), forzati, insensati e che a volte scadono persino nella parodia pseudodemenziale, perdendo ogni aderenza alla storia e alle intenzioni del film. E poi il modo grossolano in cui sono fatti i personaggi, la storia completamente inutile, e le evidenti ambizioni della pellicola completamente mancate, con il risultato di una specie di film-scimmiottatura un po' di Forrest Gump e un po' di Into the Wild. Un crescendo di inutilità e noia, inverosimiglianza e inconcretezza, che termina nel finale scontato e idiota che, almeno nella sala dove ho visto il film, ha fatto tossire più di una persona. Che questa possa essere stata definita da qualche giornale una buona prova di regia di Ben Stiller mi pare incomprensibile. Lo definirei imbarazzante e indisponente.
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epirro
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martedì 7 gennaio 2014
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deluso
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Mi sono seduto sulla poltrona pieno di aspettative, convinto che si potesse trattare di un Forrest Gump 2.0, o del film che desse la svolta decisiva ad un attore/autore/produttore/regista che il nostro italico cinema può solo sognare.Insomma non più demenzialità , non più commedia pop. Ma qualcosa non va.
Tecnicamente INECCEPIBILE, regia, montaggio, fotografia. nulla da dire ed interpretato da un cast di tutto rispetto, che oltre a Stiller annovera Shirley Mac Laine e S Penn, il film mette sul piatto tutta una serie di situazioni che lo spettatore più navigato crede non siano altro che bandoli di una matassa che farà da filo conduttore nel corso della pellicola, ed invece si rivelano ,con il senno di poi, essere inutili fardelli che appesantiscono il plot e la scorrevolezza .
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Mi sono seduto sulla poltrona pieno di aspettative, convinto che si potesse trattare di un Forrest Gump 2.0, o del film che desse la svolta decisiva ad un attore/autore/produttore/regista che il nostro italico cinema può solo sognare.Insomma non più demenzialità , non più commedia pop. Ma qualcosa non va.
Tecnicamente INECCEPIBILE, regia, montaggio, fotografia. nulla da dire ed interpretato da un cast di tutto rispetto, che oltre a Stiller annovera Shirley Mac Laine e S Penn, il film mette sul piatto tutta una serie di situazioni che lo spettatore più navigato crede non siano altro che bandoli di una matassa che farà da filo conduttore nel corso della pellicola, ed invece si rivelano ,con il senno di poi, essere inutili fardelli che appesantiscono il plot e la scorrevolezza . Persino alcuni dialoghi, sia telefonici ,sia in face-off hanno dei tempi poco hollywoodiani, dal ritmo lento e dal peso specifico esiguo.
Stiller ha a mio avviso voluto accontentare unpò tutti con alcune forzature comiche di ( Stilleriano ) vecchio stampo, quali citazione di Benjamin Button ( a la Set MacFarlane...) o le scenetta MisterBeanesca del metal detector... Personaggi in esubero: il talvolta fastidioso counsellor sentimentale virtuale losangelino, la sorella, il pianoforte...( 5' di film dedicativici nel complesso, vista la sua scarsa utilità ai fini del plot direi folle..) ed in ultimo metterei il cameo ( perchè così lo definirei ) di Penn, che sebbene unico ad aver azzeccato il personaggio, conferendovi un aspetto decisamente parodico, è però apparso una vera e propria " occasione sprecata" in quanto andava implementato meglio una volta materializzatosi lungo il corso della storia, macchiando così la sua prestaione di una certa estemporaneità.
Che l'intento e le idee che hanno animato Stiller e sceneggiatori fossero buone e lodevoli ( vedi contenti di attualità sociale stretta ) non v'è dubbio alcuno, ma nel passaggio tra idea e sua realizzazione qualcosa è andato storto.
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(di serenellah)
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zzimizz
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venerdì 3 gennaio 2014
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uno spot patinato, ingenuo e (a tratti) divertente
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Premessa: il film risente dell'ingombrante presenza dello sponsor Life, celebre rivista americana. Non che ciò sia un male in se, ma di sicuro non giova ad una narrazione completa, che mostri anche aspetti sgradevoli, ma autentici, della realtà. Il film è lo svolgimento dello slogan della rivista:
"To see things thousands of miles away, things hidden behind walls and within rooms, things dangerous to come to, to draw closer, to see and be amazed"
(vedere cose lontane migliaia di miglia, cose nascoste dietro muri e dentro stanze, cose pericolose a cui andare, a cui avvicinarsi, da vedere ed esserne meravigliati) (mia trad.)
Il protagonista quindi, dopo aver creato il "contrasto" di una vita ordinaria al massimo grado, si lancia esattamente in cose lontane (lontanissime, i luoghi più remoti della terra), pericolose, (voli improbabili, squali, eruzioni vulcaniche) e meravigliose (i paesaggi, l'animale raro).
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Premessa: il film risente dell'ingombrante presenza dello sponsor Life, celebre rivista americana. Non che ciò sia un male in se, ma di sicuro non giova ad una narrazione completa, che mostri anche aspetti sgradevoli, ma autentici, della realtà. Il film è lo svolgimento dello slogan della rivista:
"To see things thousands of miles away, things hidden behind walls and within rooms, things dangerous to come to, to draw closer, to see and be amazed"
(vedere cose lontane migliaia di miglia, cose nascoste dietro muri e dentro stanze, cose pericolose a cui andare, a cui avvicinarsi, da vedere ed esserne meravigliati) (mia trad.)
Il protagonista quindi, dopo aver creato il "contrasto" di una vita ordinaria al massimo grado, si lancia esattamente in cose lontane (lontanissime, i luoghi più remoti della terra), pericolose, (voli improbabili, squali, eruzioni vulcaniche) e meravigliose (i paesaggi, l'animale raro).
Ciò che ne scaturisce è quindi una commedia patinata, a tratti divertente, ma narrata nell'atmosfera rarefatta di chi rimane nel sogno, in un susseguirsi di inverosimili coincidenze, in una ricerca irreale (partire per la groenlandia così alla cieca, per cercare una persona..?) che non riesce mai davvero ad incidere e ad emozionare. Si attende sempre che qualcosa di "vero" accada nella storia, ma la speranza viene sistematicamente delusa e rimandata all'avventura successiva, in cui lo sfortunato protagonista si tuffa nuovamente con ingenua determinazione.
Difficile capire quale sia il senso di una storia d'amore mai cominciata e mai nemmeno conclusa (alla quale la vicenda sembra non portare alcun cambiamento significativo), e non risparmia un lieve imbarazzo la figura del fotografo, che si improvvisa maestro Zen dispensando pillole di saggezza da settimanale di costume (l'idea del non fare la foto non era male, ma un autocompiacimento esagerato rovina la scena).
Numerose le incongruenze e le ingenuità, che forse non vanno guardate con un occhio attento, ma che tolgono profondità al racconto.
Non è però tutto da buttare nel lungo spot che ci viene proposto (sì, abbiamo pagato per vedere la pubblicità.. e forse a farci un abbonamento a Life ci faremo anche un pensierino ora): il finale a (forse prevedibile) sorpresa, regala comunque un'emozione, dà un minimo di significato all'intera storia, e completa lo slogan di Life con le "cose nascoste dietro muri e stanze" (l'attività di chi è ritratto nella foto), che possono essere straordinarie nella loro ordinarietà.
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[+] life= vita
(di ares1701)
[ - ] life= vita
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pasquiota
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lunedì 23 dicembre 2013
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real life vs secret life
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Sogna ad occhi aperti una vita da supereroe. Ma in realtà è timido e sfigato, non riesce ad agganciare la ragazza che gli piace e passa la vita sui negativi delle foto di Life. Ma la rincorsa dello scatto perfetto (la quintessenza), mai pervenuta, lo costringe ad uscire dal bozzolo. Percorre così - tra indizi quasi polizieschi e paesaggi mozzafiato - un'odissea attraverso la Terra e attraverso se stesso.
Ben Stiller regista e impegnato in un film non comico confeziona un prodotto gradevole, ma che non coglie completamente nel segno. La consapevolezza della propria missione, come uomo e come manager di Life, passa attraverso i luoghi-cartolina, che producono un senso di esteriorità alla vicenda.
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Sogna ad occhi aperti una vita da supereroe. Ma in realtà è timido e sfigato, non riesce ad agganciare la ragazza che gli piace e passa la vita sui negativi delle foto di Life. Ma la rincorsa dello scatto perfetto (la quintessenza), mai pervenuta, lo costringe ad uscire dal bozzolo. Percorre così - tra indizi quasi polizieschi e paesaggi mozzafiato - un'odissea attraverso la Terra e attraverso se stesso.
Ben Stiller regista e impegnato in un film non comico confeziona un prodotto gradevole, ma che non coglie completamente nel segno. La consapevolezza della propria missione, come uomo e come manager di Life, passa attraverso i luoghi-cartolina, che producono un senso di esteriorità alla vicenda. Al tempo stesso scorre attraverso la pellicola un vago senso di freddezza, come se il personaggio di Walter Mitty non riesca a sfondare verso lo spettatore. Il dissidio fra realtà e sogno, lentamente ricomposto nel corso della vicenda ci suggerisce l'abbandono della finzione per la vita reale, parallelamente al tramonto della rivista Life su carta per passare al digitale. Paradossalmente (o forse logicamente, dati i trascorsi comici di Stiller), i pezzi migliori sono i siparietti con il manager della transizione, carogna e ignorante e l'elicotterista groenlandese ubriacone. Finale da non rivelare, che tuttavia non riesce a emozionare la platea e che trasuda il già visto. Ben Stiller rimandato a settembre.
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peter patti
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mercoledì 25 dicembre 2013
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fa rimpiangere danny kaye! ma si può guardare
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E' un film più che discreto, ma quant'è migliore la vecchia commedia interpretata da Danny Kaye!
Sia ben inteso: apprezzo il tentativo di recupero effettuato da Stiller (che ritengo peraltro un ottimo attore), ma "Sogni proibiti", del 1947 - titolo originale: 'The Secret Life of Walter Mitty' - , è veramente imbattibile. E allora non c'erano bisogno di effetti speciali per rendere il senso della dualità tra sogno e realtà, o per trasformare Walter Mitty in un eroe sia nel mondo dei sogni, che (contro la sua stessa volontà, giacché si tratta di un giovanotto tutt'altro che impavido) nel mondo vero! Occorreva solo fare un primo piano sulla faccia di Mitty/Kaye, pizzicare le corde di un'arpa o di uno strumento consimile mentre l'immagine sfumava in quelle successive, e proiettare il sognatore, con gli appositi costumi, sulla tolda di un vascello che solca un mare in burrasca, o in altre situazioni consimili dove lui è l'"eroe" che, immancabilmente, salva la bella "principessa".
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E' un film più che discreto, ma quant'è migliore la vecchia commedia interpretata da Danny Kaye!
Sia ben inteso: apprezzo il tentativo di recupero effettuato da Stiller (che ritengo peraltro un ottimo attore), ma "Sogni proibiti", del 1947 - titolo originale: 'The Secret Life of Walter Mitty' - , è veramente imbattibile. E allora non c'erano bisogno di effetti speciali per rendere il senso della dualità tra sogno e realtà, o per trasformare Walter Mitty in un eroe sia nel mondo dei sogni, che (contro la sua stessa volontà, giacché si tratta di un giovanotto tutt'altro che impavido) nel mondo vero! Occorreva solo fare un primo piano sulla faccia di Mitty/Kaye, pizzicare le corde di un'arpa o di uno strumento consimile mentre l'immagine sfumava in quelle successive, e proiettare il sognatore, con gli appositi costumi, sulla tolda di un vascello che solca un mare in burrasca, o in altre situazioni consimili dove lui è l'"eroe" che, immancabilmente, salva la bella "principessa".
'In nuce', anche il film di Stiller fa leva su questo meccanismo, ed è logico che c'era necessità di translare la storia nel Terzo Millennio, in una cornice dove le esplosioni e le folli corse in macchina sono ormai routine. Però con Danny Kaye si rideva di più.
Ad ogni modo questa è una pellicola che si può guardare (se non altro per la possibilità che hanno tanti giovani spettatori di impersonarsi con il presunto "loser", appunto Walter Mitty) e che fa ben sperare per un maggiore interesse della massa per il dimenticato Danny Kaye, magari con un recupero dei film (tutti assai godibili) interpretati dal grande comico americano.
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[+] poetico originale anche strampalato mai retorico
(di manno roberto)
[ - ] poetico originale anche strampalato mai retorico
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