robert mann
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domenica 29 dicembre 2013
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poetico, originale, strampalato, mai retorico
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Walter Mitty (Ben Stiller) siamo noi, avvitati nella nostra normalità, che abbiamo sognato di ribellarci ad arroganza e potere, che abbiamo sognato l’amore o soltanto un po’ d’attenzione senza neppure avere il coraggio di provare ad ottenerli e che abbiamo sognato di vincere i campionati del mondo con un nostro gol all’ultimo minuto. Walter Mitty si incanta, si assenta dalla realtà, stacca la corrente e sogna, diventa quello che vorrebbe essere per un tempo di una parentesi, ma un accadimento, un licenziamento ingiusto, un amore, il negativo di una foto da ritrovare sono la molla per intraprendere quel viaggio che dovevamo fare e che non abbiamo fatto. Nulla ci può fermare.
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Walter Mitty (Ben Stiller) siamo noi, avvitati nella nostra normalità, che abbiamo sognato di ribellarci ad arroganza e potere, che abbiamo sognato l’amore o soltanto un po’ d’attenzione senza neppure avere il coraggio di provare ad ottenerli e che abbiamo sognato di vincere i campionati del mondo con un nostro gol all’ultimo minuto. Walter Mitty si incanta, si assenta dalla realtà, stacca la corrente e sogna, diventa quello che vorrebbe essere per un tempo di una parentesi, ma un accadimento, un licenziamento ingiusto, un amore, il negativo di una foto da ritrovare sono la molla per intraprendere quel viaggio che dovevamo fare e che non abbiamo fatto. Nulla ci può fermare. Groenlandia, Islanda, Afganistan sono abitate da persone come noi e la torta della mamma è il nostro lasciapassare, la realtà supera il sogno tanto è incredibile, ma non importa, è domenica pomeriggio e questo è cinema,e siamo tornati tutti bambini a tutta velocità sullo skateboard su strade incerte, tra tuffi dall’elicottero nel mare glaciale, squali, vulcani in eruzione, tramonti meravigliosi dove finalmente la scenografia è la natura e un altro mondo è possibile e dove un uomo non contaminato (il meraviglioso Sean Penn) sa “fotografare” la vita e ci rispetta e l’ultima copertina di Life la dedica a noi perché ci spetta di diritto.
Robert Mann
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adrianotitta
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giovedì 26 dicembre 2013
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ottima fotografia, buon copione, tanti cliché
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Il film ha una partenza molto lenta, dovuta probabilmente ad esigenze di sceneggiatura, concentrandosi a delineare lo stereotipo del cuore avventuroso alienato da una modernità che lo costringe ad una vita composta esclusivamente da lavoro, problemi personali, economici e familiari.
I personaggi sono di per sé quasi tutti dei cliché, come gli eventi risolutori della trama. Abbastanza banale anche il viaggio alla riscoperta di sé stesso, cadenzato da eventi straordinari che contrastano molto con la vita ordinaria del personaggio ma tuttavia ne rispecchiano l'indole, soffocata dalla disgrazia familiare della perdita paterna che costringe il protagonista impersonato da Ben Stiller a immolarsi per la madre (Shirley MacLaine)e la sorella, ballerina di musical parrocchiali (Kathryn Hahn).
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Il film ha una partenza molto lenta, dovuta probabilmente ad esigenze di sceneggiatura, concentrandosi a delineare lo stereotipo del cuore avventuroso alienato da una modernità che lo costringe ad una vita composta esclusivamente da lavoro, problemi personali, economici e familiari.
I personaggi sono di per sé quasi tutti dei cliché, come gli eventi risolutori della trama. Abbastanza banale anche il viaggio alla riscoperta di sé stesso, cadenzato da eventi straordinari che contrastano molto con la vita ordinaria del personaggio ma tuttavia ne rispecchiano l'indole, soffocata dalla disgrazia familiare della perdita paterna che costringe il protagonista impersonato da Ben Stiller a immolarsi per la madre (Shirley MacLaine)e la sorella, ballerina di musical parrocchiali (Kathryn Hahn).
Inusuale l'oggetto della quest (un negativo che rispecchierebbe "l'essenza della vita", scattata da una leggenda vivente della fotografia), banale il fatto che nella quest sia aiutato ed incoraggiato da una musa, la sua collega Cheryl Melhoff (Kristen Wiig), trasformata in una perfetta Beatrice, donna appena divorziata con "un cane con tre gambe ed un figlio con due".
Originale ma non troppo il motivo della quest, un misto di senso del dovere verso i propri colleghi, il nome di Life, il pubblico ed una punta di orgoglio personale, istigato da un perfido manager tagliatore di teste (Adam Scott), assunto per guidare la mitica rivista verso il web a seguito di un'acquisizione.
Carina, ma funzionale al soggetto, l'involuzione dei sogni ad occhi aperti di Walter, flash-forward Scrubs-style rivisti in chiave cinematografica.
Molto scontata la messa a repentaglio della posizione di Walter, manager dell'archivio negativi, tuttavia senza compiere passi di retorica antitecnologica, anzi, quasi dimostrando, nel corso della ricerca, che solo la sinergia tra tecnologia ed azione umana possono portare frutto.
Molto bella è invece la fotografia dei paesaggi attraversati durante le peripezie di questo "Don Chisciotte dell'era di internet". Un po' troppo incredibile tutta la serie di eventi che si succede, molto hollywoodiano.
Simpatica e con un risoluzione non troppo scontata la presenza esterna dell'operatore telefonico del sito d'incontri al quale Walter s'iscrive per entrare in contatto con Cheryl. Non troppo stressati e ben posizionati gli effetti speciali, presenti più in chiave parodica che funzionalmente al soggetto.
Immancabili le gag tipiche di Ben Stiller, suo marchio di fabbrica che contribuisce all'effervescenza della commedia.
Nel complesso la sceneggiatura tratta di un ordinary man che riscatta le sue aspirazioni personali, lottando contro l'espressione neoliberista e digitale del capitalismo finanziario, comunicando un messaggio positivo e ottimista, senza scadere nella facile identificazione di internet come nemica giurata dei pilastri storici dell'informazione. La conclusione stessa mira a omaggiare il passato piuttosto che a dipingere il progresso come la distruzione degli equilibri faticosamente raggiunti, senza tuttavia nascondere gli aspetti negativi del progresso stesso.
Vale un biglietto ridotto, forse anche un'edizione da collezionisti per gli amanti del genere.
Molto poco a che vedere con Forrest Gump, ma il messaggio è positivo e di speranza. Più una fotografia del momento attuale che una revisione storica.
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filippo catani
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domenica 29 dicembre 2013
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sognare ad occhi aperti
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Walter Mitty dirige l'archivio fotografico di Life. Giunta alla sua ultima edizione cartacea, si decide di mettere in copertina lo scatto di un famosissimo fotografo freelance. Il problema che questo scatto non si trova e Mitty decide allora di mettersi sulle tracce del fotografo.
Sicuramente un film del genere deve essere apprezzato per cio che vuole stare a significare più che per la storia in se che comunque contiene alcune ottime note. L'opera è una grande metafora sulla vita che partendo dal motto della rivista Life ci spinge ad andare oltre i muri e a non vivere una vita grigia. Grigia come la vita di Mitty che vive in un anonimo e grigio complesso residenziale, lavora in archivio, tiene il conto di tutte le spese e non ha il coraggio di farsi avanti con la donna di cui è innamorato.
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Walter Mitty dirige l'archivio fotografico di Life. Giunta alla sua ultima edizione cartacea, si decide di mettere in copertina lo scatto di un famosissimo fotografo freelance. Il problema che questo scatto non si trova e Mitty decide allora di mettersi sulle tracce del fotografo.
Sicuramente un film del genere deve essere apprezzato per cio che vuole stare a significare più che per la storia in se che comunque contiene alcune ottime note. L'opera è una grande metafora sulla vita che partendo dal motto della rivista Life ci spinge ad andare oltre i muri e a non vivere una vita grigia. Grigia come la vita di Mitty che vive in un anonimo e grigio complesso residenziale, lavora in archivio, tiene il conto di tutte le spese e non ha il coraggio di farsi avanti con la donna di cui è innamorato. Partendo alla ricerca del fotografo, il protagonista parte alla ricerca di se stesso e della voglia di viaggiare che aveva da tempo soffocato. Ben Stiller poi nelle valide vesti di attore e regista non rinuncia ovviamente alla sua vena ironica mettendo alla berlina sia i tagliatori di teste ma anche i siti d'incontro online e i loro gestori (splendide le telefonate che intercorrono tra Mitty e uno degli amministratori del sito che lo consiglia continuamente sui dettagli mancanti del suo profilo). Troviamo anche alcune parodie di film d'azione e un omaggio alle copertine più famose di Life. Sean Penn impreziosice la pellicola con quello che potremmo definire un piccolo cameo. Detto questo bisogna anche spendere una parola sulla bellissima fotografia e sull'azzeccatissima scelta della colonna sonora. Insomma ogni tanto fa bene sognare ad occhi aperti ma poi bisogna agire.
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pascale marie
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lunedì 30 dicembre 2013
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i sogni aiutano anche a vivere
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Ben Stiller non mi ha mai particolarmente entusiasmata ma, sorprendentemente, ho trovato il suo film veramente interessante e ben svolto e mi è piaciuto molto il contrapporre i suoi sogni ad occhi aperti con la triste realtà. E' comunque un film che fa riflettere sulla situazione attuale in cui troppe persone si trovano nell'ambito del lavoro, in questo caso Life Magazine che non stamperà più copie cartacee per quelle on line e che farà perdere il posto di lavoro a molti impiegati, dirigenti, a persone reali. Ben Stiller ha descritto bene, secondo me, il cinismo dei nuovi aitanti dirigenti, che a mio avviso non hanno alcuna competenza tranne la loro arroganza, come infatti alla fine si scopre.
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Ben Stiller non mi ha mai particolarmente entusiasmata ma, sorprendentemente, ho trovato il suo film veramente interessante e ben svolto e mi è piaciuto molto il contrapporre i suoi sogni ad occhi aperti con la triste realtà. E' comunque un film che fa riflettere sulla situazione attuale in cui troppe persone si trovano nell'ambito del lavoro, in questo caso Life Magazine che non stamperà più copie cartacee per quelle on line e che farà perdere il posto di lavoro a molti impiegati, dirigenti, a persone reali. Ben Stiller ha descritto bene, secondo me, il cinismo dei nuovi aitanti dirigenti, che a mio avviso non hanno alcuna competenza tranne la loro arroganza, come infatti alla fine si scopre. Inoltre è uno specchio alla frenesia del vivere di oggi. Walter Mitty sembra volersi rifugiare nei suoi sogni che lo portano completamente fuori da una vita priva di emozioni e sfuggente. I suoi sogni l'aiutano a ritrovare, non solo il negativo che gli ridarà la sua dignità di bravo lavoratore, ma anche un posto speciale nel cuore della donna dei suoi sogni, questa volta reali. Centrati anche i personaggi di Sean Penn, orso solitario quasi invisibile ma essenziale per la realizzazione del sogno e della madre una Shirley Maclaine attenta e presente. Film da non perdere.
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axel6023
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giovedì 2 gennaio 2014
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the secret of life di ben stiller
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“Il film è un’accozzaglia di buone idee mal sviluppate. Ci sono troppi punti che non vengono spiegati. Sembra una commedia a sfondo sentimentale con la pretesa del risvolto filosofico-impegnato.”
E questi sono i commenti maggiormente lusinghieri nei confronti di Ben Stiller, attore e regista di questa intensa pellicola, giudicata, a mio parere, con troppa fretta.
La stessa fretta di cui parla Walter nella vita di oggi, fatta di ordinata frenesia, di ritmi intensi e di propensione alla quantità, alla fruizione veloce, e che ci nega il diritto più grande di tutti: quello di poter sognare. E poi perché? Perché è imbarazzante, sconveniente e soprattutto “non te lo puoi permettere”.
Walter è un ribelle dormiente che nel cuore culla sogni di grandi avventure, di viaggi e di atti coraggiosi, ma che alla morte prematura del padre si fa carico della responsabilità della sua famiglia e mette da parte tutto.
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“Il film è un’accozzaglia di buone idee mal sviluppate. Ci sono troppi punti che non vengono spiegati. Sembra una commedia a sfondo sentimentale con la pretesa del risvolto filosofico-impegnato.”
E questi sono i commenti maggiormente lusinghieri nei confronti di Ben Stiller, attore e regista di questa intensa pellicola, giudicata, a mio parere, con troppa fretta.
La stessa fretta di cui parla Walter nella vita di oggi, fatta di ordinata frenesia, di ritmi intensi e di propensione alla quantità, alla fruizione veloce, e che ci nega il diritto più grande di tutti: quello di poter sognare. E poi perché? Perché è imbarazzante, sconveniente e soprattutto “non te lo puoi permettere”.
Walter è un ribelle dormiente che nel cuore culla sogni di grandi avventure, di viaggi e di atti coraggiosi, ma che alla morte prematura del padre si fa carico della responsabilità della sua famiglia e mette da parte tutto. Compreso sé stesso.
Il lavoro silenzioso e alienante all’interno del suo ufficio, presso la rivista Life di cui si occupa dell’archivio fotografico, ha reso egli stesso “alieno” alla vita e allo stesso motto del giornale per cui lavora:” Vedere il mondo, attraversare i pericoli, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l’un l’altro e sentirsi”.
Una vita a compartimenti stagni che lo rende incapace ad avere rapporti umani diretti e non mediati dalla tecnologia (Walter è infatti “vittima” di un sito d’incontri online dove ha scarso successo essendo poco “virtualmente appetibile”).
Così la scomparsa del fotogramma che avrebbe rappresentato l’ultima copertina di Life diventa il pretesto per un viaggio impensabile e sgangherato che lo porterà lontano, lontanissimo. Fino a quel ragazzino con la cresta che voleva girare l’Europa.
L’effetto di questo film è disorientante e sicuramente non accostabile a Forrest Gump, a cui viene tragicamente paragonato (bisogna essere onesti Tom Hanks è un attore di un’altra levatura), ma non per questo bisogna soffermarsi all’apparenza. Perché è proprio di questo di cui Walter ci sta parlando. Della paura di essere giudicati per scelte non convenzionali, delle giustificazioni che diamo a noi stessi per non uscire dal nostro orticello sicuro, dell’incapacità ad aprire le ali verso il mondo perché nella mano destra stringiamo una ventiquattrore.
Forse “The secret of life” di Walter Mitty (e di chiunque altro) è proprio quello di comunicare, di scoprire il mondo ed entrare in contatto con le altre persone (Mitty = to meet .Incontrare) e per farlo bisogna scavare, scavare, scavare dentro noi stessi per riuscire a vedere oltre quello che i nostri occhi ci permettono.
Sarà difficile, ma solo così anche noi potremo trovare il nostro fotogramma #25.
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edgarallanpoet
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lunedì 6 gennaio 2014
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that is the purpose of life.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo. I sogni di Walter, anonimo direttore dell’archivio negativi, sono un po’ quelli di tutti, forse troppo infantili, forse troppo esasperati, ma fondamentalmente simili a quelli di un uomo che guardandosi allo specchio si ritrova con i capelli che iniziano a innevarsi del bianco degli anni e si chiede cosa ne sia stato di ciò che voleva fare. Walter Mitty è l’everyman moderno, probabilmente anche per questo si stenta a immedesimarsi subito nel personaggio, infatti risulta più semplice riconoscersi in ciò che non si è piuttosto che nell’immagine riflessa in uno specchio. Così, come sempre da una crisi, ossia da una rottura nella continuità del quotidiano, inizia un cambiamento: la fantasia inizia a lasciar posto alla realtà che risulta altrettanto sorprendente e addirittura superiore in quanto facente parte di un mondo fisico che infrange i limiti della mente e mette al mondo un uomo nuovo che guarda e viene guardato dal mondo con occhi diversi. To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls, draw closer, to find each other, and to feel. That is the purpose of life. Vedere il mondo: ancora una volta “vedere” è il verbo che fa da colonna sonora alla vita, ciò che si vede è la conseguenza di ciò che ogni uomo fa e, prima ancora, immagina di fare; questa è l’essenza del film, l’alchimia perfetta tra immaginazione e realtà, non mondi opposti che si contrappongono ma radici nascoste di uno stesso fiore.
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jacopochiesarossa
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sabato 4 gennaio 2014
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il messaggio al di là del film
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È proprio uno di quesi casi in cui il valore del fim non è tanto nel film stesso quanto nel messaggio. Mitty invita ad un riflessione su se stessi e sulla propria vita, su cosa conta veramente, su cosa ci porterà ad essere quello che siamo veramente. Lo spettatore non esce con due ore di svago alle spalle ma con un importante invito a guardarsi dentro, a guardarsi attorno, come suggerisce di a fare anche James Thurber, l'autore del libro da cui la pellicola è tratta:
« Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione.
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È proprio uno di quesi casi in cui il valore del fim non è tanto nel film stesso quanto nel messaggio. Mitty invita ad un riflessione su se stessi e sulla propria vita, su cosa conta veramente, su cosa ci porterà ad essere quello che siamo veramente. Lo spettatore non esce con due ore di svago alle spalle ma con un importante invito a guardarsi dentro, a guardarsi attorno, come suggerisce di a fare anche James Thurber, l'autore del libro da cui la pellicola è tratta:
« Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione. ».
Se a tutto questo poi si unisce ad un film intenso, ben girato, con una fotografia eccezionale, allora la riflessione su se stessi sorge ancora più spontanea.
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the thin red line
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mercoledì 5 febbraio 2014
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ci hai provato ben
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Walter mitty è un sognatore; lavora da anni per la rivista Life che sta per pubblicare la sua ultima copertina. Il protagonista ha l'importante incarico di far sviluppare la foto che rappresenta "L'essenza della vita" a detta del mitico fotografo avventuriero Sean Penn, Ma la foto non si trova; comincia cosi un lungo viaggio alla ricerca del negativo mancante che farà vivere non poche avventure al nostro Walter.
Sicuramente non è il nuovo Forrest Gump come ho letto in giro e nemmeno un capolavoro ma Ben Stiller dimostra di avere buone idee sviluppate però male e con troppa sufficienza. Il finale non è dei migliori e non ci sono colpi di scena eclattanti.
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Walter mitty è un sognatore; lavora da anni per la rivista Life che sta per pubblicare la sua ultima copertina. Il protagonista ha l'importante incarico di far sviluppare la foto che rappresenta "L'essenza della vita" a detta del mitico fotografo avventuriero Sean Penn, Ma la foto non si trova; comincia cosi un lungo viaggio alla ricerca del negativo mancante che farà vivere non poche avventure al nostro Walter.
Sicuramente non è il nuovo Forrest Gump come ho letto in giro e nemmeno un capolavoro ma Ben Stiller dimostra di avere buone idee sviluppate però male e con troppa sufficienza. Il finale non è dei migliori e non ci sono colpi di scena eclattanti. Tutto cio' lo rende un film guardabile ma anche facilmente dimenticabile per la pochezza della sceneggiatura. Bene invece la regia, che si sofferma su bellissimi paesaggi e sulla natura neanche fosse un film di Terrence Malick! Ben è all'altezza come regista e come attore per questo lo voto come film più che discreto. ma la campagna pubblicitaria è di sicuro ingannevole e la storia appare scontata e a tratti quasi noiosa. Mi sarei soffermato di più sulla ricerca di se stesso del personaggio e ne avrei approfondito la psicologia piuttosto che trasformarlo come succede ad un certo punto in un film d'azione. Molte buone idee ma tanta confusione in un film difficilmente collocabile nel genere. Si ha spesso l'impressione che all'attore/regista resti più congeniale la commedia demenziale che appare solo in poche parti del film. Il resto sono solo monologhi interiori utili in un contesto più drammatico. comunque da vedere.
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paola libro
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lunedì 14 aprile 2014
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i sogni segreti di walter mitt
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Un coinvolgimento tale da confondere divertendo lo spettatore che si trova incluso in un viaggio onirico - reale del fotografo Walter Mitt, durante il quale sarà proprio l'utente l'attivo protagonista del film del regista Ben Stiller, chiamato ad interpretare da un lato il confine tra sogno e realtà e dall'altro il sottile gioco linguistico e riflessivo del regista.
L'editor fotografico del megazine "Life", Walter Mitt, è un amante sognatore che frequentemente rimane ingabbiato ad occhi aperti in suggestioni mentali, alquanto eroiche, avventurose e passionali - in particolare nei confronti di una collega di cui è segretamente innamorato - tanto da essere considerato un tipo strano e inconcludente al lavoro.
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Un coinvolgimento tale da confondere divertendo lo spettatore che si trova incluso in un viaggio onirico - reale del fotografo Walter Mitt, durante il quale sarà proprio l'utente l'attivo protagonista del film del regista Ben Stiller, chiamato ad interpretare da un lato il confine tra sogno e realtà e dall'altro il sottile gioco linguistico e riflessivo del regista.
L'editor fotografico del megazine "Life", Walter Mitt, è un amante sognatore che frequentemente rimane ingabbiato ad occhi aperti in suggestioni mentali, alquanto eroiche, avventurose e passionali - in particolare nei confronti di una collega di cui è segretamente innamorato - tanto da essere considerato un tipo strano e inconcludente al lavoro. Ben presto è costretto ad intraprendere un vero e proprio viaggio in giro per il mondo alla ricerca del fotografo, autore di un importante negativo che scompare dal suo ufficio, pena il suo licenziamento. In giro per il mondo, tra avventure mozzafiato e pericoli inimmaginabili, sfide fantastiche e avversità reali (rivisitazione moderna del film "The secret Life of Walter Mitty" di James Thurber del 1939 da cui trae ispirazione) , alla ricerca dello scatto "la quinta essenza della vita", necessario per l'ultima edizione del magazine per il quale lavora. E' proprio lui la quinta essenza della vita dell'ultima uscita della rivista: il fotografo fotografato al lavoro, essenza della comunicazione visiva del settimanale, si guadagna la copertina di "Life" nel momento in cui ormai non crede nelle sue potenzialità! Un sapiente intreccio di significati e significanti, tra fantasia e realtà, commedia, dramma, avventura, alla quale si affiancano passione e amore per il proprio lavoro, la fotografia per Mitt, il cinema per il regista.
Paola Libro
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flyanto
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sabato 28 dicembre 2013
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quando i sogni si avverano
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Film in cui si racconta di un uomo, di nome Walter Mitty, che fa l'archivista di fotografie presso la rivista americana Life e che vive le proprie giornate sognando situazioni ideali che lui vorrebbe vedere realizzate e soprattutto riguardanti il suo amore segreto per una collega. In seguito al cambio ai vertici della rivista del personale poco ben disposto nei suoi confronti ed allo smarrimento di una fotografia dall'archivio, egli viene accusato di negligenza e conseguentemente licenziato. Determinato a ritrovare nonostante tutto la fotografia perduta misteriosamente, Mitty decide di avventurarsi in un viaggio che lo condurrà prima in Alaska e poi in Tibet alla ricerca del fotografo autore della foto smarrita e riportarla nell' archivio della rivista.
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Film in cui si racconta di un uomo, di nome Walter Mitty, che fa l'archivista di fotografie presso la rivista americana Life e che vive le proprie giornate sognando situazioni ideali che lui vorrebbe vedere realizzate e soprattutto riguardanti il suo amore segreto per una collega. In seguito al cambio ai vertici della rivista del personale poco ben disposto nei suoi confronti ed allo smarrimento di una fotografia dall'archivio, egli viene accusato di negligenza e conseguentemente licenziato. Determinato a ritrovare nonostante tutto la fotografia perduta misteriosamente, Mitty decide di avventurarsi in un viaggio che lo condurrà prima in Alaska e poi in Tibet alla ricerca del fotografo autore della foto smarrita e riportarla nell' archivio della rivista. Vi riuscirà dopo molte avventure, scoprendo anche il motivo della misteriosa sparizione e riuscendo anche a coronare finalmente il proprio sogno d'amore con la collega da lui tanto desiderata. Ennesimo film diretto ed interpretato da Ben Stiller che però si discosta notevolmente dai suoi precedenti. Infatti in questa sua ultima pellicola egli, sia come attore che come regista, non affronta alcuna tematica comica: molte situazioni possono risultare esilaranti nel loro complesso ma dietro una comicità alquanto sporadica e soprattutto lieve, si evince maggiormente una nota malinconica di fondo che costituisce un elemento del tutto nuovo, e peraltro molto apprezzabile, in Stiller. Il tema di fondo è la solitudine ben incarnata dal personaggio di Mitty che preferisce sognare e discostarsi dalla realtà piuttosto che condividere la propria esistenza con un mondo ed una società composta da persone grette e superficiali. Pertanto Stiller, che impersona Mitty, è un sognatore che lotta per la propria felicità che lui stesso però non è mai sicuro di raggiungere. Insomma, un film dal contenuto altamente delicato e poetico che rivela una sensibilità di Stiller poco manifestata nelle sue opere precedenti. Inoltre, di questa pellicola bisogna menzionare e lodare le splendide riprese, nonchè la fotografia, effettuate nei paesaggi glaciali dell'Alaska ed in quelli selvaggi delle montagne del Tibet. Un'ulteriore nota di encomio, inoltre, è data dal breve colloquio di non più di dieci minuti che il protagonista Mitty instaura in Tibet col fotografo, interpretato da Sean Penn. Basta solo questo ad innalzare il valore del film.
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