joshbig
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sabato 28 dicembre 2013
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spettacolo
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Che dire....un film avvincente sotto ogni aspetto! Sempre fedele al libro, questa volta P.J ha voluto dare un aspetto un po più dark rendendo il film più godibile soprattutto per quelli un po più adulti e aggiungendo alcune scene e personaggi per far si che si collegasse alla prima trilogia di Tolkien (cosa che non mi è dispiaciuta affatto, anzi...). Gli effetti speciali sono mozzafiato e personalmente consiglio a tutti di vedere il film in HFR 3D in quanto vi ritroverete catapultati in 2:30 ore di puro divertimento come se foste in un luna park! Per chi ha espresso dissenso per l'aggiunta di evangeline lilly e la sua storia d'amore con kili, io devo dire che personalmente l'ho trovata una furbata di Peter per strizzare l'occhio ai più romantici e anche a quelli che vanno al cinema per far godere gli occhi ( evangeline lilly la trovo semplicemente stupenda).
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Che dire....un film avvincente sotto ogni aspetto! Sempre fedele al libro, questa volta P.J ha voluto dare un aspetto un po più dark rendendo il film più godibile soprattutto per quelli un po più adulti e aggiungendo alcune scene e personaggi per far si che si collegasse alla prima trilogia di Tolkien (cosa che non mi è dispiaciuta affatto, anzi...). Gli effetti speciali sono mozzafiato e personalmente consiglio a tutti di vedere il film in HFR 3D in quanto vi ritroverete catapultati in 2:30 ore di puro divertimento come se foste in un luna park! Per chi ha espresso dissenso per l'aggiunta di evangeline lilly e la sua storia d'amore con kili, io devo dire che personalmente l'ho trovata una furbata di Peter per strizzare l'occhio ai più romantici e anche a quelli che vanno al cinema per far godere gli occhi ( evangeline lilly la trovo semplicemente stupenda). L'unico aspetto discutibile del film (per chi ha letto il libro) è stata la scelta del regista di non soffermarsi sulla figura di Beorn, personaggio su cui tolkien si sofferma a descrivere avvolgendolo di un alone di mistero nella prima parte del racconto, cosa che personalmente mi è dispiaciuta un pò! Per il resto il film vi tiene attaccati col fiato sospeso per tutta la durata del film fino all'incontro tra Bilbo e il drago Smaug che, come quello con gollum nel primo film, l'ho trovato semplicemente spettacolare essendo una goduria sia per gli occhi che per la mente ( il drago non è per niente scontato anzi....sembra saperla lunga)...si prepara un finale col botto!!
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artamir
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giovedì 2 gennaio 2014
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una mera operazione commerciale
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Il Signore degli Anelli fu stravolto da Jackson, ma almeno se ne ottenne una trasposizione guardabile, anche se dovendo parecchio storcere il naso. Lo Hobbit è stato invece decisamente annientato. Il primo episodio già lasciava trasparire chiaramente lo spirito con cui l'intero progetto era stato intrapreso, ma questo secondo episodio ha raggiunto veramente il fondo. Il film è parso chiaramente allungato anche a chi non ha mai letto il libro, di cui rimangono solo i nomi e poco più della trama generale delal storia. Il tutto ormai si configura chiaramente come un pura e semplice operazione commerciale, volta a tirar fuori tre film di tre ore ciascuno e guadagnare tutti i quattrini possibili.
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Il Signore degli Anelli fu stravolto da Jackson, ma almeno se ne ottenne una trasposizione guardabile, anche se dovendo parecchio storcere il naso. Lo Hobbit è stato invece decisamente annientato. Il primo episodio già lasciava trasparire chiaramente lo spirito con cui l'intero progetto era stato intrapreso, ma questo secondo episodio ha raggiunto veramente il fondo. Il film è parso chiaramente allungato anche a chi non ha mai letto il libro, di cui rimangono solo i nomi e poco più della trama generale delal storia. Il tutto ormai si configura chiaramente come un pura e semplice operazione commerciale, volta a tirar fuori tre film di tre ore ciascuno e guadagnare tutti i quattrini possibili. Pensiamo già ai tre DVD e successivi DVD-Extended che usciranno. A cosa abbiamo assistito nelle sale? A una continua moltiplicazione di azioni, personaggi, costumi, mostri, talmente tirata per i capelli da far scomparire del tutto la trama. Al solo scopo di fare una quantità maggiore di pellicola, di durata e di... guadagni. Venendo alla storia, il libro, uno dei più venduti nella storia, è semplicemente scomparso. Sparita l'atmosfera originale (di stampo quasi comico) di quello che originariamente era stato concepito come un libro per ragazzi, scomparsi tutti i rapporti tra i personaggi, e anche i singoli episodi, chi chiediamo: cosa resta? Una ennesima storia fantasy, qualsiasi, con nani, mostri e draghi. Quello che caratterizza gli scritti di Tolkien da tutta la successiva paccottiglia fantasy è proprio la gande capacità dello scrittore, esimio studioso di storia medioevale, di evocare luoghi, personaggi ed avventure dotati di grande profondità e coerenza. Se a Tolkien viene strappato via tutto tranne che i nomi e i mostri, cosa rimane? Con questo secondo episodio, Jackson, mediocre regista, riesce a trasformare Tolkien in un qualsiasi racconto fantastico, indistinguibile rispetto ai tantissimi altri. Più noioso degli altri, se possibile. Da andare a vedere giusto per 'collezionare' un ennesimo, visivamente bello, minestrone fantastico.
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andrea1967
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domenica 15 dicembre 2013
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hollywood piega jackson
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- La desolazione di Smaug - è una notevole esperienza visiva ed una lunghissima, palpitante corsa a perdifiato.
Braccata dagli orchi di Azog, la compagnia dei nani con Bilbo e Gandalf trova conforto nei domini di Beorn il mutaforma; si avventura in Bosco Atro per affrontarne la sconosciuta minaccia, cadendo poi nelle mani degli Elfi di re Thranduil, e di insidia in insidia verso la destinazione finale: la montagna solitaria.
Gli straordinari scenari si integrano perfettamente con gli abitatori. Spettacolari le aule naniche traboccanti ricchezze, la decadente sobrietà delle caverne silvane, l'atmosfera stagnante e allucinogena di Bosco Atro. Perfetta la ricostruzione di Pontelagolungo, una Amsterdam medioevale che odora di pesce e legno umido.
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- La desolazione di Smaug - è una notevole esperienza visiva ed una lunghissima, palpitante corsa a perdifiato.
Braccata dagli orchi di Azog, la compagnia dei nani con Bilbo e Gandalf trova conforto nei domini di Beorn il mutaforma; si avventura in Bosco Atro per affrontarne la sconosciuta minaccia, cadendo poi nelle mani degli Elfi di re Thranduil, e di insidia in insidia verso la destinazione finale: la montagna solitaria.
Gli straordinari scenari si integrano perfettamente con gli abitatori. Spettacolari le aule naniche traboccanti ricchezze, la decadente sobrietà delle caverne silvane, l'atmosfera stagnante e allucinogena di Bosco Atro. Perfetta la ricostruzione di Pontelagolungo, una Amsterdam medioevale che odora di pesce e legno umido.
Il ritmo dell'azione non risente dei 170 minuti, nonostante l'eccessiva durata della lotta con Smaug.
Qui però terminano le note liete. Alla fine, le catene del piatto unico hollywoodiano hanno avvinto anche Jackson. Indipendentemente dalla fedeltà al testo, tutti gli aspetti legati alla "profondità" sono sradicati e riducono il film allo spessore di un fantasy adolescenziale.
Il serrato susseguirsi dei combattimenti impedisce la percezione dell'arco temporale del viaggio, che dovrebbe abbracciare tre lunghi mesi.
Gli aspetti più affascinanti di Arda sono la concretezza ed il continuo rimando a sconfinate pianure dietro ogni cresta, a millenari antefatti dietro ogni luogo o gemma. La terra di mezzo è fango ed acquazzoni; le miglia sono miglia e il percorrerle è sudore e angoscia. Le incomprensioni tra i popoli sono solchi profondi, frutto di ere di errori e di cadute nelle trappole di Morgoth.
Nella cosmogonia Tolkeniana, monoteistica e creazionista, gli elfi non sono tartarughe ninja e non fanno battute sul contenuto dei pantaloni altrui. Sono depositari di bellezza, rispetto per la natura e leggerezza atletica; ma anche del carico di dolore accumulatosi in millenni.
I nani sono ontologicamente alieni e misogini, celati alla altrui vista alla nascita ed alla morte. E nessuna attrazione sessuale è possibile tra i due popoli (quella di Gimli per Galadriel è reverenza, non infatuazione).
Radagast è pur sempre un Istari. Ha abbandonato la sua missione ma non è certo il vecchietto un pò tocco degli spaghetti western. E Bilbo si impadronisce dell'archengemma con le virtù che gli sono proprie: silenzio, sangue freddo ed astuzia (a che serve, diversamente uno "scassinatore"?). Non sfidando Smaug in una gara di acrobazie alla Looney Tunes.
Il tradimento più grave è quello però riservato alla figura di Gandalf, la cui immensa statura è costantemente celata sotto logori abiti per ragioni strutturali. Gandalf non si esibisce in infantili gare di sortilegi con Sauron(non lo farà neppure 80 anni dopo) perchè non è quello il suo ruolo.
Egli è uno straordinario faro che rischia la sua carne illuminando la differenza tra bene e male e ponendo tutti di fronte alla gravità delle scelte. La differenza nel suo agire rispetto a Sauron, pur nella equivalenza in termini di "potere", è data dalla sua lungimiranza nel tessere trame apparentemente lontane, in una visione d'insieme che nel Sauron della terza era si riduce invece alla creazione di eserciti e di forza militare.
Peccato davvero per questa caduta di tono. Jackson ne è certamente consapevole e in tre ore di pellicola poteva senz'altro dosare meglio azione e rispetto per l'irripetibile qualità della materia prima da cui ha attinto.
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antix90
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domenica 15 dicembre 2013
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lo hobbit: la desolazione...
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Giochi di parole a parte, la desolazione di smaug è un buon film, ma privo della stessa carica ed emozione che la trilogia del signore degli anelli ci sparava in endovena. Siamo al secondo capitolo di questa trilogia, e certamente ci si aspetta qualcosa di più, sotto l'aspetto emozionale. Film caratterizzato da belle scene e sequenze, con creature e paesaggi ben strutturati; non fanno certamente mancare niente all'ambiente fantastico a cui siamo stati abituati dal signore degli anelli. Entrando tuttavia nella narrazione e nello sviluppo della storia, infligge come la sensazione di una storia molto più vuota al cospetto della perfezione creata nel signore degli anelli.
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Giochi di parole a parte, la desolazione di smaug è un buon film, ma privo della stessa carica ed emozione che la trilogia del signore degli anelli ci sparava in endovena. Siamo al secondo capitolo di questa trilogia, e certamente ci si aspetta qualcosa di più, sotto l'aspetto emozionale. Film caratterizzato da belle scene e sequenze, con creature e paesaggi ben strutturati; non fanno certamente mancare niente all'ambiente fantastico a cui siamo stati abituati dal signore degli anelli. Entrando tuttavia nella narrazione e nello sviluppo della storia, infligge come la sensazione di una storia molto più vuota al cospetto della perfezione creata nel signore degli anelli. I personaggi stentano a delinearsi singolarmente, e i nani sono trattati come un unico personaggio. L'inserimento di Legolas, per quanto emozionante, delude a mio avviso per il semplice fatto che non sembra lo stesso personaggio a cui siamo abituati; molto più interessante Tauriel. In generale dal secondo capitolo ci si aspetta sicuramente di più. Perdonato il primo film per la necessità della creazione della fiamma pilota della saga, non si hanno scusanti sull'emotività scarica della desolazione di smaug. Le battaglie non emozionano eccessivamente, un po' troppo affidate a giochetti casuali e a dir poco sempliciotti; esclusa la scena dei ragni e la materializzazione di sauron, di livello a mio avviso superiore come rendimento. Il drago parla, non condivido la scelta, ma ammetto che ci possono essere opinioni contrarie. La "battaglia" col drago, a mio avviso ruba solo tempo al film. Tutto sommato considerando la durata del film, non è noioso, ma i colpi di scena scarseggiano e non sono resi con quella scarica adrenalinica necessaria. Non ci resta che attendere il terzo film per ricevere quello che ci è mancato, ma stavolta le basi sono traballanti. L'epicità del signore degli anelli, a mio avviso è resa soltanto dai paesaggi e dalle creature davvero ben fatte. Sullo sviluppo siamo lontani. In sè per sè, senza paragoni, un buon film di fantasia e nulla più
Voto: 2,5
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scosco
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mercoledì 18 dicembre 2013
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aspettando l'ultimo
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lo hobbit-la desolazione di smaug, cosa dire,certamente un bel film,fatto bene,grandi effetti speciali,la storia bella che collegerà i 3 film e solo nell'utlimo film capiremo tutto secondo me,il primo mi era piaciuto ma troppo lento per alcuni versi,vedendo questo inizio ha vedere e capire il progetto finale,che dire non ci si puo esprimere moltissimo perchè come detto il 3 caratterizzera anche 1 e 2 film, basti pensare al finale del secondo film che ti fa rimanere come un povero scemo,a livello d'azione si cè molto piu movimento,e meno spiegazione,ma manca ancora qualcosa per dire wow CHE FILM! manca secondo me veramente poco per farti entrare realmente nel film, il signore degli anelli era molto piu serio,lento,era piu misterioso, lo hobbit 1 e 2 sono molto p
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lo hobbit-la desolazione di smaug, cosa dire,certamente un bel film,fatto bene,grandi effetti speciali,la storia bella che collegerà i 3 film e solo nell'utlimo film capiremo tutto secondo me,il primo mi era piaciuto ma troppo lento per alcuni versi,vedendo questo inizio ha vedere e capire il progetto finale,che dire non ci si puo esprimere moltissimo perchè come detto il 3 caratterizzera anche 1 e 2 film, basti pensare al finale del secondo film che ti fa rimanere come un povero scemo,a livello d'azione si cè molto piu movimento,e meno spiegazione,ma manca ancora qualcosa per dire wow CHE FILM! manca secondo me veramente poco per farti entrare realmente nel film, il signore degli anelli era molto piu serio,lento,era piu misterioso, lo hobbit 1 e 2 sono molto piu avventurieri,ti tengono meno sulle spine e forse a me piace piu in questo modo nel complesso, consiglio a chi piace la saga di non perderselo,per poi aspettarsi un finale col botto!! ALMENO SPERO !!
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mafree
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venerdì 27 dicembre 2013
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smaug da premiare
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Non ha il respiro grandioso della trilogia dell'anello, ma il secondo capitolo dello Hobbit è un gran bel filmone fantasy, con momenti di grande cinema, come la fuga spettacolo dei nani dal regno degli elfi (spettacolare corsa nelle botti combattendo orchi che combattono elfi) ma sopratutto il drago Smaug: con la sua recitazione suadente e fredda da proprio l'esempio di come potrebbe essere vero un mostro malvagio e spietato nella Terra di Mezzo. Poi, a differenza del primo capitolo, che mi sembrava avere una impostazione quasi disneyana, si è recuperato lo spirito epico della saga, con i dialoghi e la sceneggiatura che anche con le divagazioni di Jackson rispetto all'originale tolkeniano, ben rendono le atmosfere della saga.
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Non ha il respiro grandioso della trilogia dell'anello, ma il secondo capitolo dello Hobbit è un gran bel filmone fantasy, con momenti di grande cinema, come la fuga spettacolo dei nani dal regno degli elfi (spettacolare corsa nelle botti combattendo orchi che combattono elfi) ma sopratutto il drago Smaug: con la sua recitazione suadente e fredda da proprio l'esempio di come potrebbe essere vero un mostro malvagio e spietato nella Terra di Mezzo. Poi, a differenza del primo capitolo, che mi sembrava avere una impostazione quasi disneyana, si è recuperato lo spirito epico della saga, con i dialoghi e la sceneggiatura che anche con le divagazioni di Jackson rispetto all'originale tolkeniano, ben rendono le atmosfere della saga. I personaggi sono ben strutturati, da Thurin re senza patria che acquista sempre una maggiore consapevolezza del proprio destino al barcaiolo che avrà un ruolo chiave nel prossimo film. Inoltre il 3d è funzionale alla storia e sembra quasi come le pagine che illustravano i libri fiabeschi dinuna volta.
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andrewlake
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sabato 21 dicembre 2013
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un seguito per nulla desolante
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L'entrata in sala per la visione di 'Lo Hobbit, la desolazione di Smaug' è stata la rottura di un attesa impaziente. Il film non ha deluso le mie aspettative. Buone le aggiunte del regista che hanno contribuito a rendere il tutto più interessante ed avvincente (finalmente un paio di generali orchi da ricordare per le loro peculiarità). Buoni anche i combattimenti, spesso consistenti nello scontro tra pochi personaggi e di conseguenza molto ben studiati e dettagliati: le combinazioni di colpi tra Legolas e Tauriel sono tanto spettacolari quanto letali, idem per la sinergica difesa attuata dai nani durante la corsa lungo le rapide).
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L'entrata in sala per la visione di 'Lo Hobbit, la desolazione di Smaug' è stata la rottura di un attesa impaziente. Il film non ha deluso le mie aspettative. Buone le aggiunte del regista che hanno contribuito a rendere il tutto più interessante ed avvincente (finalmente un paio di generali orchi da ricordare per le loro peculiarità). Buoni anche i combattimenti, spesso consistenti nello scontro tra pochi personaggi e di conseguenza molto ben studiati e dettagliati: le combinazioni di colpi tra Legolas e Tauriel sono tanto spettacolari quanto letali, idem per la sinergica difesa attuata dai nani durante la corsa lungo le rapide). Fotografia maestosa come da consuetudine nei film attinenti ai romanzi di Tolkien e ambientazioni caratterizzate con attenzione e cura. Ottimo tutto quel che riguarda il gruppo dei nani e la coesione tra i suoi membri, vediamo un Thorin profondo e insicuro e un Bilbo sempre fondamentale ma non apprezzato come dovrebbe. Passiamo all'azione... Questo secondo capitolo è, rispetto al primo, decisamente più movimentato, il che è un bene a parte qualche sequenza forse un po' forzosa: il nano che rotola nella botte è divertente, per carità, ma avrà percorso qualche miglio, un po'esagerate, a mio parere, anche le sequenze nelle miniere. Qualche perplessità mi hanno suscitato poi le sfumature amorose tra l'elfa e il nano (che comunque ritengo accettabili), anche ben realizzate ma poco credibili. Bel finale, che lascia presagire un'epica chiusura di trilogia ('Io sono fuoco, Io sono morte'). A parte qualche inevitabile difettuccio il film risulta chiaramente un prodotto di notevole fattura, la trama e le sottotrame si intrecciano in maniera omogenea. Promosso, attendiamo con ansia il seguito.
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parieaa
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lunedì 10 marzo 2014
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meglio del primo
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Credo ci sia un netto miglioramento rispetto al primo capitolo, dove alcune scene rasentavano quasi l'imbarazzante, come la canzoncina dei nani quando lavano i piatti o la scena dei troll, per non parlare delle battute che mettono in bocca al re dei goblin..., ma non siamo ancora ai livelli della trilogia originale, cosa non facile visto che il libro lo hobbit è decisamente più leggero e spensierato e con un obiettivo molto più giovanile, ed è anche comprensibile la difficoltà di scrivere tre film di 2 ore e mezza da un libricino di nemmeno 300 pagine (i soldini vincono sempre). I punti di forza di questo film sono indubbiamente l'insuperabile drago smaugh (sia per realizzazione che per dialoghi), il cast, che finalmente sembra esssersi accorto di star recitando in un grande film (nel primo sembravano quasi svogliati) in special modo thorin e bilbo, le solite ambientazioni mozzafiato e le grandi new entry in Lee Pace e Stephen Fry (quet'ultimo un po' sprecato).
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Credo ci sia un netto miglioramento rispetto al primo capitolo, dove alcune scene rasentavano quasi l'imbarazzante, come la canzoncina dei nani quando lavano i piatti o la scena dei troll, per non parlare delle battute che mettono in bocca al re dei goblin..., ma non siamo ancora ai livelli della trilogia originale, cosa non facile visto che il libro lo hobbit è decisamente più leggero e spensierato e con un obiettivo molto più giovanile, ed è anche comprensibile la difficoltà di scrivere tre film di 2 ore e mezza da un libricino di nemmeno 300 pagine (i soldini vincono sempre). I punti di forza di questo film sono indubbiamente l'insuperabile drago smaugh (sia per realizzazione che per dialoghi), il cast, che finalmente sembra esssersi accorto di star recitando in un grande film (nel primo sembravano quasi svogliati) in special modo thorin e bilbo, le solite ambientazioni mozzafiato e le grandi new entry in Lee Pace e Stephen Fry (quet'ultimo un po' sprecato). Esordio neutro per Bard. La colonna sonora è sempre bellissima così come le scene di combattimento. Peccato che sembra di vedere solamente l'introduzione del capitolo finale: praticamente tutto è lasciato incompleto e al servizio del prossimo film, in preparazione della battaglia dei 5 eserciti. Speriamo bene perchè le aspettative sono molto alte e spero non saranno deluse. Nota estremamante negativa per l'infatuazione tra un nano e Tauriel...inconcepibile per tutti i fan di Tolkien...e per Tolkien stesso. In realtà sarebbero 3 stelle e mezzo, non 4.
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jacopo b98
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domenica 15 dicembre 2013
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un secondo capitolo più cupo e epico
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Bilbo (Freeman) e i nani capitanati da Thorin (Armitage), accompagnati dallo stregone Gandalf (McKellen) procedono nel loro viaggio verso Erebor. Tra orchi, ragni giganteschi, elfi, muta-pelle e fannulloni vari la compagnia giunge finalmente a Pontelagolungo, villaggio portuale in rovina, ai piedi della Montagna Solitaria, oppresso da un egocentrico governatore (Fry). Lì, aiutati dall’arciere Bard (Evans), si armano e riprendono il viaggio che porterà Bilbo allo scontro definitivo con il grande Smaug (interpretato magistralmente in motion capture da Benedict Cumberbatch, in italiano doppiato benissimo da Luca Ward). Intanto Gandalf indaga sulla fortezza di Dol Guldur, dove, secondo Radagast (McCoy), si nasconde il Male.
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Bilbo (Freeman) e i nani capitanati da Thorin (Armitage), accompagnati dallo stregone Gandalf (McKellen) procedono nel loro viaggio verso Erebor. Tra orchi, ragni giganteschi, elfi, muta-pelle e fannulloni vari la compagnia giunge finalmente a Pontelagolungo, villaggio portuale in rovina, ai piedi della Montagna Solitaria, oppresso da un egocentrico governatore (Fry). Lì, aiutati dall’arciere Bard (Evans), si armano e riprendono il viaggio che porterà Bilbo allo scontro definitivo con il grande Smaug (interpretato magistralmente in motion capture da Benedict Cumberbatch, in italiano doppiato benissimo da Luca Ward). Intanto Gandalf indaga sulla fortezza di Dol Guldur, dove, secondo Radagast (McCoy), si nasconde il Male. Squadra che vince non si cambia (non dimentichiamoci che Un viaggio inaspettato, mettendo da parte i dubbi sul film, ha incassato oltre unmiliardo in tutto il mondo), e infatti Peter Jackson riconferma tutto il cast del film precedente e buona parte di quello della vecchia saga. Ma qui c’è un notevole passo avanti rispetto al fallimento del precedente capitolo, anche se, ormai dovremmo averlo capito tutti, Lo Hobbit non è Il signore degli anelli e i capolavori del passato, a meno di un notevole cambiamento di rotta nell’ultimo capitolo, difficilmente verranno replicati. Il film ha, come il primo, i suoi maggiori punti di forza nel lato visivo, impressionante come sempre, con il drago Smaug realizzato in maniera superba; nell’interpretazione ineccepibile di Martin Freeman; e nella scelta delle location, che, ancor più che nel primo episodio, lasciano senza fiato. L’atmosfera poi è decisamente curata e il film mantiene un buon ritmo, la caratterizzazione dei personaggi e buona e il clima da cine-panettone è abbandonato. Tuttavia non mancano alcune ingenuità di sceneggiatura notevoli e i 48FPS non mi convincono ancora del tutto, anzi. Con ciò fotografia e colonna sonora sono di serie A e il respiro epico è notevole. Insomma, un convincente secondo capitolo per una trilogia discreta.
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[+] perchè??
(di davidalcor)
[ - ] perchè??
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mickey97
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domenica 22 dicembre 2013
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fantastico ed epico ritorno alla terra di mezzo
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Il secondo capitolo de " Lo Hobbit " seppur si svolge nelle stesse modalità del primo riesce a risultare a dir poco fantastico ed epico in occasione del ritorno alla terra di mezzo, Peter Jackson centra perfettamente il bersaglio e realizza un vero e proprio capolavoro visivamente sorprendente. In questo secondo atto di certo non poteva mancare il genere dark, il quale trova conferma in scene dove è anche presente la suspance, alla fine Jackson riesce a rendere questa lunghissima avventura un punto di forza per il film, che senza alcuna indulgenza si fa sempre più forte grazie a un'abilissima regia e un ritmo serrato e davvero incalzante. Infatti questo secondo capitolo risulta di gran lunga più convoilgente del precedente, la sceneggiatura in realtà è notevole e nel contempo originale, infatti questo secondo ampliamento della storia tende a non produrre alcuna forma di noia e si rimane incollati allo schermo.
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Il secondo capitolo de " Lo Hobbit " seppur si svolge nelle stesse modalità del primo riesce a risultare a dir poco fantastico ed epico in occasione del ritorno alla terra di mezzo, Peter Jackson centra perfettamente il bersaglio e realizza un vero e proprio capolavoro visivamente sorprendente. In questo secondo atto di certo non poteva mancare il genere dark, il quale trova conferma in scene dove è anche presente la suspance, alla fine Jackson riesce a rendere questa lunghissima avventura un punto di forza per il film, che senza alcuna indulgenza si fa sempre più forte grazie a un'abilissima regia e un ritmo serrato e davvero incalzante. Infatti questo secondo capitolo risulta di gran lunga più convoilgente del precedente, la sceneggiatura in realtà è notevole e nel contempo originale, infatti questo secondo ampliamento della storia tende a non produrre alcuna forma di noia e si rimane incollati allo schermo. Alla fine nel film confluiscono una serie di elementi che anzichè stonare fortemente, arrichiscono la pellicola, rendendola molto spettacolare mentre questa gode dell'incredibile fascino dei paesaggi. Bilbo, si arma nuovamente del suo coraggio anche per il fine di salvare i suoi compagni e parte all'avventura, la quale trova la sua massima espansione come se non possedesse il rischio di deludere lo spettatore che alla fine rimane estasiato dalla ricchezza scenografica e dall'imponenza e la magnificenza degli effetti speciali i quali brillano costantemente di luce propria sino all'incontro con il grande e potente Smaug. Si tratta di un drago davvero singolare, amante bisognoso di un'ingente ricchezza di cui ha preso possesso oramai da tempo specialmente privo di una minima intenzione di lasciar perdere questa sua presa di posizione ma toccherà a Bilbo l'ardua impresa di entrarci in contatto... e così avviene l'incontro fra altissime montagne di denaro con oggetti di inestimabile valore fra Bilbo e Smaug... l'immenso. L'incontro con il drago la si potrebbe definire la scena più bella del film insieme a tutte le conseguenze che scaturiscono in seguito dal momento che risulta davvero piacevole ed in particolar modo interessante il dialogo intrapreso da Smaug nei confronti di Bilbo e Jackson ce lo presenta del tutto razionale e privo di qualsiasi forma di aggressività. Ma " bando alle ciance ", basta con le parole, adesso si passa ai fatti e l'incontro si trasforma in uno scontro perfettamente articolato, Smaug è sia morte che fuoco e in un finale fin troppo aperto è realmente in procinto di sfoderare completamente la sua indole distruttiva su Pontelagolungo ( che nome strano ).
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