veronica c
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mercoledì 3 settembre 2014
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vivere, o solamente esistere?
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Vivere, o solamente esistere? Rodney e Russell sono due fratelli, vicini nell’amore sincero che nutrono l’uno per l’altro, separati drammaticamente dall’ incompatibilità di due modi difformi di intendere la vita. L’uno, il più piccolo, interpretato da un Casey Affleck ben calato nel ruolo, porta sulla propria pelle di giovane marine i brandelli della guerra, l’altro, il versatile Christian Bale dal talento ormai noto, lavora, corpo e anima, per guadagnarsi la propria dignità. La stabilità di un’occupazione umile (quella nella fonderia, la furnace del titolo, concreto quanto simbolico) non basta però a Rodney, che non vuole limitarsi ad esistere, dopo essere stato lacerato dal conflitto armato in Iraq.
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Vivere, o solamente esistere? Rodney e Russell sono due fratelli, vicini nell’amore sincero che nutrono l’uno per l’altro, separati drammaticamente dall’ incompatibilità di due modi difformi di intendere la vita. L’uno, il più piccolo, interpretato da un Casey Affleck ben calato nel ruolo, porta sulla propria pelle di giovane marine i brandelli della guerra, l’altro, il versatile Christian Bale dal talento ormai noto, lavora, corpo e anima, per guadagnarsi la propria dignità. La stabilità di un’occupazione umile (quella nella fonderia, la furnace del titolo, concreto quanto simbolico) non basta però a Rodney, che non vuole limitarsi ad esistere, dopo essere stato lacerato dal conflitto armato in Iraq. Inappagato dal normale flusso del quotidiano, che pure il fratello cerca di fargli apprezzare, in un’ottica sotto la quale non è lo straordinario a rendere straordinaria la vita, egli si fa orgogliosamente coinvolgere in una pericolosa serie di combattimenti clandestini. Da qui il vero incipit de “Il fuoco della vendetta”, presentato allo scorso festival del film di Roma e arrivato nelle sale solo adesso, con quasi un anno di ritardo. Inizierà infatti il lungo percorso di Russell, detto “Slim”, vendicatore e redentore, verso un finale tragico, ma prevedibile. Si riesce con facilità a calarsi nella psicologia dei personaggi, prevedendone gli intenti e le mosse. Se da una parte risulta pregevole l’ottima caratterizzazione delle parti in gioco, di contro lo spettatore è privato di considerevoli colpi di scena. Eppure nonostante la scarsa originalità della trama e la facile conclusione, la pellicola può comunque dirsi riuscita. L’ottima recitazione degli interpreti, tra i quali anche “il sicario” Woody Harrelson, “lo zio” Sam Shepard, Willem Dafoe, Zoe Saldana e Forest Whitaker, insieme al buon lavoro di Scott Cooper alla sua seconda regia, fa si che lo spettatore venga coinvolto, e travolto, dal susseguirsi delle sequenze, senza badare a qualche banalità a livello di sceneggiatura.
La periferia americana, seppur con poca innovazione, è perfettamente messa in scena. Tra una battuta e l’altra, e in ogni inquadratura, viene alla luce tutta l’ipocrisia del sistema, l’ingiustizia e la giustizia fatta da sé, la venalità contrapposta alla modestia, i rapporti di convenienza all’affetto sincero.
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vanessa zarastro
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martedì 2 settembre 2014
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fratelli "fuori la fornace"
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Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.
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Un film duro quello di Scott Cooper e con molte scene di violenza. Ma la violenza non è solo quella mostrata palesemente dove si vede il sangue del cerbiatto cacciato o quello del viso pestato per l’incontro clandestino di boxe a mani nude. La violenza attraversa tutto il film ed è presente nei luoghi di ambientazione: nell’habitat, nella vita in fabbrica, nel carcere urbano, nei drive-in e nei luoghi “dimenticati da dio” degli incontri. Un’America dei non-luoghi di qualche anno fa. Infatti, la storia è leggermente retrodatata: i protagonisti partono per la guerra in Iraq e ascoltano Ted Kennedy in TV. La narrazione quindi si dovrebbe svolgere presumibilmente tra il 2003 e il 2008, poiché si comincia a parlare di chiusura della fabbrica.
Il titolo originaleOut of the Furnace, molto più pertinente e meno banale di quello italiano, ci fa proprio intuire che fuori della fabbrica la vita non sia poi migliore. I fratelli Blaze, così caratterialmente diversi, sono interpretati dallo strepitoso Christian Bale – l’operaio good guy e perfino religioso - e dal bravo e inquieto Casey Affleck (attore non casualmente legato a Gus van Sant). Il film, infatti, presenta un vasto cast di attori-simbolo anche nelle parti secondarie come lo zio Red interpretato da Sam Shepard che, oltre ad essere scrittore teatrale e cinematografico e regista lui stesso, ha recitato anche con Wim Wenders, considerato il campione di riprese dei non-luoghi urbani. Forest Whitaker, è il poliziotto, William Dafoe il cattivo e Woody Harrelson è il fantastico cattivissimo.
Il film ha un bel ritmo, luci violacee e musiche da western; tutta la parte centrale presenta il montaggio di scene parallele tra la caccia al cervo e l’incontro di boxe e, se anche in modo un po’ meccanico, prelude alla tragedia creando un’intensa aspettativa nello spettatore.
Un film anche che non lascia molte speranze in linea con i film sulla crisi delle istituzioni e sulla giustizia fai-da-te. Il finale leggermente ambiguo lascia in sapore amaro in bocca suggerendo una riflessione su chi siano realmente i buoni e chi i cattivi e fino a che punto un buon comportamento “civile” sia una libera scelta.
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ashtray_bliss
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martedì 29 luglio 2014
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intenso e convincente dramma famigliare.
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Out of the Furnace e' uno di quei film che appena iniziano, dopo poche sequenze, subito ti ricordano qualcosa. Hanno un'aria di gia' visto ma nonostante cio' ti prendono, riescono comunque a rapirti e farti seguire con interesse gli sviluppi della trama, per quanto gia' vista e rivista ci possa apparire in superficie. Merito, senz'altro, della piu' che convicente prova degli interpreti ma anche della storia in se', seppur colma di luoghi comuni per le pellicole made in Usa, riesce a bilanciare bene una storia drammatica, con un crescendo di drammaticita' sia nelle sequenze proposte sia nella narrazione degli eventi con un certo volume di cliche' e stereotipi che siamo ormai fin troppo abituati a trovare in questo tipo di film: pattriotismo, buonismi vari, valori di famiglia e patria che dominano su ogni altra cosa, sete di vendetta etc.
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Out of the Furnace e' uno di quei film che appena iniziano, dopo poche sequenze, subito ti ricordano qualcosa. Hanno un'aria di gia' visto ma nonostante cio' ti prendono, riescono comunque a rapirti e farti seguire con interesse gli sviluppi della trama, per quanto gia' vista e rivista ci possa apparire in superficie. Merito, senz'altro, della piu' che convicente prova degli interpreti ma anche della storia in se', seppur colma di luoghi comuni per le pellicole made in Usa, riesce a bilanciare bene una storia drammatica, con un crescendo di drammaticita' sia nelle sequenze proposte sia nella narrazione degli eventi con un certo volume di cliche' e stereotipi che siamo ormai fin troppo abituati a trovare in questo tipo di film: pattriotismo, buonismi vari, valori di famiglia e patria che dominano su ogni altra cosa, sete di vendetta etc.
La vicenda ruota attorno al personaggio principale Russel, interpretato da un sempre impeccabile Christian Bale, un uomo di una piccola e provinciale cittadina americana che lavora in una fabbrica e conduce una vita normale ma anche noiosa, rutinaria divisa tra lavoro, fidanzata, padre malato e impossibilitato a letto e un fratello minore, Rodney (un convincente Cassey Affleck), con una personalita' problematica ed agressiva. Rodney di per se', da' filo da torcere ai famigliari, a causa del suo carattere impulsivo e delle sue cattive abitudini sopratutto quella di partecipare a combattimenti clandestini. Fight Club improvvisati, dove i partecipanti si scatenano l'uno contro l'altro a mani nude e dove vengono scomesse grandi quantita' di soldi.
Ben presto gli eventi prenderanno una piega decisamente storta e avversa: Russel avra' un incidente stradale mentre guida ubriaco e finira' in prigione. Il fratello minore, partira' per un periodo in Iraq, arruolatosi nel esercito, e la loro vita iniziera' progressivamente a sbriciolarsi davanti ai loro occhi. In primis la liberta', poi la donna che ama, poi uno ad uno i suoi unici famigliari rimasti...Russel e' un uomo provato dal destino e dalle circostanze al quale viene portato via tutto, giorno dopo giorno, ma nonostante cio' affronta la vita ancora coraggiosamente e a testa alta. Prima scontando la lunga pena carceraria, poi provando a rimettersi in corsa nella vita quotidiana.
Ma il vero calvario inizia quando Rodney riesce ad ottenere un importante combattimento con il team di DeGroat, un violento e pericoloso uomo che ha dei conti in sospeso con il 'manager' di Rodney e' mette a puntino un piano per uccidere entrambi pareggiando i conti. Russel, ancora una volto distrutto, avendo decisamente perso anche l'ultimo membro della sua famiglia iniziera' un difficile percorso sulle tracce del uomo che ha brutalmente ucciso suo fratello minore. Assetato e acciecato dal fuoco della vendetta del titolo, e avendo pochissima fiducia nella polizia locale, Russel mette in moto la giustizia fai-da-te.
Gli elementi chiave di questo film (come di molti altri film simili a questo) sono ovviamente gli ideali della famiglia, della patria, del onore e del orgoglio. Russel infatti impersona perfettamente tutti gli ideali-standard che nel immaginario colletivo (americano) deve avere un uomo. Ama e sta il piu' vicino possibile alla sua famiglia, e' protettivo nei confronti del fratello minore ed e' amorevole col padre malato. Ma e' anche un uomo onesto, con un lavoro decoroso che gli permette di sopravvivere, ama la sua fidanzata mentre aspira a creare una famiglia propria con lei. Incarna dunque a pennello tutti quei luoghi comuni tanto amati dai film-makers d'oltreoceano. Difatti, anche dopo l'incidente stradale e l'incarcerazione, Russel mantiene la testa alta, non si nasconde mai dai fantasmi del passato che lo inseguono, e' in preda ai rimorsi ed ai rimpianti ma ancora una volta viene perdonato agli occhi dello spettatore. Rodney dall'altra parte rappresenta in se' una nuova faccia del'America di oggi: una gioventu' bruciata, rubata dagli orrori vissuti in guerra. Una personalita' problematica che si sgretola poco a poco dopo il rimpatrio, ma che porta ancora grandi dosi di rabbia e frustazione dalle quali si libera soltanto nei momenti dove combatte, un po' contro l'avversario e molto contro se stesso. Vorrebbe sfugire a quello che' e', cancellare tutto cio' che lo ha segnato psicologicamente ma si ritrova disperatamente a cercare la rendezione nella violenza. Bisogna ammettere che su tutti il personaggio di Rodney e' il piu' convincente anche perche' esce dagli schemi bianco/nero, raffigura un uomo addolorato, provato ma principalmente piegato dallo stesso paese che ha servito. La sua casa, la sua patria. Ottimo Cassey Affleck che dona al suo personaggio tutto lo spessore che merita.
Molto bravo e all'altezza anche Harrelson, anche se penso sia un peccato confinarlo da 20 anni a questa parte nelle solite vesti del duro, violento, psicopatico, aggressivo etc.etc. Probabilmente sono ruoli dove ormai ci ha fatto l'abitudine ecco spiegato il perche' si trova a suo agio e riesce ad essere convincente nelle medesime parti. Spero comunque di vederlo prima o poi interpretare ruoli differenti, che si stacchino dal solito binomio Harrelson-Macho.
Breve e sprecata a mio avviso la parte di Dafoe. Qualsiasi altro attore al suo posto sarebbe stato comunque adatto, essendo un personaggio secondario non incisivo nella complessivita' della trama. Idem vale per Saldana e Whitaker (che quasi non riconoscevo).
Valida la regia e la scenografia che rappresenta in modo vivido l'altra faccia degli Usa, lontana dal glamour e dalle enormi boulevard, c'e' un'America provinciale, povera, emarginata e degradata che lotta ogni giorno per arrivare a fine mese.
Ma la trama purtroppo viene molto penalizzata dalla ovvieta' e prevedibilita' degli eventi oltre dal fatto che la narazzione segue un filo piuttosto lento, e raggiunge l'apice dell'azione solo nella seconda meta'. A questo punto bisogna comunque ammettere che il film e' di netto stampo drammatico e non rappresenta dunque un thriller nel vero senso del termine, ecco il perche' mancano tutti gli elementi cardinali del genere come la suspense, i colpi di scena, un ritmo narrativo sostenuto etc.
Complessivamente si tratta di un prodotto mediocre, senza infamia e senza lode, anche se indubbiamente supportato da validissime interpretazioni di Bale, Harrelson e Affleck. Ben confezionato (con DiCaprio come produttore esecutivo) ma non incisivo.
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(di alexdelarge85)
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samanta
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giovedì 8 febbraio 2018
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il carattere di un uomo determina il suo destino.
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Ho visto in TV il film che è uscito nel 2013. [SPOILER] La vicenda narra di un operaio Russel, interpretato da un attore inglese di notevole personalità quale Christian Bale (il cavaliere oscuro, American Hustle, La grande scommessa) che vive nella provincia americana in Pennsylvania vicina ai monti Appalachi a Braddock, è operaio siderurgico, persona onesta con una fidanzata di colore di cui è molto innamorato e un padre ex operaio malato terminale da lui curato. Il problema è il fratello Rodney (Casey Affleck) che dopo avere combattuto in Irak (il film è collocato tra il 2008 e il 2013) non riesce a trovare un lavoro e vive da sbandato guadagnando qualche soldo con gli incontri clandestini di pugilato organizzati da John Petty (Willem Dafoe).
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Ho visto in TV il film che è uscito nel 2013. [SPOILER] La vicenda narra di un operaio Russel, interpretato da un attore inglese di notevole personalità quale Christian Bale (il cavaliere oscuro, American Hustle, La grande scommessa) che vive nella provincia americana in Pennsylvania vicina ai monti Appalachi a Braddock, è operaio siderurgico, persona onesta con una fidanzata di colore di cui è molto innamorato e un padre ex operaio malato terminale da lui curato. Il problema è il fratello Rodney (Casey Affleck) che dopo avere combattuto in Irak (il film è collocato tra il 2008 e il 2013) non riesce a trovare un lavoro e vive da sbandato guadagnando qualche soldo con gli incontri clandestini di pugilato organizzati da John Petty (Willem Dafoe). Rodney per un malaugurato incidente automobilistico in cui uccide una persona viene condannato ad alcuni anni di carcere, quando ritorna riprende il lavoro ma nel frattempo il padre è morto e la fidanzata lo ha abbandonato diventando compagna dello sceriffo (Forest Whitake) da cui aspetta un figlio. Purtroppo il fratello vive di espedienti e convince John Petty ad organizzare un incontro clandestino organizzato da Harlan DeGroat (Woody Harrelson visto recentemente in tre manifesti ad Ebbening) un criminale, boss dello spaccio di droga con base sui monti Appalachi. L'incontro si svolge ma Rodney e Petty vengono uccisi per puro sadismo, di qui scatta la vendetta di Russel che uccide il criminale e un suo complice malgrado lo sceriffo lo supplichi di non sparare.
Il film presenta uno scorcio di provincia non con gli occhi del politically correct, la cittadina vive senza problemi razziali malgrado la forte presenza di afroamericani compreso lo sceriffo , non sono rappresentati come ottusi reazionari anzi tra loro c'é solidarietà si pensi all'amico che aiuta fino alla fine il papà di Russel., certo c'é angoscia per il futuro la fabbrica sta per chiudere per la concorrenza cinese, c'é la droga e la guerra in Irak ha causato tanti problemi per i reduci. La figura fondamentale è Russel che affronta con coraggio ed umiltà tutte le disgrazie che gli si sono rovesciate addosso e che ciò nonostante le affronta coraggiosamente, anche la vendetta finale viene vista quasi come un atto necessario che si doveva compiere per assicurare quella giustizia che gli organi di polizia non erano in grado di assicurare e non come comeuno sfogo brutale. Russel forse proprio per il suo carattere onesto e lineare è destinato a subire le prove più crudeli e amare. Ottima l'interpretazione dei diversi attori, salvo Casey Affleck che non demorde ad abbandonare la solita inespressività.
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etabeta
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giovedì 4 settembre 2014
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un po deludente rispetto alle aspettative
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concordo con mario nitti.
Pur non essendo io un gran recensore, ritengo che lo sceneggiatore poteva ed anche avrebbe dovuto realizzare una pellicola superiore.
Grandi attori a mio giudizio sprecati, ottima regia e fotografia, ma il film delude non solo nel finale, ma anche in alcuni "buchi" nella stessa, nei personaggi troppo estremi in tutto.
Un peccato a mio parere
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mario nitti
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mercoledì 3 settembre 2014
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il fuoco brucia senza troppo scaldare
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Hai in squadra Ronaldo, Messi, Neymar e Muller. Cosa fai? Vinci facile.
Se in un film metti W. Harrelson, C. Bale, C. Afflek, Willem Defoe e Forest Whitaker e hai pure la fortuna di trovarli in gran forma dovrebbe venirne fuori un capolavoro.
Eppure non è così. Il fuoco della vendetta è la storia, splendidamente girata, con una fotografia plumbea e un’ambientazione perfetta, di due fratelli che vivono in una cittadina sperduta nella provincia americana, in mezzo colline di boschi che sembrano cresciuti per ospitare la lotta dell'uomo contro l'uomo e dell'uomo contro la natura: al centro dell’insediamento, onnipresente, c’è una grigia acciaieria, che sembrano lì apposta per forgiare il carattere rude e aspro dei protagonisti.
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Hai in squadra Ronaldo, Messi, Neymar e Muller. Cosa fai? Vinci facile.
Se in un film metti W. Harrelson, C. Bale, C. Afflek, Willem Defoe e Forest Whitaker e hai pure la fortuna di trovarli in gran forma dovrebbe venirne fuori un capolavoro.
Eppure non è così. Il fuoco della vendetta è la storia, splendidamente girata, con una fotografia plumbea e un’ambientazione perfetta, di due fratelli che vivono in una cittadina sperduta nella provincia americana, in mezzo colline di boschi che sembrano cresciuti per ospitare la lotta dell'uomo contro l'uomo e dell'uomo contro la natura: al centro dell’insediamento, onnipresente, c’è una grigia acciaieria, che sembrano lì apposta per forgiare il carattere rude e aspro dei protagonisti. Ci sono dei debiti da saldare e un giro di scommesse intorno alla lotta a mani nude, morte, dolore, solidarietà.
Eppure l’equazione grandi attori + ottima forma + bella fotografia + ambientazione adeguata genera un film discreto e nulla più, con qualche lentezza, a volte farraginoso: sembra che il regista non sia riuscito a dipanare la matassa che aveva in mano per tessere la sua tela.
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gufus
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martedì 30 settembre 2014
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il piacere della recitazione
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Leggendo qua e là i commenti concordo sia con chi esalta il film sia con chi lo stronca. Non è cerchiobottismo, è che, pur rimanendo incollato allo schermo, mi rendevo conto che la sceneggiatura presentava alcuni buchi, che la regia era un po' stereotipata e che la storia seguiva cadenze un po' troppo manichee. Tuttavia l'insieme mi è risultato estremamente gradito forse perchè ha titillato furbescamente la mia vena malinconica o forse perchè gli attori, a cominciare da uno spettacolare C. Bale, un gigante, hanno fornito prove che già da sole ti disarcionavano il cuore, ti provocavano un subbuglio viscerale, archetipico. E' come un quadro pointillista, da vicino vedi puntini un po sconnessi, ma da lontano la figura si delinea e può inchiodare il tuo sguardo, o come una canzoncina dei Pearl Jam che ripete vecchie cadenze e non dice nulla di nuovo, ma il fatto che a dirlo, anzi ad urlarlo, sia Vedder cambia radicalmente le cose e ti investe di emozioni intense.
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Leggendo qua e là i commenti concordo sia con chi esalta il film sia con chi lo stronca. Non è cerchiobottismo, è che, pur rimanendo incollato allo schermo, mi rendevo conto che la sceneggiatura presentava alcuni buchi, che la regia era un po' stereotipata e che la storia seguiva cadenze un po' troppo manichee. Tuttavia l'insieme mi è risultato estremamente gradito forse perchè ha titillato furbescamente la mia vena malinconica o forse perchè gli attori, a cominciare da uno spettacolare C. Bale, un gigante, hanno fornito prove che già da sole ti disarcionavano il cuore, ti provocavano un subbuglio viscerale, archetipico. E' come un quadro pointillista, da vicino vedi puntini un po sconnessi, ma da lontano la figura si delinea e può inchiodare il tuo sguardo, o come una canzoncina dei Pearl Jam che ripete vecchie cadenze e non dice nulla di nuovo, ma il fatto che a dirlo, anzi ad urlarlo, sia Vedder cambia radicalmente le cose e ti investe di emozioni intense.
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themaster
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mercoledì 26 agosto 2015
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semplice,ma ben fatto e va dritto al punto
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Out of the Furnace (e non lo chiamerò con l'orribile titolo italiano) è un film particolare nella sua semplicità,una pellicola di grande spessore che Scott Cooper mette in scena come un noir vecchio stampo dalle tinte drammatiche.
La regia è molto introspettiva e proietta lo spettatore nella mente dei personaggi e li sviscera dal primo all'ultimo senza lasciare nulla al caso e,per una volta dopo il bellissimo Blue Ruin,(arrivato da noi da poco in blu ray mi raccomando COMPRATELO CHE E SPETTACOLARE) un film sulla vendetta che non sia una zotta atroce come Io vi Troverò o come il tamarro ma comunque ben fatto John Wick,Out of The Furnace è un film serissimo,che racconta la storia di un uomo interpretato da Christian Bale in maniera magistrale,che dopo un dramma personale che lo segnerà per tutta la vita,esce di prigione e cerca di rifarsi una vita insieme al fratello portato in scena da Casey Affleck che qui da una prova degna dell'oscar e che dimostra quanto questo attore sia duemila volte più talentuoso del fratello Ben che,nonostante recitativamente sia un incapace ha donato al pubblico dei film dietro la macchina da presa veramente ottimi.
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Out of the Furnace (e non lo chiamerò con l'orribile titolo italiano) è un film particolare nella sua semplicità,una pellicola di grande spessore che Scott Cooper mette in scena come un noir vecchio stampo dalle tinte drammatiche.
La regia è molto introspettiva e proietta lo spettatore nella mente dei personaggi e li sviscera dal primo all'ultimo senza lasciare nulla al caso e,per una volta dopo il bellissimo Blue Ruin,(arrivato da noi da poco in blu ray mi raccomando COMPRATELO CHE E SPETTACOLARE) un film sulla vendetta che non sia una zotta atroce come Io vi Troverò o come il tamarro ma comunque ben fatto John Wick,Out of The Furnace è un film serissimo,che racconta la storia di un uomo interpretato da Christian Bale in maniera magistrale,che dopo un dramma personale che lo segnerà per tutta la vita,esce di prigione e cerca di rifarsi una vita insieme al fratello portato in scena da Casey Affleck che qui da una prova degna dell'oscar e che dimostra quanto questo attore sia duemila volte più talentuoso del fratello Ben che,nonostante recitativamente sia un incapace ha donato al pubblico dei film dietro la macchina da presa veramente ottimi.
Zoe Saldana interpreta l'ex fidanzata di Bale,mentre Forrest Whitacker il suo nuovo compagno di lei,questi due attori sono stati sfruttati un po maluccio nel senso che non hanno dato il meglio di sè ma perchè la sceneggiatura era scritta in modo da fare questo effetto,questo aspetto,insime ad una semplicità forse eccessiva di certi dialoghi e della storia in sè rappresentano i difetti maggiori della pellicola che,nonostante i suoi nei,riesce ad offrire numerosissimi spunti sia tecnicamente in quanto la fotografia e il montaggio sia video che sonoro sono fantastici,la regia come già detto è di mestiere e introspettiva e il commento musicale dona un pathos allucinante alle scene,da segnalarsi inoltre un fantastico,inquietante e odioso Woody Harrelson che qui fa il villain e che villain,un criminale completamente fuori di testa,duro e sadico di cui tuttavia vedremo il lato umano solo nel momento immediatamente prima la sua morte in cui si ha una sorta di redenzione del personaggio,che nonostante sia molto sopra le righe non risulta mai camp o ridicolo,anzi.
La pellicola parla di sconfitte personali,di uomini che vorrebbero diventare quel qualcosa di più ma che alla fine fanno quasi sempre il passo più lungo della gamba,come per l'appunto il personaggio di Casey Affleck che qui è di un'intensità da far tremare le vene dei polsi,probabilmente l'interpretazione più bella di tutta la sua carriera,da segnalarsi anche per l'ottima chimica tra lui e Christian Bale,i loro siparietti e dialoghi infatti sono veramente ispirati e lo spettatore non ha dubbi che siano davvero fratelli,inoltre è molto bello come è trattato il tema dello stress post traumatico che si ripercuote sul corpo e sulla mente del fratello di Christian Bale e che lo porterà a fare il già citato passo più lungo della gamba. Willem Dafoe qui è un po sprecato anche se la sua bravura c'è sempre e ripeto tra tutti spiccano Christian Bale e Casey Affleck,soprattutto il primo che nel film è veramente molto tollerante e buono,ma la cui anima verrà macchiata dalla vendetta,il sentimento più pericoloso che ci sia.
Cooper critica un certo tipo di provincia americana descrivendo i montanari e i contadini come dei drogati buoni al nulla,delle vere e proprie bestie pronte a scannarsi tra di loro in qualunque momento,lo stesso Woody Harrelson nel film è un bifolco anche stupido ma che fa ancora più paura proprio grazie alla violenza che mette in gioco unita alla sua stupidità. In sintesi un film totale,bellissimo che nonostante qualche difettucolo risulta funzionale,intrattiene e non va mai troppo oltre la soglia del genere. Consigliato. Voto 8/10
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ennio
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giovedì 8 febbraio 2018
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una vendetta spenta e un'occasione sprecata
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Il film funziona per due terzi, nulla di eccezionale o inedito ma è una vicenda apprezzabile come dramma familiare e sociale, funziona per le interpretazioni e l'ambientazione nella tranquilla provincia americana del New England coi suoi lati oscuri. E Christian Bale prevale nettamente sugli altri pur blasonati interpreti.
Quando, improvviamente, da drammatico il film ambisce a diventare giallo/thriller col tema della vendetta, scivola in banalità ed approssimazioni imbarazzanti, anche per gli stessi attori. Non c'è pathos e non c'è verosimiglianza in una ricerca/inseguimento del tutto piatti ed improbabili, con un criminale tanto violento quanto stupido ed un vendicatore poco astuto che lo stana con un trucco da bambini.
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Il film funziona per due terzi, nulla di eccezionale o inedito ma è una vicenda apprezzabile come dramma familiare e sociale, funziona per le interpretazioni e l'ambientazione nella tranquilla provincia americana del New England coi suoi lati oscuri. E Christian Bale prevale nettamente sugli altri pur blasonati interpreti.
Quando, improvviamente, da drammatico il film ambisce a diventare giallo/thriller col tema della vendetta, scivola in banalità ed approssimazioni imbarazzanti, anche per gli stessi attori. Non c'è pathos e non c'è verosimiglianza in una ricerca/inseguimento del tutto piatti ed improbabili, con un criminale tanto violento quanto stupido ed un vendicatore poco astuto che lo stana con un trucco da bambini.
Sa tanto di quei film giunti alla fine per esigenze di mercato, di budget. Magari non sarà sempre così, ma meglio diffidare di quelle produzioni, tanto alla moda di recente, in cui brilla il nome del grande attore (Di Caprio n questo caso). Sempre meglio quando ognuno fa il mestiere che sa fare.
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kelevramh
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sabato 18 ottobre 2014
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il proletariato americano ai tempi di saddam
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Russell ( Christian Bale ) è un tranquillo operaio della cupa periferia americana che ha una ragazza della quale è innamorato pazzo , un padre vecchio e malato e un fratello , Rodney ( Casey Affleck ) , reduce dall'Iraq e debitore per il vizio del gioco verso John Petty ( Willem Dafoe ) , uno strozzino della zona , che inizia a fare combattimenti clandestini . Una sera Russell ha bevuto un pò e disgraziatamente fa un incidente dove muoiono una madre e un bambino . A quel punto perde la libertà , la ragazza ( che si fidanza con lo sceriffo della zona e ne rimane incinta ) e pure il padre ( che non riesce nemmeno a salutare stando in carcere ) . Quando esce i problemi non sono finiti , il fratello convince John ad andare a combattere sulle montagne del New Jersey dove regnano l'omertà e un pazzo sanguinario gangster ( Woody Harrelson ) al quale lo stesso John è debitore .
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Russell ( Christian Bale ) è un tranquillo operaio della cupa periferia americana che ha una ragazza della quale è innamorato pazzo , un padre vecchio e malato e un fratello , Rodney ( Casey Affleck ) , reduce dall'Iraq e debitore per il vizio del gioco verso John Petty ( Willem Dafoe ) , uno strozzino della zona , che inizia a fare combattimenti clandestini . Una sera Russell ha bevuto un pò e disgraziatamente fa un incidente dove muoiono una madre e un bambino . A quel punto perde la libertà , la ragazza ( che si fidanza con lo sceriffo della zona e ne rimane incinta ) e pure il padre ( che non riesce nemmeno a salutare stando in carcere ) . Quando esce i problemi non sono finiti , il fratello convince John ad andare a combattere sulle montagne del New Jersey dove regnano l'omertà e un pazzo sanguinario gangster ( Woody Harrelson ) al quale lo stesso John è debitore . Da quella trasferta i due non tornano più perché uccisi barbaramente e a Russell , al quale non è rimasto più niente se non un caro vecchio amico di famiglia , non resta che vendicarsi . Una sceneggiatura piuttosto lenta e con molti buchi , una regia e una fotografia tutto sommato buone e una interpretazione commovente e come sempre strepitosa di Christian Bale ( ottima anche quella di Casey Affleck ) rendono questo film alla fine godibile , da vedere . Certo è che con il cast di grandissima qualità che si ritrova fare un film un pò più che discreto è una sconfitta .
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