La mia classe

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Un film di Daniele Gaglianone. Con Valerio Mastandrea, Bassirou Ballde, Mamon Bhuiyan, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura.
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Drammatico, durata 92 min. - Italia 2013. - Pablo uscita giovedì 16 gennaio 2014. MYMONETRO La mia classe * * 1/2 - - valutazione media: 2,85 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
filippo catani lunedì 12 gennaio 2015
un esperimento in classe Valutazione 3 stelle su cinque
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Un professore romano tiene un corso di italiano ad un gruppo di immigrati che cerca faticosamente di inserirsi nella realtà italiana.
Un po' film e anche un po' documentario l'opera di Gaglianone unisce infatti alla finzione cinematografica anche la dura e cruda realtà quando un evento inaspettato finirà per sconvolgere la prosecuzione stessa della pellicola. Per il resto la storia mostra i racconti, i sogni, le aspettative e le delusioni di un gruppo di immigrati provenienti da un po' tutti i continenti e che si trovano ad affrontare l'avventura italiana a partire dalla lingua. C'è chi è scappato dalla guerra, chi dalla fame, chi alla ricerca di un futuro migliore e chi per cercare di mandare un po' di soldi alle famiglie d'origine. [+]

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liuk! mercoledì 28 maggio 2014
inguardabile Valutazione 1 stelle su cinque
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Non ho resistito molto, lo ammetto, quindi non vi saprei dire nulla sul finale: pellicola veramente scadente, mezzo reality, mezzo film di denuncia, mezza presa diretta... totale c*****a!

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flyanto lunedì 24 marzo 2014
cosa vuol dire essere immigrati in un paese strani Valutazione 3 stelle su cinque
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 Film documentario su di un maestro di una scuola serale per stranieri adulti. Nel corso delle riprese egli, interpretato da Valerio Mastrandrea, viene filmato quotidianamente mentre fa lezione e si intrattiene con i suoi allievi provenienti da tutte le parti del mondo. Il suo metodo d'insegnamento è semplice e diretto al fine di semplificare il più possibile il modo di fare loro apprendere la lingua italiana, già di per sè molto complessa. Con loro il docente Mastrandrea intrattiene anche dei rapporti di amicizia e fiducia e si intuisce chiaramente che tutti gli allievi stranieri lo ricambiano sinceramente. Purtroppo a calare un'ombra spessa su tutto ciò sono le scadenze dei permessi di soggiorno non rinnovabili di alcuni immigrati e così, con il conseguente rimpatrio, l'interruzione di un rapporto di amicizia e di sostegno e soprattutto della speranza, ormai per loro svanita, di costruirsi un futuro migliore nel nostro paese. [+]

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maria f. venerdì 14 febbraio 2014
evviva i buoni film! Valutazione 5 stelle su cinque
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E’ un film documentario interessantissimo, più documentario di film.
Valerio Mastandrea è un attore di grande spessore.
Per lui non deve essere stato semplice entrare e uscire dal ruolo. E proprio questo suo alternarsi e mescolarsi nella parte di attore/insegnante e in quella di uomo che osserva ed è coinvolto nella vita degli stranieri, ci ha trasmesso e spiattellato in faccia di quale realtà siamo circondati, sì, perché purtroppo, noi di fronte a questi racconti di vite martoriate, rimaniamo, troppo spesso solo spettatori.
E’ stato raccapricciante ascoltare le storie di questi giovani, costretti a elemosinare nei vari uffici per ottenere un permesso di soggiorno, obbligati ad accettare in un Paese sconosciuto, a qualsiasi prezzo un qualsiasi lavoro sottopagato per aiutare la propria famiglia, attraversare l’inferno per scappare da guerre, di notte poi, cercare un riparo che dovranno pagare una cifra esorbitante accatastati in luridi giacigli, tutto ciò mi ha fatto inorridire. [+]

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joecondor domenica 26 gennaio 2014
film interessante ...da far vedere alle scuole Valutazione 4 stelle su cinque
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Ho visto la mia classe ,a Roma un bel film al Nuovo Cinema Aquila interessante film… ma sono stupito di una cosa perché questo film interessante è proiettato in una sola sala a Roma così la distribuzione uccide un film che dovrebbero vedere i ragazzi soprattutto perchè tratta un tema di integrazione razziale…ma perché in una sola sala a Roma ?Come si può pensare che un film così possa incassare qualcosina ? Zalone invece era proiettato in tante sale quando il suo film è zero tema sociale …La mia classe è un film che le scuole italiane dovrebbero assolutamente vedere…per i ragazzi Forse è troppo breve ma stà bene il commento finale del sempre bravo Mastandrea...in un bel racconto finale "IL CAGNOLINO ED IL SUO PADRONE". [+]

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robynieri giovedì 23 gennaio 2014
originale, toccante, impegnato Valutazione 3 stelle su cinque
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Finalmente un film impegnato, di quelli che ti svegliano la coscienza, e ti fanno riflettere sulla miseria e sulla disuguaglianza del mondo contemporaneo. In questo mare di sentimenti, Valerio Mastandrea sa nuotare come forse nessun altro in Italia, in questo momento. Bravo.
Il film, manca l'appuntamernto con il traguardo di "capolavoro", perché alla fine risulta troppo breve e si perde un po' nei meandri della sceneggiatura, risultando forse un po' incompiuto.

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riccardo tavani martedì 21 gennaio 2014
dare voce e visione al cinema che non ce l'ha Valutazione 3 stelle su cinque
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Dare voce a chi non ce l’ha, a chi è tolta, a chi non sa o viene impedito di esprimersi. Dare voce ha il senso di dare o ridare una possibilità, una chance storica, sociale a chi viene o è stata negata. Questo sembra essere iscritto nel Dna espressivo dell’arte. In questo film questo dare voce, in quanto possibilità, assume una duplice faccia: cinematografica e civile. C’è, infatti, da una parte, un produttore, Gianluca Arcopinto della Pablo, il quale non è nuovo a dare una possibilità di espressione a progetti, idee di cinema che esulano dalle vie canoniche. Dall’altra, due sceneggiatori, Claudia Russo e Gino Clemente, che insieme a un regista, Daniele Gaglianone, danno voce a un gruppo di  immigrati, provenienti da diversi punti del pianeta. Dare voce qui significa letteralmente offrire loro la possibilità di esprimere pensieri e sentimenti nella lingua del Paese nel quale sono approdati, l’Italia. Claudia Russo, oltre a quello di sceneggiatrice, fa anche il lavoro di insegnante di italiano per immigrati in una scuola periferica di Roma. L’idea originaria del film è stata sua. Dal copione che ne scaturisce si passa alla ricerca del variegato gruppo di trasmigranti che comporranno la classe di studenti, poi alle troupe per le riprese. Qui il progetto iniziale cambia inaspettatamente pelle. Tutto perché uno degli immigrati selezionati è colpito da decreto di espulsione e non più legalmente lavorare sul set (e neanche altrove). Il film si fa allora non  più pura fiction ma neanche reale docu-fiction. Qualcosa di diverso, non facilmente catalogabile. Ai partecipanti è spiegato che l’attore Valerio Mastrandea sarà il loro maestro di italiano, ma essi saranno attori solo di se stessi, senza copione, se non quello di ciò che pensano e sentono. Anche Mastrandea, in realtà, è costretto poi ad improvvisare, ad adattarsi alle situazioni che si determinano spontaneamente sulla scena, ovvero tra i banchi di quella classe, e dimostra di saperlo fare egregiamente. Si è detto che il film, insieme ai convincenti e coinvolgenti momenti di autenticità, sconta anche i difetti, gli intoppi di un simile meccanismo narrativo, che non nasconde, ma semmai mette bene in mostra l’intervento della troupe e del regista in alcune scene cruciali. Può essere anche vero, ma non si tiene conte dell’alto valore di attiva sperimentazione sul campo che un film come questo rappresenta in un momento di cambiamento profondo dell’espressione cinematografica. Cambiamento dovuto all’irruzione di nuovi media elettronici come telefoni mobili, tablet, macchine fotografiche in grado di riprendere, montare e mettere direttamente sul web, e, insieme, di mutati canoni espressivi. Gianluca Arcopinto sarà anche un produttore minore, con disponibilità ridotte di budget, ma non lo è certamente nella visione del cinema,  perché anzi si dimostra all’avanguardia più di molti altri. La struttura sperimentale di questo film, inoltre, non diminuisce affatto il gradimento, la partecipazione emotiva del pubblico alle vicende, alle situazioni che scorrono sullo schermo, anzi! Si è deciso, alla stessa stregua, che il film non abbia neanche una distribuzione canonica nelle sale. Si punta tutto sulla richiesta diretta, sul passaparola, sulla connettività e convergenza degli spettatori a dare voce, visione  - in prima persona e insieme - al loro nuovo cinema e ai suoi nuovi soggetti.

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francesca50 domenica 19 gennaio 2014
film noioso! Valutazione 1 stelle su cinque
40%
No
60%

Sono andata convinta di vedere un buon prodotto; invece mi sono trovata di fronte a un film che dopo un inizio non dico promettente ma passabile è precipitato nella noia più mortale, al punto che mi sarei addormentata se non fosse che era di pomeriggio.
Un film che vuole toccare la problematica dell'immigrazione, ma che, al contrario di altri film che mi hanno presa e commossa (non ricordo il titolo ma bello era il film che fa vedere come un francese aiuta un clandestino a passare lo stretto e a raggiungere l'Inghilterra nascondendolo in casa propria), è un film il quale dice cose scontate e non si capisce dove voglia approdare. [+]

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gaiart venerdì 17 gennaio 2014
l'autostrada che porta alla mia classe! Valutazione 3 stelle su cinque
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La mia classe di Daniele Gaglianone
 
di
Gaia Serena Simionati
 
 
 
“Se mi rimandano nel mio paese, io mi faccio morto da solo.”
Issa nel film.
 
 
Le uniche poesie che vale la pena scrivere sono quelle con dei versi che se si prendono e si tirano contro una finestra, il vetro si deve rompere
Daniil Charms
 
ATTENZIONE !!!
Prima di iniziare con la recensione del film vorrei darvi delle indicazioni di lettura. Se andaste su u-tube e trovaste il bellissimo video di l’Autostrada di Daniele Silvestri, potreste in diretta seguire con il testo che qui trascrivo e lasciare il sottofondo musicale anche per l’articolo. [+]

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caligari giovedì 16 gennaio 2014
emozionante e necessario Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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E' un film bellissimo, ho riso tantissimo e pianto per la straordinaria verità degli studenti della classe. Assolutamente da vedere

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