La mia classe |
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Un film di Daniele Gaglianone.
Con Valerio Mastandrea, Bassirou Ballde, Mamon Bhuiyan, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura.
continua»
Drammatico,
durata 92 min.
- Italia 2013.
- Pablo
uscita giovedì 16 gennaio 2014.
MYMONETRO
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Cosa vuol dire essere immigrati in un paese strani
di FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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lunedì 24 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film documentario su di un maestro di una scuola serale per stranieri adulti. Nel corso delle riprese egli, interpretato da Valerio Mastrandrea, viene filmato quotidianamente mentre fa lezione e si intrattiene con i suoi allievi provenienti da tutte le parti del mondo. Il suo metodo d'insegnamento è semplice e diretto al fine di semplificare il più possibile il modo di fare loro apprendere la lingua italiana, già di per sè molto complessa. Con loro il docente Mastrandrea intrattiene anche dei rapporti di amicizia e fiducia e si intuisce chiaramente che tutti gli allievi stranieri lo ricambiano sinceramente. Purtroppo a calare un'ombra spessa su tutto ciò sono le scadenze dei permessi di soggiorno non rinnovabili di alcuni immigrati e così, con il conseguente rimpatrio, l'interruzione di un rapporto di amicizia e di sostegno e soprattutto della speranza, ormai per loro svanita, di costruirsi un futuro migliore nel nostro paese.
Con questo documentario il regista Daniele Gaglianone presenta dietro un soggetto molto semplice e quanto mai realistico le crude condizioni in cui gli stranieri, sia pure immigrati regolarmente, sono costretti a vivere ed i numerosi e continui problemi che devono affrontare giorno per giorno, non sempre dall'esito positivo. Lo spirito della narrazione è quanto mai obiettivo, lineare atto proprio a renderci consapevoli di realtà forse dallo spettatore immaginate, ma mai abbastanza in quanto da lui non vissute. Essendo tutti allievi immigrati regolarmente e duri ed onesti lavoratori, chi guarda questo film non può fare a meno che essere partecipe della loro triste e misera condizione, di persone soprattutto lontane dai propri affetti e dai propri usi e costumi. Insomma, una forma sottile di denuncia da parte del cinema che però di fronte alla cruda realtà ed alle severe e giuste leggi italiane, sembra voler comunicare il regista, si deve fermare ed arrendersi.
Valerio Mastrandrea nel ruolo del maestro si pone in maniera assai naturale e dunque vera e quanto mai convincente, confermando le sue doti di attore ma anche e sopratutto qualità umane.
Interessante e per riflettere.
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