kondor17
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lunedì 31 marzo 2014
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jasmine-janette e il rifiuto della realtà
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Il film narra la storia di due sorelle adottive, Jasmine e Ginger, la prima interpretata da una grandissima Cate Blanchett (vale da sola il prezzo del biglietto), la seconda da una più che convincente e sempre brava Sally Hawkins. Jasmine diventa presto la preferita di casa; bella ed elegante, coi "geni giusti", sposa Hal, un ricco avventuriero della finanza (Alec Badwin), i cui business in realtà servono più a depistare debiti e finanza che a produrre effettivi guadagni. Nel frattempo Ginger, pur non odiando mai la sorellastra per questo, è costretta ad andarsene per (ri)farsi una vita. Si trasferisce quindi giovane a San Francisco dove trova un lavoro e sposa un operaio edile, Augie, dal quale ha due figli.
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Il film narra la storia di due sorelle adottive, Jasmine e Ginger, la prima interpretata da una grandissima Cate Blanchett (vale da sola il prezzo del biglietto), la seconda da una più che convincente e sempre brava Sally Hawkins. Jasmine diventa presto la preferita di casa; bella ed elegante, coi "geni giusti", sposa Hal, un ricco avventuriero della finanza (Alec Badwin), i cui business in realtà servono più a depistare debiti e finanza che a produrre effettivi guadagni. Nel frattempo Ginger, pur non odiando mai la sorellastra per questo, è costretta ad andarsene per (ri)farsi una vita. Si trasferisce quindi giovane a San Francisco dove trova un lavoro e sposa un operaio edile, Augie, dal quale ha due figli. Augie sogna di mettersi in proprio, ma con quel che gadagna non se ne parla nemmeno, fino al momento in cui non vince 200.000 dollari alla lotteria. Consigliato dalla moglie (e non glielo perdonerà mai), decide quindi di far visita alla facoltosa cognata a New York, per conoscerla e per chieder lumi ad Hal su come procedere nella creazione della sua impresa. Questi, già con buchi da milioni di dollari, lo spinge invece ahilui ad investire il denaro, con promessi lauti guadagni, nella propria attività. Jasmine vive sopra le righe, rifiuta di vedere la realtà e quando annusa guai o tradimenti, semplicemente non guarda, vivendo la vita come un sogno ed occupandosi invece delle sue molteplici attività, che la impegnano da mattina a sera (pilates, yoga, beneficenza, ricevimenti e shopping tanto shopping). Ha un figlio iscritto ad Hardward, cresciuto anche lui nella menzogna di cui lei stessa è vittima e portatrice.
Woody Allen disegna in quest'opera un'aspra critica dell'high society newyorkese, ma soprattutto racconta la storia di una donna, Jasmine, che non riesce ad uscire da un'idea distorta e falsa della realtà e di se stessa, che alla fine si impadronisce di lei con effetti devastanti. E' uno dei film più complessi e drammatici da lui scritti e diretti, un film difficile, a tratti anche da seguire, anche per via dei flashback a cui fa continuo riferimento. Difficile anche da recensire, per la complessità dell'argomento e del montaggio stesso. Ottimi comunque gli attori e veramente buono il film. 7+
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claudiofedele93
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domenica 30 marzo 2014
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blanchett e allen in un magico film!
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"L’ultimo lavoro scritto e diretto da Woody Allen ruota attorno al personaggio di Jasmine (Cate Blanchett), una newyorkese mondana il cui equilibrio emotivo è in bilico tra un passato problematico sulla east coast e un nuovo inizio a San Francisco. Trasferitasi nel modesto appartamento della sorella Ginger (Sally Hawkins), Jasmine rimbalza tra una tumultuosa accettazione dei suoi nuovi limiti ed il sogno di recuperare il glamour della sua vita passata, quando era sposata con Harold (Alec Baldwin) prima che quest’ultimo fosse arrestato.
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"L’ultimo lavoro scritto e diretto da Woody Allen ruota attorno al personaggio di Jasmine (Cate Blanchett), una newyorkese mondana il cui equilibrio emotivo è in bilico tra un passato problematico sulla east coast e un nuovo inizio a San Francisco. Trasferitasi nel modesto appartamento della sorella Ginger (Sally Hawkins), Jasmine rimbalza tra una tumultuosa accettazione dei suoi nuovi limiti ed il sogno di recuperare il glamour della sua vita passata, quando era sposata con Harold (Alec Baldwin) prima che quest’ultimo fosse arrestato."
Poche presentazioni per questo capolavoro di Woody Allen, un opera tanto semplice quanto crudele che grazie ad un cast affiatato e ben equilibrato riesce a conquistare il posto più alto del podio tra le produzioni recenti del regista Americano. Blue Jasmine ci fa ricordare tutto il cinema di quest’ultimo grazie alle tante sequenze, alla fotografia, alla musica, le canzoni ed alla regia, ma sopratutto ci fa tener presente che il cinema di Allen, dopo tanti anni di eccellenti lavori che vanno da Manhattan a Io e Annie, da Match Point fino ad arrivare Amore e Guerra, non è ancora morto e che "To Rome with Love" non sia stato altro che una svista, un qualcosa di mal riuscito che in un certo senso lato ha giovato alla sua carriera poiché senza quella “ricaduta” non avremmo potuto apprezzare appieno il potenziale e la maestria di quest’uomo nel creare storie e personaggi imponenti e verosimili.
Un film Blue Jasmine che sulle note dell’omonima canzone blues, si prende la briga di raccontare l’America dei ricchi, mondana, superficiale, presuntuosa, arrogante e ipocrita contro quella dei poveri i cui valori, sebbene non rivestiti da gentilezza ed eleganza sono comunque basati sull’onestà, la semplicità e la fatica. Eppure anche stavolta Allen non ci regala una visione manichea della condizione umana né della società del presente, non limitandosi a spaccare il mondo in buoni e cattivi o peggio ancora in ricchi e poveri; la ruota della (s)fortuna può girare per tutti e chi cade in balia del destino non può che arrendersi ed accettare ciò che gli accade davanti a gli occhi. Tuttavia, sarebbe molto riduttivo etichettare questo lavoro come una parabole sul fato poiché Jasmine da una parte è vero che viaggia su un aereo diretto all’autodistruzione psicologica e sociale ma è altrettanto vero (e grottescamente esilarante) osservare come sia lei stessa, con le sue azioni e le sue crisi, ad aver mandato in aria tutta la sua esistenza, perché troppo presa da se stessa e troppo attirata dal vivere una vita beata e senza problemi le cui angosce erano indirizzate unicamente ad un paio di scarpe firmate o a come vestirsi per una festa di gala nella odierna New York mondana.
Una continua ricerca, quella della protagonista, interpretata da una straordinaria Cate Blanchett (la quale non si cala stavolta in una regina o una dea, personaggi a cui siamo stati abituati a vederla grazie alla sua eleganza e fascino, ma in un fragile essere umano) che sfocia, alla fine, in un nulla di fatto a causa del troppo orgoglio e della poca voglia di mettersi in gioco. Jasmine appare così una donna distrutta, sempre ancorata al passato, uno dei personaggi meglio riusciti e creati dalla mente di Allen, capace di far suo il film e mettere in ombra ogni altro co-protagonista, sebbene il confronto con la sorella Ginger (altrettanto ben caratterizzata da una Hawkins in gran forma) sia uno dei punti cardine del lungometraggio, portando noi spettatori ad avere sia pietà di lei che una profonda indifferenza. Una donna tanto sofisticata quanto semplice, monumentale e sensuale a cui Woody riesce a dare una personalità propria, un realismo tale da non farla apparire mai sopra le righe e a mescolare in lei tutta la drammaticità di una America che vive sulle spalle degli altri con le truffe e la furbizia con cui si arricchisce.
Blue Jasmine è uno dei più bei film, se non forse il migliore, realizzato da Woody Allen negli ultimi dieci anni, un opera tanto drammatica quanto delicata, che gode anche di una delle interpretazioni più sentite e profonde dell’ultimo decennio da parte di una Blanchett che buca lo schermo e concentra su di lei l’attenzione in ogni inquadratura, dimostrandosi esser una delle attrice migliori al momento e conferendo al lungometraggio quel tocco in più che altrimenti, sotto certi aspetti, sarebbe venuto a mancare. Con una storia come questa, con un cast come questo, di fronte ad una realtà come quella descritta in Blue Jasmine è difficile rimanere indifferenti!
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liuk!
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giovedì 27 marzo 2014
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solo la blanchett..
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.. tutto il resto vale poco. Stranamente Allen confeziona un drammone di quelli pesantissimi, celato inizialmente sotto i toni della commedia, senza dare respiro alla storia rinchiusa in continui e fastidiosi flashback.
Se non fosse per la prova incredibile della solita Cate Blanchett, mai Oscar fu piú meritato, la pellicola sarebbe un vero fiaschio perso nella sua assoluta banalitá, ma, per fortuna di tutti, Cate si supera e sfodera una prestazione da cineteca. Il suo personaggio varia dal comico al grottesco, racchiude sensualitá, eleganza e pazzia, non credo ci sarebbe stata altra attrice vivente in grado di interpretarlo. Bravissima.
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alexander 1986
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martedì 18 marzo 2014
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una blanchett luminosa per un allen spento.
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La bella e sofisticata newyorkese Jasmine (Cate Blanchett) vive una vita da favola: casa lussuosa, vestiti griffati, compagnie altolocate. Tutto merito del marito Hal (Alec Baldwin), uomo d'affari forse non troppo onesto. Eventi nefasti porteranno Jasmine sul lastrico, costringendola a chiedere ospitalità alla sorellastra Ginger (una bravissima Sally Hawkins), donna che sembra vivere felice con poco. Riuscirà l'eroina di questa storia a cominciare una vita normale, o non sarà piuttosto lei a guastare quelle di coloro che cercano di aiutarla?
La grazia di una Blanchett indiscussa dominatrice della scena e la regia sorniona di Allen tingono questo 'Blue Jasmine' dei colori della commedia a sfondo sociale.
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La bella e sofisticata newyorkese Jasmine (Cate Blanchett) vive una vita da favola: casa lussuosa, vestiti griffati, compagnie altolocate. Tutto merito del marito Hal (Alec Baldwin), uomo d'affari forse non troppo onesto. Eventi nefasti porteranno Jasmine sul lastrico, costringendola a chiedere ospitalità alla sorellastra Ginger (una bravissima Sally Hawkins), donna che sembra vivere felice con poco. Riuscirà l'eroina di questa storia a cominciare una vita normale, o non sarà piuttosto lei a guastare quelle di coloro che cercano di aiutarla?
La grazia di una Blanchett indiscussa dominatrice della scena e la regia sorniona di Allen tingono questo 'Blue Jasmine' dei colori della commedia a sfondo sociale. In effetti circa metà della pellicola mette in risalto il prevedibile conflitto tra due modus vivendi agli antipodi, metaforizzati dalle due sorelle anche esteticamente. E Jasmine è un personaggio che fa di tutto per rendersi odioso: è viziata, snob, nevrotica, con smanie di grandezza frustrate. Ma è anche - e questo lo si capisce più in là nella narrazione - un personaggio tragico come pochi. Ella è l'angelo caduto di un eden che non tornerà mai più, ma in cui dispera di riaccedere con tutte le sue forze. Chi la disprezza definisce Jasmine 'fasulla', ma a torto. Più che 'fasulla', è 'finta' (c'è una bella differenza); come 'finto', per non dire 'posticcio', è il mondo fatato da cui proviene, in cui la verità è un pericolo e deve essere bandita. Ma non importa, quel paradiso di cartapesta è comunque l'unico luogo in cui Jasmine si sa muovere e sa vivere. Al di fuori di ciò, il suo destino è agonizzare come un pesce fuor d'acqua.
L'idea alla base di questo film è bellissima, sebbene non originale. Molti debiti andrebbero ricondotti al teatro di O'Neill e a F. Scott Fitzgerald, la cui lezione è tornata in auge nell'America della crisi economica. La Blanchett lega il suo volto a un personaggio femminile destinato a restare negli annali, e vince un Oscar scandaloso per il fatto di essere solo il secondo in carriera. Bene gli attori di contorno.
Il film non è un capolavoro per colpa di una scrittura non brillante, o comunque non sempre ispirata. Ed è sempre un peccato, quando a peccare è Allen.
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ultimoboyscout
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lunedì 10 marzo 2014
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jasmine, le note di un sogno.
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La newyorchese Jasmine è una donna ricca e viziata che per colpa del marito truffatore Hal si ritrova sul lastrico. Non avendo altre risorse, si rivolge alla sorella che vive a San Francisco e conduce un'esistenza molto più semplice e modesta della sua. L'incontro sconvolgerà le vite di entrambe. La prima cosa che salta all'occhio è a dir poco clamorosa: Woody Allen gira in California! La seconda è la presenza di Andrew Dice Clay, attore di lungo corso non notissimo da noi, ma che diversi anni fa è saltato agli onori della cronaca per un turpiloquio in diretta su MTV e a seguito del quale è riuscito a farsi appioppare l'interdizione perpetua dal suddetto canale. La terza, quella più importante e meno goliardica, è l'Oscar alla protagonista Cate Blanchett, sicuramente la sua interpretazione di una donna difficile è la parte da ricordare di un film tutto sommato mediocre, in perfetto stile alleniano sin dai titoli di testa, molto nevrotico e contemporaneo.
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La newyorchese Jasmine è una donna ricca e viziata che per colpa del marito truffatore Hal si ritrova sul lastrico. Non avendo altre risorse, si rivolge alla sorella che vive a San Francisco e conduce un'esistenza molto più semplice e modesta della sua. L'incontro sconvolgerà le vite di entrambe. La prima cosa che salta all'occhio è a dir poco clamorosa: Woody Allen gira in California! La seconda è la presenza di Andrew Dice Clay, attore di lungo corso non notissimo da noi, ma che diversi anni fa è saltato agli onori della cronaca per un turpiloquio in diretta su MTV e a seguito del quale è riuscito a farsi appioppare l'interdizione perpetua dal suddetto canale. La terza, quella più importante e meno goliardica, è l'Oscar alla protagonista Cate Blanchett, sicuramente la sua interpretazione di una donna difficile è la parte da ricordare di un film tutto sommato mediocre, in perfetto stile alleniano sin dai titoli di testa, molto nevrotico e contemporaneo. Un film che racconta delle assurdità della vita, l'umano sentirsi attratti dalle persone sbagliate e il non riuscire a vedere chi siamo realmente. L'attrice australiana riesce a dar vita ad una figura femminile complessa, adattissima ai film e al genere del regista, carica di ansia e disperazione, con manie di grandezza e con l'incapacità a non voler/poter abbandonare il mondo delle illusioni in cui viveva, trascinando lo spettatore nella discesa vertiginosa del suo personaggio. Una donna in caduta libera, ben oltre l'orlo della crisi di nervi. E il passato torna sempre a far capolino sotto forma di ricordi/flashback che fanno luce su quanto accaduto. Commedia che vuole essere brillante senza esserlo realmente, lascia un gusto amarognolo, rimanda a "Un tram chiamato desiderio" e alle conseguenze del caso Madoff mettendo a confronto chi ha tutto con la working class col sottofondo delle note di "Blue moon".
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pier delmonte
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mercoledì 5 marzo 2014
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non male
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ok, la blanchett e' divina ma io penso che ci sia anche lo zampinone di woody nella sua performance, inoltre devo dire che non ci ho capito molto sull'esaurimento nervoso delle donne, questo film mi ha detto qualcosa, comunque buon ritmo, gags deliziose, spunti esistenziali magistrali, niente capolavoro ma con una buona e piu' di una amica lo si vede volentieri
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the lady on the hot tin roof
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domenica 23 febbraio 2014
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cupa e brillante specularità tra due sorelle
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Il genio di Woody Allen ha saputo cogliere più volte ciò che molti grandi autori non sono stati in grado di carpire: l’animo femminile. “Blue Jasmine” è esemplare in questo senso, al centro della storia vi è il rapporto tra due sorelle (adottive), in particolar modo la loro specularità nel ripetere gli errori del passato, specularità che nel corso della storia dà luogo ad una inattesa, originale e sottile forma di solidarietà ed affetto tra le due. Sebbene la sceneggiatura non sia esattamente tra le migliori di Allen, pur non mancando le folgoranti battute che ne caratterizzano lo stile, le interpretazioni di Cate Blanchett e Sally Hawkins – in particolar modo la prima, un mix straordinario (e assolutamente meritevole del premio Oscar) di fragilità e velleitarietà - sono sicuramente tra le migliori mai viste in un film di Allen, a tal punto da catturare empaticamente lo spettatore, che passa dal disprezzare gli evidenti difetti delle sorelle a tifare spudoratamente per entrambe, nella speranza che trovino un loro pur precario equilibrio interiore e non siano più “blue”.
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Il genio di Woody Allen ha saputo cogliere più volte ciò che molti grandi autori non sono stati in grado di carpire: l’animo femminile. “Blue Jasmine” è esemplare in questo senso, al centro della storia vi è il rapporto tra due sorelle (adottive), in particolar modo la loro specularità nel ripetere gli errori del passato, specularità che nel corso della storia dà luogo ad una inattesa, originale e sottile forma di solidarietà ed affetto tra le due. Sebbene la sceneggiatura non sia esattamente tra le migliori di Allen, pur non mancando le folgoranti battute che ne caratterizzano lo stile, le interpretazioni di Cate Blanchett e Sally Hawkins – in particolar modo la prima, un mix straordinario (e assolutamente meritevole del premio Oscar) di fragilità e velleitarietà - sono sicuramente tra le migliori mai viste in un film di Allen, a tal punto da catturare empaticamente lo spettatore, che passa dal disprezzare gli evidenti difetti delle sorelle a tifare spudoratamente per entrambe, nella speranza che trovino un loro pur precario equilibrio interiore e non siano più “blue”. Cupo e brillante allo stesso tempo, questo è un film che tiene dall'inizio alla fine.
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mrmatt
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domenica 23 febbraio 2014
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una congiuntura speciale per un allen rinnovato
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Che momento propizio, per Blue Jasmine. Contemporaneamente al successo del “lupachiotto” di Scorsese/Di Caprio, ecco che Allen, con il suo abituale sguardo cinico sul mondo, ci svela alcuni retroscena dello spregiudicato mondo degli affari e analizza sottilmente le prime vittime dei filibustieri della finanza: le loro mogli. Qualcosa riecheggia anche dal Gatsby di Fitzgerald (e ancora c’è Di Caprio in mezzo), quanto simili sono per certi aspetti le figure femminili di queste due opere?
Sostanzialmente Blue Jasmine ci narra la vicenda del tracollo di una donna dell’alta società (Cate Blanchett) che, in seguito al tracollo del marito (il disonesto e “figaccione” affarista Alec Baldwin) e a un esaurimento nervoso, si trasferisce dalla sorellastra (Sally Hawkins).
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Che momento propizio, per Blue Jasmine. Contemporaneamente al successo del “lupachiotto” di Scorsese/Di Caprio, ecco che Allen, con il suo abituale sguardo cinico sul mondo, ci svela alcuni retroscena dello spregiudicato mondo degli affari e analizza sottilmente le prime vittime dei filibustieri della finanza: le loro mogli. Qualcosa riecheggia anche dal Gatsby di Fitzgerald (e ancora c’è Di Caprio in mezzo), quanto simili sono per certi aspetti le figure femminili di queste due opere?
Sostanzialmente Blue Jasmine ci narra la vicenda del tracollo di una donna dell’alta società (Cate Blanchett) che, in seguito al tracollo del marito (il disonesto e “figaccione” affarista Alec Baldwin) e a un esaurimento nervoso, si trasferisce dalla sorellastra (Sally Hawkins). Qui è costretta ad affrontare i problemi del quotidiano che non ha mai dovuto fronteggiare in precedenza, ma nonostante l’uso massiccio di antidepressivi e il tentativo di affogare i problemi nell’alcool, ogni tentativo di cominciare una nuova esistenza viene vanificato. Jasmine è annientata, nel finale.
La genialità di Allen si palesa nella costruzione della sceneggiatura, che non si presenta lineare come fabula, ma alterna senza transizioni attimi del presente con i ricordi di Jasmine, appiattendo la dimensione temporale e facendoci penetrare direttamente nella psiche della protagonista, divorata in ogni istante dal rimorso e dai rimpianti della sua esistenza passata di cui non vuole riconoscere la fine. Straordinaria l’interpretazione della Blanchett, per cui l’Oscar sembra essere annunciato. La resa di Jasmine come la donna fragile e dilaniata a cui sono crollate tutte le certezze, vittima della sua stessa natura ingenua e abituata ad avere tutto, è assolutamente indimenticabile.
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maggie69
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sabato 22 febbraio 2014
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quando l'attore fa il film...
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Allen esce dai suoi schemi finalmente (che sia passato finalmente ad uno psicoterapeuta cognitivista?) Ed ha la fortuna di avere una blachett da 10 e lode...la trama è la solita, copiato il tema della dissociazione da hitchicock... ma è lei a tenere su il film dall'inizio alla fine... una grande.... oltre che bellissima ovvio...
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moghi
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sabato 15 febbraio 2014
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poca lode e nessuna infamia
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Pubblicizzato a dovere ma non è uno dei migliori film di Allen. Basta cercare una vicenda dove si trovino una o più persone schizzate all'inverosimile e troverete le sceneggiature di molti film di questo regista. E' molto ben fatto e Cate Blanchett recita alla grande ma non vedo nulla di memorabile nell'insieme. Giusto piacevole da vedere per l'accuratezza realizzativa
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