luca scial�
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martedì 10 dicembre 2013
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il classico allen degli anni '80
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Jasmine si reca dalla sorella (non biologica, essendo stata adottata come lei) Ginger a San Francisco per ricominciare una nuova vita. E' stata sposa di un ricco uomo d'affari di New York, Hal, vivendo nello sfarzo e nei vizi. Ma non era tutto oro ciò che luccicava: Hal era un evasore del fisco e la tradiva con diverse donne. Quel regno dorato d'un tratto si è trasformato in un incubo che ha portato la bionda Jasmine a imbottirsi di alcol e antidepressivi. Aveva trascinato nel baratro anche la sorella e suo marito, convincendola a seguire Hal nei suoi affari. Quando finalmente sembra aver voltato definitivamente pagina, cambiando anche nome anagrafico, il passato torna con violenza.
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Jasmine si reca dalla sorella (non biologica, essendo stata adottata come lei) Ginger a San Francisco per ricominciare una nuova vita. E' stata sposa di un ricco uomo d'affari di New York, Hal, vivendo nello sfarzo e nei vizi. Ma non era tutto oro ciò che luccicava: Hal era un evasore del fisco e la tradiva con diverse donne. Quel regno dorato d'un tratto si è trasformato in un incubo che ha portato la bionda Jasmine a imbottirsi di alcol e antidepressivi. Aveva trascinato nel baratro anche la sorella e suo marito, convincendola a seguire Hal nei suoi affari. Quando finalmente sembra aver voltato definitivamente pagina, cambiando anche nome anagrafico, il passato torna con violenza...
Woody Allen ci ha abituati all'alternanza di un film bello e uno brutto. Dopo il fantasioso Midnight in Paris e il deludente To Rome with love, arriva con una commedia convincente, in pieno suo stile. Jazz in sottofondo, personaggi nevrotici e dalle tinte marcate, dialoghi serrati, storie intorcigliate. Ma torna soprattutto una protagonista di spessore, come non ce ne mostrava dagli anni '80: la bella Cate Blanchett nel ruolo della borghese decaduta Jasmine. La trama segue forse un canovaccio troppo lineare e prevedibile, alternando il presente disastroso di quest'ultima con il passato glorioso che a poco a poco si sfascia. Ma nella sua apparente scontatezza è costruita molto bene, non pesa ma intriga. Inserisce nuovi elementi al punto giusto. Insomma, rivediamo il classico Woody Allen degli anni '80. Il regista bacchetta come mai fatto i ricchi di New York, impanandoli in stereotipi accentuati; specie se rapportati ai bonaccioni e semplicissimi abitanti di San Francisco, incarnati in Ginger, il suo ragazzo Chili e il suo amante.
Al di là di tutto, la storia di Jasmine comunque coinvolge e commuove. Lei vittima e colpevole del suo destino finisce per intenerirci.
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alex2044
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martedì 10 dicembre 2013
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woody è bravo ma cate è bravissima
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Woody è bravo ma Cate è bravissima . Un ottimo film che Cate Blanchet fa diventare imperdibile . Se non le danno l'Oscar sbagliano e di grosso . Allen si dimostra in ottima forma . Il film è serio e drammatico ma non patetico . Qualche buona battuta c'è sempre ma il suo migliore pregio è la profondità del problema che affronta . Alec Baldwin è perfetto . Gli altri caratteristi sono bravi e Allen li conduce con maestria .
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spike
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martedì 10 dicembre 2013
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mediocre
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Non basta una Cate Blanchett mostruosa per sollevare uno dei film di Woody più brutti degli ultimi anni. La sceneggiatura poco brillante e una trama piatta fanno sorgere sospetti sulla paternità del film. Due stelle solo per l'interpretazione di Cate (da oscar), la colonna sonora,il montaggio e qualche spunto interessante sull'attualità.
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esuberante sognatrice
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lunedì 9 dicembre 2013
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una vita distrutta
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Ottimo lavoro di Woody Allen, ogni volta riesce a stupirmi per la profondità con cui affronta le storie dei suoi personaggi. Jasmine è una donna distrutta ha perso tutto ciò che aveva il marito, i soldi ma soprattutto la felicità che credeva di aver trovato. In realtà tutta la sua vita era costruita sulle menzogne del marito che truffava le persone e la tradiva con altre donne
E' il viaggio attraverso gli occhi di una donna che non sa che fare della sua vita, che continua a pensare al passato e non riesce a darsi un futuro. Cate Blanchett mostra con grandissimo talento il dolore e la frustazione che questa donna prova nel dover ammettere al mondo intero che la sua vita è fallita, perchè in fondo il dolore più grande è proprio quello di doversi mostrare alla società per ciò che è diventata e non per ciò che è sempre stata.
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Ottimo lavoro di Woody Allen, ogni volta riesce a stupirmi per la profondità con cui affronta le storie dei suoi personaggi. Jasmine è una donna distrutta ha perso tutto ciò che aveva il marito, i soldi ma soprattutto la felicità che credeva di aver trovato. In realtà tutta la sua vita era costruita sulle menzogne del marito che truffava le persone e la tradiva con altre donne
E' il viaggio attraverso gli occhi di una donna che non sa che fare della sua vita, che continua a pensare al passato e non riesce a darsi un futuro. Cate Blanchett mostra con grandissimo talento il dolore e la frustazione che questa donna prova nel dover ammettere al mondo intero che la sua vita è fallita, perchè in fondo il dolore più grande è proprio quello di doversi mostrare alla società per ciò che è diventata e non per ciò che è sempre stata.
La sorella di Jasmine credo rappresenti la nota positiva del film,perchè nonostante le sue stranezze trova una serenità e un suo posto nel mondo.
Credo che sia un film da apprezzare e da guardare con attenzione, fantastiche le inquadrature in primo piano di Cate.
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ennas
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lunedì 9 dicembre 2013
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la luna blu e lo zenzero di woody allen
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“Blue Jasmine”, questa storia di una debacle esistenziale raccontata da Woody Allen si inserisce
perfettamente in un percorso originale in cui il prolifico regista, aldilà dei suoi “omaggi europei ” Scoop”, Midnait in Paris”, “ To Rome with love” ecc.
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“Blue Jasmine”, questa storia di una debacle esistenziale raccontata da Woody Allen si inserisce
perfettamente in un percorso originale in cui il prolifico regista, aldilà dei suoi “omaggi europei ” Scoop”, Midnait in Paris”, “ To Rome with love” ecc. , scruta da sempre, con la sollecitudine di un entomologo, la società americana, da newyorkese doc., legato profondamente alle sue radici, con trepida ed affettuosa partecipazione.
“Blue Jasmine” mi ha ricordato un suo film del 2009 “Basta che funzioni” a cui lo lega , a mio parere, un comune disegno filmico.
I suoi personaggi sono tutti nevrotici, caratterizzati da una ambivalenza incontrollata su cui si appunta come sempre, la fantasiosa vena umoristica dell’autore. Jasmine esibisce di fasullo anche il proprio nome : tutto in lei è artefatto e sofisticato fino al grottesco, la sua noncuranza e superbia la rendono antipatica fin dall’inizio del film.
Da lei si sprigiona però per intero, il fascino del grande cinema: l’attrice che la impersona (Cate Blanchett) compie un miracolo di adesione al personaggio tale da farne un’eroina tragica e gigantesca anche se in negativo. E’ lei che “si racconta “ attraverso dei monologhi che prescindono da chi si imbatte ad ascoltarla, una prova fantastica di regia e interpretazione.
Brava anche l’attrice Sally Hawkins che impersona la svitata sorella , presso la quale Jasmine si rifugia dopo la perdita del marito e dello “status” di ricca consorte.
Ginger, questo personaggio, ( entrambe adottate, diranno ai bambini ) non è soltanto la generosa sorella che l’accoglie, nonostante tutto ma, una sorta di alter- ego speculare a Jasmine, sono due mondi che si fronteggiano: ha con la sorella un legame sfaccettato , Jasmine è stata fino a ieri ricchissima, perché secondo Ginger, ossedeva gli elementi giusti che a lei mancano da sempre. Ha sempre invidiato la sorella : chi non vorrebbe essere ricco in una società di forti disuguaglianze? Ha anche provato a diventarlo e guarda caso, la sorella le ha “bruciato” questa unica occasione.
Nonostante il crescendo di rifiuto che Jasmine genera nello spettatore il personaggio induce anche alla pena: la sua fragilità tutta umana ci colpisce nella sua disarmante durezza,è colpevole ma anche vittima. In questa donna, la maschera di superficialità, il cinismo irresponsabile non sono barriere sufficienti al dilagare di sentimenti umani, la gelosia, ad esempio, con le sue conseguenze devastanti.
Quest’opera matura di Woody Allen è percorsa secondo me, più di altre, da una vena di pessimismo molto più marcata e anche questo è coerente con il lungo e geniale percorso del regista. Da vedere certamente.
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filippo catani
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lunedì 9 dicembre 2013
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una donna sull'orlo di una crisi di nervi
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New York. Una donna arriva ai vertici dell'alta società grazie alle truffaldine attività finanziarie del marito. Una volta stanato però la donna perde tutto ed è costretta a trasferirsi a San Francisco dalla sorella.
Woody Allen ci regala la sua personale cinica e ironica riflessione sul mondo della finanza e sugli squali che la popolano. Senza bisogno di girare un solo fotogramma all'interno di un qualsivoglia mercato finanziario, una serie di accurati flashback ricostruiscono i cardini della solita truffa: conti offshore, società intestate a prestanome, la moglie che firme carte fingendo di non sapere di cosa si tratti. In compenso ovviamente ci sono tutti gli agi del caso: supervilla, casa al mare e in montagna, settimane in Costa Azzurra e altri luoghi vip, vestiti e borse firmate.
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New York. Una donna arriva ai vertici dell'alta società grazie alle truffaldine attività finanziarie del marito. Una volta stanato però la donna perde tutto ed è costretta a trasferirsi a San Francisco dalla sorella.
Woody Allen ci regala la sua personale cinica e ironica riflessione sul mondo della finanza e sugli squali che la popolano. Senza bisogno di girare un solo fotogramma all'interno di un qualsivoglia mercato finanziario, una serie di accurati flashback ricostruiscono i cardini della solita truffa: conti offshore, società intestate a prestanome, la moglie che firme carte fingendo di non sapere di cosa si tratti. In compenso ovviamente ci sono tutti gli agi del caso: supervilla, casa al mare e in montagna, settimane in Costa Azzurra e altri luoghi vip, vestiti e borse firmate. Già in tutto questo Allen si diverte a smascherare tutta l'ipocrisia che permea questo mondo che in tanti invidiano e inseguono ma che alla realtà dei fatti si regge solo su inganni, ipocrisie e crimini. Ecco allora che Jasmine armata di "solo" due valige Vuitton sbarca dalla sorella che è lontana anni luce dal suo stile e dalla posizione che aveva raggiunto lei: ha due figli scalmati, si è da poco divorziata dal marito operaio per inseguire un uomo bello ma rude. C'è da dire che parte della fine del matrimonio della coppia è colpa di Jasmine e del marito che gli avevano fatto investire e perdere una forte somma di denaro. Le due inizieranno una difficile convivenza anche perchè Jasmine beve e si imbottisce di pillole. Insomma tra gag e amare riflessioni, Allen sembra aver ritrovato il suo sbuccio dopo un periodo di appannamento. In questo è aiutato da una strepitosa Blanchett vera anima trainante del film e sicura protagonista agli imminenti Oscar. Insomma in attesa del lupo di Wall Street di Scorsese, un altro amaro ritratto del mondo della finanza dei giorni nostri.
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linus2k
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lunedì 9 dicembre 2013
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la crisi secondo allen
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Jasmine è una donna strana, parla da sola, di continuo, su quell'aereo che la porta da New York a San Francisco, da una costa all'altra degli USA. Lascia una vita agiata, un marito ricco che non le ha fatto mancare nulla, una grande e splendida casa, una vita fatta di feste, cene, shopping.
Lascia tutto, deve ricominciare da capo, da zero, da una sorellastra che è il suo opposto, vissuta in una realtà più umile, tra il lavoro al supermercato, con amori non certo da sogno, 2 figli obesi come tanti negli USA contemporanei.
"Storia di una donna sull'orlo di una crisi di nervi", potrebbe essere il sottotitolo dell'ultimo film di Woody Allen.
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Jasmine è una donna strana, parla da sola, di continuo, su quell'aereo che la porta da New York a San Francisco, da una costa all'altra degli USA. Lascia una vita agiata, un marito ricco che non le ha fatto mancare nulla, una grande e splendida casa, una vita fatta di feste, cene, shopping.
Lascia tutto, deve ricominciare da capo, da zero, da una sorellastra che è il suo opposto, vissuta in una realtà più umile, tra il lavoro al supermercato, con amori non certo da sogno, 2 figli obesi come tanti negli USA contemporanei.
"Storia di una donna sull'orlo di una crisi di nervi", potrebbe essere il sottotitolo dell'ultimo film di Woody Allen. Storia di una donna che tenta di non cedere psicologicamente al crollo verticale e rapido della sua vita, all'annientamento di tutto quello che ha costruito ed il confronto con una realtà che spocchiosamente ha sempre rifiutato. Incapace di adattarsi al nuovo ed accettare la nuova realtà.
Protagonista è una mastodontica Cate Blanchett, alle prese con una delle sue più straordinarie interpretazioni: insicura, tesa, angosciante, sofferente, spesso crudele, ci racconta una donna fragilissima, nevrotica, arrabbiata. Jasmine è una donna incapace di capire nient'altro che l'ambiente dove è sempre vissuta, quell'ambiente che viene raccontato con costanti flashback che si materializzano nei suoi deliranti soliloqui in pubblico; è perseguitata dal suo passato con cui non ha chiuso, da cui scappa e che probabilmente vorrebbe dimenticare in gran parte.
Perché se la sua vita era ricca di lussi, non le mancavano anche bugie, non detti, falsità, disonestà.
Nei film di Woody però il conto viene sempre presentato alla fine ed è sempre molto salato.
A suo modo Allen ci racconta la sua visione della crisi: in una società che da un giorno all'altro si è vista azzerare quelle ricchezze che si basavano su giochi in borsa e non sul più tradizionale e modesto lavoro, l'unico punto di riferimento non può che essere l'umiltà delle piccole cose e l'incapacità di sapersi adattare si trasforma in una sorta di legge darwiniana di sopravvivenza, selezionando i veri individui forti.
Per far questo usa gli strumenti che gli sono più congeniali: il rapporto di coppia, la nevrosi, l'ironico cinismo e quella concezione fatalistica della vita che ci rende strumenti del sadico gioco di coincidenze e scherzi del destino.
Forse il punto debole della narrazione, specie a caldo, può essere la sensazione di una trama non particolarmente enfatizzata nei colpi di scena con un racconto da cui ci si attenderebbe più pathos da parte della sceneggiatura, ma il sospetto è che questa scelta sia stata fatta per evidenziare maggiormente il pathos ed il dramma che riesce a comunicare in maniera magistrale la grande, vera ed unica protagonista del film: Cate Blanchett.
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marcobrenni
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lunedì 9 dicembre 2013
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il più significativo f.di w. allen dopo mach point
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A me pare che sia proprio il film della maturità di Woody: da quasi ottuagenario (!) egli non demorde affatto: analizza il mondo attuale con la sua deriva social-econimico-morale tramite una lucidità al laser. In buona sostanza, narra un evidente, totale, inesorabile e defintivo fallimento di vita (il classico "dalle stelle alle stalle") che riassume perfettamente la deriva iperliberista (scatenata dal tatcherismo) dei dopo anni 80' che portò il mondo intero sull'orlo del baratro finanziario-economico e morale! Woody non lo fa criticando economia e politica ( sarebbe persino noioso) , ma lo racconta tramite una storia di una coppia new-yorker, molto glamour (da high society cafona), in crisi dopo una vita piena di gingilli griffati, auto lussuose, ville da sogno, ipocrisie, tradimenti, ricchezze e incredibili sperperi .
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A me pare che sia proprio il film della maturità di Woody: da quasi ottuagenario (!) egli non demorde affatto: analizza il mondo attuale con la sua deriva social-econimico-morale tramite una lucidità al laser. In buona sostanza, narra un evidente, totale, inesorabile e defintivo fallimento di vita (il classico "dalle stelle alle stalle") che riassume perfettamente la deriva iperliberista (scatenata dal tatcherismo) dei dopo anni 80' che portò il mondo intero sull'orlo del baratro finanziario-economico e morale! Woody non lo fa criticando economia e politica ( sarebbe persino noioso) , ma lo racconta tramite una storia di una coppia new-yorker, molto glamour (da high society cafona), in crisi dopo una vita piena di gingilli griffati, auto lussuose, ville da sogno, ipocrisie, tradimenti, ricchezze e incredibili sperperi . Vita artificiosa , priva di veri valori, perché fondata sulla scalata sociale truffaldina senza scrupoli, sulle balle da Yuppies della finanza a briglie sciolte (v. "Bolle e Balle e Sfere di Cristallo" di S. Cingolani!) - Un mondo che non poteva non fallire ! Ricorda in questo il Grande Gatsby della crisi del '29. Conseguenza: nevrosi, psichiatri, antidepressivi, alienazione, vuoto totale a 360 gradi. La bravissima Kate Blanchett (meriterebbe l'Oscar !) è la protaginista vittima del successo ipocrita, e finirà del tutto folle , con un triste e scombinato soliloquio, abbadonata a sé stessa in strada su una panchina di S. Francisco dopo aver rotto persino con la sorellastra squattrinata che la ospitava (ultimo sostegno e unico punto di riferimento della sua vita...).
Woody in fondo salva solo la sua sorellastra squattrinata ma umana, vera e sincera: l'unica via di fuga da una società precaria, "liquida", senza riferimenti veri, fondata su balle e mera apparenza. Va bene perciò anche solo il livello di mera sopravvivenza della sorellastra, purché salvi perlomeno un po' di vera umanità e sincerità.
Sotto un'apparente leggerezza ironico-sarcastica, Woody non le manda a dire a nessuno: la sua analisi sociale è acuta e spietata ed andrebbe quindi presa come un vero monito. Se non si cambierà decisamente rotta recuperando umanità ed etica, non ci sarà solo il fallimento della protagonista, ma il fallimento di un'inetera civilità!
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johnford
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lunedì 9 dicembre 2013
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tanta kate, poco woody
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Solitamente dei film di WA si ricorda la sceneggiatura fluida, i dialoghi geniali, l'ambientazione che si fonde con la storia diventandone un elemento imprescindibile e la colonna sonora coinvolgente, per il resto non si ricorda un attore o una attrice che abbiano minimamente dato una loro impronta o abbiano messo decisamente in secondo piano il ruolo del nostro Genio. In Blue Jasmine ci troviamo invece di fronte ad una sceneggiatura insolitamente debole, i dialoghi poco "frizzanti"; che gusto poi ambientare il film a San Francisco e Sausalito per poi vedere il lungomare e il porto turistico di Loano e i panorami piu' brutti ed anonimi della piu' bella baia de mondo; che dire poi della colonna sonora tutta jazz new orleans e voce di Billie Holliday che c'entrano come "O sole mio" nella colonna sonora di un film di ambiente alpino girato a Vipiteno.
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Solitamente dei film di WA si ricorda la sceneggiatura fluida, i dialoghi geniali, l'ambientazione che si fonde con la storia diventandone un elemento imprescindibile e la colonna sonora coinvolgente, per il resto non si ricorda un attore o una attrice che abbiano minimamente dato una loro impronta o abbiano messo decisamente in secondo piano il ruolo del nostro Genio. In Blue Jasmine ci troviamo invece di fronte ad una sceneggiatura insolitamente debole, i dialoghi poco "frizzanti"; che gusto poi ambientare il film a San Francisco e Sausalito per poi vedere il lungomare e il porto turistico di Loano e i panorami piu' brutti ed anonimi della piu' bella baia de mondo; che dire poi della colonna sonora tutta jazz new orleans e voce di Billie Holliday che c'entrano come "O sole mio" nella colonna sonora di un film di ambiente alpino girato a Vipiteno. E dopo le ombre, le luci: finalmente, dopo tanto tempo, un film di WA immerso totalmente nella realta' e nell'attualita', senza momenti onirici o favolistici; ma soprattutto un WA che finalmente si fa "mettere sotto" da una immensa Kate Blanchett. Insomma: Blue Jasmine verra' ricordato come "il film" di Kate Blanchett diretto da WA. TRE STELLE AL REGISTA E AUTORE, CINQUE STELLE ALLA PROTAGONISTA: LA MEDIA E' QUATTRO STELLE
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intra
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domenica 8 dicembre 2013
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la speranza e' la prima a morire
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Jasmine (Cate Blanchett), moglie di Hal(Alec Baldwin), un finanziere disonesto e senza scrupoli, si ritrova ad un certo punto della sua vita a dover affrontare il fallimento del suo matrimonio. Quando il marito viene incastrato, Jasmine e' costretta a lasciare il suo mondo d'orato fatto di feste con gente altolocata, gioielli, abiti firmati e ville da sogno. Cosi'per ovviare al grave tracollo, decide di trasferirsi nel modesto appartamento di Jinger (Sally Howkins) che vive a San Francisco e si barcamena senza troppe pretese. Jasmine e Jinger sono sorelle, ma non di sangue in quanto entrambe adottate. A questo punto il film si sviluppa in un tutto al femminile, tra due donne legate da ideali opposti, entrambe fallite, insomma un confronto di due volgarita': una sofisticata e l'altra semplice e dimessa.
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Jasmine (Cate Blanchett), moglie di Hal(Alec Baldwin), un finanziere disonesto e senza scrupoli, si ritrova ad un certo punto della sua vita a dover affrontare il fallimento del suo matrimonio. Quando il marito viene incastrato, Jasmine e' costretta a lasciare il suo mondo d'orato fatto di feste con gente altolocata, gioielli, abiti firmati e ville da sogno. Cosi'per ovviare al grave tracollo, decide di trasferirsi nel modesto appartamento di Jinger (Sally Howkins) che vive a San Francisco e si barcamena senza troppe pretese. Jasmine e Jinger sono sorelle, ma non di sangue in quanto entrambe adottate. A questo punto il film si sviluppa in un tutto al femminile, tra due donne legate da ideali opposti, entrambe fallite, insomma un confronto di due volgarita': una sofisticata e l'altra semplice e dimessa. Mentre sullo sfondo appare un mondo maschile tutt'altro che incoraggiante, fatto di truffatori, violenti e fedifraghi, uomini cosi' effimeri eppure inesorabilmente inseguiti. E' una storia fatta anche di equivoci tra un mondo borghese e un mondo proletario, dove la negazione piu' disperata e l'idealismo piu' irreale e ingenuo di Jasmine, si infrangono contro la brutalita' di una societa' che non perdona , il cui prezzo da pagare e' altissimo. E' il film piu' convincente di W. Allen dai tempi di Match Point, il piu' autentico e anche il piu' amaro. Cate Blanchett e' straordinaria e riesce con la sua grandiosita' a dare un rilevante valore aggiunto al film a tal punto da renderlo ancora piu' interessante e sorprendente.
Anita Intra
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